Ritorna in Italia il vecchio gioco dell’Opportunismo e del Trasformismo nella reiterata consuetudine del “gattopardismo” nazionale

di Luciano Lago

Dopo le elezioni regionali del 26 Gennaio in Italia, gli esponenti di governo del PD esultano per lo scampato pericolo di una eventuale nuova sconfitta nella regione simbolo del potere (ex) rosso: l’Emilia Romagna. La sinistra al servizio del grande capitale e delle oligarchie di Bruxelles si sente quasi rassicurata: la temuta svolta a destra non cè stata e a Bologna il muro non è crollato.
Si rallegra Conte, il premier per tutte le stagioni che si sente rafforzato nel suo traballante governo e si può anche abbandonare a commenti sarcastici nei confronti di Salvini. In realtà non devrebbe sentirsi così sicuro visto che la forza politica che lo ha prescelto oggi è divenuta oltremodo inconsistente. Questa si regge solo con il mastice che lega le chiappe dei parlamentari di maggioranza (5 stelle) alle loro poltrone.
Esulta Zingaretti, il segretario PD che vede allontanarsi un possibile “redde rationem” della sua base, nel caso avesse subito una nuova sconfitta in questo turno elettorale.

Di Maio e Zingaretti Stretti alleati


Diverso il caso degli esponenti 5 Stelle i quali avevano assistito, come beoti, alle opportune dimissioni di Gigino Di Maio, nel patetico tentativo di non intestarsi la sconfitta, con le sue dimissioni alla vigilia elttorale e nominando un reggente che tutto può fare meno che reggere il disfacimento del gruppo.. I 5 Stelle non possono non vedere il crollo completo e la disfatta di quello che doveva essere un movimento rivoluzionario passato ad essere una colonna del governo filo europeista e della conservazione sociale che ha per protagonista il PD. Loro non possono negare di essere ormai diventati un “cespuglio” del PD e di questo nel panorama politico italiano non si sentiva affatto bisogno.
La conferma si è avuta con la fuga di decine di parlamentari del movimento e il crollo dei consensi che di fatto ha quasi azzerato il partito divenuto, nel giro di poco tempo, del tutto ininfluente. Indicativo che i vari Di Maio e soci non abbiano proferito neppure un accenno di autocritica per la parabola di trasformismo sfacciato che il partito ha compiuto squalificandosi agli occhi dei propri elettori e sostenitori.

Salvini ridimensionato e Bergonzoni


Si parla adesso di un possibile ritorno al bipolarismo anche se, in modo poco opportuno, lo stesso PD ha sottoscritto una nuova legge elettorale in forma proporzionale che a questo punto diventa superflua. Non si può escludere un colpo di scena per cui lo stesso PD ritiri la legge creando una crisi di governo. I giochi sono cambiati ed oggi le elezioni potrebbero essere convenienti anche per il PD, per una serie di motivi e non solo per la legge elettorale.
Sulla riva destra dello schieramento rimane Salvini, ridimensionato dalla mancata vittoria in Emilia Romagna, compensata da quella in Calabria e dalle precedenti vittorie nelle altre regioni ma è indubbio che Salvini ha pagato a caro prezzo le sue recenti mosse, la prima quella di aver fatto cadere il governo di cui faceva parte, la seconda il suo cambio di posizione dal campo pseudo sovranista a quello europeista con una ulteriore aggravante di essersi dichiarato totalmente prono ai padroni di oltre Atlantico, con dichiarazioni sperticate di fedeltà alla potente lobby. Sorge il sospetto che, alla ricerca di fondi, Salvini abbia venduto la Lega alle consorterie bancarie transnazionali che gli hanno richiesto una pregiudiziale dichiarazione di fedeltà.

Salvini celebra il giorno della Memoria


Di fronte a questo deludente panorama fatto di restaurazione filoeuropeista fuori tempo, proprio nel momento in cui sta crollando la costruzione europea e si avvertono in mezzo mondo i sintomi di una rivolta di massa contro il modello liberista, dalla Francia all’America Latina, in Italia tutto tende a “normalizzarsi” per l’assenza di una reale alternativa, ovvero di un terzo polo nazionale identitario, patriottico e sociale che si faccia parte proponente di una autentica svolta di rinascita nazionale.
I tentativi non mancano ma sono ancora confusi e poco chiari nel contesto di una situazione internazionale (dalla Libia al Medio Oriente ) che sta diventando sempre più grave e rischia di pregiudicare ancora una volta l’interesse nazionale, sacrificandolo ai voleri delle elite dominanti. Le lezioni della Storia sembra non siano servite a nulla.

8 thoughts on “Ritorna in Italia il vecchio gioco dell’Opportunismo e del Trasformismo nella reiterata consuetudine del “gattopardismo” nazionale

  1. I cinque stelle per paura di perdere il potere delle poltrone hanno votato in massa con il voto disgiunto il PD e a BONACCINI in Emilia così come credo parte di Forza Italia hanno dato il voto a BONACCINI

  2. La svolta filo israeliana di Salvini ha avuto sicuramente ripercussioni elettorali. D’altra parte fare i sovranisti significa combattere contro le lobby globaliste-sioniste, e la posizione è inconciliabile, così come la sua contraddizione nei rapporti con la Russia.
    Per quanto riguarda i cinque stelle, è sempre stata chiara perfino nei simboli, la sua ispirazione massonica, proprio per convogliare il mal contento e fare in modo di sterilizzarlo. Ora che questa funzione non riesce più ad assolverla, perché l’elettorato ha compreso questo, ecco che spuntano le sardine con Soros e compagnia.

  3. NELLE NOSTRE CALABRIE, INVASE NEL 1861 DALLA MASSONERIA L’ELETTA PLAUDE A BERLUXCOHEN.

    RIFORMARE LE DUE SICILIE

    RIFORMARE LE LEGGI, riformare il sistema

    che pena la foto nella quale quei servi della democrazia multinazionale si mettono sull’attenti al male assoluto. Almeno quando c’ero io in quell’arma c’era ancora la DC di De Mita e, pur con tutta la puzza americana che c’era, era ancora vivo Rauti. Era uno schifo già allora, ma adesso c’è da vomitare

  4. RObERTOESSE non avrei saputo dirlo meglio. È bello vedere che qualcuno ho gli occhi aperti in questo paese. D’altra parte, se è diventato reato equiparato all’antisemitismo parlare di antisionismo, allora il cappio si è stretto. Manca in questo paese una vera forza sovranista che si opponga a questa dittatura finanziaria-sionista.

  5. Personalmente, ho iniziato a ricoprire con palate di merda i 5S poco dopo le “fatidiche2 politiche del 2018, quando si erano “pappati” cira 200 seggi in parlamento e ottenuto la maggioranza relativa.
    Fin da subito ci si poteva accorgere dell’inganno che c’era dietro il cosiddetto MoV …
    Falsi rivoluzionari ansiosi di occupare le poltrone e … di sprecar tempo con la rendicontazione delle spese su fogli Excel!
    Ricordate?
    A distanza di circa due anni è tutto molto più chiaro, anzi, i 5S hanno esaurito la loro funzione di presa per il culo nei confronti della popolazione e forse, in tempi non lunghi, spariranno dai radar … con la soddiafazione piena dell’élite finanz-globalista-giudaica che li ha utilizzati per i suoi fini di consolidamente del potere antinazionale e antipopolare in Italia.

    Oggi ci sono solo le sardine, in piazza, ed hanno ricevuto anche la benedizione del criminale internazionale ebreo-finanziario Soros (arma principale Quantum Fund), oltre che la copertura di tutte le puttane mediatiche.
    Non so le infami sardine, fiancheggiatrici del MES e della Troika,, fiancheggiaranno il PD ormai onusto, sostituendo il 5S, oppure addirittura lo sostituiranno, nel tempo, per volontà elitista …
    Certo è che il PD ha ringraziato le sardine per la vittoria alle regionali emiliane …
    Credo che le sardine, almeno per un po’, rimarranno a presidiare le piazze per conto Soros, Troika, sionisti e City finanziarie, mentre si inscenerà la falsa rifondazione di un PD che orami sta marcendo.

    Infine, Salvini si è rivelato un utile ma innocuo spauracchio e le puttane mediatiche, dopo le regionali emiliane, lo danno ogni 5 minuti per sconfitto.
    Per quanto mi riguarda, Salvini, così com’è con la sua Lega nazionale, è più utile ai Soros (come innocuo spauracchio nazionalista e sovranista, ovviamente!) che al popolo italiano che sta sprofondando nella merda … le due fiere Sicilie comprese, purtroppo, per buona pace dell’amico Atlas.

    Cari saluti

    1. caro Eugenio, lascia perdere le Due Sicilie, destinate all’oblio come tutti gli altri, anche se non perdo mai la volontà nè la speranza che la rivitalizzazione, soprattutto culturale e civile, possa fungere da sollecito a riformare qualcosa

      per comprendere appieno il mio pensiero politico ti posto un mio commento integrale su VK al post di questa bella pagina dal bel nome Tedesco che è cmq in tema di argomento dell’art.lo quì sul sito

      ottimo post. Significa quanto è quantificata la negatività della democrazia liberale multinazionale, a carattere privato, che classifica impunemente le persone umane. Nel Socialismo Patriottico o Nazionale invece la Società è egualitaria, tutto è nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato. Tutto è pubblico, l’interesse stesso è pubblico. E’ un bene-interesse dello Stato, inteso come entità morale, la salute gratuita di tutti ad es., l’istruzione, il concorrere al progresso materiale e spirituale della Società, questa è la vera onestà a pretendersi, non l’astuzia ad assurgere come valore predefinito. E’ lo Stato che ha interesse a promuovere a sue spese l’istruzione dei più dotati e l’avvio a lavori manuali specializzati ai meno dotati intellettualmente, ma con gli stessi stipendi, valorizzando la persona umana in se. Chi fa il pescatore ha il diritto di mangiarsi l’aragosta che pesca come tutti gli altri e chi fa il dirigente di un consorzio per le sue qualità è parificato a colui che gli pulisce la strada sotto casa che altrimenti dovrebbe scendere a pulirsela da solo. In questo tipo di sistema solo i vagabondi e i viziosi animati da spirito corruttivo non vi trovano posti adeguati e sono i destinatari ad essere sottoposti ai rigori delle Leggi e delle sentenze emesse dai Tribunali Popolari. Non vi sarà polizia, ma milizia popolare e non vi saranno avvocati. A cosa serve infatti difendere un delinquente ? Un criminale va rieducato, punito, nei casi in cui lo merita messo a morte, non difeso; non messo in gabbia, nemmeno gli animali lo devono, Adolf Hitler fu il primo legislatore a promulgare Leggi in difesa e a protezione degli animali, ma dovrà lavorare per rifondere il danno al soggetto passivo, in primis lo Stato e poi eventualmente il privato cittadino. Lavori giustamente retribuiti ugualmente, giacchè il Laureato non ha avuto spese, tutto è a carico dello Stato, ognuno lavora non più di 4 ore al giorno, ognuno ha il Diritto-Dovere di godersi le gioie della vita. I Comitati Popolari sono alla base dei Comuni, non i partiti che fratturano la società in parti come giudeo internazionalista vuole. La Nazione si fonda sui valori creativi razziali della popolazione e lo straniero, controllato, di qualunque razza esso sia, è benvenuto solo se apporta benessere e servigi alla Società, non esiste chi è a carico di un’altro, solo gl’inabili al lavoro e gli ammalati hanno la pretesa che sia lo Stato ad avere il dovere di farsene carico. “il democratico chiede: cosa fai, il Socialista chiede: chi sei. Li divide un abisso”, Goebbels. Franco Freda già più di 40anni fa propose questo tipo di regole nel suo libro ‘la disintegrazione del sistema’, ma è isolato, è stato incarcerato, seviziato dai democratici. Oggi è difficilmente pensabile che dopo tanti anni di repressione democratica e di terrore di regime il cittadino possa arrivare ad avere quei canoni acritici potenziali per anche solo avvicinarsi a pretendere questo tipo di sistema. E’ invece succube della massoneria, del male, dello schiavismo, della condanna di innocenti e della libertà dei malvagi a prosperare. In passato ci sono stati sistemi politici di questo tipo, ma i promotori sono stati tutti eliminati. Oggi solo la Siria e la Corea del nord su qualcun altro si avvicinano al vero Socialismo Nazionale. Forza e coraggio.
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      Weltanschauung Italia

      Semianalfabeti diplomati, politici senza laurea, laureati netturbini: la pedagogia sociale italiana

      Di Alvaro Belardinelli – 08/12/2019 da tecnicadellascuola.it

      Notizia-simbolo: con regolare concorso, a Barletta sono stati assunti come operatori ecologici (ossia netturbini, secondo il vocabolario Treccani) tredici candidati; quattro dei quali sono diplomati, e ben nove laureati. Primo classificato un laureato in Ingegneria civile con 110/110 e lode: Giuseppe Moreno Di Trani, 35 anni, ha conseguito la Laurea al Politecnico di Bari nel dicembre 2012. Dopo sette anni di disoccupazione, frustrazioni, rinunce, Di Trani ha optato per l’understatement: un lavoro poco retribuito ma sicuro, per guardare al futuro con serenità.

      Meglio spazzino che precario (anche perché lo spazzino è pagato come un docente)
      «Ero stufo – dichiara l’ingegnere a La Repubblica – di lavoretti precari, sottopagati, o gratis. Stufo, come molti della mia generazione, di affrontare una realtà lavorativa disarmante. Mi son detto: sei laureato e puoi fare la tua strada, quella per cui hai studiato. Ma quanto tempo ci metterai? È ammissibile raggiungere un minimo di stabilità a 60 anni?” E mi son risposto: non guardare il titolo di studio, lavora e basta».

      D’altronde lo stipendio di un “operatore ecologico” non è spazzatura: uno spazzino a fine carriera guadagna 1830 euro; come un professore di Scuola Superiore dopo 30 anni di docenza! Semmai chiediamoci: guadagna troppo il netturbino o troppo poco il docente?

      Pedagogia sociale neoliberista = Studiare è inutile

      La pedagogia sociale di questo Paese è sempre più evidente. Il neoliberismo imperante, dopo 30 anni di proclami circa la “fine del posto fisso”, la necessità di farsi “imprenditori di se stessi”, di non cercare “l’assistenzialismo di Stato”, ci dona finalmente i propri frutti. Primo fra i quali l’idea — da inculcare ai giovanissimi — che studio, onestà e fatica siano virtù da fessi, da perdenti in stile fantozziano. Idea già popolare nell’Italietta Felix ben prima del neoliberismo (è nostrano il detto “primo nella scuola, ultimo nella vita”); ma ormai strabordante nell’epoca della demolizione controllata di Scuola e cultura italiane, spacciata per “modernizzazione” a colpi di cacofonici neologismi anglobalizzanti (come Data School, problem solving, decision making, gamification, Content and Language Integrated Learning, School Guarantee e via “itanglesizzando”).

      Il cronoprogramma del declino
      Intanto i giovani se ne vanno: 128.583 soltanto nell’ultimo anno (mentre le nascite calano al minimo storico dal 1861). Un autentico “declino programmato” del Bel Paese? Così parrebbe, a giudicare dalle scelte politiche che a tutto ciò hanno portato. Eppure all’estero due terzi dei giovani laureati fuggiti dalla Penisola trovano subito lavoro, e ad alta specializzazione. Che sia quindi il “sistema Italia” a non funzionare, più che la Scuola dello Stivale? Sta di fatto che in Italia i migliori non hanno mercato e son costretti ad andarsene; mentre il livello culturale medio di chi resta si abbassa sempre più.

      Se i diplomati sono semianalfabeti
      Frattanto però l’Ocse ci ripete che la Scuola italiana influisce sempre meno sulla preparazione degli alunni, lasciandoli (se provenienti da contesti culturalmente deprivati) semianalfabeti, ottusi, massificati, muti d’accento e di pensiero come il sistema li vuole: massa bruta, pronta per precariato, bassa manovalanza e retribuzioni infime; politicamente manovrabile, perché ignorante, inconsapevole e soddisfatta della propria ignoranza. Tanto «con la cultura non si mangia»! Perché una Scuola realmente classista è la Scuola che non insegna più a distinguere il vero dal falso, il giusto dall’iniquo, il bello dal vomitevole.

      Che lo voglia il sistema è dimostrato dalla politica scolastica dell’ultimo trentennio: docenti alla fame, scuole che crollano, promozione assicurata per quasi tutti (meritevoli o meno); mentre imperversano programmi TV di pessima qualità, calcio e pettegolezzi a tutte le ore, politici che invitano a usare i cellulari a Scuola (per una generazione che proprio il cellulare ha sostituito al proprio cervello).

      La cultura non serve (per far carriera in politica)

      Appunto, i politici. Certo non hanno avuto bisogno di cultura, molti di loro, per stare dove stanno. Il problema è il posto ove siedono, che permette loro di legiferare e reggere il timone del Paese. Quasi un terzo dei deputati non è laureato (e la percentuale più alta di non laureati è in quota Lega). Non è laureato Vito Crimi (M5S); non lo è Matteo Salvini, né Luigi Di Maio (attuale Ministro degli Esteri), né Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), né Nicola Zingaretti (PD), né un quarto (almeno) dei deputati M5S, né il fondatore della Lega Umberto Bossi, né l’ex Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, né l’ex Ministra della Salute Beatrice Lorenzin, né l’ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando, né l’ex Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, né l’attuale Ministro delle Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora, né l’attuale Ministro degli Affari Europei Vincenzo Amendola, né la Ministra del Lavoro in carica Nunzia Catalfo.

      «Meglio dotto che dottore» si dirà. Del resto anche molti politici che resero grande l’Italia nel dopoguerra non erano laureati (uno su venti degli eletti nell’Assemblea Costituente, mentre oggi non lo è uno su tre degli eletti in Parlamento). «E con ciò? Non è forse segno di democrazia», dirà certamente qualche leone da tastiera, «il fatto che nell’Italia di oggi anche uno che non ha studiato diventi importante, e che i laureati finiscano a pulire i marciapiedi?». Forse. O forse proprio no.

  6. All’esordio del 5stelle, il filosofo Massimo Cacciari, in merito alla valutazione del neonato movimento, sostenne, con altre parole, che per conoscere l’effettiva determinazione dei suoi componenti occorreva attendere che costoro sentissero all’odore dei soldi. Fu una frase che per il peso della verità che conteneva, mi fece gelare il sangue. Sperai nell’eccezione che conferma la regola. Sbagliai.

    1. Ministri degli Esteri
      -Austria
      Mr Alexander Schallenberg: Laurea in legge e seconda laurea in Diritto Europeo
      -Belgio
      Philippe Goffin: Laurea in Diritto, Professore Universitario
      -Bulgaria
      Ms Ekaterina Zaharieva: Laurea e Master in Diritto internazionale
      -Croazia
      Gordan Grlić Radman: Dottorato di Ricerca in Relazioni Internazionali, Professore universitario
      -Cipro
      Nikos Christodoulides: Dottorato in Relazioni Internazionali, già diplomatico e professore
      -Repubblica Ceca
      Tomáš Petříček: Dottorato in Relazioni Internazionali, docente ed ex Consulente del Parlamento Europeo
      -Danimarca
      Jeppe Kofod: Master ad Harvard in Amministrazione Pubblica, Docente
      -Estonia
      Urmas Reinsalu: Laurea e specializzazione in Legge
      -Finlandia
      Pekka Haavisto: 10 anni di lavoro all’ONU nella gestione di crisi internazionali
      -Francia
      Jean-Yves Le Drian: Laurea in Storia, oltre 30 anni di esperienza politica internazionale
      -Germania
      Heiko Maas: Laurea in Legge
      -Grecia
      Mr Nikos Dendias: Laurea e Master in Legge
      -Ungheria
      Péter Szijjártó: Laurea in Scienze Economiche e in Relazioni Internazionali
      -Irlanda
      Simon Coveney: Laurea in Pianificazione Urbana
      -Lettonia
      Edgars Rinkēvičs, Laurea in Relazioni Internazionali
      -Lituania
      Mr Linas Linkevičius, ex Ambasciatore
      -Lussemburgo
      Mr Jean Asselborn, Laurea in Legge
      -Malta
      Carmelo Abela, Ex Rappresentante all’OSCE
      -Paesi Bassi
      Mr Stef Blok: Laurea in Economia
      -Polonia
      Mr Jacek Czaputowicz: Dottorato in Scienze Politiche
      -Portogallo
      Mr Augusto Santos Silva: Dottorato in Sociologia, Laurea in Economia e in Storia
      -Romania
      Mr Bogdan Aurescu, Dottorato in Diritto Internazionale, già diplomatico
      -Slovacchia
      Miroslav Lajčák: Laurea e Master in Relazioni Internazionali, diplomatico da oltre 30 anni
      -Slovenia
      Miro Cerar: Dottorato in Legge e professore
      -Spagna
      Margarita Robles: Laurea in Legge
      -Svezia
      Ann Linde: Laurea in Scienze Politiche e Sociologia
      -Regno Unito
      Dominic Raab: Laurea e Master in Legge, a Oxford

      … poi c’è LUI

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