L’IRGC lancia nuovi missili, attacca con droni le postazioni terroristiche nel Kurdistan iracheno


Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha preso di mira ancora una volta le posizioni di gruppi terroristici che operano vicino ai confini occidentali del Paese nella regione semiautonoma del Kurdistan iracheno.

Secondo un rapporto pubblicato dall’agenzia di stampa Fars, la Ground Force dell’IRGC ha martellato le posizioni dei gruppi terroristici con più lanciarazzi, armi d’attacco di precisione e droni.

Il rapporto arriva quando il comandante della base Hamzeh Seyed al-Shohada dell’IRGC ha affermato che le forze di sicurezza hanno arrestato più di 100 elementi di gruppi di separatisti e terroristi, tra cui il cosiddetto Partito Komala e il Partito Democratico del Kurdistan iraniano (PDKI), che ha avuto un ruolo nelle recenti rivolte in Iran.

Il generale di brigata Mohammad Taqi Osanlou ha affermato che i confini nord-occidentali dell’Iran sono generalmente sicuri, ma in alcuni casi il nemico è riuscito a intrufolare armi attraverso le frontiere per alimentare rivolte in Iran. Tali tentativi, tuttavia, sono stati accolti con feroci reazioni da parte delle forze di sicurezza iraniane.

“La regione nord-occidentale del paese è inaccessibile e montuosa. Nell’ultimo mese abbiamo confiscato una notevole quantità di armi e munizioni a gruppi che cercavano di contrabbandare armi e alcune attrezzature nel cuore del paese”, ha affermato Osanlou.

“La nostra richiesta relativa all’istituzione della sicurezza del confine deve essere accolta dal governo centrale in Iraq. La nostra richiesta non si limita solo alla sicurezza interna della Repubblica islamica dell’Iran, ma include anche la sicurezza della regione del Kurdistan iracheno e dell’Iraq. Anche i gruppi terroristici anti-iraniani che operano nella regione curda o altrove in Iraq sono considerati una minaccia per la sicurezza di quelle aree. Abbiamo discusso sulla questione con funzionari del governo di Baghdad e del governo regionale del Kurdistan (KRG)”, ha affermato il generale.

Nel frattempo, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha anche reagito agli attacchi dell’IRGC sulle posizioni dei gruppi terroristici nella regione del Kurdistan iracheno.

Terroristi curdi del PKK utilizzati dagli USA e Israele contro l’Iran e la Siria

“L’Iran non rimarrà in silenzio di fronte alle minacce alla sua sicurezza territoriale, in particolare quelle poste dai gruppi separatisti nelle aree di confine, e difenderà la sua sicurezza”, ha detto Nasser Kan’ani durante la sua conferenza stampa nella capitale Teheran lunedì.

Dal 24 settembre, l’IRGC ha preso di mira quotidianamente le basi terroristiche nella regione del Kurdistan iracheno, tra le notizie secondo cui i terroristi hanno cercato di innescare rivolte e disordini nelle città di confine occidentale dell’Iran.
L’Iran ha in innumerevoli occasioni avvertito le autorità locali del Kurdistan iracheno che non tollererà la presenza e l’attività di gruppi terroristici lungo i suoi confini nord-occidentali, affermando che il Paese darà una risposta decisiva qualora quelle aree diventino un fulcro di terroristi anti-Repubblica islamica.

A maggio, l’IRGC ha colpito e demolito le posizioni di gruppi terroristici che operavano vicino ai confini occidentali del paese nella capitale della regione curda settentrionale dell’Iraq, Erbil.

Sempre nel settembre dello scorso anno, l’IRGC ha lanciato un attacco nel nord dell’Iraq, dove ha distrutto quattro basi appartenenti a gruppi ostili.
Nota: I gruppi terroristi che hanno cercato di infiltrare i loro elementi all’interno dell’Iran, per destabilizzare il paese, sono da tempo sponsorizzati ed armati da potenze straniere, sembra superfluo specificare che queste potenze sono essenzialmente gli USA e Israele, attraverso i loro servizi di intelligence, CIA e Mossad. Naturalmente la propaganda mediatica occidentale sostiene che i disordini e le violenze in Iran, inclusi l’assassinio di poliziotti e l’incendio di edifici pubblici, siano stati causati da “proteste spontanee” per un un problema del velo di una ragazza iraniana poi trovata, morta in una stazione di polizia.

Fonte: Press Tv

Traduzione: Luciano Lago

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