Il mondo multipolare si afferma ma a Washington tramano per fermarlo a qualsiasi costo

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di Luciano Lago

Con il conflitto in Ucraina il contesto internazionale è cambiato e si procede spediti verso un riallineamento dei nuovi equilibri che potrà non piacere alle vecchie elite dominanti anglosassoni ma è ormai irreversibile.
Il vecchio sogno della elite di potere statunitense straussiana, quello di ritornare al un Ordine mondiale Unipolare, è definitivamente tramontato con la visita a Mosca del premier cinese Xi Jinping dello scorso 20 marzo, una data storica.

Dai discorsi e dai proclami fatti in occasione di quella visita, da parte del premier cinese e del presidente russo Vladimir Putin, si è compreso che il cambiamento dell’ordine mondiale  è ormai inarrestabile ed il vecchio dominio USA sul mondo è un ricordo del passato. Se ci fossero ancora dei dubbi, gli avvenimenti seguiti a quello storico incontro e quelli che si stanno verificando in tutto il mondo, procedono tutti in questa direzione.
In particolare ci riferiamo ai nuovi accordi di pace propiziati dalla Cina in Medio Oriente (tra Iran e Arabia Saudita) e alle crescenti richieste di ben 19 paesi di aderire al blocco dei BRICS e della SCO (accordi di Shangai), al viaggio del leader brasiliano Lula a Pechino,  sono tutti una ulteriore conferma di questi cambiamenti che procedono ad un ritmo mai visto prima.
Pechino e Mosca hanno lanciato così una sfida aperta alla politica estera di Washington, incapace di arrestarne il declino con strumenti politici ed economici e ricorrendo ormai solo a politiche destabilizzanti e minacce militari in ogni angolo del pianeta. In effetti, gli Stati Uniti ritengono che la loro leadership sia ora sempre più limitata all’Occidente ed a pochi altri paesi, mentre le guerre, le sanzioni ed i tentativi di sobillazione interna, sono l’unico modo per ripristinare il saldo controllo degli Stati Uniti sul mondo. Il recente accordo militare con Australia e Gran Bretagna si inserisce in questo quadro.

La campagna contro la Russia, fra guerra e sanzioni, si è dimostrata un fallimento ed il grande paese euroasiatico è ben lungi dall’essere isolato, mentre i riflessi negativi di questa campagna iniziano a vedersi molto maggiori dei benefici. Una gran parte dei paesi del mondo, dal Medio Oriente, all’Africa, all’Asia ed all’ America Latina, ha voltato le spalle a Washington e si allinea alla posizione di Pechino e di Mosca.
Oltre alla crescita dell’influenza cinese sui mercati, preoccupa molto la Casa Bianca l’aumento del peso politico, e uno degli ambiti più insidiosi è proprio quello della guerra. La proposta cinese di un “cessate il fuoco in Ucraina” è stata respinta dagli Stati Uniti prima ancora che fosse formulata. Si potrebbe obiettare che non è chiaro per quali ragioni, dal momento che, formalmente, l’Ucraina non è un protettorato statunitense, non è membro della NATO e nemmeno dell’UE , ma l’impegno degli Stati Uniti per prevenire ogni possibile trattativa di pace e per un escalation degli armamenti è stato costante , hanno messo sotto pressione i loro alleati, inclusi  Turchia, Israele o il Vaticano.
Proseguire la guerra ad oltranza per distruggere la Russia, questo l’obiettivo ormai apertamente proclamato da esponenti politici e militari occidentali.

 Riunione BRICS

La proposta cinese di un ” cessate il fuoco” viene ignorata,                   esattamente come accaduto con il documento in cui Mosca proponeva un negoziato sulla sicurezza globale in Europa all’inizio del 2022 proprio per evitare la guerra. Decisivo il timore di offrire un ruolo internazionale alla Cina, e che questa si riveli lavorare per la pace mentre Washington lavora per la guerra, cosa che è un serio rischio politico per la Casa Bianca. Mosca potrebbe accettare una proposta cinese e questa proporrebbe una sospensione delle operazioni militari che vedrebbero la Russia insediarsi nella maggior parte del Donbass, ma un dannoso NO al cessate il fuoco renderebbe difficile sostenere a livello internazionale il rifiuto ucraino e americano.
Di fatto si rende evidente un ruolo di “pacificatore” interpretato dalla Cina di Xi Jinping che contrasta nettamente con il ruolo distruttivo ed istigatore di guerre che Washington ha svolto in ogni ambito, dal Medio Oriente all’Ucraina.
A nessuno dovrebbe sfuggire che la questione Ucraina è stata creata dagli Stati Uniti con il golpe di Kiev del 2014, con la sobillazione della guerra civile e con il rifiuto di qualsiasi trattativa, sponsorizzato dagli anglo USA, con la controparte russofona in Ucraina. Tutto questo mentre segretamente gli anglo USA inviavano armi a Kiev e preparavano le forze ucraine al conflitto con la Russia.
La propaganda occidentale può falsare la realtà ma fino ad un certo punto e i paesi che sono al di fuori della sfera occidentale vedono meglio il senso degli avvenimenti e riescono a giudicare i fatti in modo diverso dagli occidentali.
Questo spiega la perdita di credibilità degli Stati Uniti e dell’occidente collettivo di fronte a paesi come l’India, l’Indonesia, il Sud Africa o il Brasile(e molti altri).
Il solito sistema del doppio standard occidentale nel giudizio sulle guerre, sui crimini e sulle violazioni delle regole internazionali, non regge più di fronte a tragedie come quelle dello Yemen, della Siria, dell’Iraq, dell’Afghanistan e di tante altre situazioni create dagli USA e dai loro vassalli che vorrebbero fare finta di non vedere.
Attualmente la propaganda USA e la macchina militare statunitense si sta rivolgendo contro la Cina, per istigare il conflitto su Taiwan, inviando armi sofisticate ai nazionalisti, istigando il conflitto e provocando la Cina in modo che questa intervenga militarmente. Sarebbe questo un tentativo di Washington di deviare l’attenzione dal conflitto in Ucraina, dove le cose non procedono come vorrebbero gli strateghi di Washington. Accendere un nuovo incendio per catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica e per dare nuovo alimento al complesso militare industriale ed ai suoi profitti ultra miliardari. Una guerra con la Cina, nella mente malata degli strateghi USA, sarebbe l’unico sistema per salvare l’egemonia americana ed il dollaro, da un possibile default, già preannunciato dalla Federal Reserve americana.
Costi quello che costi, il nostro “destino manifesto” è quello di dominare il mondo, dichiarato dagli psicopatici di Washington e perseguito dall’Amministrazione Biden.
Solo un miracolo potrà salvare il mondo dall’Armageddon, prima che sia troppo tardi.

Quello che gli altri non dicono

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