La Bonino lancia l’allarme sull’infiltrazione di “yihadisti” tra i migranti
Il ministro agli Esteri Emma Bonino ha lanciato l’allarme contro la possibile infiltrazione di elementi jihadisti o membri di al Qaeda tra gli immigrati irregolari che giungono in Italia attraverso il Mediterraneo.
“Ci sono elementi, sospetti che tra i vari disperati ci siano anche elementi provenienti da gruppi jihadisti, qaedisti,” ha detto il ministro in una conferenza stampa a Bruxelles, parlando di “una minaccia alla sicurezza”.
“Ci sono sospetti che dalla Libia fra i vari disperati ci siano anche provenienze di jihadisti o qaidisti su una via europea, che tra l’altro è uno dei metodi che hanno usato spesso. Terrorismo? Non so dire. E’ una minaccia alla sicurezza”. Così il ministro Emma Bonino al termine del consiglio Ue. “La questione sicurezza si pone sempre di più e noi abbiamo molte informazioni su questo.
La Libia si conferma un Paese sull’orlo del fallimento, in uno stato di grande fragilità, una specie di canale aperto su cui convergono tutta una serie di traffici, di esseri umani, ma non solo”, spiega Bonino. “E’ una specie di canale, di collettore fuori da qualsiasi controllo – afferma il ministro -. La presentazione in termini di sicurezza è stata recepita da tutti i colleghi e la questione sarà approfondita a anche in una riunione tra Cops e Cosi, le strutture sicurezza della parte politica e degli interni, in modo da congiungersi o allinearsi all’attività che la task force del Mediterraneo sta compiendo. E’ iniziato un lavoro che non è stato archiviato”.
Tra i ministri degli Esteri “c’e’ la consapevolezza che non si tratta più del “burden sarin”, di chi si prende quanti rifugiati, ma è molto più grave di questo – conclude -. Tutta la costa sud del Mediterraneo si trova in uno stato di instabilità con conseguenze che non possono essere affrontate dall’Italia da sola e tanto meno dalla sola Malta. Mi pare che questa consapevolezza prenda terreno. Dobbiamo lavorare per arrivare a decisioni operative speriamo a partire da consiglio”.
Fin qui il comunicato dell’ANSA.
Sarebbe interessante chiedere alla Bonino, quale esponente dello stesso governo che ha contribuito (assieme al precedente di Monti) al sostegno in chiave NATO dei miliziani salafiti e jihadisti che combattono in Siria contro il regime di Assad, come mai non si sono resi conto prima di quali fossero le milizie che andavano a foraggiare e se non sentono la responsabilità dei 120.000 morti e dei circa due milioni di profughi creati in Siria dalla guerra terroristica condotta dai miliziani jihadisti appoggiati dalla NATO, dagli USA , dalla Francia e da Arabia Saudita e Qatar.
La Bonino ed il suo predecessore, l’impareggiabile ministro Terzi Santagata, quello che aveva definito il fronte dei miliziani siriani “quale unico rappresentante del popolo siriano”, non erano forse mai venuti a conoscenza che il fine della guerra in Siria era non soltanto quello di rovesciare Assad ma anche quello di creare un nuovo califfato islamico, sottoposto alla “sharia” in sostituzione del regime laico e tollerante verso tutte le confessioni (incluso quella cristiana) del tanto deprecato al Assad? Non disponevano di un servizio di “intelligence” pagato dai contribuenti per capire prima in quale altra guerra indiretta si sarebbe imbarcata l’Italia?
Tutti i giornali e le TV ci parlavano del feroce dittatore Assad e dei ribelli che “lottavano per la libertà e la democrazia” . Abbiamo visto poi quanto fossero “democratici” i così detti ribelli siriani (in realtà stranieri accorsi da tutti gli altri paesi della regione) che si sono dimostrati molto esperti nello sgozzare e tagliare le teste a quanti hanno incontrato sulla loro strada con tanto di esibizione sui video di “you tube”.
Vogliamo ricordare che la marea di profughi siriani, molti dei quali vengono via mare verso le coste italiane, è stata spinta a fuggire e cercare rifugio in altri paesi per effetto sia della guerra e sia dell’embargo economico che ha gettato nell’ulteriore miseria la popolazione civile, embargo a cui partecipa l’Italia assieme alle altre nazioni alleate NATO.
Non parliamo poi della scellerata partecipazione italiana (voluta anche da Napolitano) alla operazione militare NATO in Libia che ha destabilizzato quel paese gettandolo in una situazione di caos tipo Somalia per effetto del rovesciamento di Gheddafi ad opera di gruppi jihadisti salafiti che adesso spadroneggiano nel paese. Volevano “portare la democrazia in Libia” ci spiegavano in TV e sui giornali del sistema, Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa in primis. Ne vediamo adesso gli effetti e qualcuno si meraviglia che questo sia divenuto un “paese fallito” ricettacolo di ogni tipo di bande di terroristi. Complimenti per la preveggenza ed in particolare ad Obama, alla Clinton, quella che sogghignò quando seppe della morte brutale di Gheddafi, complimenti ad Hollande (il primo a bombardare in Libia) a Cameron ed a Napolitano.
La Bonino, che oggi paventa il pericolo dell’infiltrazione terroristica tra i profughi (veri e falsi) potrebbe anche chiedere alla sua collega ministra Kyenge di moderare i suoi appelli all’accoglienza di massa in Italia di tutti i disperati che arrivino dall’Africa e Medio Oriente perché si celano anche molti rischi dietro l’accoglienza indiscriminata. Potrebbe fare lo stesso appello di “moderazione” alla Laura Boldrini che si propone come sponsor di tutti i flussi migratori diretti verso l’Italia.
Alla Bonino rimane la possibilità, visti i buoni rapporti che l’Italia intrattiene con il regime saudita ( sponsor dichiarato del terrorismo salafita ed alleato di ferro degli USA) di chiedere ai responsabili sauditi di far esonerare l’Italia dal flusso dei miliziani salafiti che sono finanziati e sponsorizzati proprio dalla casa reale di Ryad.
Da queste tardive e sorprendenti dichiarazioni del ministro Bonino, ci possiamo rendere conto di quali “incauti” responsabili della politica estera dell’Italia disponiamo al governo e potremmo chiederci per conto di chi vengono nominati e quali interessi rappresentino.