Si profila il piano USA di aggressione contro l’Iran


di Luciano Lago
Come da tempo si era capito, gli Stati Uniti hanno identificato nell’Iran il loro nuovo prossimo obiettivo e, per convincere alleati e opinione pubblica internazionale, hanno iniziato una forte campagna di demonizzazione del regime di Teheran, indicato come il “male assoluto”.
L’Amministrazione Trump deve d’altra parte eseguire le indicazioni che vengono fornite dal suo “alleato indispensabile”, il regime di Netanyahu, che svolge il ruolo effettivo di suggeritore per tutte le scelte che l’amministrazione compie nella politica medio orientale di Washington. Questo spiega la insistente retorica degli USA sul “pericolo Iran” e sulle “attività maligne” che Teheran starebbe conducendo nella regione del Medio Oriente. Retorica alimentata dal possente apparato mediatico e propagandistico controllato da USA e da Israele e dai suoi opinionisti a contratto, i quali non passa giorno che non proclamino la necessità di “fermare l’espansione dell’Iran”.
Non è un caso che gli Stati Uniti abbiano convocato una conferenza internazionale sul Medio Oriente il 13-14 febbraio in Polonia. In tale occasione la principale richiesta che verrà fatta dagli USA ai paesi partecipanti sarà quella di associarsi alla campagna anti-Iran, alle sanzioni ed alla prossima aggressione militare prevista. Il summit si inserisce nella strategia conflittuale dell’amministrazione Trump, l’elenco dei partecipanti al forum non è ancora stato determinato, ma sono apparse le prime segnalazioni di coloro che si rifiutano di venire a Varsavia.

Anche importanti media USA, come il Wall Street Journal, attirano l’attenzione sul fatto che gli sforzi degli Stati Uniti per impegnare l’Europa in una campagna contro l’Iran sono stati fino ad oggi un fallimento: i ministri di diversi Stati membri dell’UE probabilmente salteranno la conferenza a Varsavia. E le fonti hanno riferito che è probabile che evitino di venire a Varsavia alcuni dei paesi europei invitati e fra gli altri, l’alto rappresentante della UE, Federica Mogherini. È improbabile che la Francia invii il suo ministro degli Esteri alla conferenza. Anche la Gran Bretagna e la Germania non hanno deciso chi li rappresenterà.

Persino la Russia, che è un alleato dell’Iran in Medio Oriente, aveva ricevuto un invito a questo incontro a Varsavia, ma si guarda bene dal partecipare e dubita degli obiettivi e delle finalità della conferenza. Sembra che l’intero programma sia dettato sotto la promozione delle istanze del trio USA, Israele ed Arabia Saudita al contenimento dell’Iran in questa regione, lo hanno scritto gli osservatori internazionali e lo ha affermato anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

L’Iran ha fortemente contestato l’evento in Polonia; Il ministro degli Esteri iraniano Jawad Zarif ha condannato la prossima conferenza come un “disperato circo anti-iraniano”. Teheran si prepara a resistere ed a reagire ad una aggressione degli USA e dei suoi alleati mobilitando tutte le sue forze.

Donne iraniane in protesta

Organismi internazionali come, l'”International Crisis Group” nel suo rapporto , dedicato al terzo anniversario dell’accordo nucleare iraniano, notando l’impegno iraniano per l’attuazione del Piano d’azione globale congiunto (JCPOA ), non esclude che la pazienza di Teheran “possa finire”.
La ragione di ciò è la politica degli Stati Uniti, che è uscita dal JCPOA nel maggio 2018. Come sottolinea il rapporto, la Casa Bianca è determinata a cancellare l’economia iraniana dalla faccia della Terra, a rimuovere gli investitori internazionali e i partner commerciali dal paese e a portare gli iraniani nelle strade a protestare contro il regime. Un piano di sobillazione preannunciato simile a quello attuato in Siria e, in precedenza, in Libia. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti stanno cercando di fare tutto questo entro il 2020, quando, in conformità con la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che sancisce l’accordo nucleare del 2015, l’embargo sulla fornitura di armi convenzionali all’Iran verrà revocato.

In realtà, una valutazione della politica di “massima pressione” su Teheran condotta a Washington all’inizio di gennaio ha rivelato che questa politica non funziona.
Gli analisti indipendenti osservano che gli obiettivi proclamati nella ossessiva campagna USA anti-Iran, che prevedono una campagna di pressione senza fine, si dimostrano obiettivi irrealistici, ma non ci sono segni che questa amministrazione sia in grado di imparare dai suoi fallimenti.
Secondo il sito specialistico “American Conservative” la Casa Bianca continuerà a “insistere su una politica che, come sanno, non funziona, perché non vogliono ammettere che la loro ostilità verso l’accordo nucleare è irrazionale, e il loro desiderio di cambiamento di regime è avventato”.

Forza Quds iraniana

Va notato la mancanza di sostegno da parte degli Stati Uniti e dei principali alleati. I partner europei degli Stati Uniti nella NATO e a Washington hanno opinioni diverse sul Medio Oriente. La posizione dell’Europa è ben nota: solo la violazione da parte dell’Iran dei suoi obblighi può giustificare la cessazione o la revisione di un accordo nucleare. Gli europei, tuttavia, non mettono in discussione la solidarietà transatlantica.
Nonostante la posizione favorevole dell’Europa nel mantenere l’accordo, molte società europee hanno lasciato l’Iran per paura di diventare l’oggetto delle sanzioni statunitensi. L’unico effetto rilevante della campagna è quello per cui Il ripristino delle sanzioni americane ha privato Teheran della maggior parte dei benefici promessi dall’accordo con i paesi europei. La situazione economica in Iran sta peggiorando, nuove sanzioni hanno portato a una rapida riduzione delle entrate petrolifere e ad un forte aumento dell’inflazione. Tuttavia il regime iraniano gode dell’appoggio della maggioranza della sua popolazione e l’odio antiamericano si è accresciuto in questo ultimo periodo, con incremento dei volontari che si arruolano nelle formazoni dell’Esercito Iraniano e della Guardie della Rivoluzuone Islamica per combattere l’aggressione imperialista.
Il piano di USA e Israele del cambio di regime a Teheran non appare così praticabile come John Bolton e Mike Pompeo cercano di far credere agli alleati, l’Iran è un paese che ha una storia millenaria, una forte coesione nazionale e dispone di una tecnologia avanzata, di una elevato potere militare, con proprie milizie dislocate anche in Iraq, in Libano ed in Siria. Non sarebbe un obiettivo facile per una eventuale aggressione militare e questa potrebbe incendiare tutto il Medio Oriente. Nella migliore delle ipotesi si configurerebbe una guerra di attacchi e di logoramento che coinvolgerebbe Israele e le basi USA nella regione.
USA e Israele, soprattutto quest’ultima, dovrebbero pagare un prezzo molto alto per una avventata ulteriore avventura militare il cui esito sarebbe imprevedibile.

A Varsavia, gli Stati Uniti cercheranno di fare pressione sull’UE. L’obiettivo finale dell’amministrazione statunitense in Iran rimane un cambio di regime. Anche l’Europa prima o poi dovrà definire chiaramente il suo atteggiamento nei confronti di questo obiettivo stabilito dal trio USA-Israele-Arabia Saudita. Obiettivo che di sicuro non coincide con gli interessi dell’Europa nel dover assistere ad una nuova disastrosa guerra nell’area già tormentata del Medio Oriente. Le conseguenze potrebbero coinvolgere molti altri paesi, inclusa la Russia e lo scenario sarebbe disastroso

9 thoughts on “Si profila il piano USA di aggressione contro l’Iran

  1. Instauriamo cambio di regime in Israele, creando una rivoluzione colorata con cecchini che sparano dai tetti (tipo Maidan in Ucraina) poi collasso del regime e cessione ai palestinesi delle loro terre . Ahhh, che pace , finalmente ci sarebbe in Medio Oriente !

  2. Ma se gli USA hanno fallito in Siria, cosa potrebbe fare in Iran? Gli USA se decidessero questa avventura è solo per dare inizio alle Terza Guerra Mondiale, certo non che con l’Iran tutto il mondo precipiterebbe nel Caos……ma solo che il 2020 potrebbe essere una data sensata per la fase Hard del conflitto globale. A questo punto che sia l’Iran…l’Ucraina….o qualche altro territorio agli Stati Uniti interessa attaccare la Russia e la Cina o meglio la SCO. La NATO contro la SCO, il Regno del Nord contro il Regno del Sud, Babilonia contro la Media/Persia, Occidente contro Oriente. La Storia si ripete, e l’Oriente ha eclissato l’Occidente, che le Lune di Sangue degli ultimi anni annuncino l’arrivo dell’Apocalisse?
    https://www.youtube.com/watch?v=ZJR1uF0PbG8&feature=youtu.be

    1. ma frequentare qualche casa di prostituzione in Germania e poi bersi una buona birra alla spina no ?

      Lì vicino al mare del nord ti sentiresti più leggero …

    1. d’altronde

      …si vis pacem, para bellum….

      però ad una condizione, devi creare un VERO deterrente,
      chiedere a Kim ….

  3. per adesso è solo pressione psicologica …..

    Usa sa bene che un simile scenario è penalizzante per tutti gli Stati Sauditi, iniziando dal fatto che Iran ha il controllo del golfo Persico,
    potranno cercare un cambio di Regime, ma fallirà.,
    il sentimento anti-americano è radicato, senza dimenticare che gli iraniani sono Persiani, non arabi,
    e chi ha un minimo di esperienza del MO sa cosa implica.

    Inoltre Russia e Cina non staranno a guardare, e la Russia (e Cina) può dare tutta l’assistenza che ritiene necessaria dal Mar Caspio senza che ci sia un solo Paese che possa interferire in questo supporto logistico, ne tanto meno un paese che riversa in quelle acque interferirebbe, figuriamoci….

    Poi parliamo comunque di Forze che dal 2011 al 2015 non sono riuscite a ribaltare Assad, quando non aveva l’appoggio Russo,
    non riescono ad avere la meglio nello Yemen,
    e perfino gli iracheni non sopportano nel vederli scorrazzare nel proprio paese.

  4. In caso di aggressione all’Iran sarebbe opportuno che si coalizzassero contro l’aggressore: Iraq, Syria, Libano ed altri, così la musica sarebbe molto diversa, e propabilmente avrebbe una dura lezione !

  5. 250 milioni di anni fa c’è stata una grossa estinzione di massa alla fine del Permiano, solo una cosa del genere potrà ripulire un pianeta malvagio

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