Un mondo di miopi

di Claude Gaucherand , Contrammiraglio (2S)

Cos’è la miopia? Se dobbiamo credere al dizionario, ne esistono due forme: quella ben nota, un’anomalia della rifrazione oculare che porta ad una scarsa visione degli oggetti lontani senza compromettere la visione da vicino;
e l’altro , la miopia intellettuale, descritta come una mancanza di intuizione unita ad una ristrettezza di vista .

Si tratta di una miopia intellettuale che non ci permette di vedere oltre i fatti che si presentano alla nostra vista senza percepirne l’ambiente, la loro origine e la prospettiva a lungo termine. È la miopia del medico che cura i sintomi del paziente con cure di conforto senza preoccuparsi della malattia che li provoca e del trattamento curativo che ne permette l’eradicazione.

Ciò che vale per la malattia vale per tutti gli aspetti della vita, è evidente e lampante nel campo dell’informazione e della politica, sia nazionale che internazionale. Questo è ciò che stiamo vivendo dal 7 ottobre e dall’attacco contro Israele da parte dei palestinesi della Striscia di Gaza appartenenti a quattro diverse organizzazioni, la principale delle quali è Hamas, una presunta organizzazione terroristica.

Senza farsi altre domande, i miopi di tutto il mondo si sono dati la parola, anzi le parole, quelle delle televisioni, delle radio e delle altre agenzie di stampa ma anche e soprattutto nel nostro Paese (la Francia) che tuttavia si vanta di annoverare Cartesio come un riferimento intellettuale, accompagnato da una maggioranza considerevole, addirittura schiacciante, di intellettuali, accademici e politici, scelti – da chi? –per avere accesso ai media: terrorismo, ferocia, bestialità, giusta vendetta, orrore, disumano sono le parole necessariamente usate, pena apparire insensibili se ci si astiene e, francamente, antisemiti, giustificando così in anticipo tutti gli eccessi di una vendetta di carattere biblico, chiamata in principio occhio per occhio ma, come tutti sanno, in realtà decuplicata senza ombra di rimpianti o di esitazioni. Da una parte bestie sanguinarie, dall’altra vittime che lottano per una giusta causa. Come se il mondo potesse essere solo binario, diviso in bene e male senza ulteriori sfumature.

Dimenticando il primo principio del nostro filosofo, cioè quello di non accettare mai come vero ciò che non ci appare evidentemente tale, i giornalisti dell’istantanea fanno emergere senza ulteriori riflessioni ciò che la propaganda dei più forti sussurra loro, o addirittura impone loro., servito dalle agenzie di stampa. Segue l’esempio il coro di sedicenti esperti e politici miopi e con una riflessione inesistente, che diffondono tutto il giorno messaggi di paura e orrore, mezze verità o menzogne ​​basate su affermazioni non verificate. Ricordiamo, ad esempio, le cosiddette informazioni relative ai quaranta bambini a cui i “terroristi” avrebbero tagliato la testa. Senza pietà, ovviamente. Ciò è stato infine, ma discretamente, negato.

Il mio professore di filosofia ci ha insegnato che il primo segno di intelligenza è fermarsi… il che porta alla riflessione. In tutti questi giorni, a partire dal 7 ottobre, è sui media alternativi che troviamo la riflessione, la distinzione nell’informazione reale dal falso, la ricerca delle cause di una crisi profonda, tutte le cause che troviamo nella storia di questo tormentata regione del mondo, a condizione che siamo disposti a studiarla per distinguerne i pro e i contro e, infine, per delineare una soluzione.

Per Dominique de Villepin intervistato da BFMTV a quasi tre settimane dai fatti, quanti esperti e politici o generali televisivi si sono espressi nel rispetto della doxa senza mai porsi la questione delle cause iniziali, principali e aggravanti, senza dimenticare quelle strutturali, cioè cause per così dire storiche, che hanno portato esseri umani, palestinesi prima ancora che compagni di Hamas, ad uccidere senza esitazione civili, giovani disarmati, innocenti quindi, senza mai porsi la domanda se sia più umano uccidere con le bombe i malati negli ospedali, i fedeli nei luoghi di culto, le famiglie nei palazzi, non solo in nome di una vendetta qualificata come giusta, poiché questa è stata la sorte dei palestinesi fin dalla creazione di Israele.
Dobbiamo essere miopi per non comprendere il problema in tutte le sue dimensioni: miopi o stupidi o semplicemente cinici?

75 anni da quando i palestinesi furono espulsi dal loro Paese, colonizzati o ammassati nella Striscia di Gaza, la più grande prigione a cielo aperto del mondo finalmente trasformata in un campo di concentramento. Un uomo che, dalla nascita all’età adulta, è stato rinchiuso lì, trova lì tutte le condizioni per diventare un combattente attivo della resistenza, un combattente, un soldato, un patriota, che i suoi nemici chiamano con il brutto nome di terrorista. Che descrizione si dovrebbe dare al pilota israeliano che ha potuto piazzare la sua bomba sull’ospedale di Gaza per ordine di un generale sicuramente molto rispettabile, così come l’onorevole primo ministro Netanyahu, gran maestro delle operazioni criminali contro il popolo palestinese?

Per questo consiglio a tutti i miopi che pretendono di informarci e governarci di indossare gli occhiali della riflessione.

Negli ultimi tempi andava di moda dire “Tutto Charlie”. Non è forse giunto il momento di dichiararci “Tutti Palestinesi”?

Fonte: Reseau International

Traduzione: Gerard Trousson

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