La Russia militarizza il circolo polare artico mentre gli Stati Uniti si accingono a lasciare il trattato nucleare

La Russia sta costruendo una sua presenza militare nell’Artico, ha riferito preoccupato il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg in un’intervista a Die Welt .
Secondo lui, la Federazione Russa ha riaperto quelle che erano le basi militari sovietiche “precostituite” , ha schierato nuovi radar e armi e sta reintegrando e modernizzando la sua flotta di unità rompighiaccio.

Stoltenberg ha anche osservato che le esercitazioni militatri “West-2017”, tenutesi nello scorso settembre, sono state parzialmente organizzate nella zona del circolo polare artico. Questa informazione è stata confermata dal ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu.

“Gli alleati stanno seguendo da vicino gli sviluppi del posizionamento delle truppe russe nell’Artico. L’alleanza conferma che eventuali disaccordi e dispute territoriali tra la Russia e i paesi limitrofi saranno risolti attraverso il dialogo e la diplomazia “, ha affermato il Segretario generale della NATO.

In precedenza si è appreso che la Russia prevede di rispondere al probabile ritiro degli Stati Uniti dal trattato INF (nucleare su ICBM) collocando missili balistici ICBM nell’Artico. Successivamente, il Ministero della Difesa russo ha annunciato l’intenzione di creare una nuova divisione di difesa aerea, che sarà anche basata nella regione artica.

Questa delle basi nell’Artico rappresenta con tutta evidenza la risposta russa alle massicce manovre fatte dalla NATO sotto i confini russi nei paesi baltici e alla predisposizioni di basi missilistiche USA nei paesi dell’Est Europa (Romania). Il 12 maggio scorso gli Stati Uniti hanno inaugurato la loro nuova base missilistica a Deveselu in Romania.
Il vecchio aeroporto sovietico è stato interamente ristrutturato con un investimento di 800 milioni di dollari e ora ospita il sistema di difesa missilistico Aegis Ashore, la versione terrestre del sistema antimissile navale Aegis. Il complesso, già operativo, comprende infrastrutture di sorveglianza radar AN/SPY-1 e lanciatori verticali per 24 missili Standard SM-3 Block IB coordinati da una centrale operativa in grado di individuare missili balistici intercontinentali lanciati dalla Russia occidentale e diretti sugli Stati Uniti lungo traiettorie destinate a sorvolare la Scandinavia e il Mar Baltico.

Nel frattempo le truppe statunitensi nei paesi baltici sono quadruplicate nel corso del 2017 e dagli USA sono arrivati centinaia di mezzi blindati ed artiglierie destinate a rinforzare il contingente NATO.

LA RISPOSTA RUSSA

Gli statunitensi pensavano che la Federazione Russa avrebbe assistito passivamente alla espansione della NATO sotto i confini russi ma il calcolo era sbagliato per sottovalutazione delle capacità militari russe. In questo periodo la Russia ha schierato una nuova generazione di missili a lungo raggio russi di classe “aria-aria” che può diventare una minaccia per i più importanti snodi della rete di controllo dell’aviazione americana, come ha scritto l’editorialista della rivista “The National Interest”, Dave Majumdar.

Questi missili sono in grado di indebolire il potenziale delle forze aeree statunitensi. Saranno facile bersaglio di questi missili i “maldestri aerei cisterna” KC-135 e KC-46 Pegasus.
L’autore dell’articolo richiama l’attenzione sui seguenti tipi di armi: i razzi russi R-37M KB “Vympel”, KS-172 OKB “Innovator” e il cinese PL-15.
Il razzo P-37M e la sua versione aggiornata KC-172 sono stati progettati per distruggere aerei da ricognizione e comunicazione ad una distanza di oltre 200 miglia nautiche.
Al momento l’aviazione americana non ha alcun piano per la difesa dei suoi aerei: gli Stati Uniti possono portare solamente ad una distanza di sicurezza i suoi velivoli, al di fuori della gittata dei missili nemici. Ma in questo caso l’efficacia degli aerei americani diminuirà.

Per quello che riguarda la base missilistica di Deveselu in Romania, Putin e l’alto comando Stategico aerospaziale della Russia non hanno perso tempo.
Gli osservatori che si aspettavano proteste esclusivamente diplomatiche da Mosca sono già rimasti delusi: la Russia ha sparigliato le carte iniziando i lavori per la realizzazione di un sistema missilistico completamente asimmetrico ma al contempo più economico rispetto al BMD. Diventerà anch’esso operativo entro il 2019 e prende il nome, come scritto dal giornale South Front, da “Barguzin”: il forte vento dell’Est che soffia sopra il Lago Baikal e che porta il nome del fiume che vi sfocia.

Missili russi su basi mobili

I NUOVI MISSILI MADE IN RUSSIA

Si tratta di un sistema di missili da combattimento montati su convogli ferroviari (BZhRK): una piattaforma mobile che ospita sei missili balistici intercontinentali di ultima generazione RS-24 “Yars” (codice NATO SS-27 Mod 2). Ogni missile ospita quattro testate termonucleari a rientro indipendente con una potenza esplosiva totale compresa fra 0,4 e 1,2 Megaton (da 33 a 100 volte la potenza della bomba A di Hiroshima). Ma le versioni più avanzate sono in grado di trasportare ben dieci testate, ciascuna in grado di colpire un bersaglio indipendente.

Si tratta dell’ultima generazione di missili balistici intercontinentali: possono distribuire testate termonucleari su bersagli distanti fino a 11.000 km con una precisione di 100 metri. Le testate sono in grado di manovrare per evitare i missili antimissile lanciati per abbatterle. In pratica, ogni treno del sistema Barguzin, da qualsiasi punto della Russia, sarà in grado di distruggere 60 città o installazioni militari sull’intero territorio degli Stati Uniti.
La corsa al riarmo nucleare è quindi già da tempo iniziata e non si può prevedere a cosa porterà, certamente a niente di buono per il mondo.

Fonti: Fort Russhttp://www.fort-russ.com/2017/11/russia-militarizes-arctic-circle-as-us.html

The National Interest

Traduzione e sintesi: Luciano Lago

One thought on “La Russia militarizza il circolo polare artico mentre gli Stati Uniti si accingono a lasciare il trattato nucleare

  1. “……certamente a niente di buono per il mondo” ,
    Al contrario, personalmente intendo tutto questo come un freno all’imperialismo USA e un ragionevole riequilibrio delle forze (causato da costanti ed efferate minacce)
    Cordialità a tutti i Lettori e a Luciano Lago

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