La sinistra ossessionata dall’antifascismo cerca un nuovo “caso Matteotti”

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Come noto la sinistra italiana, da molto tempo convertitasi alla causa del globalismo e allineata agli interessi del grande capitale finanziario con tutti i corollari di sottomissione alla eurocrazia di Bruxelles, trova una estrema difficoltà a recuperare anche la sola possibilità di farsi comprendere dalle masse dei cittadini che hanno visto sprofondare la propria condizione sociale ed i propri diritti per effetto delle politiche antipopolari realizzate dagli ultimi governi di centro sinistra. La perdita del consenso viene indicata dagli esponenti di tale sinistra come l’emergere di una “ondata populista e sovranista”, non riuscendo altrimenti a spiegare i termini della propria rovinosa caduta.
L’ondata populista e sovranista affermatasi da ultimo in Italia non può essere affrontata dalla sinistra ex marxista, sconfitta nelle urne elettorali ed a corto di argomenti (che non siano quelli di “più Europa”), senza ricorrere ai consueti mezzi di persuasione abitualmente utilizzati negli ultimi 40 anni per squalificare gli avversari, criminalizzarli e creare un clima di paura e di tensione.
Ecco quindi che ancora una volta si rispolvera il vecchio antifascismo d’annata, quello che consente alla sinistra mondialista di gridare al “pericolo del Fascismo”, peraltro inesistente, e che risulta estremamente comodo per ricompattare la base di consenso drammaticamente erosa dalle posizioni filo finanziarie e pro migrazioni adottate dal PD e dalle altre formazioni parallele (LEU, Più Europa, ecc..).
Le occasioni non mancano
Lo scorso 7 di Gennaio ricorreva il 41° anniversario dell’eccidio di Acca Larenzia, quello del pluriomicidio a sfondo politico avvenuto a Roma il 7 gennaio 1978, in cui furono uccisi due giovani attivisti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, che caddero assassinati in un agguato davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano di via Acca Larentia. All’evento viene collegata la morte di un altro attivista di destra sociale, Stefano Recchioni, che venne ucciso qualche ora dopo da un capitano dei Carabinieri durante gli scontri scoppiati con le forze dell’ordine in seguito a una spontanea manifestazione di protesta organizzata davanti alla stessa sede dai militanti missini.
Una data che viene ricordata ogni anno dai miltanti delle varie organizzazioni di estrema destra con commemorazione, cerimonie e sfilate dei gruppi di destra sovranista e patriottica e che si concludono con il “presente” a ricordo delle vittime.

Queste manifestazioni vengono prese a pretesto come attestazione del risorgente pericolo fascista in Italia amplificato dalla salita al governo di un partito come la Lega che viene facimente accostato alle ideologie di estrema destra. Un accostamento molto singolare viosto che pochi anni prima Massimo d’Alema, l’ex segretario del PD, aveva qualificato la Lega come un “movimento popolare nato da una costola della sinistra”. Erano però altri tempi, la Lega Nord era guidata da Umberto Bossi e lo stesso si prestò ad una manovra di palazzo per mettere in minoranza il partito di Berlusconi, allora al Governo. Da qui la riconoscenza del PD e dei suoi espnenti.
Le manifestazioni per il 7 Gennaio si svolgono sempre in modo composto , vigilate dalla polizia, ma la sinistra è sempre alla ricerca dell’incidente, della provocazione per poter poi tuonare sui media contro il nuovo squadrismo, la violenza dei gruppi di destra e il fascismo risorgente. Questo ultimo 7 gennaio è accaduto che, mentre un gruppo di militanti si dirigeva all’interno del Cimitero monumentale di Roma, il Verano, a portare corone di fiori e svolgere una commemorazione dei defunti, caduti per la causa, come recitava la commemorazione, un giornalista ed un fotografo dell’Espresso si sono intrufolati per fotografare e schedare i convenuti un vista di un articolo studiato per denunciare e creare allarme.
Si trattava di una pacifica commemorazione fatta in modo composto da un gruppo di persone, non da scalmanati, ma la provocazione non è passata inosservata e ne è nato un diverbio per richiedere al giornalista, che non era autorizzato a fotografare per la privacy, di consegnare le foto. Un diverbio esclusivamente verbale risolto con la consegna della scheda delle foto. Apriti cielo! Il giornalista è immediatamente tornato in redazione denunciando, a sprezzo del ridicolo, “l’aggressoone fascista” da lui subita e questo avvenimento che, da un diverbio, è stato trasformato in una “brutale aggressione” dai giornali e media, citato nei telegiornali della sera e divenuto un caso nazionale.
Tanto clamore che persino l’ineffabile giornalista di Repubblica, Massimo Giannini, nel corso della trasmissione di Floris sulla 7, ha reclamato al ministro dell’Interno, Salvini, di non aver abbastanza condannato l’episodio come se questo fosse stato non un semplice diverbio ma , un “attacco alla democrazia” e una aggressione fisica, mai peraltro avvenuta come i filmati documentano.

L’Antifascismo come strategia
Questo avvenimento come tanti altri, come le commemorazioni nostalgiche a Predappio o a Milano, attesta l’ossessione della sinistra di potersi aggrappare all’antifascismo per poter giustificare la propria presenza politica, i propri posti di potere nelle amministrazioni, nei media, nelle Università, nel sottogoverno.
Dimostra anche la necessità di avere una vittima sacrificale da presentare all’opinione pubblica e sospinge la sinistra a montare una propaganda che sembra voler far tornare l’Italia al clima di violenza degli anni ’70.
Non si può escludere che a questo punto ci sia in preparazione una qualche provocazione ben orchestrata con vittima sacrificale, meglio se un giornalista di una qualche testata di sinistra , per poter creare il clima di tensione, di messa in stato di accusa e di campagna contro il governo “favoreggiatore” dei gruppi eversivi di estrema destra.
In pratica un nuovo “caso Matteotti” creato e prefabbricato a tavolino. Non sarebbe la prima volta e questo favorirebbe la possibiltà di una risalita del PD e dei partiti di sinistra nei sondaggi presso l’opinione pubblica allarmata da un clima di violenza risorgente.
Ritorna il vecchio copione della “strategia della tensione” per consolidare le proprie posizioni e riprendere il proprio ruolo di guardiani del potere.
Niente di nuovo sotto il sole: cambiano i tempi ma le strategie per ancorarsi al potere sono sempre le stesse.
09/01/2019 Luciano Lago
Le vittime sacrificali non sono ignote ad una pseudosinistra che ormai è una ristretta combriccola mercenaria schiava via un’altro mercenario, lo speculatore giudeo Soros, dei governi islamici che attraverso la democrazia vogliono islamizzare l’occidente.
Basti pensare alla deputata laburista Jo Cox, sacrificata dai sorosiani per bloccare la brexit, al giornalista italiano ammazzato da qualche agente provocatore a Strasburgo (non l’islamico che è stato sacrificato pure lui ed era in possesso di una pistola a tamburo inservibile), oppure alle due turiste scandinave stuprate e decapitate in Marocco, vittime di una propaganda delle porte aperte che serve ad abbattere il nemico senza farlo combattere.
I paesi islamici sono rimasti al VII secolo e vogliono infettare il mondo con il loro libercolo, ma la graduale marginalità economica in pochi anni li riporterà allo stadio di sottosviluppo in cui degradano da quasi un millennio.
Dobbiamo solo spostare l’asse politico europeo verso l’estrema destra e combatterli senza quartiere, prima a casa nostra e poi loro.
Lo abbiamo già fatto contro la Spagna omayade e la Turchia ottomana, nel 1915-16 la Russia avrebbe liberato pure l’Asia minore se gli ebrei bolscevichi non l’avessero pugnalata alle spalle (Nicola II aveva fatto fare troppo pochi pogrom).
a casa tua puoi fare quello che vuoi. A casa mia ti infilo l’asta nel culo e ti sventolo come una bandiera
Diceva Ennio Flaiano:
esistono due tipi di fascismo. Il fascismo e l’antifascismo.
Fascismo? Questi figuri neofeudali si possono pure inventare invasioni aliene come i vari Fassino (cui magrezza sunt conseguentia rerum, una volta tanto) D’Alema, Dottor Sottile dal Britannia, Mortadella Prodi, Bersani da qualche parte, Walter Veltroni, Napolitano, Scalfari Repubblica e rimasuglia (ciò che resta) varia. Armata Bracalone che non fa più paura a nessuno, ed i primi siamo noi usati nel ’68 come animali da laboratorio, in corpore vili. E’ finita peri loro. Niente panico ché nessuna cosa è eterna. E non sentiremo mancanza, anzi.
Man
….se si ha voglia a proposito di Matteotti c’è il divertente, nel senso autentico della parola, libro “Golpe inglese” di Fasanella & Cereghino, oltre alla letteratura De Felice o men che sia caso in specie e su la “nascita” del Fascismo, tutt’altro che carta pesta di Scipione l’Africano.
Man