IMBECILLITA’ ELETTORALE

di Marco della Luna

Fedele alle sue tradizioni, la partitocrazia, mentre ancora difende gli autori delle frodi bancarie, ha prodotto una legge elettorale che non può dar luogo a una maggioranza uscita dalle urne e che quindi negherà agli elettori la possibilità di scegliersi il governo e persino la maggioranza, per lasciare invece man salva ai gestori dei partiti politici per lottizzare, consociarsi e inciuciare le intese più o meno larghe che fan comodo a loro e ai loro padrini banchieri nazionali ed esteri.

Per evitare queste situazioni, senza dar luogo a un regime autoritario come voleva la riforma Renzi-Bischi, bastava e basterebbe riformare il bicameralismo nel senso di una camera eletta con doppio turno maggioritario che vota la fiducia al governo e le leggi “normali”, e un senato eletto con sistema proporzionale che vota le leggi costituzionali, elettorali, sulla cittadinanza, oltre ad eleggere il capo dello Stato e gli altri organi di garanzia e controllo.

Sempre come al solito, i leaders dei partiti politici chiedono di essere votati, affermando ciascuno di avere la capacità – se vincerà le elezioni – di risolvere i guai del Paese e di rilanciarlo.

Ovviamente, siffatte affermazioni sono vuote millanterie, perché i guai del Paese derivano, in sostanza, da fattori completamente al di fuori della capacità di azione di qualsiasi forza politica (perlomeno nazionale):

-la composizione del paese Italia, fatta di aree funzionalmente troppo diverse per ragioni storiche per legare tra loro, e che infatti non hanno legato se non nelle prassi più disfunzionali, ormai diffusesi a tutte le aree attraverso la burocrazia, la politica e l’emigrazione interna (dopo 150 di unità anni vi sono regioni che funzionano meglio di altre con 1/9 del personale e della spesa);

la storicamente sempre ribadita sottomissione gerarchica dell’Italia a potenze straniere, che ne abbattono la concorrenzialità e ne prelevano le risorse, e, per far ciò, le impongono indirizzi economici, finanziari, politici e persino colpi di Stato (come quello Napolimonti);

le dinamiche planetarie produttrici di crescenti diseguaglianze, miserie e oppressioni (processi di concentrazione oligarchica-apolide-irresponsabile di reddito-ricchezza-potere; di globalizzazione distruttiva del rapporto territori-cittadini-potere e parallela sostituzione etnica; privatizzazione delle funzioni e dei poteri statuali nelle mani di organismi sovrannazionali insindacabili, detentori di strumenti tecnologici di tracciamento-condizionamento delle persone al disopra di ogni controbilanciamento giudiziario e democratico):

Draghi con il ministro Padoan

.Su questi fattori, cioè sulle cose che contano, sull’essenziale, politica e mass media fanno silenzio, salvo insorgere per bollare di marxismo, populismo o razzismo chiunque ardisca menzionarli. Ciò assicura l’innocuità, ossia l’imbecillità, del dibattito elettorale.

Fonte:  Marco Della Luna

19 thoughts on “IMBECILLITA’ ELETTORALE

  1. Analizziamo brevemente i tre punti presentati da Della Luna, “al di fuori della capacità di azione di qualsiasi forza politica” come lui stesso scrive:
    –la composizione del paese Italia.
    Va detto che gli squilibri interni al paese, che negli ultimi decenni del Novecento sembravano ridursi, sono stati amplificati dalle politiche elitiste, globaliste e ultra liberiste applicate per conto terzi dai collaborazionisti sub-politici delle Aristocrazie finanziarie, esterne al paese.
    –la storicamente sempre ribadita sottomissione gerarchica dell’Italia a potenze straniere.
    Non corrisponde più al vecchio proverbio (del Guicciardini) “Franza o Spagna purché se magna”, in quanto il sistema di dominio e potere elitista sostituisce, oggi, le potenze del sedicesimo secolo, Franza e Spagna (appunto) e dei secoli successivi. Infatti, la dittatura degli organi della mondializzazione economico-finanziaria non corrisponde a una potenza straniera determinata, identificabile esattamente con un altro stato nazionale.
    –le dinamiche planetarie produttrici di crescenti diseguaglianze, miserie e oppressioni.
    Descrivendo in parentesi le caratteristiche di tali dinamiche planetarie, il Della Luna ci prende in pieno.
    Osservo che se il popolo italiano fosse stato più combattivo (con “diversa composizione”), più disposto a rischiare per difendere l’indipendenza e la sovranità nazionale, meno incline alla sottomissione, avrebbe potuto fare la fine della Siria.

    Cari saluti

  2. X Eugenio Orso. Beh, forse la fine della Siria non ci sarebbe stata per il fatto che l’Italia è inserita in una Unione Europea che dovrebbe inviare delle truppe Eurogendfor come fu fatto per la Grecia.
    Ma l’Italia ,in quanto a numero di abitanti è circa 7 volte la Grecia, con un territorio vasto e difficile da “conquistare”.
    L’esplosione di una guerra “civile” in Italia muoverebbe a catena altri paesi europei , per intervenire . Quanto meno a porre veto per invio di truppe di “sedazione” (Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia).
    Per gli Usa sarebbe uno smacco peggiore della Siria, ma a cui non potrebbero ovviare con la forza per evitare una conflagrazione peggiore di quanto sarebbe (intervento di Russia o Serbia a difendere gli insorti ?).
    Quindi si creerebbe di fatto una esplosione di tutta l’unione europea con la disgregazione dei sistemi di controllo finanziario imposti dai banksters e dal FMI.
    Sarebbe la soluzione auspicata anche da altri popoli tra cui Spagna e Portogallo.
    Ma gli italiani hanno perso le palle da decenni di “antifascismo”, cui si aggiunge ora una chiesa cattolica in disfacimento con uno pseudo-papa filomassone e filosionista che nulla fa per l’identità dei popoli.

    1. Mancano le palle, ma anche le armi e gli aiuti esterni. Anche i partigiani durante la Guerra Mondiale non facevano niente se non erano supportati dagli Alleati.are?

      1. Per una volta, non sono del tutto d’accordo con te. I partigiani delle Apuane hanno dato del gran filo da torcere ai nazisti ed hanno vinto diverse battaglie anche prima dell’arrivo degli “alleati”. Con poche armi, tanto coraggio e buone capacità tattiche erano riusciti a logorare le truppe degli invasori nazisti. Intendiamoci, anche i partigiani hanno fatto delle porcate; io non credo né a santi né a eroi. Vorrei comunque ricordare che “noi” (io non ero ancora nato ma i miei nonni c’erano), a differenza di tedeschi e americani, eravamo a casa nostra e che il primo “aiuto” che ci hanno dato gli “alleati” è stato quello di bombardarci.

      2. Io l’ho conosciuto il “Capitano” dei partigiani apuani. Quando l’ho conosciuto era già vecchio e acciaccato ma era uno che non si arrendeva; ha lavorato fino all’ultimo e mi ha insegnato a fare i muri a secco. Era intelligente, coraggioso e instancabile ma era anche un uomo spietato. Una volta, in tempo di guerra, ha ucciso una donna (non fascista) perchè non voleva dargli la sua mucca, con cui dava il latte ai suoi figli. Dopo la fine della Guerra, il suo “luogotenente” è stato giustiziato a Carrara, in Piazza Alberica, con un colpo alla testa. Il “Capitano”, invece, è stato graziato grazie a sua moglie, donna di “buona famiglia”, e all’intervento di Amnesty International. Mi astengo da qualsisi giudizio.

        1. Un tempo v’era la consapevolezza che il chiodo si tratta con chi sappia usare il martello (fuor di metafora: che ciò ch’è basso e ignobile si tratti con ciò che è nobile e alto): oggi vale, in modo appunto spietato, elementare e rozzo, la legge del chiodo che scaccia altro chiodo. E chiodi si rimane…

          1. Non sono convinto che dovremmo arrenderci a questa evidenza. O. forse, mi rifiuto di crederci. Ci vuole tanto coraggio, intelligenza e anche benevolenza ma forse si può ancora essere migliori.

          2. @Walter
            Lungi da me l’idea d’arrendermi infatti (e noto con sollievo lo stesso afflato nella tua considerazione). La precedente intende essere mera constatazione nell’ambito della massa; ma poi, vivaddio, ciascuno può sempre scegliere di procedere per altra strada (etiamsi omnes, ego non), per quanto impegnativo e arduo l’iter si manifesti essere (certo, come ben osservi, si tratta di coltivare intelligenza, coraggio, benevolenza, grazia e molto altro ancora: tutte doti appartenenti a un cuore degno del nome e della funzione che ogni tradizione gli corrisponde, e non relegato a misera comparsa di varie situazioni, simili in tenore ai romanzetti rosa). Per quanto esiliata al singolo individuo, anonimo, misconosciuto e ininfluente sui grandi numeri (ma si può esser responsabili soltanto per se stessi), siffatta pratica rimane comunque inestimabile, non fosse altro per una vita di dignità profonda e inalterabile a cui, per impiegare le parole di Baudelaire, “né terra né inferno morderanno mai”.

  3. Ottima diagnosi dell’oncologo Della Luna sulla malata terminale Italia. Le elezioni non avran neppure l’effetto sedativo della morfina..

  4. Premetto che sono anni che leggo Marco della Luna che scrive, poco, ma sempre cose acute, intelligenti, infatti l’analisi è condivisibile, ma sono le soluzioni a non esserlo: il doppio turno è che i partiti si “passano” gli elettori, ovvero: tot elettori votano per tizio, tizio non passa il primo turno, nell’intervallo tra un turno e l’altro, tizio va da caio e gli dice che in cambio di qualche poltrona, consiglierà alle proprie PECORE di votare caio, tanto le PECORE di tizio ubbidiranno a tizio anche se gli dice di votare caio… uno schifo, come in Francia o peggio se consideriamo il voto di scambio.
    Invece vedrei un’unica Camera con più parlamentari che vengono eletti in collegi uninominali maggioritari territorialmente più piccoli e con una parte eletta col proporzionale.
    Un senato che fa solo leggi costituzionali, cioè leggi che valgono di più delle leggi approvate dalla Camera?! Leggi abrogabili solo dietro tonnellate di burocrazia, è una follia.
    Invece io abolirei la Costituzione: non serve a nulla e ordina cose che lo Stato dovrebbe eseguire, ma non lo fa, tanto è lo Stato che si dovrebbe autopunire… tutte le Costituzioni sono solo fumo negl’occhi, pagliacciate.
    PS
    Walter, l’astensionista, i partigiani erano rubagalline o rubavacche non fecero mai nulla di militarmente significativo, quel “Capitano” che hai conosciuto, io gl’avrei fatto del male, molto male… ma senza odio, niente di personale, per giustizia, comunque Amnesty fu fondata solo nel ’61 dunque è una strana storia.
    Dalle mie parti un’intera banda di rubagalline, sazi ed ubriachi fradici in un bosco, erano stati scoperti dai tedeschi, dietro denuncia delle vittime, furono tutti fucilati per furto, non perchè fossero “partigiani”, invece i partigiani non colti a rubare venivano spediti nei campi di lavoro.

    1. Parli di cose che non sai e trai conclusioni affrettate. Il “processo” al “Capitano” durò molti anni (a differenza del suo “luogotenente” che fu freddato con processo sommario), fino a pochi anni prima della sua morte, che avvenne verso la fine degli anni ’90 (al momento, non ricordo con precisione quando). In un periodo della sua vita fu anche esiliato e visse per diversi anni in Brasile con sua moglie e i suoi figli, di cui solo uno, il più giovane, è ancora vivo (almeno credo, sono anni che non lo vedo).
      Non so quali siano “le tue parti”, le mie sono le Alpi Apuane e da queste parti i partigiani hanno combattuto strenuamente e hanno logorato le truppe naziste che, di fatto, si erano già ritirate prima dell’arrivo degli “alleati”. Prima di ritirarsi, però, fecero in tempo a compiere degli eccidi di civili per vendicarsi dei “calci nel culo” che avevano preso dai partigiani.
      Ci sono state tante storie diverse in questa stessa Italia. Io non c’ero e non mi dispiace di non esserci stato perché è stato un periodo terribile e vergognoso della storia di questo paese (tuttora) malato. Mio figlio minore è stato partorito in un Ospedale, con taglio cesareo; mio padre è stato partorito in un rifugio sotterraneo, durante i bombardamenti.
      Pensi davvero di essere depositario della Giustizia?
      Io non ho mai fatto del male a nessuno e spero di non doverlo mai fare ma se, all’occorrenza, dovessi schierarmi, lo farei. La mia mano è ancora ferma e anche se non ci vedo più tanto bene, gli occhiali mi permettono di rimediare a questo inconveniente. Ai tempi del servizio militare ero il secondo più bravo, perché riuscii a dare il mio bersaglio migliore ad un camerata di Livorno che vaveva più bisogno di me di una licenza premio.
      Saluti e buona fortuna.

    2. Bravo Renè, hai ristabilito il senso di giustizia e verità delle cose riguardanti i cosiddetti “partigiani”: pochi, ladri ed assassini…
      Altri parlano per sentito dire seguendo la vulgata ufficiale e non si sono ancora liberati delle menzogne.
      Walter dovrebbe leggersi i libri di Pansa, ma standosene in Brasile a palpeggiare bei culetti, ha altro da fare che modificare una visione della storia.

      1. Prima di tutto non hai capito niente (io in Brasile non ci sono mai stato); secondo, la storia che ho narrato non l’ho letta sui libri, l’ho ascoltata da chi l’ha vissuta in prima persona; terzo, hai ragione, ho altro da fare che modificare una visione della storia; quarto, ma non ultimo, generalizzare è sintomo di scarsa intelligenza e senso critico; quinto, ci sono ottimi corsi, anche online, di buona educazione.

  5. Noto con dispiacere che certe contrapposizioni che in passato hanno portato gli italiani ad odiarsi ed uccidersi tra fratelli stanno tornando ad acuirsi. Brutto segno. Avanti di questo passo, non ci sarà bisogno di una guerra, atomica o meno che sia, per arrivare al massimo degrado e distruzione. Purtroppo, il solito divide et impera funziona sempre, trovando campo fertile nell’ignoranza ed imbecillità umana (che non è solo elettorale), potenziate dalle frustrazioni, invidie e gelosie che i periodi di crisi tendono a generare ed esacerbare.

    1. Walter. La giustizia è assoluta non relativa a chi commette il crimine ed un vigliacco che ammazza una madre di famiglia per rubarle la vacca che da il latte per i propri figli, è un criminale della peggior specie.
      Ammesso che la storia sia vera e che non sia falsa come le storielle di eroismo sulle Apuane.
      Sarà un caso Mardunolbo ma sono concittadino di Pansa, l’ultima volta l’ho visto in una conferenza in città, ma prima che potesse parlare il Commissario Politico del Partito ammonì la platea con i soliti discorsi pro-partigiani, sembrava di stare in Unione Sovietica post-Stalin: si può criticare Stalin, in quanto “compagno che ha sbagliato” ma solo per legittimare la successiva classe dirigente di ladri un po’ meno sanguinari, perchè l’essenza del comunismo è questa: ladri che derubano il popolo dell’unica vacca da latte o ladri assassini che uccidono per rubare quella vacca da latte e tutto ciò per il bene del popolo (ipocriti).

      1. Renè, tanta acqua è passata sotto i ponti, e Pansa, da sinistro che era, si è poco a poco trasformato, mostrando coerenza con quanto scrisse !
        Inizialmente. lo raccontava lui stesso, andava ad assistere, giovanetto, ai tribunali del popolo, dove pure un certo Scalfaro “ci stava” a condannare a morte.
        Poi cominciò a rivedere e ricordare le condanne facili dei tribunali del popolo e rivisitò la Storia ufficiale.
        Ovviamente fu emarginato dalla sinistra…
        Chiedo scusa a Walter, per averlo confuso con altro che sta in Brasile. Il resto lo riconfermo (esclusi i palpeggiamenti che ovviamente sono inesistenti!)

  6. Infatti è stato processato per crimini di guerra: questo è un dato di fatto che ti posso confermare; la storia della mucca, invece, mi è stata raccontata (da più persone anziane) e, quindi, non posso esserne certo. Come ti ripeto, io non ero ancora nato e sulle cose lette o sentite dire è legittimo avere dubbi. L’idea che mi sono fatto, comunque, è che in guerra i crimini sono stati commessi da entrambe le parti. Un’altra idea che mi sono fatto è che fascisti e partigiani erano entrambi manipolati da pochi “squali” che dietro una scrivania se la ridevano e lucravano sulla distruzione, prima, e sulla ricostruzione, dopo. Fratelli e sorelle ammazzavano, stupravano e torturavano i loro fratelli e sorelle in nome di cosa? Per me non esiste ideale che possa giustificare un tale odio e simili nefandezze. Tu parli di Giustizia assoluta… per me non esiste e anche se non sono un credente, condivido quello che disse quel tale: non giudicare e non sarai giudicato (alla fine, sono più “cristiano” di tanti che si professano tali). Se credi che la mia sia una forma di vigliaccheria, ti sbagli di grosso: scegliendo di essere solo se stessi e di stare fuori dalle parti, si finisce spesso per andare a stare sui coglioni ad entrambe le parti e, soprattutto, a chi le manipola. Io ho scelto di essere solo e non ho paura ad esserlo, non sono spalleggiato o protetto da nessun partito e da nessuna lobby e quel poco che ho costriuto, l’ho costruito con le mie mani e con la mia testa.
    Ognuno, poi, la pensi come vuole. Può darsi che un giorno seguirò il tuo (involontario) consiglio e me ne andrò a dilettarmi sotto il sole del Brasile; per fortuna, il mio titolo di studio (PhD) è riconosciuto a livello globale e avendo avuto una fidanzata mozambicana, mastico anche un pochino di portoghese.

    1. @Walter
      Miguel de Unamuno, tra i più significativi intellettuali e filosofi spagnoli, cattolico, condusse una vita sostanzialmente tormentata, sia per la fede che per la politica. Appoggiò inizialmente il franchismo finché non ne riconobbe gli eccessi (varrebbe ricordare come la stessa cosa accadde, per ambedue le fazioni, nelle denunce che sollevarono Simone Weil da parte repubblicana e George Bernanos da parte monarchico-nazionalista – il secondo vi compose l’opera “I grandi cimiteri sotto la luna” –, ambedue disgustati dagli orrori perpetrati dalla rispettiva formazione, in cui militarono durante la guerra civile spagnola). (1)
      Unamuno trasse alfine le sue conclusioni nella seguente affermazione: “No, non sono fascista né bolscevico; sono un solitario”. Io la chiamo la terra di nessuno, ed ogni riferimento esistenziale, morale, psicologico e spirituale a quel che la stessa significava materialmente tra le trincee della Grande Guerra non è affatto casuale (da quanto leggo in quel che scrivi, apprendo che la situazione ti è sufficientemente nota…).
      Dovrebbe dunque essere superfluo comunicare la condivisione di un’altra tua affermazione, ma so essere anche ottusamente noioso da ripetere all’infinito le cose ovvie:
      “Per me non esiste ideale che possa giustificare un tale odio e simili nefandezze” (cit.)
      Infatti: cessano d’essere ideali e forse, sin dall’inizio, si sono soltanto ammantati di quell’alone (ma tutto l’approccio idealistico rivela d’essere un’arma a doppio taglio).
      Buon proseguimento d’avventura, quindi.

      p.s.: in merito all’essere o no cristiano, già Agostino affermava nell’omelia 45: “Quanti lupi sono dentro l’ovile e quante pecore sono fuori di esso!».

      (1) Significativa fu anche la lettera che la Weil scrisse a Bernanos; in quella possiamo leggere: “Da quando sono stata in Spagna, da quando sento e leggo ogni sorta di considerazioni sulla Spagna, non posso citare nessuno, eccetto Lei, che, per quanto io sappia, sia stato immerso, nell’atmosfera della guerra spagnola, e vi abbia resistito. Lei è monarchico, discepolo di Drumont – che me ne importa? Mi è più vicino, senza paragone, dei miei compagni delle milizie d’Aragona – quei compagni che, tuttavia, amavo”.

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