Siria: tv araba, ucciso pilota giordano ostaggio dell’Isis – Inefficaci gli attacchi aerei della “coalizione “

BEIRUT – Il pilota giordano catturato dalle milizie Isis in Siria la settimana scorsa sarebbe stato ucciso. E’ quanto riferisce l’emittente araba “Al Mayadeen”, che ha sede a Beirut.
La notizia arriva dopo che nelle prime ore di oggi l’agenzia stampa turca Anadalou aveva riferito di “un blitz” fallito, tentato da un commando Usa per liberare dell’ostaggio. L’Isis ha giustiziato il pilota giordano Muad al Kassasbeh che era stato preso ostaggio una settimana fa nel Nord della Siria”: è questo il testo della notizia flash data dall’emittente araba “Al Mayadeen”, senza fornire ulteriori dettagli.

In precedenza, l’agenzia turca “Anadalou”, aveva riferito di “un fallito tentativo per la liberazione di al Kassasbeh” che sarebbe stato compiuto da un “commando americano”, secondo quanto riferisce il sito d’informazione arabo “Bokra.net”, secondo cui “gli elicotteri del commando sono stati bersagliati da una pioggia di piombo nella zona che si ritiene che l’Isis tiene in prigionia il pilota”. Martedì scorso, siti dell’Isis hanno lanciato un sondaggio sulla sorte di al Kassasbeh con un hastag che recita così: “Suggerisci un modo per uccidere quel maiale del pilota giordano”.

Fonte: Italian.irib

Poco tempo prima  vi era stata la dichiarazione del ministro dell’Informazione giordano, Mohammad Momani, secondo il quale  l’aereo si sarebbe schiantato dopo essere stato colpito da un missile terra-aria. Fonti militari e di intelligence israeliana (di DEBKAfile)  aggiungono che i centri di controllo militari e l’aviazione del Medio Oriente sono abbastanza sicuri che l’aereo militare giordano sia stato colpito da un missile dell’ ISIS, mentre volava a bassa quota  sopra una postazione siriana dell’organizzazione terroristica a Raqqa in violazione agli ordini ricevuti dal suo comando.

Le autorità del regno hascemita di Giordania avevano condotto trattative per convincere i terroristi a non uccidere l’ostaggio ed avevano avvertito che l’ISIS ed i suoi capi sarebbero stati ritenuti responsabili per la sua sorte.

Il pilota faceva parte della tribù beduina dei Bararsha, vicino Kerak in Giordania meridionale, che vanta numerosi generali dell’esercito. Questi ed  capi tribali stavano esercitando tutta la loro influenza per ottenere la sua liberazione.

Il portavoce USA della coalizione in un primo momento aveva cercato di non divulgare la notizia dell’abbattimento dovuto ad un missile terra aria, tentando di sostenere la tesi dello schianto per una avaria dell’aereo. L’abbattimento del caccia delle Forze Aeree Giordane apre un interrogativo circa il come l’ISIS sia entrato in possesso di armi sofisticate che potrebbero essere state acquisite dai magazzini saccheggiati dell’Esercito iracheno oppure catturate in Siria alle forze dell’Esercito di Assad, anche se questa ipotesi appare poco probabile.

Di fatto questo rende molto più rischiosi gli interventi della “coalizione anti ISIS” capeggiata dagli Stati Uniti alla quale partecipa anche l’Italia con alcuni caccia Tornado.

Esistono molti interrogativi circa il rifornimento di armi fatto all’ISIS, vista la posizione ambigua di alcuni Stati della regione che hanno di fatto appoggiato sul nascere questa ed altre formazioni terroristiche con il fine di destabilizzare la Siria,  “in primis” l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia.

Gli stessi Stati Uniti sono apertamente accusati, anche da esponenti parlamentari iracheni, di continuare a fornire segretamente (ma non troppo) armi ed equipaggiamenti ai terroristi dell’ISIS  attuando una politica ambigua del doppio gioco.  Una dura  denuncia del comportamento degli USA,  in violazione di tutti gli accordi internazionali, è  stata presentata dalla parlamentare irachena Alyia Nassif  la quale ha rivelato che “esistono evidenti prove che aerei della coalizione hanno rifornito l’ISIS con armi ed equipaggiamenti nella provincia di Salahuddin, nel nord dell’Iraq”.

Inoltre le fonti arabe locali segnalano che gli attacchi aerei della coalizione si sono rivelati del tutto inefficaci ed hanno distrutto alcune infrastrutture della Siria e causato diverse decine di vittime civili.

Sul terreno, le uniche forze  che stanno combattendo di fatto contro l’Esercito dell’ISIS, che si rivela ogni giorno ben armato ed equipaggiato, sono l’Esercito arabo Siriano di Assad, che ha ripreso il controllo di tutte le città principali della Siria, i Peshmerga curdi al nord, mentre in Iraq sta operando con successo il riorganizzato esercito iracheno al quale si sono aggiunti alcune migliaia di istruttori militari iraniani di supporto ai reparti dell’Esercito, con mezzi e logistica fornita dal governo di Teheran.

Fonti:      Debkafile                           AL Manar

Traduzione: Luciano Lago

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