Trionfalismo di Renzi: “L’Italia si è rimessa moto, ora la sfida del 2015 è farla correre”
di Luciano Lago
“L’Italia è rimessa moto ora la sfida nel 2015 è farla correre”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa di fine anno. “La parola del 2015 è la stessa del 2014: ritmo, dare il senso cambiamento e dell’urgenza, fare di tutto per far sì che l’Italia riprenda il suo ruolo nel mondo”.
“Nel 2014 è avvenuto un cambiamento che per me è una rivoluzione copernicana, per altri magari è molto meno: è cambiato il ritmo della politica. Il percorso di cambiamento che è partito e sta producendo risultati concreti è sotto gli occhi di tutti”, ha detto Renzi. “Mi sento come Al Pacino in ‘Ogni maledetta domenica’ che cerca di dire ai suoi che ce la possiamo fare”, ha chiosato il premier sull’anno che sta terminando.
Bocca cucita sul Quirinale
Il capo del governo respinge poi con decisione tutte le domande sul totonomi in vista delle prossime dimissioni di Giorgio Napolitano e la nuova elezione del Capo dello Stato: “Se e quando Napolitano deciderà di lasciare avrà il diritto anzi il dovere da parte nostra di ricevere un grazie. Fino a quel momento ogni discussione è vana, da quel momento siamo nelle condizioni di poter individuare un successore”. E sui rischi per il suo partito: “Non la penso come Sposetti, non credo ci siano 220 franchi tiratori. La legislatura dura fino al 2018. Ci sono i numeri per eleggere il Presidente della per Repubblica”. Un parziale identikit del nuovo inquilino del Colle: “Il Presidente della Repubblica deve avere i requisiti previsti dalla Costituzione: ha funzioni tipicamente politiche con la ‘P’ maiuscola, anche se nel corso della storia ci sono stati vari Presidenti di provenienza” tecnica. Imola Oggi….
Queste le parle di Renzi nella conferenza di fine anno. Saltando la parte dove Renzi parla dell’incendio del traghetto in Grecia, avvenimento grave, quello che colpisce è il tono trionfalistico di Renzi: “il cambiamento copernicano di cui ha parlato “(si riferiva evidentemente alla riforma del Jobs Act da lui fermamente voluta), “il ritmo della politica che è cambiato”, “Il percorso di cambiamento che è partito e sta producendo risultati concreti è sotto gli occhi di tutti”, ha detto Renzi, “ce la possiamo fare”, l’Italia è un Paese vivo, rimesso in moto, noi nel 2015 la faremo correre: è questa la vera sfida. Quest’anno abbiamo girato come trottole – ricorda – siamo andati a Termini Imerese, Gela, Taranto, siamo andati nei luoghi della crisi e sono sicuro che l”Italia ha tutto per farcela”. …….Sui rapporti con l’Ue aggiunge: “L’Italia non puo’ ripartire se non fa le riforme strutturali, senza le riforme è spacciata, ma non bastano da sole. L’Europa e’ in grande difficolta’, in una fase di stagnazione, ma l’Italia ha recuperato un po’ il gap, il differenziale (?)con gli altri Paesi si e” ridotto ma non e” ancora sufficiente. La situazione e” drammatica se non cambiamo il paradigma economico”.
Nel corso della sua conferenza stampa Matteo Renzi ha evitato di citare dei dati economici poichè questi dati ufficiali, come quelli ultimi pubblicati dall’ISTAT o come quelli pubblicati dall’ultimo rapporto della Banca d’Italia, smentiscono clamorosamente l’ottimismo di Renzi visto che il debito pubblico risulta aumentato al 138% del PIL, ad ottobre il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 23,5 miliardi, a 2.157,5 miliardi in totale. L’incremento riflette per 6,6 miliardi il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e per 17,8 miliardi l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro. – Vedi: E’ allarme PIL
Stessa cosa per la disoccupazione che è arrivata al record negativo di 13,2% con incremento di 0,3 punti percentuali rispetto il mese precedente. A livello giovanile poi siamo al drammatico 43% con punte sopra il 55% al sud.
Nel contempo le entrate tributarie son in flessione del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2013, il costo del lavoro è decisamente più alto della media CE (un’ora di lavoro in Italia costa alle aziende 28 euro, contro una media Ue di 24,2 euro.) ed il PL decresce ogni anno contrariamente alle previsioni.
Con questi dati sembra evidente che il Paese si sta avvitando, tra deflazione, crescita del debito e flessione delle entrate tributarie. Molti osservatori avevano già lanciato l’allarme. Vedi: Allarme di Visco sulla deflazione: conseguenze gravissime…..
Per le Festività di natale gli italiani anno trovato un albero pieno di tasse, “questo il regali di Natale del Governo” – secondo il Codacons . Le scadenze fiscali del mese di dicembre, che oltre alle tasse sulla casa vedono anche Iva, Tari e ritenute Irpef, stanno avendo,-secondo l’associazione- un impatto pesante sulle spese degli italiani per le festività, con una contrazione generalizzata degli acquisti natalizi del -5% rispetto allo scorso anno, la riduzione di spesa pari a circa 500 milioni di euro sul Natale sta danneggiando tutti settori.
Forse per questo, per il mancato allineamento dell’Italia con i parametri richiesti da Bruxelles, sono state proferite a Bruxelles “velate minacce” dal sr. Junker, il fiduciario delle Banche e delle multinazionali: “Se non andrà avanti con le riforme (quelle volute dalla Troika), per l’Italia ci saranno conseguenze spiacevoli”……..lo aveva detto qualche giorno fa Jean C. Juncker , nel corso di una intervista ad un quotidiano tedesco.
Anche Renzi ci aveva aggiunto del suo:
“Dopo di me la Troika” … ha detto Renzi con aperta minaccia rivolta ai dissidenti del suo partito che ostacolavano a suon di emendamenti il percorso delle leggi che il fiorentino si è impegnato con Bruxelles a far approvare a spron battuto, mentre la Boschi con il suo faccino angelico aveva ripetuto “Avanti, c’è un paese da cambiare….”
Non si vede verso quale cambiamento possa andare l’italia con questi dati soprattutto se costretta a mantenere la camicia di forza dell’euro e dei vincoli dei trattati europei che obbligano l’Italia a non investire in opere pubbliche ed infrastrutture (di cui ci sarebbe molto bisogno) per non sforare i parametri e nel contempo vincolano attraverso il MES/ESM a versare al “fondo di stabilità” 127 miliardi di euro a beneficio delle banche europee. Per non parlare di tutti gli altri trattati che hanno privato l’Italia di ogni sovranità e, da ultimo anche le sanzioni alla Russia che produrranno una perdita di parecchie decine di miliardi al nostro export. Non si capisce quindi il trionfalismo di Renzi, se non nel patetico tentativo di mascherare la realtà e vendere fumo.
Queste politiche ed il “paradigma economico” di cui parla Renzi, hanno prodotto affossamento economico, crescita della miseria, chiusura di migliaia di aziende, calo del PIL per circa il 9% negli ultimi anni ma hanno apportato molti benefici alle centrali finanziarie ed alle grandi banche internazionali che hanno incrementato i loro profitti. Sarà un caso che vogliano continuare con la stessa solfa? Vedi: Allarme Pil
Non risulta difficile vedere dietro l’angolo il commissariamento europeo della Troika che darà molti dolori a lavoratori e pensionati, come accaduto in Grecia. Un paese giunto allo stremo grazie alle fallimentari ricette neoliberiste imposte dalla Troika.
Tuttavia dalla Grecia alla Francia, all’Ungheria ed alla Serbia, inizia a serpeggiare un’aria di rivolta contro le direttive della UE. Sarà questa la volta buona per cambiare passo?
Nella foto sopra: senza tetto a Milano, la miseria avanza.