INTERCETTAZIONE AUDIO: LA TURCHIA PROGETTA ATTACCHI FALSE-FLAG PER CREARE IL PRETESTO PER UNA GUERRA “UMANITARIA” ALLA SIRIA

Di Alex Lantier

Esponendo in modo devastante la criminalità della guerra per interposta persona condotta dagli USA contro la Siria, gli ufficiali turchi sono stati sorpresi a pianificare un attacco contro le loro stesse forze, per creare un pretesto per attaccare la Siria.
Questo è il contenuto di una registrazione audio, postata su YouTube, di un incontro tra i maggiori diplomatici turchi e ufficiali dell’intelligence, compresi il ministro degli esteri Ahmet Davutoglu e Hakan Fidan, capo dell’Organizzazione Nazionale d’Intelligence Turca (MIT). A un certo punto dell’incontro, questi ufficiali discutono la possibilità di organizzare un attacco dall’interno della Siria attraverso il confine con la Turchia, oppure sulla tomba dello Shah Suleiman.

In virtù del Trattato di Ankara del 1921 fra Turchia e Francia, allora potenza coloniale in Siria, tale tomba è un pezzo di territorio sovrano turco all’interno della Siria, sorvegliato da forze turche.
Davutoglu dice: “Il primo ministro ha detto che, nella congiuntura attuale, questo attacco (sulla tomba di Shah Suleiman) deve essere guardata da noi come un’opportunità.”
Fidan risponde: “Manderò quattro uomini dalla Siria, se è quello che ci vuole. Inventerò una scusa per la guerra ordinando un attacco missilistico sulla Turchia. Possiamo anche preparare un attacco sulla tomba dello Shah Suleiman, se necessario.”
Gli ufficiali turchi hanno reagito alla fuga di notizie cercando di sopprimerla, vietando l’accesso a YouTube dalla Turchia. Non hanno tuttavia contestato l’autenticità della registrazione. Il primo ministro Erdogan, in un discorso a Diyarbakir, ha invece denunciato la fuga di notizie sugli incontri per la sicurezza nazionale come “immorale”.
[…] L’intercettazione costituisce prova di un complotto per attaccare uno stato che non ha attaccato la Turchia, implicando quest’ultima, membro NATO, in crimini contro la pace. […]
Il partito islamista di Erdogan, Giustizia e Sviluppo (AKP), si sta dando a provocazioni militari perché intende rafforzare il consenso interno lanciando una guerra. […]
La politica estera di Erdogan è diventata sempre più aggressiva e incoerente. Dopo l’inizio della rivoluzione in Egitto ha abbandonato la sua politica di “zero problemi con i vicini” e ha posto l’AKP come modello per un Medio Oriente a conduzione islamista, supportando la guerra siriana nonostante la sua impopolarità in Turchia. […]
Da quando il regime di Erdogan ha  imparato dalla CIA la strategia di armare le forze di Al Qaeda, sottolinea solo il carattere criminale della politica NATO in Siria. Ufficiali della NATO hanno indicato che la loro obiezione principale alle mosse della Turchia per muovere guerra alla Siria è che li distrarrebbe dalla loro campagna di supporto al regime di estrema destra recentemente installato in Ucraina per isolare la Russia.
Una fonte NATO ha detto ad Al Monitor: “All’incontro della prossima settimana dei ministri degli esteri della NATO (1 e 2 aprile) … credo che le persone condivideranno direttamente con il ministro Davutoglu la loro preoccupazione per il comportamento turco. Probabilmente daranno il messaggio che non vogliono essere trascinati nel caos siriano mentre la questione ucraina in questa fase li sta tenendo occupati.”
Nessuno ha avvisato, tuttavia, delle vaste e terribili implicazioni di una decisione turca di lanciare una guerra alla Siria. Una simile guerra rischierebbe di esplodere in una conflagrazione tra gli alleati NATO della Turchia e i maggiori sostenitori della Siria: Iran e Russia, come stava per succedere lo scorso settembre.
A sottolineare questo silenzio è il fatto che, in Turchia come negli stati imperialisti, le elite dominanti usano la guerra come strumento per sviare l’attenzione dalle tensioni sociali e politiche di cui non vedono soluzione. Questo stato di cose è stato evidenziato in modo particolarmente chiaro dagli ultimi passaggi nell’intercettazione turca.
Il sottosegretario del ministro per gli affari esteri, Feridun Sinirlioglu, lamenta che: “La sicurezza nazionale è stata politicizzata… Tutti i discorsi che abbiamo fatto sulla difesa delle nostre terre, la sicurezza dei confini, le nostre terre sovrane, sono diventati tutti un banale attrezzo di politica interna.”
Più tardi, un altro ufficiale aggiunge: “C’è almeno un partito di opposizione che vi appoggia in un punto così importante di sicurezza nazionale? … In cosa possiamo essere uniti, se non in una questione di sicurezza nazionale di tale importanza? In niente.”
Mentre discutono di un’importante escalation militare dalle conseguenze imprevedibili per la Turchia e il mondo, gli stessi ufficiali sembrano profondamente demoralizzati riguardo alla guerra in Siria, e incerti su cosa stanno cercando di ottenere. Descrivono la fornitura di armi alle milizie di opposizione islamiste, una strategia condotta dagli USA nella quale il regime di Erdogan gioca un ruolo importante, come una minaccia mortale ai loro stessi interessi.
Sinirlioglu dice: “Ci sono alcuni gravi cambiamenti nella geopolitica globale e regionale… Quell’ISIS (una milizia siriana di opposizione legata ad Al Qaeda) e tutta quella roba, quelle organizzazioni sono estremamente aperte alla manipolazione. Avere una regione fatta di organizzazioni di natura simile costituirà un rischio vitale alla nostra sicurezza.”
In seguito, il ministro degli esteri Davutoglu sembra lamentarsi che la Turchia non abbia condotto prima un grande attacco alla Siria: “Nel 2012, non l’avevamo fatto nel 2011. Se solo avessimo agito seriamente allora, anche nell’estate del 2012.”

Traduzione:  Anacronista

Fonte: Global Research

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