Negoziati segreti tra l’Iran e la Cina per la sicurezza delle rotte petrolifere nel Golfo Persico
di Luciano Lago
Mentre gli USA induriscono le sanzioni e la pressione sull’Iran, minacciando anche di bloccare le petroliere iraniane che esportano il petrolio del paese persiano, una notizia sembra sfuggita ai media occidentali: il viaggio del comandante della Marina iraniana, contrammiraglio Hossein Khanzadi, il quale si è recato in Cina lo scorso Sabato per una riunione con il suo pari grado cinese e con i capi di Stato Maggiore della Marina di Pechino.
L’occasione è stata ufficialmente quella di partecipare al 70 ° anniversario della fondazione dell’Esercito popolare di liberazione della Cina, tuttavia numerosi osservatori notano che le autorità militari iraniane e quelle cinesi stanno portando avanti degli accordi di cooperazione militare fra la flotta militare iraniana e quella cinese per presidiare la sicurezza dei traffici nel Golfo Persico.
In effetti, nelle dichiarazioni ufficiali, prima di lasciare Teheran, Khanzadi ha detto che l’obiettivo più importante del suo viaggio sarà quello di sviluppare l’interazione e il contatto tra la marina iraniana e quella cinese.
Il contrammiraglio ha anche espresso la speranza che le due flotte aumenteranno la loro cooperazione nel prossimo futuro, dopo aver identificato tutte le capacità nei settori tecnico, educativo e operativo marittimo.
Khanzadi ha inoltre sottolineato la necessità di rispettare le risorse e gli interessi marittimi dei paesi della regione. Gli eserciti dei paesi regionali possono fornire sicurezza all’Oceano Indiano”, ha dichiarato, aggiungendo che l’Iran non accetta la presenza di flotte extra regionali nella regione.
Bisogna considerare che l’Iran è un fornitore di petrolio privilegiato per Pechino, che ultimamente ha incrementato le importazioni del petrolio iraniano, facendosi beffa delle intimazioni degli USA. Questo significa che la Cina attribuisce una importanza strategica nel garantire il traffico marittimo nel Golfo Persico per le petroliere iraniane e quelle di altri paesi, scoraggiando con la sua presenza militare la possibilità di un blocco delle petroliere che Washington ha ventilato come minaccia per impedire le esportazioni di petrolio dell’Iran.
Questa minaccia si era di fatto aggravata con il proclama del Presidente Trump di considerare la Guardia Rivoluzionaria dell’Iran (un corpo scelto dell’Esercito iraniano) alla stegua di “terroristi”. Una qualifica che potrebbe avere effetti pratici molto gravi visto che nell’area del Gofo Persico sono esattamente le Guardie della Rivoluzione iraniane con i loro mezzi navali quelle che presidiano le coste dell’Iran. Un incidente o una provocazione da una parte o dall’altra non si può escludere con conseguenze che potrebbero essere quelle di incendiare tutta la regione.
Negli ultimi anni, la Marina iraniana ha aumentato la sua presenza nelle acque internazionali per proteggere le rotte navali e fornire sicurezza alle navi mercantili e alle petroliere.
La Marina di Teheran è anche riuscita a contrastare numerosi attacchi a petroliere iraniane e straniere durante le loro missioni nelle acque internazionali.

Nonostante questo risulterebbe essenziale il ruolo di unità navali della Repubblica Popolare Cinese nel Golfo Persico, visto che le forze marittime di Pechino si sono incrementate in gran numero ed in tecnologia ultra moderna e come tali potrebbero scoraggiare qualsiasi tentativo di aggressione dell US. Navy alle unità navali iraniane.
Questi segnali indicano tutti in modo concorde che la Cina considera ormai quella con l’Iran una alleanza strategica, sia per lo sviluppo della “Belton Road” (la via della Seta) che avrebbe una sua base di partenza proprio dall’Iran per la posizione strategica di questo paese, porta fra Medio Oriente ed Asia, sia per la coperazione militare in contrasto con i tentativi di egemonia degli USA nella regione.
Oltre che con la Russia, l’Iran sta di fatto consolidando una alleanza con il possente paese asiatico che contribuisce a rafforzare il ruolo dell’Iran e dell’asse della resistenza, di cui l’Iran è un perno essenziale, assieme alla Siria, al Libano degli Hezbollah ed ultimamente all’Iraq, paese che si è aggregato a tale asse per i suoi consolidati rapporti con il confinante Iran.
Questo fattore dovrà essere attentamente soppesato dagli strateghi neocon di Washington che stanno procedendo sulla via di un conflitto con l’Iran, dietro “suggerimento” di Netanyahu e del genero di Trump, Jared Kushner. Le conseguenze di un conflitto con l’Iran potrebbero essere troppo gravi da sottovalutare.
non sono assolutamente sciita, per niente, ma nante Nazioni Arabe Sunnite avrebbero molto da imparare dalle politiche Iraniane
tranne quella di appoggiare la confraternita multinazionale salafita naturalmente (detta erroneamente ‘fratellanza musulmana’
Abbaiare la luna di notte per poi di giorno raccontare ad altri che è sparita per paura dei soli abbai .
si sente solo un cane rognoso ad abbaiare a sproposito:
un cane idrofobo con guinzaglio sionista ,
è convinto che il mondo sia il suo canile perciò
crede di poter pisciare in testa a tutti,fregandosene dei confini ,delle leggi e dei trattati internazionali
ma il cane Yanqui a forza di abbaiare a tutti è diventato rauco e qualcuno gli sta misurando le zanne…
La marina cinese ormai uguaglia e sopravanza quella USA per volume e tecnologia.
Inoltre l’Iran sta per ottenere dalla Siria un’area del porto di Latakia per costruire un grande centro di stoccaggio e smistamento di prodotti petroliferi nel mediterraneo, e certamente vi saranno strutture adibite anche alla coeva forza militare di protezione.
Ciò sotto il naso delle basi britanniche di Cipro e dello stesso Israele, e dei loro F.-35.
Il casus belli definitivo si avvicina.