Un silenzio assordante della stampa e insopportabile delle associazioni dei consumatori.

Sulla Riforma del Processo Esecutivo

di Roberta Clerici *

E’ così da domani, col beneplacito di Forza Italia che – a parole – ha sempre giurato di voler difendere le piccole imprese o i cittadini vessati da banche ed Equitalia, il parlamento a trazione PD approverà una legge stangata proprio a danno di piccole imprese, artigiani, cittadini, che passa sotto il nome della “riforma del processo civile”.

Nella prima parte la riforma si occupa di divorzio breve, negoziazione assistita, arbitrato, ferie dei magistrati, passaggi di riti e poco altro. Ma la maggior parte del testo è dedicata alla riforma del processo esecutivo. Ovvero alla riforma dei pignoramenti che – da domani – banche, Equitalia e professionisti potranno fare ancora più facilmente. Infatti avrebbero potuto chiamarla la riforma dei pignoramenti, ma se l’avessero fatto i cittadini avrebbero rizzato le orecchie.

Il titolo in questione è roboante: “azioni per la tutela del credito” e tutti hanno pensato al credito del farabutto che non paga da anni una somma realmente dovuta. Ma la norma non fa distinzione alcuna tra credito lecito e credito illecito. E peccato che in questo paese si sia completamente persa la dimensione – e non certo da oggi- di cosa sia, o cosa dovrebbe essere, un credito e di conseguenza di cosa è, o cosa dovrebbe essere, un debito.

Un debito è forse una somma di danaro derivante da un contratto capestro? Una rata di mutuo con interessi illegittimi? Una somma gonfiata ad arte che tanto nessuno controlla? Una parcella da capogiro per una prestazione del tutto insoddisfacente? Certo che no, in teoria, ma in pratica nel nostro paese si.

Perché: primo la nostra legge consente di iniziare un procedimento di ingiunzione con la presenza processuale solo del presunto creditore, senza “l’altra parte”. Infatti il decreto ingiuntivo viene emesso da un primo Giudice in totale assenza di contraddittorio, esaminando poche note scritte (nemmeno autenticate) e solo in un secondo momento il presunto debitore può fare valere le sue ragioni, con un opposizione ad un secondo Giudice. Secondo: perché nel nostro paese non vi è alcun obbligo per la parte processuale di dire la verità davanti ad un Giudice (come in Austria, Germania, Svizzera etc.) essendo tale obbligo limitato al testimone.

Da ciò deriva che chi aziona un credito illegittimo rischia pochissimo ed inoltre molto spesso, anche in presenza di opposizione, il secondo Giudice non sospende l’esecuzione. Il risultato chiaro e lampante è che, mentre il Tribunale sta ancora accertando se quel credito sia fondato oppure no, la casa o i macchinari di lavoro sono già pignorati. Questo però succede in Italia. Non certo negli altri paesi definiti civili, perché in quei paesi appunto, sono previste delle contromisure.

Quando sollevo queste questioni agli addetti ai lavori mi sento sempre rispondere la stessa cosa: “E’ vero, ma gli abusi sono casi isolati” Niente affatto rispondo, al punto che sono nate tantissime società che si occupano di stanare “i crediti illegittimi”. Il sole 24 ore ha persino pubblicato un articolo per pubblicizzarne una: vedi: un supporto per il recupero dei crediti illegittimi delle banche .

Sono società a pagamento, che non tutti possono permettersi, epperò il nostro legislatore continua a mettere la testa sotto la sabbia e non pensa a prevenire queste situazioni. Lascia che sia il mercato a trovare soluzioni. Non si tratta di casi isolati e lo sanno le decine di migliaia di cittadini, artigiani e piccoli imprenditori disperati.

Dobbiamo prendere atto che in questo paese un sacco di gente aziona crediti illegittimi per il semplice fatto che il malaffare, la corruzione e la disonestà regna sovrana in ogni ambito, specie se c’è una parte forte ed una parte debole. Inoltre sono pochissimi coloro che hanno i soldi, il tempo, l’energia e la forza per opporsi a certi colossi, per andare da società come quella pubblicizzate, per stanare richieste di crediti illegittimi. Molti semplicemente soccombono, tant’è che nemmeno fanno statistica.

Anzi, vige un assurdo sentimento nel nostro paese: hai firmato un contratto capestro? Sei stato cretino. Hai ricevuto una rata del condominio che ti addebita cifre non dovute? Dovevi andare all’assemblea. Hai ricevuto una parcella del tutto spropositata? Hai sbagliato consulente.
La vittima, oltre a sentirsi sola, disperata e abbandonata, deve anche subire l’umiliazione di sentirsi dare dell’idiota. Mai una volta che si dica – chiaro e tondo- che dall’altra parte c’è qualcuno che abusa del suo ruolo e che ha commesso una truffa legalizzata.

Ma il governo, il parlamento e tutti i suoi addetti tecnici, potevano forse ignorare queste prassi consolidate? No. Ci voleva tanto a fare una legge che identificasse una volta per tutte queste condotte come abusi e prevedere salate sanzioni economiche per chi ha usa il tribunale in malafede?
E le associazioni dei consumatori, degli artigiani, delle PMI che fanno, dormono? La lega, il m5s, forza Italia, sel… non dicono nulla? Ma non erano loro i difensori dei “piccoli”, artigiani e cittadini in testa? Ed i giornalisti “esperti di giustizia” dove sono?
La verità è che le aule delle esecuzioni non le frequenta nessuno e probabilmente le lobby stanno attente a colpire solo gli indifesi, non certo persone che possano far loro pubblicità negativa.

Alcuni sostenitori della riforma ti dicono: “eh, ma da ora ci sarà la condanna alle spese legali” Bazzecole! Sono cifre irrisorie rispetto al danno, senza contare che la sanzione arriva solo se si ha la forza di arrivare a sentenza. Volevano disincentivare l’uso del tribunale da parte di gente in malafede? Bastava fare come in Svizzera dove chiunque, ricorrendo ad un Giudice, si comporta in malafede, non dice la verità, o produce prove anche parzialmente false, si becca 3 anni di galera (art 306 c.p. svizzero) e non come da noi dove al massimo si rischia una piccola sanzione per lite temeraria.

Il punto è semplice e lampante: se certa gente non la tocchi nel vivo, ovvero salatamente nel portafogli, non cambierà mai nulla. Bastava aggiungere tre righe alla norma per cambiarne completamente gli effetti ed il suo impatto su tutti noi. Allora si che la riforma aveva un senso. Ma finché in questo paese si potrà fare un’ingiunzione fondando il proprio credito su un fatto illecito, su conti gonfiati ad arte etc., senza subire una beata fava, allora possiamo parlare della solita norma pro casta e pro lobby. Altro che azioni per la tutela del credito!

* – A Cura del Comitato “Cittadini e Giustizia”

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