LE TRE TESTE DELL’IDRA

di  Marco Della Luna

L’idra della partitocrazia, proprio come quella della leggenda, ha davvero più teste: quando gliene tagli una, in questo caso Renzi (terzo premier scelto di fila da Napolitano per gli elettori), va avanti la seconda, Mattarella, dando tempo di ricrescere alla prima, e difendendo dal voto popolare la terza testa della partitocrazia, ossia l’illegittima maggioranza della camera, frutto di legge incostituzionale.

Per vincere l’idra, bisogna tagliarle via tutte insieme, proprio come fece Eracle con l’idra di Lerna (che aveva ben nove teste), nella sua seconda fatica. Cioè bisogna (anche se non basta) che la futura maggioranza, se alternativa, induca Mattarella ad abdicare. Con la moral suasion, naturalmente. Per ragioni di merito, ma anche di legittimità, cui sotto accennerò.

Anche Napolitano era una testa dell’idra. Approssimandosi la fine della sua presidenza, mise a Palazzo Chigi una nuova testa, cioè Renzi, che poi a sua volta ha scelto e fatto votare Mattarella. Così L’idra ha sempre almeno due teste attive.

Le teste dell’idra ora stanno lavorando per neutralizzare la volontà popolare espressa col chiaro voto referendario, per ritardare il ritorno alle urne e portare avanti un governo politico replica del precedente, con Boschi (“se vince il no, mi ritiro”), Lotti e tutti i più screditati, per trascinare il Paese verso nuove situazioni e verso la maturazione dei vitalizi dei parlamentari, cioè settembre.

E le due camere hanno votato la fiducia a un governo che si presenta come intenzionato a durare finché avrà la loro fiducia vitaliziesca ed esercitando pieni poteri politici, comne se godesse della fiducia popolare, mentre si è visto il contrario.

Il voto popolare ha costretto Renzi a defilarsi, ma Renzi aveva messo sul Quirinale Mattarella a portare avanti il suo programma e riciclare lui stesso in caso di caduta. Ora infatti Mattarella gli sta dando il tempo di farsi conferire un nuovo mandato con le primarie del suo partito per potersi ripresentare a capo del centro sinistra nelle prossime elezioni politiche, come candidato premier, benché Renzi stesso abbia, come la Boschi, promesso di ritirarsi dalla vita politica in caso di sconfitta referendaria. Ma è un mentitore professionale.

La cosa più grave è che Mattarella fa tutto ciò senza essere realmente egli stesso legittimato come presidente della Repubblica, perché è stato eletto da una maggioranza parlamentare non corrispondente a una maggioranza elettorale, e frutto di una legge incostituzionale, e ora per giunta sfiduciata direttamente dal popolo. E Mattarella ha mandato tale governo a farsi legittimare da quella medesima maggioranza incostituzionale di un parlamento di nominati dalle segreterie partitiche, e che quindi rappresenta queste stesse, più gli elettori.

Ecco perchè, se si vuole ridare legittimità e legittimazione allo Stato, bisogna non solo rinnovare le camere con elezioni generali, ma anche sostituire Mattarella con un presidente della Repubblica eletto in modo pienamente legittimante da un parlamento pienamente legittimo.

Ma da dove vengono la vitalità inesauribile dell’idra e il suo attaccamento al potere? La risposta è nella sua agenda, l’agenda dei governi della partitocrazia degli ultimi infausti decenni: procurare il trasferimento ai capitali forti stranieri delle industrie e delle banche strategiche italiane, spartendosi quanto possibile del resto e liquidando ogni spazio di indipendenza nazionale.

Fonte:  Marco Della Luna

17 thoughts on “LE TRE TESTE DELL’IDRA

  1. Indubbiamente l’accostamento alle teste dell’idra è più efficace, colto ed elegante: perché a me, in un eccesso di grossolanità, verrebbero in mente altri tipi di teste…

  2. Bisogna, si. Bisognerebbero tante cose. Il problema è l’ attuazione di ciò che è necessario, vitale, fondamentale per salvare la Repubblica: abbattere il sistema criminale che la governa. Ma come? Se un sistema criminale fa leva su istituzioni criminali, esiste un solo modo per ristabilire la giustizia e l’ ordine. In uno scenario simile, allora, dopo parecchio tempo di falsificazione della realtà, sostituita con un suo surrogato che, tuttavia, è legittimato dal sistema criminale – ne fa proprio parte – occorre una guida. Dov’ è? La domanda sembra scontata, eppure la risposta non c’ è. Qualsiasi tentativo spontaneo, sporadico, sparso e non collegato, qualora dovesse anche riuscire a far tremare e forse, ipoteticamente, ad eliminare il sistema, non troverebbe seguito politico ed istituzionale. Tutte le teste di questa Idra ricrescerebbero, giacché non sono solo tre, ma miriadi di miriadi, ad ogni livello. Io credo che buona parte del popolo sia pronta; altra ha ancora da mangiare; altra vive bene così, ma tutti, in ogni caso, rientrano in una gabbia d’ incultura, di vuoto intellettuale, di mediocrità diffusa. Una guida che sia capace di tenere le redini di una quadriga, dopo aver disarcionato chi la conduce, deve esser davvero illustre. Esistendo, potendo attingere ad una fonte possente e contando su una squadra fedelissima e determinata fino all’ estremo sacrificio, allora l’ ipotesi regge. Altrimenti non resta che pregare.

    1. Sono d’accordo sostanzialmente con Umberto, ma ritengo che più di un’Idra si tratti di un blob e sarò miope ma non vedo soluzione pacifica all’orizzonte, come ho già palesato in altro commento a cosa servirebbero altre elezioni stante presente gli attuali personaggi partitici?

    2. “Essere re è tanto, che egli non esiste che per questo. Questo bagliore esterno che lo circonda, lo nasconde e ce lo sottrae; la nostra vista si offusca e vi si perde, essendo abbagliata e assorbita da questa forte luce. Il senato decretò il premio di eloquenza a Tiberio; egli lo rifiutò, non ritenendo di potersi sentire onorato da un giudizio così poco libero, quand’anche fosse stato sincero. Come si cede loro ogni superiorità nell’onore, così si incoraggiano e si giustificano i difetti e i vizi che essi hanno, non solo con l’approvazione, ma anche con l’imitazione. Tutti quelli del seguito di Alessandro tenevano come lui la testa inclinata da un lato. E gli adulatori di Dionigi si urtavano fra loro in sua presenza, cozzavano e rovesciavano quello che capitava loro fra i piedi, per dire che avevano la vista corta come lui. Anche le ernie hanno servito talvolta di raccomandazione e di favore. Ho visto affettare la sordità; e poiché il sovrano odiava sua moglie, Plutarco ha visto i cortigiani ripudiare le loro, che amavano. E quel che è più, si è vista in onore la lussuria ed ogni dissolutezza; come pure la slealtà, le bestemmie, la crudeltà; e così l’eresia; e così la superstizione, l’irreligiosità, la mollezza, e peggio, se c’è di peggio: con un esempio ancor più pericoloso di quello degli adulatori di Mitridate, i quali, poiché il loro signore pretendeva all’onore di buon medico, gli portavano a incidere e cauterizzare le loro membra: infatti questi altri sopportano che si cauterizzi la loro anima, parte più delicata e più nobile.” (De Montaigne, “Saggi”, III, VII)

      Eh sì, dovrebbe essere una guida davvero illustre; ed esser circondato da soggetti che lo siano altrettanto. Temo soprattutto la latitanza di costoro e dei cosiddetti quadri intermedi (si sa che in un esercito la spina dorsale venga composta dagli ufficiali di rango inferiore e dai sottufficiali, che sono a contatto diretto dei soldati), nonché gli effetti di sterilizzazione intellettuale ed inanità etica e morale che l’esposizione prolungata alla demenza liberista indica d’aver prodotto. La logica delle circostanze mostra ampiamente come un sistema che abbia superato un certo limite sia incapacitato al recupero – similmente a un corpo galleggiante ormai preda delle rapide prossime alla cascata –, lasciando terreno a quelle sole forze cataboliche, il cui scopo è trasmutarlo per rimetterne in circolo i fattori elementari derivati dalla scomposizione.
      Forse non resta davvero che pregare; o allestire uno spirito quanto più possibile sereno per attraversare la catastrofe (e l’una cosa non esclude l’altra).

      1. I tuoi riferimenti antichi e attuali ad un tempo, sono molto più che altre parole. Una società ed una storia degne figlie dei suoi re: Quanto a degli illustri e fedeli colonnelli, è esattamente la conditio sine qua non. Se si volge il pensiero ai fautori della fedeltà a Roma che affidava la difesa della Repubblica a Pompeo, i quali stoicamente si fortificarono in Utica ad oltranza pur avendo saputo della sua morte, si può forse trovare un esempio del tipo di “compagnia” che intendo io. Come te, del resto, e tanti altri col sale in zucca, senza dubbio avallate quanto a integrità e nobile possanza.

    1. sì sì… fortuna che c’è Lei! Se non plagiasse Lei, di Marco Della Luna diremmo, come Don Abbondio di Carneade: “Chi era costui?”

      1. La ringrazio per l’onestà intellettuale che ha dimostrato nel contro-commentare, i “geni” si limitano a cliccare sul bottone “non mi piace”, ciò, per il sottoscritto, è cartina di tornasole del coraggio che anima mediamente gl’italiani.
        Senz’altro avranno divertito lei le citazioni di don Abbondio e Carneade e sono convinto che statisticamente parlando il primo è molto più popolare del secondo, specialmente nella classe guida del paese, per quanto riguarda l’avv. Marco della Luna la invito a leggere ciò che pensa Woody Allen o J.W. Goethe sulla categoria, ne condivido l’opinione.

      2. Non è questione di fortuna o sfortuna, Giannetto, nell’esprimere le proprie idee, l’importante è averle, poi che lei le condivida, come ha già fatto in coda ad altri miei commenti, o no non mi farà perdere il sonno nella seconda ipotesi, nella prima certamente proverò piacere.
        Certo che dopo questa sua uscita dovrò trattare i suoi futuri apprezzamenti come delle prese per il lato B, quindi se le risparmi.
        L’auto usata dell’avv. Marco Della Luna l’acquisti lei, preferisco andare a piedi.

  3. Giannetto, lei che è così sottile potrebbe risolvermi il rebus del perché un medico può obiettare e non assistere alcuna donna che voglia abortire, mentre l’avvocato assume le difese di chicchessia e non importa quanti omicidi il suo tutelato abbia compiuto?
    Può chiedere aiuto anche al suo idolo Marco Della Luna non certo a don Abbondio.

    1. Mi omaggia troppo con ben tre (!!) interventi consecutivi. Non merito tanto. So che Lei è ubiquo come il prezzemolo, ma d’ora in poi può scansare quell’angolino d’orto dove si sovrapporrebbe alla mia gramigna. Se non altro avrà una certezza: mai sarà da me plagiato.
      – La mia reazione “pasionaria” fu di stizza. Il pensiero che Marco Della Luna abbia sentito la necessità di plagiarLa mi ha rievocato la genìa psicopatica dei narciso-vittimisti. Ma di Paolo Barnard già ne abbiamo uno, e avanza. Non si sente la necessità di un suo clone in sedicesimo.
      – Poi m’è pure tornata in mente una Sua precedente invettiva contro il “Satana brianzolo”… un’antonomasia da “scrittore di polso” (*) che mi ha ricordato ( mannaggia le associazioni d’idee!!) le epistole paoline. La sua l’ho chiamata “Epistola ai Contro-Informati”.
      Credo d’averLe detto tutto e di non aver altro da aggiungere. Never more.

      (*) Questo sintagma non è farina del mio sacco; lo prendo in prestito da Carlo Emilio Gadda. E’ una citazione, non un plagio.

      1. Chi si affida alle citazioni manifesta vuoto intellettivo, poi se parla per bocca di terzi vive in maniera epifeta.
        Non essendo un avvocato ma un contadino se vuole discettare sull’orto, naturalmente non per iscritto dove può avvalersi dell’aiuto dei motori di ricerca ma sul campo, a sua disposizione

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