Si accrescono i contrasti tra Bruxelles ed i paesi dell’est Europa

L’Europa dell’est, si trova in crescita come ricchezza e meglio posizionata nei suoi disaccordi con le autorità di Bruxelles.
Il conflitto tra l’Europa dell’Est e Bruxelles si va aggravando sempre di più,  per quanto non sia abbastanza evidenziato dai media europei.

La situazione è divenuta più tesa dopo che si è riscontrato che la maggiore crescita economica è venuta proprio da questi paesi dell’est Europa che si sono sottratti alle direttive di Bruxelles, come è stato segnalato da vari centri di ricerca economica e dagli stessi organismi della UE.

Quando si parla dei paesi dell’est Europa ci si riferisce a quelli denominati del Gruppo Visegrad, Polonia, la Repubblica Ceka, la Slovacchia, l’ Ungheria.
Lo svilupppo e l’incremento dell’economia influenza il comportamento di questi paesi all’interno dell’Unione Europea. Diventa naturale che questi paesi richiedano di tenere in conto della propria posizione, che risulta diversa da quella degli altri paesi occidentali dell’Unione.

La UE non è soddisfatta dei suoi componenti dell’Est, visto che considera che non sempre questi si adeguino ai principi “democratici” stabiliti unilateralemte dall’oligarchia di Bruxelles. Tuttavia i disaccordi con Bruxelles non possono eliminare il fatto che l’Europa dell’Est si sta sviluppando rapidamente in termini economici, dato che Budapest si trova in testa a qualsiasi altra capitale occidentale in termini di sviluppo.

L’anno scorso, la Romania ha mostrato la crescita più solida, con un aumento del PIL corrispondente ad un 6,4% annuale. La Polonia, la Repubblica Ceka e l’Ungheria hanno anche loro dimostrato una crescita più intensa rispetto ai paesi dell’Europa occidentale e i tassi di disoccupazione più bassi della regione.

Secondo il pronostico della Commissione Europea per il 2008, il miglior tasso di crescita lo mostrerà la Romania, seguita dalla Bugaria, la Polonia, l’Ungheria, la Lettonia, l’Estonia e la Rep. Ceka, tutti nell’est Europa. Naturalmente, i buoni indicatori economici toccano le ambizioni dei leaders e dei governi di questa regione, che mettono in chiaro che loro hanno tutto il diritto di essere ascoltati nell’ambito dell’Unione. Pochi accettano ancora di essere tutti al rimorchio delle decisioni che vengono prese dal duo trainante Germania-Francia.

Così il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha affermato che l’Europa dell’Est “fa molto di più per fortificare la UE di quanto nessuno avrebbe potuto immaginare nel 2004, quando i paesi del Visegrad si sono uniti all’Eurogruppo.
“Questa è la regione di maggiore crescita nell’Unione Europea, senza di cui non potrebbe parlarsi di crescita in generale”, ha dichiarato Orban ai giornalisti, sottolineando che “nelle discussioni circa il futuro della UE, l’Ungheria vuol giocare un ruolo proporzionale al suo contributo”.

Il direttore dell’Istituto di Valutazioni Strategiche di Mosca, Serguéi Oznobíshchev, segnala che i processi osservati di recente in Polonia ed in vari altri paesi dell’Europa dell’Est indicano che questi paesi si dimostrano piuttosto restii  dal dover seguire un percorso deciso esclusivamente dai paesi occidentali, o meglio dire,  determinato dal duo Germania-Francia.
“Se non sono del tutto delusi dagli ideali democratici, per lo meno li mettono in questione. Ci sarà quindi un certo arretramento”, ha affermato Oznobíshchev.

Allo stesso modo, già si sa che il punto più controverso nelle relazioni tra i paesi del gruppo Visegrad e Bruxelles è la politica dell’Unione Europea di accoglienza dei rifugiati, a cui l’Europa dell’Est rifiuta di adeguarsi.

Il gruppo Visegrad dei 4 paesi dell’Est

Gli analisti ritengono che i paesi dell’Est hanno iniziato una controversia aperta con Bruxelles per un motivo: quest’anno termina il programma si sovvenzioni della UE ai paesi meno sviluppati economicamente dell’Unione.
“Oggi una controversia con Bruxelles può essere oggettivamente vantaggiosa. Alla fine di quest’anno i finanziamenti della UE all’Europa dell’Est vanno a terminare, e questi paesi si troveranno con gli obblighi ma senza i sussidi. Questo fa diventare l’appartenenza alla UE molto meno attrattiva di quanto lo era prima”, spiega Kiril Kóktish, un politologo e professore dell’Università delle Relazioni Internazionali di Mosca.

Nel frattempo, i leaders del Gruppo Visegrad ritengono che, in un prossimo futuro, la situazione dovrà cambiare radicalmente. Secondo Orban, per l’anno 2030 L’Unione Europea sarà trainata  principalmente dalla Germania e dai paesi di Visegrad”.

Fonte: Sputnik Mundo

Traduzione: Luciano Lago

8 thoughts on “Si accrescono i contrasti tra Bruxelles ed i paesi dell’est Europa

  1. L’intelligenza dei paesi dell’ovest da leaders a merde.
    Politici venduti e assassini hanno minato le fondamenta della nostra civiltà,
    Poi il Papa meglio astenersi va.

    1. Pero’ i cari Paesi dell’Est, se vogliono restare nella UE e ricevere i suoi fondi, dovrebbero tenersi anche i “rifugiati.

      1. salve
        gli unici che devono tenersi i “rifugiati” sono USA e Israele, fomentatori e ideatori di tutto questo schifo contronatura …
        con tutte le “onlus” loro reggicode
        un saluto
        Piero e famiglia

        1. Ma anch’io preferirei che andassero negli USA (dove poi c’e’ piu’ posto) o che stessero a casa loro, volevo pero’ sottolineare che i Paesi del’Est non mi sembrano molto coerenti e che approfittano della loro posizione geografica.idire

      2. mi sa che hai sbagliato sito, cmq hai tutto il diritto di esprimere la tua opinione per quanto mi riguarda anche se la ritengo sciocca e inappropriata. Anzi, continua pure a scrivere. Dai, fai divertire un po’ questa gente che lavora gran parte della giornata in fabbrica per mantenere in piedi questa suinocrazia e non attende altro che leggere le tue ‘perle’

          1. Silvia ,sei rimasta l’unica in Italia a chiamarli “rifugiati”,sei rimasta un po’ indietro:all’inizio li chiamavano cosi,poi quando gli italiani cominciarono a chiedersi come mai i siriani fossero tutti negri cominciarono con richiedenti asilo,quando gli italiani si chiesero perche’ cazzo dare asilo ad un gambiano o un senegalese,dove non c’e’ nessuna guerra,li chiamarono migranti.Dopo tutto questo tempo e questa fatica mo’ ricominci coi rifugiati?

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