Le sanzioni USA e l’affossamento dell’Ordine Mondiale imposto da Washington

di  Luciano Lago

Il ricorso massiccio alle sanzioni contro i nemici dell’Ordine Globale imposto dagli Stati Uniti d’America dimostrano come la superpotenza nordamericana sia giunta al capolinea del suo disperato tentativo di restaurare la sua egemonia unilaterale irremediabilmente persa con i nuovi equilibri mondiali sorti nel secolo post americano.
Si sta rivelando inutile il ricorso alle sanzioni nel caso della Russia che ha dimostrato di essere in grado di vanificare una buona parte di queste e anzi rinforzare la sua autonomia nei settori agricoli e della tecnologia industriale grazie ad uno sforzo di super produzione che ha fatto mobilitare tutte le migliore energie del gigante euroasiatico.

Gli analisti osservano come le sanzioni USA siano risultate persino controproducenti rispetto agli obiettivi che si prefiggevano, il più importante dei quali era quello di isolare Mosca. Piuttosto le sanzioni e la politica aggressiva dell’Amministrazione Trump hanno determinato la costituzione di un blocco molto saldo fra la Russia e la Cina che ha consentito alle due potenze di integrare fra loro le forze militari, le risorse energetiche della Russia e la forza finanziaria della Cina.

Le relazioni fra i due paesi non erano mai state così salde come nella fase attuale, secondo le dichiarazioni emesse dai massimi responsabili della diplomazia russa e cinese. Un ringraziamento indiretto a Washington ed alla follia strategica dei neocon che guidano le decisioni dell’Amministrazione Trump.
Le sanzioni contro l’Iran, additato come il nemico numero 1 dalla triade USA , Israele e Arabia Saudita, fanno parte di questo tentativo che mirava a unificare l’occidente e i principali paesi emergenti in un fronte compatto contro Teheran. Anche in questo caso non è difficile prevedere che gli sforzi dell’Amministrazione USA di creare una coalizione anti-iraniana sono condannati al fallimento.

Trump e le sanzioni

Washington nei suoi calcoli non ha tenuto in conto il ruolo indispensabile dell’Iran nell’ambito del nuovo assetto euroasiatico che è destinato a svilupparsi nel grande progetto cino-russo di unificazione del continente Euro Asia che includerà come previsto, l’Iran, l’Iraq, la Siria e l’India, dove è pianificata la realizzazione del grande porto di Chabahar.
Tale progetto punta alla scommessa della realizzazione di un corridoio nord-sud destinato ad unire il grande paese asiatico con la Russia e l’Europa attraverso l’Iran che si è aggregato a questo progetto. Ne risulta che l’Iran assume un ruolo strategico per la realizzazione del progetto e la Cina, come la Russia e l’India, che stanno investendo enormi risorse nel progetto, non hanno intenzione di abbandonare l’Iran ma al contrario ne assumono la difesa e gli interessi di cooperazione economica come un asset proprio.

Non a caso l’India come la Cina, oltre alla Russia hanno decisamente respinto le richieste di Washington di non acquistare il petrolio iraniano e di interrompere i rapporti di cooperazione. Se si considera che anche l’Europa sta creando dei canali alternativi per aggirare le sanzioni all’Iran e la Turchia ha dichiarato che metterà a disposizione di Teheran i suoi oleodotti per il transito del greggio iraniano, si può vedere come la strategia USA sia destinata al fallimento.

Le guerre statunitensi contro l’Iraq e la Siria in Medio Oriente, che si sono svolte in questi ultimi anni, hanno avuto il medesimo obiettivo e facevano parte dello stesso progetto: quello della balcanizzazione del Medio Oriente per impedire la perdita di inflienza degli Stati Uniti nella regione e per rendere più agevoli i piani di espansione di Israele a spese dei paesi vicini. Il progetto è fallito con la resistenza della Siria che non si è lasciata sottomettere grazie all’aiuto di Russia, Iran e di Hezbollah.

Anche in questo fallimento si è visto che il piano di USA e Israele (e dell’Arabia Saudita) ha avuto un effetto contrario a quanto sperato, fortificando la posizione dell’Iran, la sua influenza e determinando la creazione di un asse sciita di resistenza che va dall’Iran alla Siria al Libano allo stesso Iraq che mal sopporta la presenza delle forze USA sul suo territorio. Questo preoccupa molto Israele che, per la sua sicurezza, ha chiesto agli USA di farsi carico di una guerra con l’Iran da combattere per gli interessi di Israele fino all’ultimo marine.

Corpo iraniani d’elite CGRI

La Siria da canto suo sta recuperando il suo ruolo regionale e ha messo fine ai complotti separatisti sobillati dall’esterno, con l’aiuto della sua alleanza strategica con l’Iraq, con l’ran e con i movimenti di resistenza del Libano e dell’Iraq.  Naturalmente risulta essenziale il ruolo della Russia e della Cina nell’alleanza con l’Iran. Le frequenti riunioni fra i responsabili della difesa dell’Iran,  della Siria  e dell’Iraq, determinano una certa inquietudine nelle autorità militari di Washington che vedono con preoccupazione il consolidarsi di questo asse fra i paesi arabi e islamici in prevalenza sciiti, uno sviluppo che i responsabili statunitensi non erano stati in grado di prevedere.

Gli statunitensi hanno tentato in tutti i modi di sabotare la creazione di questo asse cercando di imporre un governo fantoccio a Baghdad ma anche questo tentativo è stato frustrato dall’Iran e dalle forze sciite irachene, in maggioranza nel paese. Un fatto questo che ha segnato il secondo fallimento nella strategia USA che non si aspettava una mobilitazione delle fore irachene sciite dell’Hashid al Shaabi (Forze di Mobilitazione popolare) e del Movimento di Al Nuyaba, sulla frontiera siriana-irachena che hanno creato un fronte unico con l’Esercito siriano impedendo il tentativo USA di controllo della frontiera dei due paesi.

La dimostrazione di quanto la posizone degli Stati Uniti sia rigettata da tutti i grandi paesi emergenti del mondo si può comprovare nell’atteggiamento non solo della Russia e della Cina ma anche dell’India, del Pakistan, della Turchia e di molti altri paesi interessati a coperare con il grande progetto di sviluppo di Pechino (la nuova via della seta) che coinvolge anche l’Iran.

Donne iraniane contro le sanzioni

La stessa Europa è intenzionata, nonostante le pressioni americane, a continuare la cooperazione con l’Iran e grandi discussioni ci sono in Germania sulla necessità di mantenere stretti rapporti con la Russia di Putin, visto il crescente fabbisogno energetico di Berlino.
Significativa la risposta di un ministro tedesco al rappresentante di Washington che insisteva per l’annullamento del progetto del gasdotto russo tra Russia e Germania, Nord Stream 2: “La Germania decide da sola la propria politica energetica senza intromissioni esterne”.

La Germania e altri paesi in Europa iniziano a capire che gli interessi nazionali dei paesi europei divergono da quelli di Washington e richiedono una cooperazione economica con il grande paese euroasiatico piuttosto che lasciarsi trascinare in un clima pre bellico da parte dei neocon USA contro la Russia. La “minaccia russa” è il feticcio della propaganda pompata dagli anglo USA e dai media prostituiti agli interessi di Washington. Per alimentare questo feticcio aumenta il ritmo delle “provocazioni” ordite dai servizi di intelligence anglo USA che vanno dal caso Skripall all’ultimo caso della supposta spia russa in Austria. Il tutto condito con minacce continue ed esercitazioni della NATO a pochi minuti di volo dai centri vitali della Russia europea.

Possiamo prevedere che arriverà il momento in cui anche i tradizionali alleati europei degli Stati Uniti inizieranno ad aprire gli occhi ed a comprendere quali siano i reali interessi dell’Europa e questo spingerà i paesi europei ad affrancarsi dal pesante vincolo di subordinazione imposto da Washington in Europa. Ci vorrà del tempo ma le situazioni nella Storia cambiano e la maschera dell’atlantismo inizia a scricchiolare come è ormai inevitabile di fronte ai veri pericoli che incombono sull’Europa, dalle migrazioni al terrorismo ai lampi di guerra che balenano all’orizzonte.

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