L’Italia di oggi: Un paese fragile senza difesa del suo territorio e delle sue infrastrutture

di Luciano Lago
Il Crollo del centrale Ponte Morandi a Genova può essere visto come la metafora di un paese in grave crisi, dove crollano i ponti e sulle autostrade scoppiano autocisterne, quasi il ripetersi di questi episodi (quello di Genova il quinto ponte a crollare negli ultimi anni) potrebbero significare l’imminente crollo di una Nazione.
La responsabilità diretta del disastro di Genova sarà quasi certamente da attribuire alla Società Autostrade Spa, di proprietà della Benetton , ed ai governi di centro sinistra che l’hanno sorretta, ai ministri delle Infrastrutture (come Del Rio) che neppure si degnavano di rispondere alle interrogazioni parlamentari sullo stato del ponte, come anche ai Governi succubi di Bruxelles che rifiutavano di investire in manutenzione delle opere e difesa del territorio per mantenere il bilancio dello Stato all’interno dei paramentri di spesa stabiliti della Commissione Europea.
L’avidità degli speculatori industriali, dei proprietari per concessione e favori politici, risulta nota a tutti. Loro Incassavano palate di denaro dalle tariffe (aumentate ogni anno) , senza curarsi di eseguire le dovute manutenzioni e gli investimenti previsti. Gli speculatori sono sempre stati coperti dalla politica.
La responsabilità indiretta si può facilmente attribuire principalmente ai governi di centro-sinistra, gli stessi che hanno favorito le privatizzazioni dei patrimoni pubblici, dall’acqua all’energia, dalla telefonia ai trasporti, dalle autostrade alle case popolari.
La sinistra, in combutta con i centristi della vecchia DC e delle successive formazioni, dalla Margherita alla UDC di Casini e soci, si è fatta portatrice degli interessi dei mercati, dei potentati finanziari e degli speculatori.
Quella sinistra, divenuta mondialista e filo capitalista, convinta sostenitrice del liberismo economico, si è dimostrata sempre disponibile al consociativismo e funzionale agli interessi del grande capitale, da Berlinguer, a Natta a Occhetto e D’Alema per finire poi “in bellezza” con Renzi e Gentiloni.

Renzi con Del Rio e Oliverio, la sinistra dei disastro italiano
A compiere il processo delle privatizzazioni, come tutti possono ricordare, è stata la sinistra di D’Alema di Veltroni, di Romano Prodi, con la compiacenza di Bertinotti e Cossutta, arrivando a Renzi, Gentiloni e alle varie Boldrini, Bonino, e compagnia cantante.
La sinistra al governo si è dimostrata succube alle direttive dei banchieri e tecnoburocrati della UE. Prima di tutto veniva la stabilità di bilancio ed i mercati, il vincolo del 3% e la rispondenza ai criteri liberistici dell’economia. Poi tutto il resto.
I governi di centro sinistra si sono palesati come privi di una volontà politica indipendente ma espressione di quei potentati finanziari ed atlantici di cui rappresentavano gli interessi.
Governi che si sono dimostrati disponibili all’abbandono delle produzioni industriali del made in Italy ed alla cessione di queste al grande capitale transnazionale, con fabbriche abbandonate e delocalizzazioni.
Gli esponenti della sinistra si sono dedicati preferibilmente all’apertura delle frontiere alla immigrazione/invasione su cui hanno puntato per nuova base di consenso (vedi l’insistenza per lo Ius Soli), oltre che per ottemperare le direttive delle centrali transnazionali.
Gli stessi esponenti della politica della sinistra hanno avuto cura di smontare pezzo per pezzo i diritti sociali sul lavoro e sulle pensioni, sull’assistenza sociale e sanitaria per favorire le politiche di austerità e di flessibilità dettate dalla UE e dai potentati finanziari.
Per ingannare il popolo, il governo di Matteo Renzi e i suoi sodali erano soliti utilizzare i nuovi termini inglesi per descrivere le loro misure antipopolari: “Job Act, spending review, quantitative easing, hotspot, spread”, ecc..

Gentiloni tranquillizza Soros
L’Italia era un tempo la quinta/sesta potenza industriale, una colonna di progresso e di civiltà nel mondo, ammirata per le sue realizzazioni e per le sue originalità di produzione, per il suo patrimonio di arte e di cultura.
Con i governi di centro sinistra l’Italia si è avviata ad essere un paese colonizzato del terzo mondo con infrastrutture fatiscenti, territorio super cementato e privo di difese, in mano a speculatori senza scrupoli, oltre a essere colonizzata culturalmente dalle mode anglofone.
Naturalmente un paese privo di una propria moneta, senza difese dei suoi confini, con un bilancio pubblico dettato dall’estero, una sovranità regalata ai potentati finanziari della UE e della BCE.
I risultati si vedono con il crollo dei ponti, lo scoppio delle cisterne, il crollo delle scuole, la deriva delle periferie ed i sintomi di scollamento civile.
Cambiato il Governo, estromessi gli esponenti di questa sinistra e con una nuova governance, possiamo augurarci che ci sia un svolta, una speranza di cambiamento ma, prima che politico, il cambiamento dovrebbe essere culturale. “Padroni a casa nostra” era stato il migliore slogan della Lega. Speriamo che si avveri.
M A G N I F I C O ! !
E’ la sintesi perfetta del passato e di cio’ che ancora pervade il presente. C’e’ nell’elenco dei “benefattori” del Paese, un’assente che non puo’ essere ignorato, il passpartout di varie situazioni, un superstite di una trascorsa era geologica: Giorgio Napolitano. Gli sia concessa menzione. A corredo mi sembra opportuno citare l’attivita’ di due soggetti pubblici, sindacalisti e confindustria, i quali anziche’ essere protagonisti attivi della dialettica sociale, economica e spiccatamente del lavoro, sono stati le quinte colonne del degrado nazionale. E mentre questo sindacato (CGIL-CISL-UIL) avendo perso il sostanziale riferimento ideale e partitico andrebbe disciolto e avvicendato con organizzazioni effettivamente rappresentanti degli interessi dei lavoratori, confindustria, anziche’ pronunciarsi in strali antigovernativi in difesa dei propri ingiustificati privilegi normativi, dovrebbe rifondarsi a cura di quei pochi veri imprenditori, amanti del fare e del rischio d’impresa, che invece restano sottomessi al protagonismo di parassiti arrichitisi all’ombra di fortuite, quanto opportune collateralita’ con gli ambienti descritti nell’articolo. E’ tempo che questi approffittatori cessino di interferire indebitamente e soprattutto inopinatamente nella vita politica e pubblica del Paese e ne siano estromessi loro e le loro inutili aziende, che saranno avvicendate da quella piccola e piccolissima impresa di cui l’italiano e’ abile creatore e ammirato protagonista nel mondo.Otteremo la rinascita economica e morale della Nazione.
L’austerità UE adesso la farà da capro espiatorio pure dei crolli dei ponti, dello squagliamento degli argini, del crollo di tante nostre scuole, del deragliamento di innumerevoli treni ecc… che cominciarono quando detta austerità NON ERA NEPPURE ALL’ORIZZONTE. La rete stradale è sostanzialmente ferma da 50 anni. Quel poco – ed insufficiente – che è stato fatto in più (ad es. autostrade valdostane) è ancor “finanziato” dal popppolo con pedaggi criminali, nonostante sia stato ammortizzato per intero. Si paga perfino la tangenziale di Torino, e quelle est e nord di Milano, con caos indescrivibili in uscita. Nei paesi decenti i ring autostradali che bordeggiano le città sono gratuiti (tranne pochissime eccezioni). Ma che dico?… facciamo invece il capolavoro retroattivo: perché non attribuiamo all’austerità merkeliana anche il disastro del Vajont?… così sti italiotazzi si candeggeranno la coscienza sporca (la loro e insieme quella dei loro capoccia) a partire dalla preistoria.
– Qui la va a finire come con la storia dell’evasione fiscale: ci hanno gonfiato la capoccia che con i soldi recuperati dall’evasione vuoi mettere quanto welfare in più avremmo? Ah! AH! Le balle di Fra Giulio!… E così senza austerità UE avremmo una rete stradale come quella tedesca, o quella spagnola (che è eccellente). Ah ah! Altre balle di Fra Giulio, ad usum italiotorum, incompetenti sì, ma pure ladroni!. Si finge di non capire che i soldi recuperati dall’evasione fiscale o dalla soppressione dell’austerità UE andrebbero ancora una volta non a finanziare spese sociali, ma fatalmente ad incrementare le infinite ruberie, gli infiniti privilegi con cui le nostre caste politico-amministrative si rimpinguano sulle spalle degli italiotazzi, i quali d’altronde, come loro costume, se ne fregano e sono felici. E’ sufficiente che nei disastri facciano un po’ le prefiche.
I krukki saranno, sì, cattivissimi, però han capito perfettamente questo poppolo. Fa più danni un cialtrone di un cattivo.
Le invettive contro il poppppolo italiano vanno alla pari con le invettive krukke e quelle della sinistra tutta volta ad omaggiare i potenti…
Congratulazioni ! Ancora una volta viene dimostrato dalle frasi che la mefistofelica rabbia continua produce soltanto arroganza, mala ironia e dissacrazione di tutto ciò che può esserci di onorevole e rispettabile.
Ancora una volta si dimostra che la mancanza di una fede non serve nè al rabbioso, nè ad altri: è solo sterile vaniloquio…
Salvini , come Di Maio e come Toninelli semplicemente palesano una cosa ovvia: senza i vincoli europei il governo può e deve migliorare e monitorare ogni infrastruttura per mantenerla adeguata ai tempi. Per fare questo è necessario anche riappropriarsi delle infrastrutture cedute al privato.
Discorsi ovvi,logici e si spera messi in atto al più presto. Altri commenti ringhiosi mi sembrano decisamente fuori luogo, come spesso.
@Mardunolbo – Caro il mio Padre Superiore, invece di speculare su come sarebbe fatta la mia mente, RISPONDI UNA BUONA VOLTA alla caterva di FATTI che nei miei interventi allego in abbondanza. Ai già menzionati te ne aggiungo (non è proprio difficile!) un altro, sconcertantemente ricorrente: la Salerno-Reggio Calabria. C’è di mezzo lo zampino della Merkel, anche lì ? Come no!… da 50 anni!! – Se l’ alternativa sta nelle tue prediche, e soprattutto nella comun testa di italopoppolo che le ispira, temo che ne vedremo ancora, di disastr!, ahimè! – Se l’alternativa sta nel prendersela con l’austerity UE, quando, come i FATTI dimostrano, i disastri in TUTTE le infrastrutture pubbliche cominciarono in sto paese BEN PRIMA dei famosi parametri di Maastricht… ebbene, caro il mio Padre Superiore, questi FATTI non han nulla a che vedere sul come è fatta la mia testa (che per certo, con orgoglio, è laica e non pretesca).
L’attuale retorica “meanstream” se la prende con l’austerity, e ha ottime ragioni per farlo- non lo metto in dubbio -, però dovrebbe pensare per prima cosa alla trave nell’ occhio della nazione, e ricordarsi quanto meno di un libro di Stella e Rizzo, intitolato “La casta”, nel quale la malvagità UE non c’entrava un tubo…Dimenticato? Già! l’austerity UE è più di moda.
La casta rimane inamovibile, e la tua fede acqua e zucchero non la rimuoverà mai… Ti ricordi almeno di tal Valerio Staffelli nei tempi lontani di “Striscia La Notizia”? e dei suoi epocali servizi su opere pubbliche lasciate a mezzo, con i relativi stanziamenti dileguati in un circo d’illusionisti (tutti autoctoni!). Ti potrei anche citare (curiosità locale) decine di ciclisti morti delle parti di casa mia, per assenza di una pista ciclabile di banali 6 km, per la quale da decenni sono ricorrentemente stanziati fondi subito scomparsi nel circo degli illusionisti; risultato: completati 2 km., ma …non in funzione, e già invasi dal sottobosco. Però il popppolo non dice e non fa un tubo, dunque… Questa è la memoria di altri FATTI, quando l’austerity era al di là da venire. Ma i populisti acqua e zucchero hanno la memoria corta, soprattutto quando ci son di mezzo le vergogne del loro popppolo. T’immagini se si ricordano degli anni ’60, quando i ministri dei lavori pubblici, inaugurando le strade, ricevevano le bustarelle sotto gli occhi di tutti, addirittura sul palco di forbice e nastrini.
A proposito poi della ringhiosità degli “infedeli”, pensa a quanto è ringhioso il tuo compagno di fede Blondet. Ma la tua o la sua fede non mi interessano; la differenza che mi piace sottolineare in questo momento è che LA SUA non è una fede acqua e zucchero, sicché, Blondet, condivido, a prescindere dalla sua fede, moltissime cose. Insomma la mia presunta ringhiosità di “infedele” non c’entra un tubo. Hai fatto un altro buco nell’acqua.. Queste mie precisazioni valgono anche per i commentatori della tua filiera.
“contra factum non valet argumentum” ed io nulla obietto sulle magagne ,citate e su quelle,conosciute, della Salerno-Reggio Calabria che percorsi varie volte, purtroppo, nella mia giovinezza !
Si sa , pure per me, “acqua e zuccherino buonino,buonino” che esiste mafia,n’drangheta, e Sacra Corona Unita, che infiltrano pure la massoneria (secondo quanto dice ex gran maestro Di Bernardo).
Ciò non toglie che quando i vincoli europei non c’erano si poteva agire con più libertà per aggiustare e riparare, o NO ?
Il resto , sul ringhio continuo, è ancora e sempre valido e Blondet non ringhia, descrive con scioltezza di linguaggio ed indignazione continua…(non è ringhiare, mi spiace !)
Comunque i suoi “ringhi” da can misantropo sono utili pure loro ad indicare , sia pur malamente, le magagne italiane, ma per sua salute le consiglio di stare un po’ più sereno e meno ringhioso. ;-))
Forse imparare a pregare le fa bene: è un atto d’umiltà anche questo.
@mardunolbo – E chi dovrei pregare? Magari il dio dei democristiani cui prega Tognazzi (l’alter ego di Fanfani) nei suoi “esercizi spirituali” in un convento romano, nell’episodio “La giornata dell’ onorevole”, del film “I mostri” di Dino Risi. ….. No grazie. Mi sembra più roba per Lei che per me.
PS: Beato Lei che pensa che Blondet non ringhia! Mìzzega! Ma non lo vede che il suo furor antiberlusconiano ha raggiunto il livor patologico? Chiamala “serenità”! – Ma non lo vede quante ne dice su Bergoglio? O il battage che fa su gender e LGTB, che gli è diventato una ossessione pressoché quotidiana? – Del resto i suoi ringhi su transex e culattoni mi vanno in sintonia. I suoi ringhi teologali invece li passo in cavalleria. E’ materia che lascio volentieri a voi, “uomini di fede”.
Poi se ci dicono in eu che siamo ridicoli dobbiamo stare solo zitti. I responsabili ladri dell’amministrazione pubblica, non devono andare in galera, bisogna espropriarli di tutto, ascendenti e discendenti fino a prova contraria , gettarli sul lastrico, anzi sotto un ponte cadente( molto più deterrente che due anni con la condizionale che oltretutto non sconteranno)
Il vero problema è che nella nella nostra società sempre di più Non c’è il senso del dovere per gli altri anzi ce menefreghismo per gli altri , contano solo i soldi e ognuno pensa a sé stesso
se i 5 stalle non lasciano il loro padrone, sarà un altra mela marcia da togliere per bonificare la nazione.
se i grilli non lasciano il loro padrone, sarà un altra mela marcia da togliere per bonificare la nazione.
Si si come la si mette è veramente un osso duro da affrontare la situazione italiana. Non vorrei ripetermi nel ritornare alle origini con il falso rinascimento (una balla storica colossale) la falsa guerra di indipendenza, la falsa unità, e sopra tutti un re così falso e smidollato che dopo l’8 settembre un popolo vero sarebbe andato a cercare tutti i consanguinei per giustiziarli nella pubblica piazza e sterminare la discendenza. Ma il risultato è questo, un paese che è già e lo è sempre stato, una colonia inglese e in parte francese. Solo un certo Benito Mussolini aveva osato opporsi a questo regime ignobile e subdolamente falso, sappiamo tutti come è andato a finire, tradito dai suoi sostenitori dopo essere stato doverosamente spolpato. Caro Matteo (Salvini) te lo dico con il cuore, non ti fidare di nessuno, se sei tu l’uomo del secolo, quello con le palle, quello che può ridare l’italia agli italiani, non ti fidare. Picchia duro, con violenza estrema, se ti attaccano, uccidi, se hai dubbi, uccidi, se hai informazioni strane, uccidi. Non pensare che puoi risollevare le sorti di questa ignobile colonia di schiavi con l’anello al naso semplicemente cambiando qualche legge. Devi eliminare una pletora di asserviti che non mollerà mai, devi tagliare i cordoni ombelicali con i colonizzatori, devi andare per la tua strada e soprattutto non cedere a strane alleanze e alchimie politico militari. Segui sempre l’esempio della svizzera. Farsi i cazzi propri paga sempre!!!
Analisi storica sintetica ma ineccepibile. Ma il futuro è ancora più inquietante. E non parlo dei prossimi 10 anni, ma dei prossimi 10 giorni, quando si inizierà a parlare di finanziaria, con tutti i vincoli internazionali della bce del fmi, con un contratto di governo che ci lega all euro e tante altre magagne. Lo schianto sarà istantaneo come quello del ponte, e le istituzioni si rimpalleranno le accuse, dicendo che non c era nulla che facesse presagire una dinamica così rapida.
Un paese che crolla, lentamente ma inesorabilmente, pezzo dopo pezzo.
Ormai non è più credibile il mantra che “privato è bello” – “privato è meglio”.
La privatizzazione di infrastrutture lucrose come le autostrade non ha portato i vantaggi promessi dalla propaganda neoliberista portatrice del messaggio: “privato è bello”, della maggiore efficienza del privato rispetto al pubblico, dei vantaggi per gli utenti.
In realtà con le privatizzazioni si sono spesso generati monopoli, ingiuste rendite di posizione e guadagni elevatissimi per poche famiglie ricche e fortemente legate con i vertici della politica nazionale e internazionale.
Le autostrade sono passate da un monopolio statale a uno privato. In sé questo passaggio non può portare nessun vantaggio.