Lo strabismo dell’Occidente di fronte alle rivolte popolari
di Sergei Leonov
La rivolta dei francesi è ancora in corso, le strade di Parigi saranno in fiamme per un quarto fine settimana consecutivo, mentre uno sciame di “gilet gialli ” scende in piazza a manifestare contro un governo francese che, come sostengono gli insorti, si è staccato sempre più dalle preoccupazioni e dagli interessi dei cittadini comuni. Tuttavia non si manifesta ancora alcun sostegno per i manifestanti tra le capitali occidentali.
Eppure sono queste le stesse capitali che avevano fornito il loro sostegno ed appoggio nel 2014 quando fu la rivolta in Ucraina, quella conosciuta come la rivolta di Maidan, che ebbe il suo sbocco nel colpo di stato che portò ad un governo fantoccio degli USA e della UE.
Risulta strano lo strabismo dell’Occidente quando la rivolta scoppia contro un governo (quello di Macron) strettamente legato alle oligarchie globaliste dominanti in Europa, ci si preoccupa di non interferire negli affari interni della Francia. Questo scrupolo di non interferire mancò del tutto quando si trattava di favorire il cambio di regime a Kiev da un governo filo russo ad un governo filooccidentale. La famosa frase della Victoria Nuland (l’incaricata USA in Europa) “abbiamo speso 5 miliardi di dollari per l’Ucraina”, fu rivelatrice di quanto forti fossero state le inerferenze degli USA in Ucraina.
Questo è un po ‘strano, dal momento che i “gilets jaunes” non stanno solo protestando contro i piani (adesso annullati) di Macron per una tassa sul carburante, ma hanno pubblicato una lista di 42 richieste al governo che vogliono vedere implementate. Queste includono un aumento del salario minimo, delle pensioni e dei salari, nonché un arresto dell’immigrazione clandestina nel paese. In altre parole, questi non sono anarchici che vagano per le strade della Francia, ma cittadini regolari che ne hanno avuto abbastanza delle politiche neoliberiste dettate dal Macron. Inoltre il movimento gode di un alto livello di sostegno tra i francesi, con un sondaggio che mostra il 72% dei cittadini francesi che dicono di schierarsi con i manifestanti.
Gli Stati Uniti, Bruxelles e i loro alleati avranno difficoltà a spiegare la loro sordità di fronte a queste legittime preoccupazioni e proteste clamorose da parte di milioni di cittadini francesi. Il loro gelido silenzio rivela i doppi standard e ipocrisia evidenti poiché l’Occidente raramente perde l’opportunità di interferire negli affari degli stati stranieri -in Europa come in nord Africa e in Medio Oriente – quando si presume che la “democrazia” sia una richiesta legittima delle masse.
In nome della “democrazia” quante operazioni “umanitarie” sono state lanciate dagli USA e dalla NATO in questi ultimi anni ? Perchè non prevedere una operazione “umanitaria” anche in Francia dove Macron sta massacrando il suo popolo che protesta? Per molto meno la NATO decise di intervenire in Libia, come in precedenza in Serbia e in molte altre occasioni.
Non è possibile scordare la scena della piazza di Maidan, in Ucraina, quando, nel mezzo delle proteste e delle manifestazioni, comparve, fra gli altri, il defunto senatore americano John McCain, proprio nel centro di Kiev dove gettò olio sui fuochi fumanti proclamando nel corso di una manifestazione ,”L’Ucraina farà meglio dell’Europa, e l’Europa migliorerà l’Ucraina … l’America sarà con voi! “.
Cosa e quali interessi potevano motivare Washington a perseguire una così palese interferenza negli affari dell’Ucraina, ignorando oggi al contrario le manifestazioni di protesta in Francia?
Gli Stati Uniti cercavano di destabilizzare l’Ucraina e di installare un governo fantoccio a Kiev per indebolire la Russia e sottrarre a Mosca il controllo della Crimea e, tramite questa, dell’accesso ai mari caldi del Mediterraneo e dell’Oceano Indiano. Una vecchia fisima di Washington per ottenere una implosione della Russia e ridurre la sua influenza a livello regionale.
Dopo un anno che John McCain era impegnato nelle manifestazioni a Kiev, e Victoria Nuland distribuiva biscotti ai manifestanti, ci siamo ritrovati con l’Ucraina, sotto la nuova guida del presidente quisling degli Stati Uniti, Petro Poroshenko, che ha ricevuto $ 17,5 miliardi in accordo con un prestito dell’FMI, accompagnato da dolorose misure di austerità che viaggiano sempre assieme ai sacchi di denaro inviati dal FMI e dagli altri organismi transnazionali..

Attualmente, in Francia non esistono motivazioni di carattere finanzario e strategico tali da convincere le capitali occidentali a “manifestare per conto della democrazia” come avevano fatto senza indugio in Ucraina.
Questa posizione gloriosamente ipocrita nei confronti dei manifestanti francesi rivela un assioma dlla politica anglo-USA che risulta profondamente cinico e pragmatico, tale che dispone: “qualunque cosa vada a vantaggio delle istituzioni occidentali e della loro élite politica dominante, che sia uno sconvolgimento politico o un cambio di regme, è automaticamente un bene per la democrazia”. Questo non esclude sconvolgimenti sociali e rivoluzioni. Se la violenza nelle strade si traduce nell’emancipazione delle istituzioni occidentali, e non meno di tutte le istituzioni finanziarie globali, tali azioni saranno ricompensate con il sostegno occidentale, che ia militare o politico, senza un attimo di riflessione.
Oggi, Emmanuel Macron, 40 anni, l’ex banchiere d’investimento Rothschild noto come “presidente dei ricchi” dai suoi compatrioti, sta affrontando la prospettiva di una prima fine politica, non meno di quella che Viktor Yanukovich ha dovuto affrontare nel 2014 in Ucraina.
In effetti, dire che la popolarità di Macron tra i francesi è scesa a livello di toilette, descriverebbe la situazione in forma leggermente realistica.
Il doppio standard di valutazione sulle proteste popolari, rimane comunque a memoria d’uomo a segnare lo svilimento e la bassezza delle democrazie occidentali.