La “mossa del cavallo” di Trump nella crisi siriana

di Luciano Lago

Quando un giocatore vede svanire la sua possibile vittoria e deve cercare di risalire sulla scena, deve tentare il tutto per tutto in una unica mossa a sorpresa.

Quello che non è stato detto e che può rappresentare il vero obiettivo dell’operazione di Erdogan in Siria, in accordo segreto con Washington, è scatenare nuovamente il caos nella regione e favorire una ripresa delle attività dei terroristi dell’ISIS.

Questo porterebbe ad un indebolimento sia del governo di Damasco, che dovrebbe nuovamente impegnarsi nella lotta contro l’ISIS, sia impegnerebbe il contingente russo direttamente nel condurre questa lotta in appoggio all’esercito siriano, tale risultato rappresenterebbe un modo di prolungare il conflitto in Siria nell’interesse di Israele e degli USA. Tutte le dichiarazioni ufficiali di Erdogan, del presidente Trump sono una serie di menzogne per creare un cortina di bugie con cui coprire il vero obiettivo dell’operazione.

La Turchia, se riuscirà a schiacciare i curdi, otterrebbe di sbarazzarsi della presenza curda nella parte nord della Siria, gli Stati Uniti otterrebbero di mantenere la loro strategia del caos che hanno sempre ricercato come vero obiettivo delle loro campagne belliche nella regione e questa azione del governo di Ankara romperebbe gli accordi stabiliti fra i tre governi di Mosca, Teheran e Ankara che lasciavano fuori Washington dalla gestione della crisi siriana.
Sarebbe quindi la classica “mossa del cavallo” di Trump per scompaginare il gioco dei suoi avversari: quella di ritirare il contingente USA ed aprire all’invasione turca, mettendo in crisi i suoi tre rivali: la Russia , l’Iran e la Turchia. Una mossa giocata cinicamente sulla pelle dei curdi e della popolazione siriana.

Summit di Teheran fra Russia, Iran, Turchia, i tre rivali di Washington

Naturalmente la parte peggiore spetterebbe a Erdogan che si troverebbe con il suo paese immerso in un conflitto con gravi conseguenze economiche e politiche per la sua governance. Anche questo però sarebbe un effetto voluto dato che è prevedibile che Erdogan reagirà alle condanne internazionali facendo pressione sulla UE mediante l’apertura dei suoi confini all’invasione di profughi verso l’Europa.
Un secondo effetto questo che sarebbe punitivo per la Germania e per la UE che sono state riluttanti a assecondare la politica degli USA. Non ci scordiamo che Trump e Pompeo avevano chiesto agli europei di inviare un contingente di truppe nel nord della Siria per controllare la situazione ottenendo un netto rifiuto da Berlino.
Il prolungamento della guerra e del caos in Siria favoriscono il tentativo di Washington di riguadagnare il ruolo egemone che gli USA stavano perdendo in Medio Oriente per causa dell’intervento russo, fattore questo che sta alla base del principio neocoloniale per cui, quando si verifica grande instabilità e conflitto, Il vantaggio è per le élite del commercio mondiale, quello delle armi e del petrolio in particolare.

Erdogan pres. Turchia


Gli effetti secondari ma non trascurabili di questa situazione sono nella perdita di qualsiasi affidabilità da parte del padrone USA sui propri alleati e vassalli, l’imprevedibilità di Trump risulta evidente e i curdi, sentendosi giustamente traditi, si vanno già riavvicinando alla Siria di Assad e cercheranno l’appoggio russo. Washington lascia i suoi alleati soli a difendersi e non rischia l’incolumità delle proprie truppe.
Questo nel lungo termine sarà un fattore negativo per l’Impero USA e ne accelererà la decadenza, sebbene si possa avvantaggiare nel breve periodo.

L’Amministrazione Trump cercherà di salvare la faccia promulgando sanzioni contro la Turchia per far credere di aver dovuto subire l’iniziativa di Ankara. A questo punto è facile prevedere che i servizi di intelligence USA si giocheranno il tutto per tutto per creare disordini e attacchi terroristici in Turchia al fine di destabilizzare il paese ottomano , rovesciare il governo di Erdogan e possibilmente eliminare fisicamente il turco e tappargli la bocca. Non si sa mai che Erdogan un domani parli e riveli gli accordi segreti. Nella Storia accade sempre così: sarebbe questa la vendetta di Gheddafi.

Quello che gli altri non dicono

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