Leader delle milizie sciite irachene: “Combatteremo accanto ai fratelli siriani per liberare il Golan”

Lo scorso martedì, la Giordania ha fatto un annuncio che ha contribuito a tranquillizzare i responsabili isreliani. Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il segretario di Statto degli Stati Uniti, Mike Pompeo, il ministro degli Esteri giordano, Aiman Safavi, ha affermato che il suo paese riconosce che le alture del Golan appartengono alla Siria e che Israele deve ritirarsi dalle stesse.
Tali dichiarazioni sono arrivate poco dopo la visita fatta dal consigliere per la sicurezza, John Bolton, alla Stato di Israele. Nel corso della sua visita, Netanyahu ha chiesto agli USA di fare tutto il possibile perchè la comunità internazionale riconosca la “sovranità israeliana sulle Alture del Golan occupato”. Gli USA ancora non hanno dato una risposta a tale richiesta.
Pochi giorni fa l’Assemblea Generale dell’ONU ha votato a grande maggioranza una risoluzione che richiede il ritiro israeliano dalle Alture del Golan e che si riconosca la sovranità della Siria sulle stesse Alture. Secondo lo Stato siriano, che da anni cerca di recuperare il Golan, si tratta di una buona notizia, soprattutto tenendo in conto che gli alleati dell’Esercito siriano sono ben disponibili a contribuire attivamente alla liberazione del Golan.
Sottolineando la necessità del rafforzamento delle relazioni tra i gruppi della resistenza nella regione di fronte ad un esercito israeliano del tutto demoralizzato, il segretario generale del movimento iracheno Al Nuyaba, che è uno dei principali componenti della milizia di “Hashid al Shaabi “in Iraq, questi ha consigliato gli israeliani di evitare ogni confronto militare con Hezbollah e che si guardino molto bene dal provocare la Siria.
“Il regime di Israele in questi ultimi anni si è indebolito. Già non dispone di margine sufficiente nè di iniziativa. Gli israeliani ormai non sono in condizioni di scatenare una guerra contro la Resistenza. Al Nuyaba è convinto che ogni guerra israeliana contro la Resistenza terminerebbe con un totale fallimento del regime israeliano”, ha dichiarato il segretario generale di Al Nuyaba, Sheij Akram al Kaabi, i cui combattenti formano parte di un recentemente creato “Esercito per la Liberazione del Golan”.

Al Nuyaba aggiunge che è disponibile a partecipare a qualsiasi azione che cerchi di ottenere la liberazione del Golan. “Come abbiamo visto di recente, Israele non ha potuito resistere per più di due giorni di fronte alle forze della Resitenza a Gaza. Se dovesse scoppiare una guerra, l’Asse della Resistenza (Siria-Hezbollah-Iran-milizie irachene) otterrà la vittoria”, ha affermato il leader di Al Nuyaba, questo perchè Israele manca di soldati “motivati e competenti”.
Più in avanti nelle sue dichiarazioni, il segretario generale di Al Nuyaba ha parlato di un “blocco di Resistenza integrato” che opererebbe “dall’Iraq fino al Libano passando per la Siria e la Palestina”, se Israele commette l’errore di attaccare le forze della Resistenza.
“Nel ricorrere alla guerra ibrida”, e nel manipolare i gruppi terroristi takfiri come suo strumento, Tel Aviv ha fatto tutto il possibile per dividere le due nazioni: quella irachena e quella palestinese. E’ stato un piano di tradimento iniziato prima della invasione dell’Iraq da parte degli USA e che si è prolungato fino alla vittoria della Resistenza contro il Daesh (ISIS) e gli altri gruppi terroristi sostenuti dall’estero”, ha detto Kaabi, il quale ha riferito di essere convinto che il rafforzamento delle relazioni tra i gruppi della resistenza irachena e i palestinesi avrà un grande impatto nella regione. In questa fase, questo risulta sufficiente per sbaragliare il piano storico dei sionisti nella regione”.
In altri commenti il leader di Al Nuyaba ha ricordato il ruolo fondamentale del suo movimento nella sconfitta del Daesh: “Avendo partecipato pienamente alle operazioni strategiche in tutte le province irachene, Al Nuyaba ha svolto un ruolo decisivoe continuerà a farlo nel futuro, anche frustrando i piani dell’asse Washington- Tel Aviv-Riyad “.
Fonte: Press TV
Traduzione: Luciano Lago
Ah si Israele manca di soldati motivati e competenti…ma questo ci e’ o ci fa?
Ma perchè non vai a lavorare in un kibbutz!