La “canaglia” trumpiana, gli esclusi e l’Istinto collettivo di sopravvivenza

di  Eugenio Orso

La risposta globalista ai bisogni popolari nell’occidente e nel nord del mondo non è stata come quella della celebre Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, al popolo francese in occasione delle rivolte per il pane: “S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche”! La risposta globalista ai ceti medi in declino e ai lavoratori è ancor peggiore, perché nel nostro caso, avanzando gli squilibri sociali, le insufficienze di reddito e la disoccupazione, le brioches non sono neppure in agenda …

La risposta globalista ai bisogni vitali della popolazione è racchiusa nel binomio precarietà/esclusione, nel senso che l’alternativa a una precarietà lavorativa ed esistenziale sempre più spinta è l’esclusione completa del soggetto, la sua invisibilità nella società e tutte le conseguenze nefaste (isolamento, sensi di colpa, addirittura suicidio) del cosiddetto fallimento individuale.

In verità, il fallimento non è mai “individuale”, come si vuol far credere grazie all’atomizzazione sociale e alla conclamata scomparsa dei legami comunitari e di classe, ma è conseguenza diretta e sanguinosa della dominazione elitista, che ha messo le sue radici in occidente grazie all’affermazione del modo di produzione neocapitalista finanziario.

La risposta della moderna “canaille” postrivoluzionaria all’élite globalista, simboleggiata da Soros & C. e ai suoi lacchè sub-politici, come Obama, Clinton, Merkel, Hollande, Valls, Sarkozy, Cameron, Tsipras, Renzi, per ora è prigioniera dei meccanismi del voto liberaldemocratico e non si estrinseca in disordini di piazza, incendi di edifici pubblici e sedi di partiti pro-elitisti, o scontri con la polizia. Non siamo ancora giunti al punto di ebollizione sociale, mentre la “canaille” di Maria Antonietta, che avrebbe dovuto acquietarsi mangiando brioches, ci arrivò sotto la guida dell’emergente borghesia rivoluzionaria, il 14 di luglio del 1789.

Per ora, le masse ridotte a nuova canaglia e neoplebe, non ancora dimentiche dell’effimero benessere raggiunto nella seconda metà dell’altro secolo, votano alle elezioni politiche, alle presidenziali e per i referendum in un disperato tentativo di far sentire la loro voce e affermare la propria esistenza, nel nuovo ordine sociale neocapitalista, quale novella classe Pauper non ancora consapevole di esserlo. Quella voce che i servi governativi delle élite non ascoltano e, fin tanto che si sentiranno protetti dai loro potenti padroni, dai sistemi repressivi in essere, dalla costrizione che caratterizza il modo di produzione neocapitalista, continueranno bellamente a ignorare.

Sappiamo che negli Usa, in occasione delle presidenziali d’inizio novembre, la “canaglia” che prima non votava si è iscritta in buon numero per partecipare al voto, dalla “Rust Belt” dei cimiteri industriali al Texas e alla Florida, consentendo l’elezione di Donald Trump, espressione di una “destra populista” che potrebbe dar loro finalmente una voce – I am your voice! Tuonava Trump nei comizi, indicando l’uditorio con gesto eloquente.

Una “canaglia” simile a quella trumpiana si è manifestata, con grandi numeri, anche nel voto al recente referendum costituzionale italiano, solo che in tal caso ha votato – sicuramente “di pancia”, come direbbe con insopprimibile disprezzo un radicale chic o un’anti-populista piddino – contro qualcuno e contro qualcosa.

Contro l’illusionista di Firenze, al servizio delle grandi banche d’affari d’oltreoceano, e contro il suo tentativo di scardinare definitivamente una costituzione già scardinata e in buona parte inapplicata. Un voto di massa in negativo, a differenza della “canaille” trumpiana statunitense, che ha votato in positivo, sedotta da Donald Trump e dal suo programma. Un programma politico che non è solo muro con il Messico ed espulsione degli islamici (come hanno cercato di farvi credere), ma soprattutto abolizione dell’Offshoring Act, a favore degli industriali che delocalizzano distruggendo i posti di lavoro negli States, la ricontrattazione degli accordi internazionali globalisti, penalizzanti per il popolo, come il Nafta, il ritiro dal Partenariato Trans Pacifico e la rinuncia al TTIP fra le due sponde dell’Atlantico.

La “canaglia” italiana che non votava più ed è tornata in buon numero alle urne, il 4 dicembre scorso, a differenza di quella nordamericana non ha, però, un solido riferimento politico, che sia un personaggio emergente e ciclonico, come Trump, o un partito di vera opposizione al sistema elitista dominante. Per questo la nostra “canaille” (lo scrivo con affetto e un po’ di pena) può solo votare in negativo, cioè contro qualcuno e qualcosa.

Fin tanto che anche in Italia non emergerà una personalità anti-sistema degna di questo nome – tale non è il comico Beppe Grillo, che in passato ci fece molto divertire – o, comunque, una forza politica portatrice di un programma anti-liberista e quindi “rivoluzionario”, la “canaglia” italiana potrà solo votare contro, mai in positivo, per un programma politico alternativo, per un leader veramente rappresentativo, per una speranza che oggi latita!

Potrebbe anche darsi che messi alle strette, colpiti dalla crisi strutturale che continua implacabile accompagnandosi al declino dell’economia italiana, questi “mascalzoni” che devono pagare il conto salato della globalizzazione e dell’euro, si stufino di votare una volta e per tutte, passando come ultima ratio alle vie di fatto. In tal caso dovrebbero farlo senza una vera guida politica, esponendosi alla repressione violenta e al rischio di sconfitta, perché l’Italia è terra di collaborazionisti delle élite dominanti (piddì), di false opposizioni parlamentari (cinque stelle) e di opposizioni debolissime (Lega).

Ci sono, però, degli aspetti rilevanti che accomunano la “canaglia” italiana a quella trumpiana in America.

Il primo aspetto comune è che tutti costoro sono gli esclusi dai (supposti) benefici della globalizzazione neoliberista, ai quali resterà, in futuro, soltanto la scelta fra la precarietà lavorativa ed esistenziale, con redditi via via decrescenti, o l’esclusione tout court e l’”invisibilità” totale. Questo esito sarà inevitabile, poiché è nel DNA neocapitalista spingere le differenze sociali – e la compressione materiale e psicologica dei dominati – fino alle estreme conseguenze.

Il secondo aspetto comune è che fanno tutti parte della nuova classe dominata neocapitalista, in fondo alla piramide sociale, cioè la Pauper class. Prima se ne renderanno conto e meglio sarà, perché l’aspetto soggettivo coscienziale della classe (come avrebbe detto un Filosofo del calibro di Antonio Gramsci) è di cruciale importanza. La piena consapevolezza dell’appartenenza alla classe degli sfruttati crea legami di solidarietà, spinge consapevolmente e collettivamente alla lotta e muove la storia nella direzione giusta.

Perché la storia si muova nella giusta direzione evolutiva, tuttavia, tale consapevolezza da sola non basta. E’ necessario che compaiano capi e aggregazioni politiche ostili all’élite dominante e disposti a rappresentare le istanze della “canaglia”, facendosene carico. Così fece Lenin, con il Partito dei Bolscevichi e i Soviet alternativi al parlamentarismo borghese e vinse la sua storica battaglia rivoluzionaria, grazie all’appoggio della massa di contadini poveri nell’Ottobre Rosso.

Il terzo aspetto è il comune “Istinto collettivo di sopravvivenza”, che è emerso sia nel voto alle presidenziali Usa di novembre sia in quello referendario italiano dei primi di dicembre. L’argomento l’ho trattato una prima volta qui: pauperclass.myblog.it//lo-strano-populismo-del-xxi-secolo-rivolta-cosciente-delle-masse-o-istinto-collettivo-sopravvivenza.

Riporto di seguito il finale del mio articolo: “Per quanto mi riguarda, in prima battuta, rilevo che l’”establishment” finanziario-globalista-occidentale (che qualche cameriere ci vende come se fosse una civiltà) è stato battuto non da un voto di massa razionale e informato, che spinge il popolo a rivoltarsi coscientemente, ma da una sorta di “Istinto collettivo di sopravvivenza”. E’ proprio questo istinto (che al momento non saprei definire diversamente) che spinge le masse, il popolo sempre più “populista” e impoverito dalle élite, a fare esattamente il contrario di ciò che “suggeriscono” i servitori dell’”establishment”, a non cedere al ricatto per paura, perché una paura più grande lo attanaglia: quella di non riuscire neppure a sopravvivere, in futuro, se le cose dovessero andare avanti così …”.

La “canaglia”, trumpiana e italiana, per ora si limita a votare obbedendo al predetto istinto e facendo esattamente il contrario di ciò che vorrebbero le élite. Costoro, da bravi “mascalzoni” (lo scrivo con affetto), rigettano tutte le lusinghe e resistono, più che in passato, ai ricatti economici, alla paura che i media servi e i politici collaborazionisti seminano. L’obbedienza non è più assicurata ed anche la manipolazione incontra dei limiti.

Verrà il giorno in cui la “canaille” dell’inizio del terzo millennio diventerà classe sociale a pieno titolo, con la coscienza di esserlo e la consapevolezza della reciproca solidarietà …

Per ora, questi ”mascalzoni” che se ne fregano delle adozioni gay, dell’accoglienza illimitata nei confronti dei migranti e di tutti i capisaldi del politicamente corretto, questi reietti della globalizzazione neoliberista che votano contro i candidati politici delle élite e rigettano riforme costituzionali penalizzanti, obbediscono a un potente Istinto collettivo di sopravvivenza, per una sorta di “autoconservazione di massa”, mettendo sempre di più i bastoni fra le ruote all’onnipotente Establishment neocapitalista e ai suoi camerieri.

Fonte: Pauper Class

 

24 thoughts on “La “canaglia” trumpiana, gli esclusi e l’Istinto collettivo di sopravvivenza

  1. L´argomento trattato da questo articolo sembrava promettente.
    Poi ho letto un cumulo di vaneggiamenti, per non dire
    stronzate, anti 5 stelle, ed ho subito inteso la natura subdola del
    messaggio che, goffamente, il suo autore intende far trapelare.
    Patetico. Alla merda su ordinazione, non c´é mai fine.

    1. Potersi esprimere liberamente e’ una rara soddisfazione , e ringrazio chi offre spazi liberi da censure come questo. La liberta’ di espressione non esime pero’ dall’ argomentare le proprie opinioni, sempre che se ne abbiano. Lago non ha di certo bisogno delle mie difese, ma vedere commenti limitati all’ insulto e’ un offesa , chissa’ da cosa motivata, ad un sito in cui il tenore degli interventi e’ di tutt’ altro livello. Ho spesso discusso con amici sostenitori dei 5 stelle, dei quali condivido la passione e il fervore civico. Niente da dire sulla m maggior parte di loro, gente onesta. Ma ,nulla o quasi , piu’ di questo. Non basta sostituire una categoria corrotta e screditata con dei ragazzotti finanche volenterosi, e’ il sistema che genera il marcio e non viceversa. Lenin , che io detesto, affermava che il miglior modo di eliminare l’ opposizione fosse quello di controllarla. L’ ultima versione del marxismo, quella odierna, e’ riuscita a concepirla in provetta in quegli stessi think tank che ci hanno dato i Renzi e le Merkel. I potentati internazionalisti temono solo un opposizione, e riescono ancora a imbrigliarla quando sopravvive al tentativo di sopprimerla alla nascita. L’ opposizione che temono e’ quella di un popolo che anteponga il proprio interesse nazionale a quello di qualsiasi altra entita’. Riescono a reprimere la volonta’ popolare, perche’ controllando le informazioni impediscono alle persone di formarsi una coscienza .Per questo e’ importante confrontarsi, avere pazienza e cercare le informazioni necessarie per poter esprimere un giudizio. Ogni volta che ritroviamo dietro opposte barricate facciamo il gioco di quelli che dovremmo combattere.

      1. Per The Roman

        Creare opposizioni posticce e controllare le altre, infiltrandole e castrandole in modo da indebolirle o “falsificarle”, è una specialità dell’élite e dei suoi servi. Appunto per questo in Italia c’è il deserto, nello spazio parlamentare e anche in quello extraparlamentare, sempre più ristretto e infiltrato. Questo è un problema gravissimo, di sostanziale importanza, perché l’obbiettivo politico è di negare una vera rappresentanza agli interessi delle classi dominate, rendendo impossibile il cosiddetto conflitto verticale, che storicamente si è estrinsecato nella Lotta di Classe.
        La supposta onestà dei cinquestellini è irrilevante, poiché l’essere onesti – ma lo sono veramente, anche dal punto vista intellettuale? – non implica esprimere un programma alternativo all’unico imposto. Ciò che conta è che questa non è opposizione vera e non rappresenta una reale alternativa, quantomeno “protorivoluzionaria”.
        Credo che il grande Lenin, per il quale riconfermo la mia stima, sarebbe in sintonia con me …

        Cari saluti

        Eugenio Orso

        P.S.: all’altro, che si firma Leo, non vale la pena rispondere.

        1. “P.S.: all’altro, che si firma Leo, non vale la pena rispondere.”
          Come mai, dal momento che applica la moderazione nel suo blog, ha pubblicato lo stesso commento dello stesso autore?
          Chissà perché il sottoscritto non è mai stato accettato nella sua ospitalità? Forse perché non sono sufficientemente lubrico?

      2. Ricevo in toto il suo commento, ma dovremmo essere grati a Leo che se ci mancava nella nostra faretra un’opinione sullo spessore morale detenuto dai simpatizzanti pentastallati, il Nostro ce l’ha fornita.

    2. E’ evidente che lei non è avvezzo alla lettura di certe espressioni di pensiero, men che meno alla buona educazione, che in effetti non eccelle nei circoli da lei citati. Ma, con tutto ciò, se si volesse trovare una sostanza nelle sue parole, non la si potrebbe scorgere, essendo bandita ogni argomentazione – che aprioristicamente non potrebbe avrebbe comunque parto – per lasciare spazio al mero sfogo di chissà quale frustrazione. L’ importante è che abbia messo la croce sul NO al referendum: questa sarebbe una cosa buona che secondo me ha fatto. Spero.

        1. Io credo che la storia di votare turandosi il naso o votare a caso siano balle niente altro che balle, che si sa sempre e ben chiaro perché voteremo quello che stiamo votando, un partito vicino al nostro modo di pensare c’è sempre, il problema è che poi sparisce, o si trasforma in “altro”, magari era stato messo in piedi proprio per diventare poi “altro” a risultati ottenuti, ma fino a che questo non si palesa si vota perché piace, no?

  2. Un lapsus. Nel mio commento precedente ho citato Lago invece di Orso. I miei apprezzamenti ad entrambi dei quali sono assiduo lettore.

  3. Ti dico la verità, come se stessi rispondendo ad un tuo commento (è per via di quella “confidenza” della partecipazione al confronto in alcuni commenti che uso il “tu”, come amo usare e vorrei con tutti, in fondo): la mia lettura dell’ articolo procedeva quasi accademicamente, senza che i riferimenti storici mi coinvolgessero più di tanto. Man mano che leggevo, il mio interesse cresceva e infine è esplosa in me una strana energia che mi ha fatto sedere sul letto, da sdraiato che risolutamente ero già. Commentando l’ altro ultimo articolo di Lago, infatti (ma anche in altri interventi), ho espresso un pensiero che ho riletto con incredibile coincidenza adesso in questo articolo. Davvero c’è un vasto risveglio dell’ istinto di sopravvivenza collettivo, come dire: “non capiamo di preciso cosa stanno combinando, ma ci stanno fregando di brutto, quindi NO”, per usare termini moderati. Del resto, per quanto addomesticato e narcotizzato si possa tenere alla catena un popolo, di certo questo non può fare a meno di accorgersi del malfunzionamento di un meccanismo, e senza che per tale motivo debba per forza andare a ricercarne le precise fonti di causa, quantomeno reagisce nell’ unico modo che, appena desto dal coma, gli viene presentato. In questo caso, appunto, il referendum. Ed altrettanto drammaticamente ci si rende tutti conto di non avere fari da mirare per salvarsi dal naufragio incipiente; di non scorgere, nel desolato panorama di sabbia che s’ intravede oltre la palude in cui ci si trova, alcun punto di riferimento, alcun Pastore, alcun Capo degno del nome. E questa triste analisi, a quelli come me che qualcosa hanno compreso, fa molta paura ma al tempo stesso sprona a dover giocoforza valutare il diretto, personale intervento, nell’ ottica di una più vasta presa di responsabilità della collettività, la quale, ad un certo punto, avrà comunque un punto di riferimento essenziale: la sopravvivenza. Al dopo ci pensiamo, intanto salviamo la nostra vita, quella dei nostri figli, e forse anche quella dei nostri padri e dei nostri progenitori.

    1. Per Umberto

      Sono lieto che il mio neologismo “Istinto collettivo di sopravvivenza” sia verificabile fin nella realtà quotidiana delle persone, perché è proprio questo che ha mosso il No al referendum e, negli States, il voto polare a Trump. Ci sta perfettamente il tuo “non capiamo di preciso cosa stanno combinando, ma ci stanno fregando di brutto, quindi NO” …

      Cari saluti

      Eugenio Orso

      1. Anche quando siamo di fronte a dei biscazzieri non abbiamo contezza di ciò che stanno attuando, ma il nostro istinto di sopravvivenza ci mette in guardia.

    2. Sarò stato sfortunato ma tra tutti coloro che ho intervistato, più o meno scolarizzati, che mi hanno dichiarato di aver votato sì, nessuno e dico nessuno è stato in grado di spiegarmi le motivazioni del referendum.
      Per fortuna che rappresentano l'”intellighentia”!!

  4. salve
    una precisazione: Maria Antoniette NON pronunciò mai quella frase https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=6&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwio0eyMkOTQAhWHbBoKHVP8CB8QFgg9MAU&url=http%3A%2F%2Fwww.wow-wordsoftheworld.it%2F30-2015%2Fsettembre-ottobre-2015%2F61-le-brioches-di-maria-antonietta&usg=AFQjCNHEFdwemcQAyWjArkM81d8d4Uy83Q&sig2=ofIE4MhqG69fCWMRxrVdZg
    In quanto all’articolo, condivido gran parte (quasi tutto), forse è stata la prima volta in vita mia che ho votato “contro”.
    Si è stata una ribellione, attività costante nella mia esistenza, anche quando ero in servizio (40anni di MM) attivo.
    Il giusto problema sollevato da Orso è che, in Italia, manca un Orban, un Putin, una Le Pen, un Hofer e, non ne vedo all’orizzonte.
    Ma noi possiamo ( e dobbiamo ) fare molto istruendo figli, nipoti , parenti e conoscenti; nel mio piccolo noto che, dopo diversi
    commenti ironici alle mie “teorie”, diciamo complottiste, tanti si sono ricreduti e adesso mi chiedono le fonti dove informarsi e mi danno credito
    .
    saluti e serena Festa dell’Immacolata Concezione
    Piero e famiglia

    1. la gente che tu dici, tipo Putin e Hofer, esiste, MA non ha modo di porsi in mostra e di avere un pulpito, perché non ha i soldi o i finanziamenti per poter parlare a quanta più gente possibile eccetera.

    2. Grazie Piero della precisazione su Maria Antonietta, che avrei voluto sottolineare anche io ! Purtroppo la storia scritta dai vincitori è piena di anomalie e bugie e questa era una di quelle…Condivido l’analisi di Eugenio Orso, ma mi permetto di aggiungere che Lenin, da buon ebreo, fu finanziato ampiamente dall’elite economica ebraica ed ottenne quel che ottenne (con le stragi successive alla presa di potere) SOLO per merito del danaro che lo sostenne.la bivalenza capitale/marxismo è una splendida ed astuta invenzione per demolire ,nella Storia umana, la terza via che è cristiana, onesta ed equilibrata. Ci sono riusciti molto bene; tanto che tuttora c’è chi elogia Lenin il macellaio del popolo russo , così come Fidel Castro o Che Guevara o gli altri dell’apparente sponda opposta, Soros, Rotschild e compagnia! Finchè si attribuiscono ai mercanti di dottrine che sorgno nella Soria, attributi e qualifiche positive,l’umanità non si salverà dalle stragi ed apocalissi prossime venture che hanno caratterizzato, in fiumi di sangue, la storia umana recente. Non esiste in Italia un personaggio politico indenne dalla sporcizia morale e quindi non esiste un Capo o ideale che possa coagulare la reazione popolare ai soprusi e vergogne che dall’alto ci procurano.Ciò, se volgiamo è ancor più pericoloso poichè il fiume di rabbia esplosiva che mano a mano pervade migliaia e forse milioni di persone può far sorgere rivolte sanguinose, senza nè sbocco, nè obiettivo , nè salvezza nazionale. Ma questo non preoccupa i politici perchè ,nella miseria intellettuale e morale in cui sono, non si rendono conto , se non in minima parte, della reale situazione nazionale. Quando dovremo disfarci delle migliaia di immigrati nullafacenti-lavoro, ma facenti angherie e violenze agli stanziali, allora scorrerà il sangue senza chiari obiettivi: Allora chi ne beneficerà saranno le solite elìte economiche globaliste che se la rideranno perchè era stato proprio ciò che avevano organizzato per scatenare la reazione popolare sfrenata cristiani contro islamici, residenti contro immigrati , europei contro negri e mediorientali.
      Dopo il bagno di sangue chiunque si ergerà come arbitro per calmare gli animi sarà valutato come Salvatore dell’umanità…. e si acclamerà proprio l’Anticristo.

      1. salve
        non sono in incognito solo che in altre piattaforme non accettano nomi così lunghi o articolati come PieroValleregia;
        addirittura ne mio, piccolo e modesto, forum, mi chiamo Nihil Obest come il motto della Nave, ormai in disarmo, sulla quale ho passato i periodi più belli
        del mio servizio in MM
        saluti
        Piero e famiglia

    1. Che poi, esser miliardari e banchieri, coincide, forse, nei novantanove su cento casi. Vedrai che passeranno per la cruna di un ago al posto del cammello, fisicamente. Avranno giusto il tempo di stridere i denti. E’ solo questione di tempo. Poi la pioggia acida cesserà e spunterà il sole.

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