SEI STATI UE VIETANO ALL’ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE DELLE ZONE TERREMOTATE I FONDI DELL’UNIONE EUROPEA

Un altro grande grande esempio di “solidarietà europea” per coloro che si riempiono la bocca di più Europa……più Europa……più Europa.

Solidarieta’ e unita’: parole che sono risuonate vuote alla riunione degli ambasciatori dell’Ue, dove sei Paesi – Germania, Finlandia, Danimarca, Austria, Olanda e Svezia – nel giorno della Brexit, ieri, si sono schirati compatti, mettendosi di traverso sulla proposta della Commissione europea, che consentiva di finanziare al 100% la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto nel centro Italia, con i fondi europei, e senza aggravi per il budget dell’Unione.

Il risultato dell’incontro, dove i sette Paesi hanno rovesciato le proprie riserve sul tavolo, e’ stata una revisione al ribasso della proposta dell’esecutivo comunitario, con l’ introduzione di un’aliquota di cofinanziamento nazionale del 10%.

E sebbene la decisione non chiuda la partita, poiche’ il negoziato col Parlamento europeo puo’ ancora cambiare le carte in tavola, quanto avvenuto, per descriverlo con le parole del vicepresidente della commissione per lo Sviluppo regionale dell’Eurocamera Andrea Cozzolino (Pd-S&D) “e’ stato un gesto di puro ed insensato egoismo, che lascia perplessi”.

Ora “vedremo come trovare un accordo”, ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, evidenziando: “In questi momenti credo che la solidarieta’ debba prevalere”.

Il rappresentante permanente italiano, l’ambasciatore Maurizio Massari, ha definito la discussione avuta con i colleghi “surreale”, ed ha parlato di occasione mancata. L’iniziativa infatti era “un atto importante di solidarieta’ politica verso le nostre popolazioni terremotate”. Ma non aggiungeva fondi o criteri. “Non era una questione di soldi, ma di principi”.

Tra l’altro, la modifica del Regolamento, che permetteva il finanziamento totale delle spese con risorse gia’ assegnate col Fondo europeo di sviluppo regionale (in tutto 20,6 miliardi, per l’Italia, per il periodo 2014-2020) – sebbene pensato in prima battuta per l’Italia, sarebbe stata comunque ad uso e consumo di tutti gli Stati membri, in caso di necessita’. Per il capogruppo dei socialisti e democratici (S&D) al Parlamento europeo, Gianni Pittella, la presa di posizione dei sette Paesi e’ stata “imbarazzante e vergognosa”. “Siamo scandalizzati. Ne parleremo sicuramente nella prossima sessione a Strasburgo”, ha avvertito il vicepresidente dell’ Eurocamera David Sassoli.

Bene, quindi una vasta maggioranza di stati della Ue vieta all’Italia aiuti per le zone terremotate, restringendo al solo 10% – come massimo – il finanziamento Ue. L’Italia dovrà ricostruire da sola le zone devastate dai terremoti del 2015 e 2016 e per di più entro la gabbia delle restrizioni alla spesa pubblica, che secondo la Ue deve diminuire e non aumentare. Una follia vera e propria. Una dittatura. La Ue è una dittatura contro cui è lecito ribellarsi per la salvezza del popolo italiano.

Redazione Milano
sabato 1 aprile 2017
TERREMOTATI ABBANDONATI

”Invito i colleghi sindaci dei Comuni veramente terremotati della provincia di Macerata a restituire insieme a me le fasce tricolori al prefetto perche’ e’ impossibile pagare le ditte che hanno eseguito per le amministrazioni comunali lavori anche importanti”. E’ l’appello di Luca Giuseppetti, primo cittadino di Caldarola (Macerata), il cui territorio ”e’ zona rossa al 60%, di cui il 90% pesantemente danneggiato”. ”Ci siamo sobbarcati i problemi dei cittadini e anche delle imprese – si sfoga nel giorno della protesta dei comitati dei terremotati -.

Qui ci sono delle aziende che hanno fatto lavori importanti per la preparazione delle aree per le casette”. ”Il Comune ha fatto delle anticipazioni di cassa, ma le nostre risorse sono limitate – spiega -, avremo dato si’ e no il 10% delle somme dovute. Se lo Stato non interviene, queste ditte andranno ‘a zampe all’aria’. Finora ci sono stati soldi solo il Cas e per l’ospitalita’ degli sfollati”. C’è da osservare che il governo Gentiloni e prima il governo Renzi hanno speso e spendono oltre 10 milioni di euro al giorno – al giorno! – in contanti per mantenere di vitto alloggio e amenità varie gli oltre 300.000 africani fatti arrivare in Italia coi barconi dalla Libia dei quali oltre il 90% deve essere espulso in quanto privi di alcun diritto di ricevere asilo in Italia sotto la qualuqnue forma, ma per i terremotati i medesimi governi Pd neppure i soldi per rifare le strade e fornire delle misere casette di legno.

Fonte: IL Nord

24 thoughts on “SEI STATI UE VIETANO ALL’ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE DELLE ZONE TERREMOTATE I FONDI DELL’UNIONE EUROPEA

  1. Spero che i “terremotati” (e non solo loro) se lo ricordino alle prossime(?) elezioni….
    E dia il voto a chi ama la Patria e la difende, non a chi la fa invadere da orde umane(?)
    di tutti i colori e si sottomette a Bruxelles…

  2. Premesso che non vivendo in Italia da unpo’ non so bene LA situazione,ma non mi spiego conoscendo l’italiano medio come fa a subire tutte ste provocazioni senza ribellarsi,chiedo ,non c’e’ nessuno all’orizzonte puro ,duro e deciso.Se salta fuori sono convinto che il popolo Italiano lo seguirebbe ,anche in Germania ,svezia niente sento solo parlare di trump,soros,putin tutti puppets ebrei

      1. No, secondo me sarebbe a dire -semplicemente – che ” tira l’acqua al proprio mulino ” . In questo momento, al confronto coi pazzi furiosi (alla lettera) che siedono a Bruxelles e si inginocchiano ai diktat NATO, appare semplicemente più intelligente. E probabilmente lo è. Lo stesso Brzezinski non ha mai nutrito grande stima per gli “americani”, anche come individui e come popolo, lo ha scritto chiaramente nei propri saggi. Putin va probabilmente interpretato senza troppo romanticismo – al di là delle interessantissime considerazioni etiche espresse più volte negli incontri di Valdai – per quello che può essere un uomo di Stato che persegue obiettivi nell’interesse del proprio Paese (scusate se è poco), però fregandosene delle conseguenze verso soggetti non controllabili. Se ricordiamo la denuncia anche televisiva dei controllori russi dei cieli libici nei giorni della maledetta fasulla primavera del 2011, e la strategica astensione di russi e cinesi da un veto doveroso sulla criminale risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza ONU. La disintegrazione del Nordafrica data a quel momento.

    1. caro Daniele, non dobbiamo prendercela a male se si definisce una buona parte degli itliani un popolo di vigliacchi e di codardi della peggiore specie, che si lasciano infliggere ingiustizie e prevaricazioni da parte di lobby straniere e dai loro complici Giuda nazionali, che stanno letteralmente distruggendo l’Italia e il suo popolo, senza muovere un dito manco la cosa non li riguardasse, dire che sono schifato é dire niente nell’assistere alla distruzione di questo Paese un tempo fiorente mentre ora politici nostrani presenti nelle alte istituzioni dello stato si affannano per favorire i desideri dei nemici dell’Italia che sono oltre confine. Sono desolato e sconcertato di fronte a tanta codardia e mancanza di amor di patria, dove sono quegli uomini che cacciarono l’invasore nell’ultima guerra?

    1. … o invece, hanno il compito (con l’avvallo del PD) di ridurci come la Grecia …
      saluti
      Piero e famiglia

  3. I terremotati dovrebbero sbarcare sulle coste siciliane e spargersi il corpo con lucido da scarpe marrone. Fortunatamente si dice che la maggioranza del corpo elettorale italiano è di destra figuriamoci se fosse comunista.
    I sette paesi che si sono dichiarati contrari certamente conoscono approfonditamente il funzionamento dei governi italiani.

  4. In Germania 70anni fa ADO…diceva: sono loro che non vogliono lapace tra I popoli agitatori,rivoluzionari Usurai internazionali che hanno in mano I governi democratici I’ll cui unico scopo e’ di succhiare le ricchezze del popolo che li ospita.chi sono?Finche’ I cani si sbranano tra di loro l’agnello Vince.video Davide Benetello

    1. Benjamin Freedman
      Pubblichiamo un estratto, di particolare significato, da «Israele, USA, il terrorismo islamico» , Maurizio Blondet, EFFEDIEFFE, 2005, pagine 161-171.

      Uomo d’affari di successo (era il proprietario della Woodbury Soap Co.), ebreo di New York, patriota americano, Benjamin Freedman – che era stato membro della delegazione americana al Congresso di Versailles nel 1919 – ruppe con l’ebraismo organizzato e i circoli sionisti dopo il 1945, accusandoli di aver favorito la vittoria del comunismo in Russia.
      Da quel momento, dedicò la vita e le sue ragguardevoli fortune (2,5 milioni di dollari di allora) a combattere e denunciare le trame dei suoi correligionari (1).
      Benjamin Freedman tenne, nel 1961, al Willard Hotel di Washington ad un’influente platea, riunita dal giornale americano Common Sense, il seguente discorso.
      «Qui negli Stati Uniti, i sionisti e i loro correligionari hanno il completo controllo del nostro governo.
      Per varie ragioni, troppo numerose e complesse da spiegare qui, i sionisti dominano questi Stati Uniti come i monarchi assoluti di questo Paese.
      Voi direte che è un’accusa troppo generale: lasciate che vi spieghi quel che ci è accaduto mentre noi tutti dormivamo.
      Che cosa accadde?
      La Prima Guerra Mondiale scoppiò nell’estate del 1914.
      Non sono molti a ricordare, qui presenti.
      In quella guerra, Gran Bretagna, Francia e Russia erano da una parte; dalla parte avversa, Germania, Austria-Ungheria e Turchia.
      Entro due anni, la Germania aveva vinto quella guerra.
      Non solo nominalmente, ma effettivamente.
      I sottomarini tedeschi, che stupirono il mondo, avevano fatto piazza pulita di ogni convoglio che traversava l’Atlantico.
      La Gran Bretagna era priva di munizioni per i suoi soldati, e poche riserve alimentari, dopo cui, la prospettiva della fame.
      L’armata francese s’era ammutinata: aveva perso 600 mila giovani nella difesa di Verdun sulla Somme.
      L’armata russa stava disertando in massa, tornavano a casa, non amavano lo Zar e non volevano più morire.
      L’esercito italiano era collassato [a Caporetto].
      Non un colpo era stato sparato su suolo tedesco.
      Non un solo soldato nemico aveva attraversato la frontiera germanica.
      Eppure, in quell’anno [1916] la Germania offrì all’Inghilterra la pace.
      Offriva all’Inghilterra un negoziato di pace su quella base, che i giuristi chiamano dello ‘status quo ante’.
      Ciò significa: ‘Facciamola finita, e lasciamo tutto com’era prima che la guerra cominciasse‘.
      L’Inghilterra, nell’estate del 1916, stava seriamente considerando quest’offerta.
      Non aveva scelta.
      O accettava quest’offerta magnanima, o la prosecuzione della guerra avrebbe visto la sua disfatta.
      In questo frangente, i sionisti tedeschi, che rappresentavano il sionismo dell’Europa Orientale, presero contatto col Gabinetto di Guerra britannico – la faccio breve perché è una lunga storia, ma ho i documenti che provano tutto ciò che dico – e dicono: ‘Potete ancora vincere la guerra. Non avete bisogno di cedere. Potete vincere se gli Stati Uniti intervengono al vostro fianco‘.
      Gli Stati Uniti non erano in guerra allora».

      «Eravamo nuovi; eravamo giovani; eravamo ricchi; eravamo potenti.
      Essi dissero all’Inghilterra: ‘Noi siamo in grado di portare gli Stati Uniti in guerra come vostro alleato, per battersi al vostro fianco, se solo ci promettete la Palestina dopo la guerra‘. […].
      Ora, l’Inghilterra aveva tanto diritto di promettere la Palestina ad altri quanto gli Stati Uniti hanno il diritto di promettere il Giappone all’Irlanda.
      E’ assolutamente assurdo che la Gran Bretagna, che non aveva mai avuto alcun interesse o collegamento con quella che oggi chiamiamo Palestina, potesse prometterla come moneta in cambio dell’intervento americano.
      Tuttavia, fecero questa promessa, nell’ottobre 1916 [con la Dichiarazione Balfour, ndr.].
      E poco dopo – non so se qualcuno di voi lo ricorda – gli Stati Uniti, che erano quasi totalmente pro-germanici, entrarono in guerra come alleati della Gran Bretagna.
      Dico che gli Stati Uniti erano quasi totalmente filotedeschi perché i giornali qui erano controllati dagli ebrei, dai nostri banchieri ebrei – tutti i mezzi di comunicazione di massa – e gli ebrei erano filotedeschi.
      Perché molti di loro provenivano dalla Germania, e anche volevano vedere la Germania rovesciare lo Zar; non volevano che la Russia vincesse.
      Questi banchieri ebrei tedeschi, come Kuhn Loeb e delle altre banche d’affari negli Stati Uniti, avevano rifiutato di finanziare la Francia o l’Inghilterra anche con un solo dollaro.
      Dicevano: ‘Finché l’Inghilterra è alleata alla Russia, nemmeno un centesimo!‘.
      Invece finanziavano la Germania; si battevano con la Germania contro la Russia.
      Ora, questi stessi ebrei, quando videro la possibilità di ottenere la Palestina, andarono in Inghilterra e fecero l’accordo che ho detto.
      Tutto cambiò di colpo, come un semaforo che passa dal rosso al verde.
      Dove i giornali erano filotedeschi, […] di colpo, la Germania non era più buona.
      Erano i cattivi.
      Erano gli Unni.
      Sparavano sulle crocerossine.
      Tagliavano le mani ai bambini.

      1 parte

      1. Woodrow Wilson
        Poco dopo, mister Wilson [il presidente Woodrow Wilson, ndr.] dichiarava guerra alla Germania.
        I sionisti di Londra avevano spedito telegrammi al giudice Brandeis (2): ‘Lavorati il presidente Wilson. Noi abbiamo dall’Inghilterra quello che vogliamo. Ora tu lavorati il presidente Wilson e porta gli USA in guerra‘.
        Così entrammo in guerra.
        Non avevamo interessi in gioco.
        Non avevamo ragione di fare questa guerra, più di quanto non ne abbiamo di essere sulla luna stasera, anziché in questa stanza.
        Ci siamo stati trascinati perché i sionisti potessero avere la Palestina.
        Questo non è mai stato detto al popolo americano.
        Appena noi entrammo in guerra, i sionisti andarono dalla Gran Bretagna e dissero: ‘Bene, noi abbiamo compiuto la nostra parte del patto. Metteteci qualcosa per iscritto come prova che ci darete la Palestina‘.
        Non erano sicuri che la guerra durasse un altro anno o altri dieci.
        Per questo cominciarono a chiedere il conto.
        La ricevuta.
        Che prese la forma di una lettera, elaborata in un linguaggio molto criptico, in modo che il resto del mondo non capisse di che si trattava.
        Questa fu chiamata la Dichiarazione Balfour» (3). […]

        «Da qui cominciano tutti i problemi. […]
        Sapete quello che accadde.
        Quando la guerra finì, la Germania andò alla Conferenza di Pace di Parigi nel 1919 [nella delegazione USA] c’erano 117 ebrei, a rappresentare gli Stati Uniti, capeggiati da Bernard Baruch (4).
        C’ero anch’io, e per questo lo so.
        Che cosa accadde dunque?
        Alla Conferenza di Pace, mentre si tagliava a pezzi la Germania e si spezzettava l’Europa per darne parti a tutte quelle nazioni che reclamavano il diritto a un certo territorio europeo, gli ebrei presenti dissero: ‘E la Palestina per noi?’, ed esibirono la Dichiarazione Balfour.
        Per la prima volta a conoscenza dei tedeschi.
        Così i tedeschi per la prima volta compresero: ‘Ah, era questa la posta! Per questo gli Stati Uniti sono entrati in guerra‘.
        Per la prima volta i tedeschi compresero che erano stati disfatti, che subivano le tremende riparazioni che gli erano imposte dai vincitori, perché i sionisti volevano la Palestina ed erano decisi ad averla ad ogni costo.
        Qui è un punto interessante.
        Quando i tedeschi capirono, naturalmente cominciarono a nutrire rancore.
        Fino a quel giorno, gli ebrei non erano mai stati meglio in nessun Paese come in Germania.
        C’era Rathenau là, che era cento volte più importante nell’industria e nella finanza di Bernard Baruch in questo Paese.
        C’era Balin, padrone di due grandi compagnie di navigazione, la North German Lloyd’s e la Hamburg-American Lines.
        C’era Bleichroder, che era il banchiere della famiglia Hohenzollern.
        Cerano i Warburg di Amburgo, i grandi banchieri d’affari, i più grandi del mondo.
        Gli ebrei prosperavano davvero in Germania.
        E i tedeschi ebbero la sensazione di essere stati venduti, traditi.
        Fu un tradimento che può essere paragonato a questa situazione ipotetica: immaginate che gli USA siano in guerra con l’URSS.
        E che stiamo vincendo.
        E che proponiamo all’Unione Sovietica: ‘Va bene, smettiamola. Ti offriamo la pace‘.
        E d’improvviso la Cina Rossa entra in guerra come alleato dell’URSS, e la sua entrata in guerra ci porta alla sconfitta.
        Una sconfitta schiacciante, con riparazioni da pagare tali, che l’immaginazione umana non può comprendere.
        Immaginate che, dopo la sconfitta, scopriamo che sono stati i cinesi nel nostro Paese, i nostri concittadini cinesi, che abbiamo sempre pensato leali cittadini al nostro fianco, a venderci all’URSS, perché sono stati loro a portare in guerra la Cina contro di noi.
        Cosa provereste, allora, in USA, contro i cinesi?
        Non credo che uno solo di loro oserebbe mostrarsi per la strada; non ci sarebbero abbastanza lampioni a cui impiccarli.
        Ebbene: è quello che provarono i tedeschi verso quegli ebrei.
        Erano stati tanto generosi con loro: quando fallì la prima Rivoluzione russa (5) e tutti gli ebrei dovettero fuggire dalla Russia, ripararono in Germania, e la Germania diede loro rifugio.
        Li trattò bene.
        Dopo di che, costoro vendono la Germania per la ragione che vogliono la Palestina come ‘focolare ebraico’».
        2 parte

        1. Nahum Sokolow
          «Ora Nahum Sokolow, e tutti i grandi nomi del sionismo, nel 1919 fino al 1923 scrivevano proprio questo: che il rancore contro gli ebrei in Germania era dovuto al fatto che sapevano che la loro grande disfatta era stata provocata dall’interferenza ebraica, che aveva trascinato nella guerra gli USA. Gli ebrei stessi lo ammettevano.
          […]
          Tanto più che la Grande Guerra era stata scatenata contro la Germania senza una ragione, una responsabilità tedesca.
          Non erano colpevoli di nulla, tranne che di avere successo.
          Avevano costruito una grande nazione.
          Avevano una rete commerciale mondiale.
          Dovete ricordare che la Germania al tempo della Rivoluzione francese consisteva di 300 piccole città-stato, principati, ducati e così via.
          E fra l’epoca di Napoleone e quella di Bismarck, quelle 300 microscopiche entità politiche separate si unificarono in uno Stato.
          Ed entro 50 anni la Germania era divenuta una potenza mondiale.
          La sua marina rivaleggiava con quella dell’Impero britannico, vendeva i suoi prodotti in tutto il mondo, poteva competere con chiunque, la sua produzione industriale era la migliore.
          Come risultato, che cosa accadde?
          Inghilterra, Francia e Russia si coalizzarono per stroncare la Germania […].
          Quando la Germania capì che gli ebrei erano i responsabili della sua sconfitta, naturalmente nutrì rancore.
          Ma a nessun ebreo fu torto un capello in quanto ebreo.
          Il professor Tansill, della Georgetown University, che ha avuto accesso a tutti i documenti riservati del Dipartimento di Stato, ne cita uno scritto da Hugo Schoenfeldt, un ebreo che Cordell Hull inviò in Europa nel 1933 per investigare sui cosiddetti campi di prigionia politica, e riferì al Dipartimento di Stato USA di avere trovato i detenuti in condizioni molto buone.
          Solo erano pieni di comunisti.
          E una quantità erano ebrei, perché a quel tempo il 98% dei comunisti in Europa erano ebrei.
          Qui, occorre qualche spiegazione storica,
          Nel 1918-19 i comunisti presero il potere in Baviera per qualche giorno, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht ed altri, tutti ebrei.
          Infatti a guerra finita il Kaiser scappò in Olanda perché i comunisti stavano per impadronirsi della Germania e lui aveva paura di fare la fine dello Zar.
          Una volta schiacciata la minaccia comunista, gli ebrei ancora lavorarono […] erano 460 mila ebrei fra 80 milioni di tedeschi, l’1,5% della popolazione, eppure controllavano la stampa, e controllavano l’economia perché avevano valuta estera e quando il marchio svalutò comprarono tutto per un pezzo di pane».

          «Gli ebrei tengono nascosto questo, non vogliono che il mondo comprenda che avevano tradito la Germania e i tedeschi se lo ricordavano.
          I tedeschi presero misure contro gli ebrei.
          Li discriminarono dovunque possibile.
          Allo stesso modo noi tratteremmo i cinesi, i negri, i cattolici, o chiunque in questo Paese che ci avesse venduto al nemico e portato alla sconfitta.
          Ad un certo punto gli ebrei del mondo convocarono una conferenza ad Amsterdam.
          E qui, venuti da ogni parte del mondo nel luglio 1933, intimarono alla Germania: ‘Mandate via Hitler, rimettete ogni ebreo nella posizione che aveva, sia comunista o no. Non potete trattarci in questo modo. Noi, gli ebrei del mondo, lanciamo un ultimatum contro di voi‘.
          Potete immaginare come reagirono i tedeschi.
          Nel 1933, quando la Germania rifiutò di cedere alla conferenza mondiale ebraica di Amsterdam, Samuel Untermeyer, che era il capo della delegazione americana e presidente della conferenza, tornò in USA, andò agli studios della Columbia Broadcasting System (CBS) e tenne un discorso radiofonico in cui in sostanza diceva: ‘Gli ebrei del mondo dichiarano ora la Guerra Santa contro la Germania. Siamo ora impegnati in un conflitto sacro contro i tedeschi. Li piegheremo con la fame. Useremo contro di essi il boicottaggio mondiale. Così li distruggeremo, perché la loro economia dipende dalle esportazioni‘ (6).
          E di fatto i due terzi del rifornimento alimentare tedesco dovevano essere importati, e per importarlo dovevano vendere, esportare, i loro prodotti industriali.
          All’interno, producevano solo abbastanza cibo per un terzo della popolazione.
          Ora in quella dichiarazione, che io ho qui e che fu pubblicata sul New York Times del 7 agosto 1933, Samuel Untermeyer dichiarò audacemente che ‘questo boicottaggio economico è il nostro mezzo di autodifesa. Il presidente Roosevelt ha propugnato la sua adozione nella Nation Recovery Administration‘, che, qualcuno di voi ricorderà, imponeva il boicottaggio contro qualunque Paese non obbedisse alle regole del New Deal, e che poi fu dichiarato incostituzionale dalla Corte Suprema. Tuttavia, gli ebrei del mondo intero boicottarono la Germania, e il boicottaggio fu così efficace che non potevi più trovare nulla nel mondo con la scritta ‘Made in Germany’.
          3 parte

          1. Un dirigente della Woolworth Co. mi raccontò allora che avevano dovuto buttare via milioni di dollari di vasellame tedesco; perché i negozi erano boicottati se vi si trovava un piatto con la scritta ‘Made in Germany’; vi formavano davanti dei picchetti con cartelli che dicevano ‘Hitler assassino’ e così via.
            In un magazzino Macy, di proprietà di una famiglia ebraica, una donna trovò calze con la scritta ‘Made in Germany’.
            Vidi io stesso il boicottaggio di Macy’s, con centinaia di persone ammassate all’entrata con cartelli che dicevano ‘Assassini’, ‘Hitleriani’, eccetera».

            «Va notato che fino a quel momento in Germania non era stato torto un capello sulla testa di un ebreo.
            Non c’era persecuzione, né fame, né assassini, nulla.
            Ma naturalmente, adesso i tedeschi cominciarono a dire: ‘Chi sono questi che ci boicottano, e mettono alla disoccupazione la nostra gente e paralizzano le nostre industrie?‘.
            Così cominciarono a dipingere svastiche sulle vetrine dei negozi di proprietà degli ebrei […]
            Ma solo nel 1938, quando un giovane ebreo polacco entrò nell’ambasciata tedesca a Parigi e sparò a un funzionario tedesco, solo allora i tedeschi cominciarono ad essere duri con gli ebrei in Germania.
            Allora li vediamo spaccare le vetrine e fare pestaggi per a strada.
            Io non amo usare la parola ‘antisemitismo’ perché non ha senso, ma siccome ha un senso per voi, dovrò usarla.
            La sola ragione del risentimento tedesco contro gli ebrei era dovuta al fatto che essi furono i responsabili della Prima Guerra mondiale e del boicottaggio mondiale.
            In definitiva furono responsabili anche della Seconda Guerra mondiale, perché una volta sfuggite le cose dal controllo, fu assolutamente necessario che gli ebrei e la Germania si battessero in una guerra per questione di sopravvivenza.
            Nel frattempo io ho vissuto in Germania, e so che i tedeschi avevano deciso che l’Europa sarebbe stata comunista o ‘cristiana’: non c’è via di mezzo.
            E i tedeschi decisero che avrebbero fatto di tutto per mantenerla ‘cristiana’.
            Nel novembre 1933 gli Stati Uniti riconobbero l’Unione Sovietica.
            L’URSS stava diventando molto potente, e la Germania comprese che ‘presto toccherà a noi, se non saremo forti».
            E’ la stessa cosa che diciamo noi, oggi, in questo Paese.
            Il nostro governo spende 83-84 miliardi di dollari per la difesa.
            Difesa contro chi?
            Contro 40 mila piccoli ebrei a Mosca che hanno preso il potere in Russia, e con le loro azioni tortuose, in molti altri Paesi del mondo.[…]
            Che cosa ci aspetta?»

            «Se scateniamo una guerra mondiale che può sboccare in una guerra atomica, l’umanità è finita.
            Perché una simile guerra può avvenire?
            Il fatto è che il sipario sta di nuovo salendo.
            Il primo atto fu la Grande Guerra, l’atto secondo la Seconda guerra mondiale, l’atto terzo sarà la Terza guerra mondiale.
            I sionisti e i loro correligionari dovunque vivano, sono determinati ad usare di nuovo gli Stati Uniti perché possano occupare permanentemente la Palestina come loro base per un governo mondiale.
            Questo è vero come è vero che sono di fronte a voi.
            Non solo io ho letto questo, ma anche voi lo avete letto, ed è noto a tutto il mondo. […]
            Io avevo una idea precisa di quello che stava accadendo: ero l’ufficiale di Henry Morgenthau Sr. nella campagna del 1912 in cui il presidente [Woodrow] Wilson fu eletto.
            Ero l’uomo di fiducia di Henry Morgenthau Sr., che presiedeva la Commissione Finanze, ed io ero il collegamento tra lui e Rollo Wells, il tesoriere.
            In quelle riunioni il presidente Wilson era a capo della tavola, e c’erano tutti gli altri, e io li ho sentiti ficcare nel cervello del presidente Wilson la tassa progressiva sul reddito e quel che poi divenne la Federal Reserve, e li ho sentiti indottrinarlo sul movimento sionista.
            Il giudice Brandeis e il presidente Wilson erano vicini come due dita della mano.
            Il presidente Wilson era incompetente come un bambino.
            Fu così che ci trascinarono nella Prima guerra mondiale, mentre tutti noi dormivamo. […]

            «Quali sono i fatti a proposito degli ebrei?
            Li chiamo ebrei perché così sono conosciuti, ma io non li chiamo ebrei.
            Io mi riferisco ad essi come ai ‘cosiddetti ebrei’, perché so chi sono.
            Gli ebrei dell’Europa orientale, che formano il 92% della popolazione mondiale di queste genti che chiamano se stesse ‘ebrei’, erano originariamente Kazari.
            Una razza mongolica, turco-finnica.
            Erano una tribù guerriera che viveva nel cuore dell’Asia.
            Ed erano tali attaccabrighe che gli asiatici li spinsero fuori dall’Asia, nell’Europa orientale.
            Lì crearono un grande regno Kazaro di 800 mila miglia quadrate.
            A quel tempo [verso l’800 dopo Cristo, ndr] non esistevano gli USA, né molte nazioni europee […]. Erano adoratori del fallo, che è una porcheria, e non entro in dettagli.
            Ma era questa la loro religione, come era anche la religione di molti altri pagani e barbari.
            Il re Kazaro finì per disgustarsi della degenerazione del proprio regno, sì che decise di adottare una fede monoteistica – il cristianesimo, l’Islam, o quello che oggi è noto come ebraismo, che è in realtà talmudismo.
            Gettando un dado, egli scelse l’ebraismo, e questa diventò la religione di Stato.
            Egli mandò inviati alle scuole talmudiche di Pambedita e Sura e ne riportò migliaia di rabbini, aprì sinagoghe e scuole, e il suo popolo diventò quelli che chiamiamo ‘ebrei orientali’.
            Non c’era uno di loro che avesse mai messo piede in Terra Santa.
            Nessuno!
            Eppure sono loro che vengono a chiedere ai cristiani di aiutarli nelle loro insurrezioni in Palestina dicendo: ‘Aiutate a rimpatriare il Popolo Eletto da Dio nella sua Terra Promessa, la loro patria ancestrale, è il vostro compito come cristiani… voi venerate un ebreo [Gesù] e noi siamo ebrei!’.
            Ma sono pagani Kazari che si sono convertiti.
            E’ ridicolo chiamarli ‘popolo della Terra Santa’, come sarebbe chiamare 53 milioni di cinesi musulmani ‘Arabi’.
            Ora, immaginate quei cinesi musulmani a 2.000 miglia dalla Mecca, se si volessero chiamare ‘arabi’ e tornare in Arabia.
            Diremmo che sono pazzi.
            Ora, vedete com’è sciocco che le grandi nazioni cristiane del mondo dicano: ‘Usiamo il nostro potere e prestigio per rimpatriare il Popolo Eletto da Dio nella sua patria ancestrale‘.

            «C’è una menzogna peggiore di questa?
            Perché loro controllano giornali e riviste, la televisione, l’editoria, e perché abbiamo ministri dal pulpito e politici dalla tribuna che dicono le stesse cose, non è strano che crediate in questa menzogna.
            Credereste che il bianco è nero se ve lo ripetessero tanto spesso.
            Questa menzogna è il fondamento di tutte le sciagure che sono cadute sul mondo.
            Sapete cosa fanno gli ebrei nel giorno dell’Espiazione, che voi credete sia loro tanto sacro?
            Non ve lo dico per sentito dire…
            Quando, il giorno dell’Espiazione, si entra in una sinagoga, ci si alza in piedi per la primissima preghiera che si recita.
            Si ripete tre volte, è chiamata ‘Kol Nidre’.
            Con questa preghiera, fai un patto con Dio Onnipotente che ogni giuramento, voto o patto che farai nei prossimi dodici mesi sia vuoto e nullo (7).
            Il giuramento non sia un giuramento, il voto non sia un voto, il patto non sia un patto.
            Non abbiano forza.
            E inoltre, insegna il Talmud, ogni volta che fai un giuramento, un voto o un patto, ricordati del Kol Nidre che recitasti nel giorno dell’Espiazione, e sarai esentato dal dovere di adempierli.
            Come potete fidarvi della loro lealtà?
            Potete fidarvi come si fidarono i tedeschi nel 1916.
            Finiremo per subire lo stesso destino che la Germania ha sofferto, e per gli stessi motivi».
            FINE (adesso Daniele Simonazzi sarà contento…!)

  5. Ooohhh finalmente !!!! Questo si che e’ scrivere.Piano piano lo capirete anche voi :il segreto dei segreti “l’EB… E’ DIETRO A TUTTO ma non dal 45 ma da secoli .Vi e’ un video digitate:” Il nemico occulto LA questione ebraica”li da voi non so si vede provate

  6. Ci sono Le foto di Putin che gira come un cucu’ con LA menorah in mano che invita gli ebrei di Francia d’andare a stare in Russia e che promette di costruire nuove sinagoghe e scuole ebree .No puppet ?

    1. basta chiedere ad un ebreo russo (non khazaro) cosa pensa di Israele, oppure chiedere ad un ebreo iraniano (non khazaro)ed avrà la risposta.

      1. ho dovuto spiegare come funziona lo scalda-acqua a Daniele, così finalmente è tutto contento in anticipo sulla Pasqua…

  7. @Mardunolbo

    tanto di cappello a ciò che scrivi, ci mancherebbe, però, per quanto riguarda lo Zar anch’io non mi sento di fidarmi di lui…
    lui tira acqua al suo mulino(a differenza dei nostri), non a caso è vicinissimo a mortadella e pd in generale…

    ho perso fiducia in lui quando la Grecia poteva uscire dall’euro e non ha fatto nulla per accoglierla fra le sue braccia, alla fine quei 4 soldi che devono al fmi poteva pagarli lui ma nel frattempo avrebbe creato seri problemi oltreoceano e invece che ha fatto?
    assolutamente nulla

    1. Non mi risulta che Putin sia l’eroe “dei due mondi”. E’ solo un politico che ama al Russia e l’ordine naturale delle cose create, quindi fa bene anche a noi con la sua politica !
      Ma solo politica è, non è filosofia religiosa tale da fare l’elemosina ad una nazione che si è indebitata con astuzia (tollerata da EU) e poi si lamenta perchè deve restituire con usura.
      Semmai era la EU che poteva/doveva intervenire al salvataggio visto che si è voluta la Grecia dentro, sapendo che era una mela bacata…
      Ma la Russia che c’entra ? Come dire “peccato che l’Iran non abbia pagato lui il debito della Grecia” ! ??
      N.B. l’articolo in 4 pezzi è stato estratto da effedieffe, non è “farina del mio sacco”

          1. Infatti la Cina sta comprando mezza Europa…del resto non mi indigno visto che acquistano con dollari ditte reali e concrete così due piccioni con una fava !
            A si liberano del dollaro puzzolente a rischio crollo, come cartastraccia visto che non ha più alcun appiglio reale.
            B acquistano tecnologia europea e terra visto che gli europei sono talmente cretini da cedere i loro beni alle caste multimilionarie dell’internazionale eb.
            Approfittano anche i cinesi che non sanno che saranno i prossimi servi di Sion ad essere sotto attacco e sotto scacco (dopo la Russia, se riescono, i satanici…)

  8. Dei vari Vladimir che si sono succeduti in russia non mi fido ,li difende gia’abbastanza il Giulietto nazionale.preferisco di gran lunga quelli che di Nome fanno Adolf,in un mese sarebbe tutto ricostruito ,ci scommettete?

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