WASHINGTON INIZIA LA PREPARAZIONE PER IL COLPO DI STATO NELLE FILIPPINE
La grave denuncia è stata formulata dal portavoce del presidente filippino, Martin Andanar. Egli ha detto che l’opposizione locale, con il sostegno di forze esterne, sta per lanciare una campagna per le dimissioni del capo di stato eletto, Rodrigo Duterte.
La campagna dell’ opposizione per le dimissioni del Presidente si dovrebbe svolgere sullo sfondo delle rivolte che, loro volta, dovrebbero essere preventivamente organizzate con apposita attività di sobillazione. Le chiamate alla protesta di piazza sono già state diffuse nelle reti sociali. Uno scenario simile è quello che utilizza l’opposizione venezuelana, anche questo finanziato anche dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Martin Andanar ha sottolineato che le autorità del paese risponderanno adeguatamente al tentativo di colpo di stato e che le forze dell’ordine dispongono già un elenco di nomi dei mercenari ed agenti americani nel paese.
Ricordiamo che durante la sua campagna elettorale Duterte aveva promesso di ritirare dal paese le basi militari statunitensi. Successivamente, quando Washington si era convinto di una chiara posizione anti-statunitense assunta del presidente eletto, sono state inviate nel paese le organizzazioni “per i diritti umani” (ONG), che avevano lo scopo di creare il passaparola intorno alla lotta contro i crimini legati alla droga e per destabilizzare la situazione sociale nel paese.
Di solito, il passo successivo a questo primo scenario, è l’omicidio di un leader dell’opposizione, a seguito di questo vengono scatenate le rivolte di piazza e, da questo, il cambio di governo. Uno scenario simile a quello provocato in Ucraina con le rivolte di piazza di Maidan.
Fonte: Katehon
La questione di un possibile intervento USA aveva avuto origine dal discorso di attacco, anche personale, che il presidente filippino aveva pronunciato pubblicamente contro il presidente USA Barack Obama.
Filippine, presidente Duterte insulta Obama: ‘Figlio di p…’
In dubbio l’incontro bilaterale previsto a margine del vertice Asean in Laos
È scontro tra Barack Obama e il neo leader delle Filippine, Rodrigo Duterte. A dar fuoco alle polveri questa mattina è stato il presidente filippino che ha pesantemente insultato il presidente americano, definendolo un “figlio di p…”. Immediata la risposta della Casa Bianca che ha messo in dubbio l’incontro bilaterale previsto a margine del vertice Asean in Laos.
Oggetto del contendere, un’eventuale ammonimento da parte di Obama sulla guerra anti-droga agli spacciatori che negli ultimi due mesi ha provocato oltre 2.400 morti nelle Filippine. “Devi portare rispetto, non solo sputare domande e dichiarazioni. Figlio di p…, ti insulterò durante quel summit”, ha esordito il presidente filippino, mentre si stava imbarcando alla volta di Vientiane.
“È un uomo colorito”, ha commentato Obama che si è limitato a incaricare il suo staff di capire se questo sia il momento giusto per avere “colloqui costruttivi”.
Duterte ha vinto le lezioni presidenziali a maggio promettendo di reprimere il crimine e di una stretta contro la droga e gli spacciatori. La sua campagna è stata a lungo criticata dalle associazioni di diritti umani. E per paura di nuove accuse da parte di Obama, il presidente filippino ha messo le mani avanti. “Io sono un presidente di uno Stato sovrano che da tempo ha cessato di essere una colonia”, ha commentato Duterte. “Chi è lui per confrontarsi con me? Ognuno dei nostri Paesi ha un terribile record di esecuzioni extragiudiziali”.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse
Occorre dire tuttavia che il presidente filippino Rodrigo Duterte si era poi scusato per la sua uscita, sicuramente eccessiva e non diplomatica, infatti come riportato da Sputnik News successivamente:
“Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha dichiarato di non aver insultato il presidente americano Barack Obama, ma ha dato dello “stupido” al segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon“. Lo ha reso noto l’agenzia AFP.
In precedenza Duterte aveva chiamato “figlio di cagna” Barack Obama a causa delle dichiarazioni che il leader degli USA sulla morte di più di due mila persone nella lotta alla criminalità nelle Filippine dopo l’elezione Duterte. Obama aveva inizialmente annullato un incontro con Duterte, ma mercoledì i due leader si sono incontrati e si sono scambiati dei convenevoli.
Duterte ha dichiarato che l’espressione “putangina” non deve essere presa alla lettera, in quanto “è un’espressione comune, che viene usata da tutti”. Il presidente filippino ha spiegato che il termine non significa “figlio di cagna”, portando l’esempio di due sinonimi ingiuriosi e ha detto che le sue osservazioni erano dirette non ad Obama, ma al dipartimento di Stato americano, che aveva sollevato la questione delle eventuali violazioni dei diritti umani durante la campagna di Duterte contro crimine. “Ero molto arrabbiato a causa di queste minacce… è tutta colpa degli squilibrati del dipartimento di Stato”, ha detto Duterte.
Venerdì Duterte ha dato dello “stupido” a Ban Ki-moon per le dichiarazioni dell’ONU sulla questione delle violazioni dei diritti umani. “Mi sono detto, questo è un altro stupido. Io continuerò la campagna contro il crimine, non avrò pietà”, ha affermato il presidente filippino. Secondo l’agenzia, Duterte avrebbe insultato anche Papa Francesco e l’ambasciatore degli USA a Manila.
Sintesi di Manuel De Silva
Pesce grosso mangia pesce piccolo ,ma non sempre , a volte pesce piccolo va di traverso a pesce grosso , Siria docet !
hahahahaha grande!!!
Questo Duterte ha vita breve..troppo colorito e diretto.
Non credo che insultare e fare voce grossa possa in qualche modo portare dei vantaggi al suo Paese.
Per ogni sua uscita colorita perderà credibilità nel popolo filippino e deriso dal mondo intero.
Mentre USA & Co. lo stuzzicheranno facendogli perdere il carattere e ben presto anche il governo del Paese.
Un pollo che gioca a fare il leone
Meno male che ci sei tu come presidente delle Filippine… Vai nelle Filippine a vedere di quanta “credibilità” gode Obama e gli Stati Uniti. Anche l’affermazione “deriso dal mondo intero”… bene, facci i nomi delle personalità e dei Paesi che lo avrebbero “deriso”…
Duterte è stato ELETTO (non come in Italia, o come le false “elezioni” negli Usa) dalla maggioranza del popolo filippino, e la lotta senza quartiere agli spacciatori internazionali di stupefacenti (e al relativo crimine organizzato), era uno dei principali punti del suo programma”.
Duterte stà solo eseguendo ciò che ha promesso in campagna elettorale, ed è stato eletto, quindi basta con stè puttanate dei diritti umani, sollevate proprio dalle stesse agenzie, Paesi, e ONG, che i diritti umani li vedono solo a senso unico. dove e quando fà comodo a certi Paesi, come nello Yemen e in altri paesi.
“Mentre gli USA & Co. lo stuzzicheranno facendogli perdere il carattere e ben presto anche il governo del Paese.
Un pollo che gioca a fare il leone” … Certo, certo, come no… Questa poi, non la commento neanche, perchè proprio non ne vale pena…
Anche le Filippine entreranno nella spirale della distruzione interna
Inutile starne ancora a parlare è questione di tempo..tra un anno forse si trasformerà in un nuovo Venezuela.
Peccato sono delle brave persone i filippini..
Quando ce l’avremo di nuovo anche noi un presidente con le palle?!!!
Duterte non e’ un pollo ,e prima di giudicare bisognerebbe informarsi. Ho letto alcuni discorsi di questo uomo e ne ho tratto l’impressione di un vero capo,on uomo senza paura che ama il suo popolo esoprattutto ha alle sue spalle un folto gruppo di patrioti in grado di sostenerlo nel suo legittimo diritto di rivendicare piena sovrani ta’ per le Filippine. Credo che Duterte abbia un asso nella manica ,un accordo segreto con la Cina e la Russia. Affermo cio’ perche’ ho seguito il susseguirsi degli incontri del filippino con i dignitari delle due potenze,e le conseguenti dichiarazioni di Duterte riguardo alla su intenzione di affalersi sella loro collaborazione ed eventuale credito per l’aquisto di armamenti russi e cinesi. E’ un altro pezzo dell’impero che prende il volo. E’ ovvio che Washington non lascera’ che cio’ avvenga placidamrnte , ma non e’ in grado di impedirlo. Il suo pivot in Asia si sta rivelando un completo fallimento con la sola Australia ad eseguire prontamente i suoi ordini. L’America non fa piu’ paura .
Vedremo Sig.The romanX