Il progetto sionista ed il sogno della “Grande Israele “

I sionisti cercano di concretizzare il sogno della “Grande Israele” a spese dell’Iraq

di Yusuf  Fernandez

Di recente il giornalista d’inchiesta statunitense, Wayne Madsen, ha pubblicato un articolo sul suo sito web dove descrive con molti dettagli le politiche espansioniste di Israele in Iraq e conferma che Israele aspira a controllare una parte dell’Iraq con il fine di concretizzare il suo sogno della “Grande Israele” che si vede  cristallizzato nella sua stessa bandiera ove le due fasce azzurre rappresentano i fiumi Nilo ed Eufrate, fiumi che delimitano quello che i pianificatori sionisti cercavano ai  loro giorni, ovvero la realizzazione di una Grande Israele che potesse  inglobare la maggior parte delle terre del Medio Oriente, includendo i territori che appartengono attualmente alla Palestina occupata, al Libano, alla Giordania, all’Egitto ed all’Iraq.

Malgrado alcuni ritengano che i dirigenti israeliani abbiano abbandonato questo progetto, è certo che il regime sionista lo mantiene vivo e cerca di concretizzarlo a lunga scadenza.

Nella sua informativa, Madsen descrive il trasferimento di giudei curdi da Israele alla provincia di Ninive ed alla sua capitale, Mosul, nel Nord dell’Iraq, sotto il camuffamento di visitatori dell’antico mausoleo ebraico.

Il reportage  (1) indica anche che questi individui, che sono di nazionalità israeliana, si sono recati ad acquistare terre nella zona dall’invasione dell’Iraq da parte degli USA nel 2003. L’informativa segnala che agenti del Mossad israeliano hanno lanciato, assieme a gruppi di mercenari, attacchi contro i gruppi cristiano caldei ed assiri a Mosul,  Erbil ed in altre città, con il fine di sloggiarli con la forza ed impadronirsi delle loro terre che loro qualificano come “terre giudie di origine biblica”.

Il progetto sionista è quello di stabilire insediamenti di giudei curdi in questa zona per sostituire gli altri. Il vecchio ministro della Difesa e delle infrastrutture di Israele, Benyamin Ben Eliezer, un ebreo di origine irachena che è nato nella provincia di Bassora, supervisiona attualmente la visita di delegazioni religiose israeliane in questi territori.

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Secondo Madsen, i leaders dei partiti curdi, Yalal Talabani (della Unione Patriottica Curda) e Massud Barzani, del Partito Democratico Curdo), sono consapevoli di questo progetto e cooperano con questo. Madsen avverte che questo processo rappresenta in pratica una ripetizione del processo di espulsione della popolazione autoctona palestinese dal suo territorio nel periodo del mandato Britannico, prima e dopo della seconda Guerra Mondiale, e l’installazione di comunità sioniste in quei luoghi.

Uno studio del centro di ricerche iracheno Dar Babelk parla della infiltrazione israelita in questo paese in alcuni aspetti della politica, dell’economia e della sicurezza. Questo studio segnala che il Mossad  ha installato un “Centro per lo Studio della Stampa Araba” nel 7° piano dell’Hotel Ar Rashid ,nella Zona Verde di Bagdad, da dove questo  ha spiato le conversazioni telefoniche di deputati e funzionari iracheni. Lo spionaggio israeliano si concentra anche nelle persone degli scienziati, dei professori d’Università e piloti iracheni ed opera per eliminarli. Il giornale israeliano Yediot Aharonot ha aperto anche un ufficio nello stesso Hotel nel 2005 e nella città curda di Arbil.

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Lo studio conferma la presenza di 85 individui, israeliani o ebrei statunitensi situati nell’Ambasciata degli USA a Bagdad, i quali vigilano sulle attività dei Ministeri e delle Istituzioni irachene, incluso sull’Esercito e suio servizi di Sicurezza. Si riferisce anche alla presenza di un gran numero di società  israeliane o multinazionali con presenza in Israele che operano in Iraq direttamente o attraverso uffici ed istituzioni di questa capitale araba, includendo imprese che si occupano di sicurezza. Nel settore petrolifero, opera la società Bazan, diretta dall’israeliano Ben Mordechai, che sta cercando di firmare un contratto con le autorità curde del nord dell’Iraq per esportare il petrolio da Kirkuk  verso Israele.

Dall’inizio dell’occupazione dell’Iraq, nel 2003,  il Mossad ha preparato i quadri delle milizie curde, i Peshmerga, e dei partiti curdi con il fine di alimentare l’indipendenza del Kurdistan rispetto all’Iraq. Israele ha fornito addestramento alle milizie curde e cerca di utilizzarle per sloggiare gli arabi della zona che risiedono nel Kurdistan iracheno.

Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno messo sotto pressione il governo di Maliki affinchè’ apra una sinagoga nel sud dell’Iraq per i visitatori giudei, includendo gli israeliani. L’informativa segnala che Ahmad Chalabi, un conosciuto politico iracheno collegato ad ambienti “neocon” statunitensi ed a settori della lobby sionista, partecipa al progetto israeliano e coordina la visita delle delegazioni israeliane, con cui si è spesso riunito a Bagdad.

Fonte: AlManar

1- Vedi Infowars.com

Traduzione:  Luciano Lago

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