Pompeo Esige La fine della “Tirannia” Di Maduro Mentre Guaido’ Parte Per La Colombia Per Ulteriori Istruzioni

di Drago Bosnic
WASHINGTON, DC / BOGOTA – Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha ribadito la sua reiterata chiamata per la rimozione dall’incarico del solo legittimo presidente venezuelano eletto, Nicolas Maduro.

“Il mondo deve continuare a sostenere gli sforzi del popolo venezuelano per ripristinare la loro democrazia e porre fine alla tirannia di Maduro, che danneggia milioni di venezuelani e ha un impatto sulla Colombia e, in effetti, sull’intera regione”, ha detto Pompeo parlando a Bogotà dopo l’incontro con il presidente colombiano Ivan Duque, ha riferito Sputnik.

Juan Guaido’ è arrivato nella capitale colombiana il giorno prima, incontrando Duque e ringraziando il presidente per il suo “sostegno alla lotta” e pianificando di incontrare Pompeo prima di proseguire per Davos, in Svizzera, per l’imminente Forum economico mondiale (delle elite dominanti), che inizierà martedì.

Quindi Duque ha ringraziato Guaido’, il candidato filo USA, dicendo di essere “onorato” dalla presenza della figura dell’opposizione e sottolineando che il politico filo USA “avrebbe sempre avuto un amico in Colombia”. Notoriamente la Colombia è un paese satellite di Washington.
Pompeo e Guaido si sono incontrati lunedì dopo aver partecipato a una riunione congiunta di “antiterrorismo” insieme a funzionari colombiani. Pompeo ha promesso che gli Stati Uniti avrebbero intrapreso “ulteriori azioni” per sostenere Guaido’. Pompeo alludeva forse ad azioni come quelle della eliminazione del generale iraniano Soleimani, che il segretario di Stato ha promesso di attuare anche contro altri paesi.

Manifestazioni anti USA in Venezuela

Guaido, il 36enne autoproclamatosi “presidente ad interim” del Venezuela, ha perso il posto di portavoce dell’Assemblea nazionale controllata dall’opposizione all’inizio di questo mese, con alcuni dei suoi ex alleati che lo hanno abbandonato ed eletto un nuovo leader, con Guaido che è stato bloccato dall’entrare nell’edificio del parlamento nel centro di Caracas.
Guaidò è impaziente e non si rassegna ad attendere le elezioni in Venezuela per presentarsi come candidato ed essere eventualmente eletto. Lui ritiene che l’investimento di Washington per diventare presidente sia sufficiente e che non sia necessario attendere elezioni presidenziali nel paese.

La scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno preso di mira Luis Parra, il neo eletto presidente dell’Assemblea nazionale, con sanzioni, accusandolo di ostacolare i procedimenti del parlamento.

Venerdì, in una rara intervista con i media statunitensi, Maduro ha affermato che solo una nuova “relazione di rispetto e dialogo” potrebbe portare a una relazione “vantaggiosa per tutti” tra Venezuela e Stati Uniti, aggiungendo che Washington dovrebbe annullare la sua dura congiuntura sanzioni e lavorare per normalizzare le relazioni diplomatiche affinché questo avvenga.

Guaido’ con Duque e Mike Pence

Il legittimo presidente ha respinto le affermazioni di essere isolato a livello internazionale, sottolineando che il suo governo aveva il controllo del paese e che il tentativo di colpo di stato di Guaidoè era fallito.

Guiado si è proclamato “presidente ad interim” nel gennaio 2019, poco dopo che Maduro aveva prestato giuramento per un secondo mandato in carica. Fu immediatamente riconosciuto dagli Stati Uniti e dai suoi alleati latinoamericani ed europei. Maduro ha accusato Guaido di aver tentato di realizzare un colpo di stato appoggiato dall’estero con l’obiettivo di consentire ai paesi stranieri di assumere il controllo delle vaste risorse petrolifere e minerarie del Venezuela.

Gli Stati Uniti e gli alleati hanno appoggiato il loro sostegno politico a Guaido congelando le attività venezuelane all’estero e trasferendo il controllo di alcune di queste risorse agli alleati di Guaido, con Caracas che calcola che decine di miliardi di dollari di beni all’estero sono stati rubati al paese.

Oltre all’assistenza politica a Guaido’, Washington ha ripetutamente minacciato di intervenire militarmente in Venezuela, spingendo Maduro ad avvertire che gli Stati Uniti potrebbero sperimentare una “ripetizione del Vietnam” se osassero invadere il paese latinoamericano.

Sebbene gli Stati Uniti, i loro alleati latinoamericani e diversi paesi europei abbiano riconosciuto Guaido’ come leader legittimo del Venezuela, Russia, Cina, Cuba, Messico e un certo numero di altri paesi hanno continuato la cooperazione con il governo democratico eletto di Maduro, rifiutando di considerare legittima la nomina di un presidente fatta da un paese esterno che considera il Venezuela come un “cortile di casa” dove poter dominare e disporre.

Fonte: FRN

Traduzione: Lisandro Alvarado

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