L’enorme fallimento delle sanzioni: danneggiano l’Europa, aiutano la Cina e isolano… gli USA
Di Edward Lozansky e Martin Sieff, della American University di Mosca.
I governi nazionali e le alleanze internazionali a volte sono miopi, scontrosi e autolesionisti. I sempre crescenti programmi di sanzioni economiche che gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno imponendo alla Russia dimostrano di esserne un classico esempio. Ovviamente possono causare un certo danno all’economia russa, e lo stanno già facendo; ma se gli strateghi occidentali credono che ciò fomenterà una rivolta anti-Putin, farebbero meglio ad abbandonare i loro pii desideri.
Non solo l’appoggio a Putin continua a crescere ad ogni nuova ondata di sanzioni, ma, lungi dall’isolare la Russia, esse la stanno spingendo ad approfondire sempre più i legami economici e la cooperazione strategica con la Cina, in una nuova dinamica eurasiatica cui anche l’India ha chiarito di voler essere partner a pieno titolo.
Inoltre, come illustrato dal recente accordo del Caspio, Russia sta facendo causa comune anche con l’Iran e altri paesi asiatici per contrastare la penetrazione economica, e non solo, di USA e UE nelle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale e del Caucaso.
Sul fronte economico, il continuo consolidamento dei paesi BRICS provoca un importante spostamento nel peso finanziario dall’Occidente all’Oriente, per cui USA e UE non possono più dettare e imporre le loro regole del gioco sul resto del mondo.
E’ davvero una fantasticheria immaginare che gli Stati Uniti e l’UE possano “isolare” Russia e Cina, che dopotutto non sono così sole, visto che i paesi europei sono sempre più frustrati dai dettami di Washington, e molte nazioni sudamericane sono, almeno moralmente, dalla parte della Russia.
Ironicamente, alcuni paesi europei sono più dipendenti dalla Russia di quanto questa lo sia da loro: il gas naturale siberiano resta essenziale per scaldare le case di centinaia di milioni di europei ogni inverno. Perfino nella prospera Germania ci sono almeno 300.000 posti di lavoro ben retribuiti nell’industria che continuano a dipendere direttamente dalle ordinazioni russe.
Più la politica occidentale diventa anti-russa, più gli interessi regionali e geopolitici russi e cinesi convergono, perché Pechino si rende conto che Washington non esiterà a oltrepassare alcuna linea rossa per promuovere i suoi interessi.
La domanda principale è: questa politica farà davvero gli interessi americani, nel lungo termine? L’avvicinamento di Russia e Cina minaccia sia la sicurezza degli USA che due importanti obiettivi economici globali: la creazione con l’Europa di un Partenariato Transatlantico per il Commercio e l’Investimento (TTIP), e un simile Partenariato Trans-Pacifico (TPP) con l’Asia. Tali iniziative beneficerebbero le compagnie americane enormemente. Tuttavia, lo sviluppo di un asse economico sino-russo in risposta al regime di sanzioni, e la frustrazione della Cina verso quello che interpreta come il tentativo statunitense di metterla “in quarantena” o confinarla in Asia, creano un blocco di potere politico, strategico ed economico che alcuni paesi europei e asiatici non si possono permettere di ignorare.
Il fatto è che un’Unione Europea debole e travagliata, paralizzata da una valuta che non funziona e da un’enorme disoccupazione strutturale in Francia, Italia, Spagna e altri paesi, è troppo interconnessa con i mercati russi. Allo stesso tempo, da parte loro gli Stati Uniti non si possono permettere di far arrabbiare troppo la Cina, visto che la Banca di Stato cinese detiene ancora circa un terzo di tutti i titoli del tesoro statunitense esistenti. Washington corre anche enormi rischi se si spinge troppo in là nell’irritare e alienare la Russia, che resta il suo partner cruciale per la sicurezza strategica nucleare globale.
Coloro che decidono le politiche di Washington e Bruxelles persistono nell’illusione di vivere in un mondo giunto alla “fine della storia”, dove i loro valori liberali e democratici sono destinati a vincere -e rapidamente- su ogni altra alternativa economica e sistema politico. Tuttavia, la dura realtà è che viviamo in un mondo di 7 miliardi di persone che si sta frammentando e dove sono già emersi centri di civiltà e potere molto diversi e in competizione tra loro. E’ il mondo predetto 21 anni fa dallo storico e geo-stratega americano Samuel Huntington.
Nel mondo multipolare di Huntington, che di fatto esiste già, le sanzioni occidentali contro la Russia sicuramente non porteranno Mosca a cedere riguardo l’Ucraina. Al contrario si ritorceranno contro gli autori, facendo avverare proprio l’incubo che i politici di Washington e Bruxelles dovrebbero evitare a tutti i costi: la creazione di un mondo diviso in blocchi commerciali e strategici diversi.
Le sanzioni economiche non stanno isolando la Russia: stanno isolando gli Stati Uniti e mettendo a dura prova i legami dell’Unione Europea. Questi risultati sono già chiari.
Fonte: Russia-insider.com
Traduzione: Anacronista
Nella Foto in alto: ragazze innalzano un cartello (“per un lavoro dignitoso e pacifico senza sanzioni”)