Israele minaccia di attaccare obiettivi militari iraniani a 40 Km. dal Golan
Israele minaccia di attaccare qualsiasi istallazione militare iraniana in Siria che si trovi a 40 Km. dalle alture del Golan occupato, come ha rivelato una nuova informativa.
Secondo quanto riporta questa Domenica il giornale kuwaitiano “Al-Jarida”, citando un alto ufficiale israeliano, sotto condizione di anonomato, le autorità del regime di Tel Aviv si sono impegnate a distruggere tutti gli equipaggiamenti militari iraniani che si trovino in prossimità delle alture del Golan.
Secondo questa informativa, tale avvertenza è stata trasmessa al presidente siriano Bashar al-Assad durante la visita a sorpresa che questi ha fatto al suo pari russo Vladimir Putin, nella città russa di Sochi a principio della settimana scorsa.
La fonte ha anche messo in risalto che la crisi della Siria sarà più complicata dopo la sconfitta dei terroristi dell’ISIS (Daesh in arabo), soprattutto se l’Iran continuerà ad essere “presente nel sud del paese arabo”, vicino alle frontiere di Israele.
Questa informazione è stata data a conoscere pochi giorni dopo che il primo ministro israeliano , Benyamin Netanyahu, aveva minacciato che il suo esercito sarebbe pronto per puntare ed attaccare obiettivi iraniani sul territorio siriano.
L’Iran ha sempre ricordato che l’invio di suoi assessori militari in Siria è avventuo su richiesta esplicita del legittimo Governo di Damasco. Gli sforzi antiterroristi dell’Iran in Siria sono stati lodati da altri paesi come la Russia, che sottolinea il ” ruolo molto costruttivo” della nazione persiana nel paese arabo.
Le minacce delle autorità israeliane, nonostante tutto, coincidono con la sconfitta geografica subita dai terroristi del Daesh sul territorio siriano, dopo che l’Esercito siriano ha liberato il loro ultimo feudo, la città di Abu Kamal, situata nella provincia desertica di Deir Ezzor.
Dall’inizio della crisi siriana nel 20111, Israele ha offerto appoggio ai gruppi armati, incluse le fazioni estremiste come il Fronte Al-Nusra (autoproclamato come Fatah Al-Sham), in conformità alle denunce presentate dalle autorità di Damasco.
Solidarietà con Hezbollah e la Sira da parte delle milizie irachene
In relazione alle minacce del premier israeliano, pochi giorni prima uno del leader delle forze sciite irachene di Hashid Shaabi, che hanno avuto un ruolo determinante in Iraq nella sconfitta del Daesh, ha affermato che il suo movimento parteciperà alla liberazione delle alture del Golan e si impegnerà a fare fronte ad una eventuale aggressione di Israele contro Hezbollah nel Libano o in Siria.
La dichiarazione è stata fatta da Sheij Akram al Kaabi che è il segretario generale di Al Nuyaba, una componente delle forze sciite dell’Iraq, nel corso di una intervista al canale satellitare Al Mayadin, inoltre al Kaabi ha aggiunto che la brigata “Tahrir al Gulan” (da lui comandata) ha combattuto contro i gruppi terroristi del Daesh in Siria, mettendo in evidenza che il Daesh è stato distrutto militarmente in Siria ed in Iraq nonostante la presenza di poche sacche di terroristi nel territorio dei due paesi.

Milizie Hashid Shaabi in Iraq
D’altra parte il segretario generale di Al Nuyaba ha confermato che il suo movimento parteciperà alla lotta contro ogni aggressione israeliana diretta contro Hezbollah nel Libano portando decine di migliaia di combattenti iracheni per affrontare gli israeliani ed ha rivelato che esistono accordi tra il suo movimento ed Hezbollah per un reciproco aiuto contro l’occupazione USA e le aggressione israeliane. Le autorità di Tel Aviv sono avvisate, qualsiasi aggressione contro la Siria o Hezbollah si troverà contro anche le milizie irachene di Hashid Shaabi.
Lo stesso Al Kaabi ha enfatizzato che la presenza di combattenti iracheni sul territorio siriano era stata esplicitamente autorizzata dal Governo di Damasco contrariamente alla illegittima presenza delle truppe di occupazione USA.
Al Kaabi ha anche accusato gli USA di impedire agli aqerei iracheni di sorvolare le regioni di Wadi Horan e Wadi Gadir dove è segnalata la presenza di formazioni jihadiste.
Traduzione e sintesi: Luciano Lago