Il terzo totalitarismo

di  Alexander Dugin

In scienze politiche, il concetto di totalitarismo è sotteso alle ideologie comuniste e fasciste, che proclamano apertamente la superiorità del tutto (la classe e la società nel comunismo e nel socialismo; lo stato nel fascismo; la razza nel nazional-socialismo) sul dominio privato (l’individuo).

Ad esse si contrappone l’ideologia liberale, ideologia in cui, al contrario, il privato (l’individuo) è collocato al di sopra del tutto (come se questo tutto non possa essere compreso). Il liberalismo quindi combatte i totalitarismi in generale, inclusi quelli del comunismo e del fascismo. Ma, così facendo, il termine “totalitarismo” rivela il suo legame con l’ideologia liberale — né i comunisti né i fascisti sarebbero d’accordo con il termine. Pertanto, chiunque usi la parola “totalitarismo” è un liberale, indipendentemente dal suo livello di consapevolezza.

A prima vista, l’immagine è perfettamente chiara e non lascia spazio ad equivoci: il comunismo è il primo totalitarismo, il fascismo è il secondo. E il liberalismo è la loro antitesi, negando il tutto e collocando il privato al di sopra di esso.

Se ci fermiamo qui, possiamo riconoscere che l’Era Moderna ha sviluppato solo due ideologie totalitarie: il comunismo (il socialismo) e il fascismo (il nazismo), con le loro varianti e sfumature. Ma il liberalismo, che come teoria politica è apparsa prima delle altre due ed è durata più a lungo di queste, non potrebbe essere chiamato totalitario. Quindi l’espressione “terzo totalitarismo”, che suggerisce una estensione della nomenclatura delle ideologie totalitarie, includendo il liberalismo, non avrebbe senso.

Tuttavia, il tema del “terzo totalitarismo” potrebbe apparire nel contesto della sociologia classica francese (la scuola di Dürkheim) e nella filosofia postmoderna. La sociologia di Dürkheim sostiene che i contenuti della coscienza individuale si formano interamente sulla base della coscienza collettiva. In altre parole, la natura totalitaria di qualunque società, anche di quella individualistica e liberale, non può essere annullata. Pertanto, lo stesso fatto di dichiarare che l’individuo è il più alto valore e la misura di tutte le cose (liberalismo) è una proiezione della società, cioè una forma di influenza totalitaria e di induzione ideologica. L’individuo è un concetto sociale: senza la società, l’essere umano isolato non sa se egli è o no un individuo, e se l’individualismo è o no il più alto valore. L’individuo impara che egli è un individuo, una persona privata solo in una società dove l’ideologia liberale domina e diventa una funzione dell’ambiente sociale. Perciò, chi nega la realtà sociale e afferma l’individuo, ha in sé anche una natura sociale. Di conseguenza, il liberalismo è un’ideologia totalitaria che mette in evidenza, attraverso i metodi classici della propaganda totalitaria, che l’individuo è il valore più alto.

Alexander Dugin

Questo è l’inizio di una critica sociologica della società borghese, non una critica socialista, ma una critica da un punto di vista sociologico, anche se spesso in Francia e in Occidente il socialismo e la sociologia si sono avvicinati l’un l’altro quasi al punto di identificarsi completamente (per esempio, nel lavoro di Pierre Bourdieu). In questo senso, il carattere totalitario del liberalismo è scientificamente provato e il termine “terzo totalitarismo” acquisisce una logica e una coerenza, anzichè essere uno scandaloso paradosso. Da qui, una serie di concetti sociologici, come ad esempio la “folla solitaria” (la foule solitaire — David Riesman) e altri.

La società liberale, opponendosi alle società di massa del socialismo e del fascismo, è diventata essa stessa una società massificata, standardizzata e stereotipata. Più l’uomo aspira ad essere qualcosa di extra-ordinario, di unico nel contesto del paradigma liberale, più egli diventa simile a tutti gli altri. Ciò che il liberalismo porta con sé è esattamente la standardizzazione e l’omogeneizzazione del mondo, che è la distruzione di tutte le forme di diversità e differenziazione.

Dall’altra parte, c’è la filosofia postmoderna. Nello spirito della ricerca di una radicale immanenza — caratteristica di tutta la Modernità — i postmodernisti sollevano la questione della figura dell’individuo. Secondo il loro punto di vista, individuo è sinonimo di totalitarismo, ma trasposto a livello micro. L’individuo è un micro-totalitarismo che proietta a un livello individuale e sub-individuale un apparato di repressione sul quale è costruito il totalitarismo normale. In uno spirito freudiano, i postmodernisti, vedendo la ragione come strumento per la repressione, l’alienazione e anche come proiezione, la identificano con lo Stato totalitario, che reprime la libertà dei cittadini imponendo su di loro il proprio punto di vista. L’individuo è quindi un concetto, una proiezione della distruzione e della violenza di una società totalitaria al suo livello più basso. I desideri e la forza creativa dell’individuo sono costantemente cancellati. Più di tutto, i postmodernisti credono che il totalitarismo sociale — il fascismo e il comunismo — semplicemente nasca dalla rigida struttura gerarchica totalitaria dell’individuo razionale. In tal modo, il concetto di totalitarismo liberale come “terzo totalitarismo” acquista un senso e diventa del tutto legittimo.

Quindi, il liberalismo è un’ideologia totalitaria e violenta, un mezzo per la repressione politica diretta e indiretta, per la pressione educativa e la feroce propaganda, che si autoproclama come non totalitaria, celando la sua vera natura. Questo è un fatto scientifico. Il concetto di terzo totalitarismo è del tutto coerente con la natura del liberalismo come concetto politico.

La Quarta Teoria Politica accetta pienamente questa nozione, in quanto permette di vedere il quadro completo che unifica tutte e tre le teorie politiche classiche della Modernità: a) liberalismo, b) comunismo e c) nazionalismo (fascismo). Tutte e tre sono totalitarie, sebbene in modo diverso. Allo stesso tempo, la Quarta Teoria Politica denuncia il carattere razzista di tutte e tre le teorie: il razzismo biologico dei nazisti, il razzismo di classe di Marx (evoluzione e progressismo universale) e il razzismo di civiltà, culturale e coloniale dei liberali (che era esplicito fino a metà del XX secolo e poi è diventato subliminale: vedi John Hobson in “The Eurocentric Conception of World Politics”). La Quarta Teoria Politica respinge tutti i tipi di totalitarismo: comunista, fascista e liberale. Il terzo totalitarismo (quello di tipo liberale) oggi è il più pericoloso, in quanto è quello che governa. Combatterlo è il compito principale.

La Quarta Teoria Politica offre una comprensione totalmente nuova del tutto e delle sue parti, al di fuori del contesto delle tre ideologie politiche della Modernità. Questa comprensione può essere chiamata un Mit-sein esistenziale. Ma in questa comprensione esistenziale dell’Essere (Dasein), non c’è l’esistenza atomizzata (la parte, l’individuo), né la somma degli individui (totalitarismo). Nella Quarta Teoria Politica, essere con gli altri significa esistere, costituire una presenza: una presenza viva di fronte alla morte. Noi stiamo insieme solo quando ci troviamo ad affrontare la nostra morte. La morte è sempre profondamente personale e, allo stesso tempo, in lei c’è qualcosa di universale, qualcosa che colpisce tutti. Pertanto, è necessario per noi parlare non di totalitarismo (una concezione meccanica che collega le parti e il tutto), bensì di un olismo esistenziale e organico. Il suo nome è il Popolo. Dasein existiert völkisch. Contro il “terzo totalitarismo”. Per un essere-per-la-morte. Mit-sein. Noi siamo il Popolo.

Fonte: The Fourth Political Theory

Traduttore: Donato Mancuso

7 thoughts on “Il terzo totalitarismo

  1. Alexander Dugin ci propone il Popolo contro il totalitarismo liberale, che ha come punto di partenza, aggiungo io, l’esaltazione strema di un individo meramente teorico, che non esiste e non è mai esistito nella realtà storica e sociale.
    L’individualismo estremizzato è lo schermo dietro il quale si nasconde la più potente e invasiva oppressione dell’intera storia umana.
    In una concezione storico-strutturale, come la mia, l’esaltazione dell’individualismo e del privato nasconde il potere molto concreto di una classe dominante, quella neocapitalista, la global class a vocazione finanziaria e “cosmopolita”.

    Cari saluti

    P.S.: è sempre interessante leggere Dugin.

  2. Eterna dimostrazione che oggi gli Stati europei non conoscono stasi, in male come in bene. Però l’Europa ha un passato di rivoluzioni e rivolte secolari. Vedo che il tendone americano è come una coperta stretta: non ce la fa più a tenere sotto questi europei asserviti da un lato, ma dall’altro memori di quando facevano loro la storia. Il timore di ogni dittatura sono le “associazioni spontanee”, non i partiti ufficiali. Gli europei ne hanno l’esclusiva storica. Fra poco l’atomica non sarà più un deterrente, perché l’hanno già in molti e perché la gente quando è disperata se ne frega anche di morire. Insomma se stai male te ne fotti di tutto e ti muovi solo per liberarti, tanto, fra il morire servo e mazziato e il morire lottando in rivolta, il secondo è ben meglio del primo.

  3. Il liberalismo è un’ideologia non solo totalitaria – visto che i suoi seguaci non permettono a nessuno di metterla in discussione e inveiscono violentemente contro chi la osteggia – ma è anche nichilista, anti-nazionale e anti-identitaria. Proprio perché enfatizza ogni genere di libertà individuale, esso ha natura nichilista e non contempla la distinzione tra ciò che giusto e sbagliato, tra quelli che sono i diritti e i doveri, tra ciò che è responsabile e ciò che non lo è, tra cittadini e stranieri. Disconosce il valore dei confini, dell’identità etno-razziale e linguistica della nazione, e quest’ultima caratteristica rende il liberalismo simile al comunismo, nonostante siano ideologie fra loro contrapposte.

    Dugin dovrebbe fare attenzione a definire il “nazionalismo” come ideologia totalitaria e semmai dovrebbe essere più preciso e parlare di “nazionalsocialismo”, che come dice la parola stessa rappresenta un ibrido ideologico tra il nazionalismo ed il socialismo. Diversi mesi fa su questo Blondet pubblicò sul suo sito un articolo molto interessante, che spiega come tra l’altro sono sempre state le democrazie liberali a scatenare le guerre e non i regimi autoritari nazionalisti (http://www.maurizioblondet.it/promemoria-el-papa-nazionalisti-fanno-la-pace-le-democrazie-le-guerre/). La demonizzazione del nazionalismo è da ritenersi inopportuna, perché il vero male sono in realtà il mondialismo e il globalismo, di cui l’ideologia liberale è espressione.

  4. Premessa: le “scienze politiche” sono simili all’Astrologia, con la differenza che in Astrologia qualcosa di buono c’è.
    Inizio con la prima kazzata:”senza la società, l’essere umano isolato non sa se egli è o no un individuo” questa affermazione è talmente demente che ci rido sopra senza commentarla.
    Proseguo:”il carattere totalitario del liberalismo è scientificamente provato” grazie a Galileo Galilei che inventò la prova scientifica ed inventò la scienza moderna, posso affermare che il Sig4 political… boh… traduco con Gang of Four (?!) o con un più sobrio “4” vabè, chiunque sia chi ha scritto ‘ste pippe mentali… farcite di Freud (non: fraud?!) ed altri cadaveri putrefatti a cui il Sig4 non esita ad infilarci la lingua in bocca, afferma kazzat# non scientifiche, visto che non v’è prova sperimentale replicabile, ne si può intendere la “politica” come “scienza”.
    Così si giunge all’affermazione, senza prove, senza scientificità, un roba totalmente arbitraria, che: il liberalismo è un’ideologia totalitaria e violenta… ah ah ah cerrrto… e la bile di orso cura tutte le malattie… ah ah ah
    Il nostro Sig4 prosegue, l’LSD non gl’è calato ed apprendo che il fascismo è sinonimo di nazionalismo, ovvero: l’ignoranza galoppa (dunque Serse I, Tutankamon e Giulio Cesare erano “fascisti” ma pensa te… ah ah)
    Arriviamo al BABAU del XXI secolo “il razzismo” e tutti sono razzisti… anche le squadre olimpiche di nuoto che non vedono NEGRI nuotatori, così come quelle di motociclismo… per non parlare dei 100mt dove i bianchi sono pochissimi e gl’asiatici inesistenti… eh sì, brutta cosa il “razzismo” peccato che l’abbia creato “Madre Natura” a cui pure Papa Stanlio I s’inchina.
    Il finale dell’articolo è degno di un duetto Tognazzi-Gassman alla supercazzola prematurata, come se fosse Antani… ah ah
    Dunque, faccio un esempio: fascismo e comunismo non sono riformabili, il liberalismo è “liquido” bastano poche leggi per stravolgerlo: il monopolio è l’antitesi del liberalismo, ma sono sufficienti pochi burocrati corrotti nei posti “giusti” ( in Italia l’anti trust ha sede a Napoli) per trasformare una nazione liberale, in una oligarchia, ma questi sono argomenti troppo complessi per dei ratti da biblioteca come il Sig4.

    1. nelle finali dei 100m gli asiatici non sono affatto inesistenti, informati.
      il 98% di tutto ciò che facciamo, ogni singola azione dei tuoi muscoli e dei sottostanti processi fisiologici, non ha prova scientifica ma solo previsione probabilistica. eppure spesso c’azzecchiamo.

    2. ”…senza la società, l’essere umano isolato non sa se egli è o no un individuo” questa affermazione è talmente demente che ci rido sopra senza commentarla (cit.).

      Vedo che qualcun altro se n’è accorto. Non riuscire ad uscire dalla dicotomia individuo-società per altra via equivale a discutere all’eterno sul fatto se sia l’acqua ad essere ghiaccio disciolto, oppure il ghiaccio ad essere acqua solidificata (e senza minimamente considerare che l’acqua, in qualsiasi stato fisico si trovi, è ancora un semplice composto…): una valanga di parole che non colgono nessuna essenza reale (però fanno vedere libri e creano reputazioni).

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