Il progetto imperialista di balcanizzazione della Siria prosegue con Trump

di  Luciano Lago

Coloro che ingenuamente pensavano in una possibile sterzata della politica imperiale USA con la nuova Amministrazione Trump, sono destinati a rimanere profondamente delusi.
Donald Trump, nonostante le apparenze, rappresenta la continuità’ della strategia di dominio USA con alcuni correttivi tattici che saranno applicati  in modo spregiudicato da Washington per sviare l’attenzione del mondo dai propri  obiettivi di dominio. Obiettivi di dominio che in pratica prescindono da chi sieda sulla poltrona della Casa Bianca ma che sono connaturati all’elite dominante che ha stabilito, a suo tempo, i suoi piani di lungo periodo e li porta avanti comunque con gli strumenti di sempre.

Il fulcro  essenziale della politica di dominio di Washington,  come accade da molti decenni,  ha per contorno la regione del Medio Oriente ed  è da ricercare nelle intenzioni di Trump di voler proseguire o meno, nella strategia  del caos e del doppio gioco sviluppata da Obama con risultati disastrosi per le popolazioni dell’area e con le conseguenti migrazioni di massa.

Il summit tenutosi ad  Astana ha dimostrato quale siano le posizioni della Russia, dell’Iran e della Turchia per risolvere la crisi siriana ma ha anche reso evidente  l’ambiguo atteggiamento USA, esclusi dal vertice salvo l’invito dell’ultimo momento fatto all’ambascioatore USA.  L’Iran, uno dei  veri vincitore sul campo, assieme alla Siria ed Hezbollah, tramite il suo cancelliere, ha con ragione sostenuto che, se si escudono  “i cani “ ( i gruppi terroristi  al Nusra e il Daesh) dalle conversazioni, non ha senso invitare i loro” padroni” (USA ed Arabia Saudita), anche se vi e’ stato il cambio della guardia alla Casa Bianca.

Non è possibile  pensare che Trump possa apportare  niente di nuovo sul  tavolo delle conversazioni ma si può capire quale sia la strategia di fondo della nuova Amministrazione ricavando alcuni concetti chiave da una intervista rilasciata da Trump al network ABC . Da questa intervista si evince  che il piano di smembramento della Siria procederà in modo più deciso da parte dell’Amministrazione USA che ha deciso di puntare le sue carte sui curdi appoggiando  la loro richiesta di una entità autonoma nel nord della Siria, così come avverrà per l’Iraq.  In pratica sembra chiaro che Trump punterà ad ampliare l’intervento militare USA  con il creare una enclave curda a nord della Siria  per realizzare una “zona di sicurezza” (quello che era il vecchio progetto USA-saudita), con base ad Hasaka, città a maggioranza curda. Salvo il fatto che, a differenza del progetto di Obama/Clinton  e John Kerry, si accantonerà  (per il momento) l’idea di uno stato sunnita (irrealizzabile per il presidio militare russo siriano) mentre nello stesso tempo il piano prevede la costituzione di una seconda zona di sicurezza al sud della Siria, verso la frontiera con la Giordania, espellendo i reparti siriani e di Hezbollah.  I russi in ogni caso  hanno già dichiarato che difenderanno l’integrità della Siria e non accetterano decisioni unilaterali circa presunte “zone di sicurezza”.

Mappa della Siria- Iraq

Tuttavia il vero obiettivo immediato di Washington sarà quello di   svincolare la Russia dall’alleanza con l’Iran, il paese chiave nel successo della resistenza siriana, considerato il nemico n. 1 dagli  USA, da Israele e dall’Arabia Saudita. Naturalmente ,”conditio sine qua non” per realizzare questo piano è convincere la Turchia ad accettare una entità curda sul suo confine settentrionale, fornendo delle garanzie ad Ankara mettendo altra posta sul piatto della bilancia. Impresa peraltro molto difficile ,vista la diffidenza di Erdogan verso gli USA dopo l’aver schivato il golpe architettato dalla CIA.

L’obiettivo, neanche tanto nascosto degli USA, è qullo di spezzare l’asse della Resistenza, quello costituito fra Siria-Iran-Hezbollah con l’appoggio russo e cercare di isolare l’Iran, allontanandolo dal teatro delle operazioni in Siria. Sarà l’obiettivo di Trump ma occorre considerare che gli USA, grazie alla disastrosa politica di Obama/Clinton/Kerry, hanno perso l’iniziativa in Medio Oriente e questa è passata nelle mani e nella diplomazia di Mosca che ha già portato dalla sua parte i più importanti paesi della regione, l’Iraq, l’Egitto e l’Iran, oltre alla Siria ed al Libano. Non si vede come la Russia potrebbe voltare le spalle al suo alleato strategico che  ha fornito alla Russia truppe di terra e cooperazione militare e logistica (e preziosi consigli)  per  il sucesso dell’intervento russo in Siria e per il suo consolidamento.  Inoltre la Russia e l’Iran hanno lo stesso obiettivo strategico che è quello di annientare il pericolo rappresentato dal radicalismo islamista sunnita/salafita alimentato dall’Arabia Saudita e dal Qatar.  Pericolo che è molto sentito anche dalla Russia che conta al suo interno, una popolazione islamica di circa 25 milioni di persone e che è interessata alla stabilità del Caucaso.

Il sogno di USA e di Israele  di ottenere la rottura  dell’asse fra Iran e Russia  cozza contro la realtà ove si vede che questo asse si è andato sempre più rafforzando e ne sono prova le consegne dei sistemi missilistici russi  SS 300 all’Iran e la concessione di una base aerea logistica in Iran, quella di Hamadan,  per l’aviazione strategica russa.

Sembra inoltre ovvio che la Russia non andrà ad adottare piani che non siano i propri, corrispondenti ai propri interessi nazionali e meno che mai a quelli di Washington che è la responsabile diretta del caos e dell’incremento del terrorismo nella regione. L’impostazione di Putin sarà sicuramente quella di giocarsi sul tavolo  degli scacchi le sue prossime mosse e quelle di Trump e dei suoi strateghi. Dopo sei anni di guerra l’asse della Resistenza (Iran-Siria-Hezbollah) non sarà disposto a sfaldarsi per aprire il passo alle necessità egemoniche degli USA e tanto meno alle mire di Israele e dell’Arabia Saudita.

In realtà l‘aspirazione massima di Israele, che farà pressioni fortissime su Trump, è quella di sbarazzarsi del pericolo iraniano alle sue frontiere, quello delle formazioni militari iraniane in Siria e di Hezbollah del Libano, ed è sicuro che Netanyahu richiederà l’assistenza USA per mettere in moto un processo di isolamento dell’Iran che passa anche dalla revisione degli accordi sul nucleare.

Trump è un dichiarato amico di Israele e nel suo gabinetto ci sono almeno 5/6 esponenti della fortissima lobby sionista, oltra a suo genero. Questo significa che Trump potrebbe essere esposto all’influenza nefasta di “cattivi consiglieri” che potrebbero indurlo ad una politica di scontro molto duro, vista la divergenza di interessi sul campo fra Russia e USA.

Nelle prossime settimane si chiariranno alcuni degli elementi fondamentali per capire l’evoluzione delle cose ma di sicuro non corrisponderanno a quello  che ci racconteranno i grandi media occidentali, ormai abituati a mentire su tutto, come dimostrato dagli avvenimenti di questi ultimi anni.

32 thoughts on “Il progetto imperialista di balcanizzazione della Siria prosegue con Trump

  1. Non credo che Trump abbia voglia di avventurarsi in una guerra già persa in partenza. Lui è un vincente, non un perdente.

  2. A mio avviso c’è un profondo rafe, se non un’antitesi, tra il titolo ed il contenuto dell’articolo. E non si tratta di ingenuità o meno circa gli sviluppi delle vicende ma semplicemente delle proiezioni d’ipotesi.
    Solo il tempo, e non è la prima volta che lo scrivo, ci dirà qual’è quella più attinente alla realtà.

  3. Io invece ho l’mpressione che Trump voglia lavorare in collaborazione con Putin, non e’ una questione di supremazia ma di liberarsi di quelle fastidiose cavallette islamiste create dai precedenti governi americani.
    Mettersi in campo a fianco dei russi e’ la mossa migliore per raggiungere questo obiettivo ed aprire la strada a future collaborazioni tra grandi paesi.

  4. I ” cattivi consiglieri”, ne avete visti di buoni che abbiano voce in capitolo? Trump fara’ quello che le lobby sioniste vogliono, il resto e’ tutta fiction. Il potere e’ potere.

  5. “Non credo che Trump abbia voglia di avventurarsi in una guerra già persa in partenza. Lui è un vincente, non un perdente.”

    Commento:

    Nel passato i Condottieri si avventuravano in una guerra, mettendo ed offrendo in sacrificio la propria vita, combattendo, altrimenti non potevi essere “Presidente”, ed solo nelle guerre del Passato un Presidente
    te valutava bene prima di iniziare una guerra, a costo della sua stessa vita. Ma oggi la guerra si combatte online, il Presidente o Condottiero seduto in una bellissima poltrona, davanti un mega schermo, assiste e prende parte alla guerra…….
    Ma davvero pensiamo che un Presidente vinca o perda una guerra? Oggi un Presidente ha vinto in partenza.

    1. Assai pertinenti le osservazioni sull’essere condottieri nel passato, nonché il senso piuttosto differente rispetto all’attuale; già da Tacito sappiamo che i membri del comitatus germanico sceglievano il proprio condottiero secondo il criterio del migliore tra di loro, principio che al rapporto gerarchico verticale affiancava anche quello orizzontale, avvicinando la figura del capo a quella del “primus inter pares” (“Gerarchismo e solidarismo coesistono nel comitatus, fanno sì che il capo sia il primo d’una società di uguali perché il più nobile o il più autorevole o il più ricco o il più valoroso – o per tutte queste cose insieme – e magari anche il più vecchio.” – Franco Cardini, “Alle radici della cavalleria medievale”, III, 1).
      E sempre nel merito dell’esporsi in prima persona, ancora a Waterloo, secondo riportato da Hugo ne “I miserabili”, il Maresciallo dell’Impero Michel Ney, quando ormai le sorti dello scontro sono segnate, si metterà a gridare in mezzo alla tragedia: “Venite a vedere come muore un Maresciallo di Francia sul campo di battaglia!”. Napoleone vorrebbe fare altrettanto, ma viene energicamente trattenuto dai suoi generali.
      Dubito invece che un Presidente odierno abbia già vinto in partenza una guerra (Obama non lo ha fatto) se non nell’ambito personale di non esporre la propria pelle, al più rischiando la rielezione (ma ciò vale per qualsiasi politico il quale, per quanto danno abbia potuto fare, riesca a trovare un modo di riciclarsi). Del resto quanto poco valga – se non in un pedestre slogan sorretto proprio da questo sistema stupidamente asimmetrico – l’essere considerato “vincente” o “perdente” nel senso delle proprie qualità e capacità – il cui esito e applicazione spesso dipendono da tutta una serie di circostanze parallele (la Folgore e i reparti italiani che diedero resistenza ad El Alamein furono “perdenti”?) – lo attesta tra le altre cose anche la morte di Federico I Barbarossa, perito in modo del tutto banale per un uomo della sua portata, causa l’affogamento oppure lo shock termico in acque profonde appena fino alla cintola.

  6. C’è una debolezza di fondo nelle nuove tecniche di guerra: proprio i sistemi computerizzati e l’illusione di ammazzare gli altri a distanza. Perderanno tutti, con una prossima guerra, e il dopo sarà libero da illusioni: perderanno gli USA che si vedranno davanti milioni di avversari cinesi che percorreranno asia e africa nonostante siano sotto le loro bombe, e riceveranno comunque sul loro territorio altre bombe nemiche, perderanno gli Arabi a loro volta, perderanno i sostenitori degli USA in Europa. Riemergerà ancora l’Europa con le sue nazioni indipendenti perché questa Europa possiede radici profondissime e se ne starà a casa propria una volta tanto.

    1. Alcune voci riferiscono di crisi di coscienza tra gli operatori dei droni, tali da spingere alla richiesta d’esonero; come a dire che uccidere col rischio d’essere uccisi è più tollerabile e in qualche modo “equo” – sempre che non si sia soltanto dei biechi criminali – rispetto al farlo da dietro una scrivania (ciò che può invece incrinare, fino alla rottura, il senso innato e atavico delle istintive regole allo scontro e del modo adeguato con cui parteciparvi). Potrebbe, più o meno inconsciamente, far sorgere la domanda: se una macchina è sufficiente a togliere una vita, allora la mia stessa vita e le mie capacità di uomo e combattente quanto davvero valgono? Il vuoto è dietro all’angolo…

  7. Non sono affatto delusa da Trump visto che è un americano, e per di più repubblicano.
    Se si ammette con onestà che essere americano significa una cosa ben precisa, non essere democratico, ma solo uno in guerra con il mondo intero fino a che non è completamente conquistato parliamo di aria fritta, ogni americano ha una visione del suo paese, chi democratica, chi repubblicana, ma tutti, dico tutti, hanno la stessa visione del mondo, un posto da sottomettere senza se e senza ma, su questo tutti gli americani concordano, e si mettono la mano sul cuore, cantano il loro inno e salutano la loro bandiera, chiaro?
    Basta guardare i loro squallidi serial televisivi basati sul NEMICO, non hanno un amico gli americani… solo “alleati”, che per loro significa servo!|
    Gli americani senza un russo cattivo da odiare perché nemico che si vuole impadronire del loro paese, un cinese cattivo da odiare perché nemico che si vuole impadronire del loro paese, un nord coreano cattivo da odiare perché nemico che si vuole impadronire del loro paese, un terrorista islamico, non possono sopravvivere…
    Senza un nemico e relativo eroe che lo uccide gli americani non possono vivere, si nutrono di nemici come gli Elhoim si nutrivano dell’odore della carne bruciata che pare non ne potessero fare a meno…
    Gli americani sono degli squilibrati, noi ammiriamo degli squilibrati, non dico altro, siamo messi così!
    Da persona con i piedi per terra, più realista del re mi sono detta, gli americani cosiddetti democratici sotto la guida satanista di Obama hanno causato MIGLIAIA DI MORTI sul pianeta Terra, compresi loro stessi, concedendogli ogni appoggio morale e materiale, confusi da droghe, sogni, disperazione, ormai esseri senza dignità, e senza cervello, che è andato in fumo, diamogli una opportunità di riscatto a questi “democratici”, che dimostrino al mondo che ora che al governo c’è un Trump, americano classico repubblicano per non dire repubblichino, loro hanno valori seri da portare avanti, adesso ci dimostreranno che sanno stare sul pianeta con gli altri da democratici, no? Attacchino il repubblichino!
    E infatti adesso tutti abbiamo la conferma di cosa sono gli “americani”, che razza di porcata galattica di popolo essi siano, attaccano si Trump, ma non sulle questioni di convivenza sul pianeta, no, lo attaccano perché il repubblichino non vuole quelli che si salvano dalle loro bombe e dai loro gruppi terroristici organizzati dalla Cia… Capito che sozzoni mentali sono gli americani?
    Non una sola manifestazione contro le guerre, nain, nemmeno una, sti porci!
    Solo telefilm pieni di nemici che vogliono fare loro del male, povere stelline…
    Sti tarati mentali, dico, ci rendiamo conto chi abbiamo di fronte? Come ci parli con un matto?
    Io pensavo, i democratici americani non possono dare addosso a chi hanno votato, è meglio se va al potere un repubblicano così torneranno a fare quello che devono fare, i democratici, e portare così avanti i valori della democrazia di cui si fanno paladini mondiali, mica pinzillacchere!
    Mi scordavo che sono americani. L’Orrore puro.

    1. …gli americani sono, in questo, identici ai comunisti che, come gli yankee, hanno estremo bisogno di un nemico: gli zar, i fascisti, i democristiani,
      i cattolici, Evita Peron, Berlusconi, Trump, Putin, la borghesia, i contadini, i rurali e, chiunque, non la pensi come loro, portatori del
      “verbo”…
      Non per niente i soldi per la rivoluzione bolscevica erano dollari usa e poi nella IIGM, erano pure alleati…
      se non è zuppa, è pan bagnato…diciamo a Zena (Genova)
      saluti
      Piero e famiglia

      1. Piero, non è la popolazione americana che ha bisogno di un nemico, è il loro potere che lo vuole…la popolazione beve tutto quanto le si da. I telefilms di cui parlava Tania sono il frutto del condizionamento del potere sempre alla popolazione e sai che i grandi burattinai controllano i media e…Hollywood. Vuoi un esempio di film che è la piena rappresentazione di quel sistema e la sua costruzione della sinistra prograssista malandata? Il film è…Moulin rouge. Tipico film di stampo sinistrorso con cui il sistema vuole condizionare la mente di noi occidentali per quel progetto che è il Nuovo ordine mondiale. Quando lo vidi la prima volta tanti anni fa, lo guardai con l’animo puro di chi ancora aveva capito veramente poco del mondo. Oggi ne capisco perfettamente il significato di stampo sionistico e figurati se non gli davani almeno una statuetta dell’Oscar. Tutto qui, secondo me; separare i piani del potere dal vero animo della popolazione. e poi, sono talmente stupidi che vanno a manifestare contro Trump, a favore di un partito che ha portato guerra in mezzo mondo. Gli americani sono come i bambini, gli fai bere tutto quello che vuoi.

        1. assolutamente d’accordo.D’altra parte, non è che gli americani sono gli unici mammoni attaccati alla veste del sistema.

  8. Gentile signor Piero, mi dispiace ma non posso condividere il suo commento perché c’è una bella differenza tra chi vuole il dominio sugli altri e chi sbagliando, sognando a vuoto, illudendosi, facendo errori, ci metto tutto, vuole liberarsi dal dominatore che lo sta massacrando!
    Non stiamo a prenderci in giro, per favore.

    1. ….esatto non mi prenda in giro: il comunismo è imperialismo, morte, ingiustizia, sopraffazione, diseguaglianza, violenza, ignoranza…
      esattamente come l’imperialismo usa.
      Non è un’opinione, è la verità…
      saluti
      Piero e famiglia

      1. Ma quello visto non è comunismo ma solo disperazione e rivolta a soprusi di pochi sui tanti francamente insopportabili per la dignità che ogni essere umano ha il DOVERE di avere.ue sempre roba a misura di ciò che siamo, non possiamo esprimere ciò che non siamo, no?
        Il comunismo non è roba per noi, l’ho sempre pensato e detto, il comunismo è per l’ uomo superiore a quello che siamo, è il prossimo scalino della scala da salire per arrivare a casa.
        Noi non siamo esseri superiori a noi stessi, ne prendiamo atto e rimaniamo ai tentativi di avere dignità bellamente e regolarmente schiacciati da noi medesimi. Punto.
        Lei è la dimostrazione di quanto siamo ancora lontani dal salire un solo altro gradino visto che nega con tanta fermezza il diritto alla dignità degli individui.

        1. …io negherei il diritto alla dignità umana ? e da cosa lo evince ?
          non offenda la sua intelligenza cara Tania, ripetendo la stessa favoletta che quello visto in URSS, Cuba, Vietman, Cambogia,
          Cina, Albania, Jugoslavia non era il vero comunismo; quello è comunismo vero, oggettivo, reale, basta leggere Marx per rendersene conto
          o devo dedure che anche lei è come costoro, citati in questo articolo che allego?
          http://www.maurizioblondet.it/nel-cervello-progressista-sempre-ragione/ e cioè che in quanto di sinistra, lei ha sempre ragione ?
          saluti
          Piero e famiglia

          1. Dal mio dizionario del liceo Zingarelli, edizioni Zanichelli, Bologna, riporto la voce comunismo, recita :

            Comunismo /komu’nizmo/ s.m. – Sistema politico, economico e sociale fondato sull’abolizione di ogni forma dei proprietà privata e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, mediante la collettivizzazione dei beni e dei mezzi di produzione e la distribuzione dei prodotti secondo i bisogni di ciascuno.

            Se vogliamo essere seri e prendere seriamente queste parole, il comunismo su questo pianeta non si è mai visto, come Dio, Babbo Natale, la democrazia.
            Quindi chiedo, abbiamo intenzione di essere seri?

      2. Dovremmo considerare come, sotto la voce “comunismo” (e non soltanto), si annoverino anche visioni utopiche e idealistiche che esulano dalla realtà dei fatti concernenti l’essere umano. Un uomo non sa governar se stesso fino in fondo, e tuttavia pretende il governare una moltitudine di suoi simili secondo un sistema politico che tenda a una perfezione ideale: il nocciolo della questione è tutto qui (anche per questo sta scritto, in un ambito che mira alla radice stessa dell’esistenza: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso”, esortazione che si ritrova inalterata in ogni forma e via tradizionale, dall’induismo al sufismo, e in un significato niente affatto moralistico, ma pratico). Senza coltivare una adeguata disposizione all’ “altro” – il che, lungi dal tradursi in ipocrita e bigotta accettazione, si ripercuote invece inevitabilmente al conoscere davvero come funzioni la psicologia immediata del “se stesso” – ogni pretesa di fratellanza o eguaglianza rimane una dichiarazione formale ed accademica, ma priva di vero valore operativo, pertanto ingannevole e facile alla strumentalizzazione odiosa (in assenza d’un vero senso accomunante, sarebbe più consona una cordiale e fredda lontananza, regolata dal buonsenso). Del resto, se anche Lucifero, ch’era pur sempre il primo degli Angeli, riuscì ad ingannarsi, cosa ci potremmo attendere da uomini che non vogliano conoscersi più a fondo secondo il noto principio espresso nella antica locuzione “nosce te ipsum”? In questo senso, restare arroccati in un “comunismo”, o in qualsivoglia “ismo” che non sappia quantomeno contenere il proprio senso dell’ego, o porsi seriamente il problema del medesimo (ciò che riesce impegnativo pure all’asceta volontario) equivale, alla lunga, ad ottenere per via differente lo stesso esito del liberismo, che postula una libertà totale senza tener conto delle inevitabili collisioni tra varie individualità (in realtà ne è a piena conoscenza, e le regola col massimo della competitività possibile, avendo già posto le premesse da cui dovrà uscire il vincitore previsto: davvero curiosa questa concezione esclusivistica della libertà). Ma l’importante è la dichiarazione della forma! …in modo spesso idealistico, o peggio sentimentalistico, e soprattutto senza comprendere appieno quali moventi agitino il variegato animo umano.

  9. …cara Tania, non proseguo oltre, so bene quando è inutile continuare; lei è libera di credere a ciò che più gli aggrada, l’importante è
    che non obbllighi me, o altri, a credere a menzogne come quelle riportate dal suo dizionario.
    saluti
    Piero e famiglia
    ps: Dio lo vedo tutti i giorni, solo i ciechi (di anima e di spirito) non lo vedono

    1. caro Piero e Famiglia ( a proposito tutta la sua famiglia concorda con il suo pensiero ??
      Speriamo di no !! Quasi quasi mi fa rimpiangere la Killary) ho notato che frequenta il blog di blondet
      per cui credo di immaginare quali siano i suoi punti di vista. Magari mi sbaglio.
      Gli yankee e i comunisti sono due “definizioni” che nulla hanno in comune quindi escluderei qualsiasi parallelo. faccia una
      piccola ricerca, le sarà utile.
      Anche se con qualche piccola riserva, concordo pienamente con la signora Tania.
      I più grandi delinquenti al mondo sono proprio gli yankee e sa perché??
      Con la scoperta dell’ america i governi dell’europa si sono liberati di una buona parte della feccia parcheggiata nei bagni penali di allora. Banditi, assassini, ladri ecc ecc si sono trasferiti in quelli che vengono oggi chiamati gli States .
      Non solo hanno fatto repulisti dei nativi (pellerossa) ma hanno procreato generando discendenti di pari fatta. Più moderni,
      più tecnologici, ma in sostanza violenti guerrafondai diretti discendenti dei cow boy.
      Confonderli con i comunisti è da sprovveduti. Si legga “la storia del popolo americano” di Howard Zinn.

      1. Giusto! hai ragione Giuvio,è quello che ho sempre pensato anch’io. E’ il processo della selezione della genia (criminale) arrivata ai giorni nostri. Dissento solo su una cosa: “non dai cow-boy” ma da gente della feccia tipo dell’agenzia Pinckerton.

      2. salve
        mi rendo conto di essermi espresso male e che non sono riuscito a rendere comprensibile (colpa mia) quello che ho in testa che è, semplicemente questo:
        sia i comunisti che l’elite americana, sono uguali solo nel fatto di avere bisogno di un nemico e questo è un fatto, tangibile, oggettivo e riscontrabile
        e non una mera opinione (che, in quanto tale, è opinabile).
        Il fatto che io segua il sito di Blondet non fa di me uno con idee preconcette, difatti fin dalla più tenera età leggo i più svariati autori
        provenienti dalle aree, sociali, politiche, religiose, etniche più diverse tra loro; questo fatto, sommato all’aver girato quasi tutto il globo
        terracqueo, mi ha dato e insegnato molto.
        Come tutti ho le mie preferenze però ciò non mi impedisce di cambiare idea, ma solo dopo un processo interiore e mai per convenienza.
        Quello che pensa ( o non pensa ) la mia famiglia, presumo e spero rimanga affar nostro, come è affar suo ciò che pensa o crede lei
        ed i suoi cari.
        saluti
        Piero e famiglia

      3. si può anche “immaginare” come può pensare un individuo in base alle sue letture…?
        e che avrebbe di scandaloso Blondet? Il fatto di essere un cattolico integralista? O che altro?

        Un giudizio così importante come quello espresso a discapito di un popolo è piuttosto oneroso.,
        Chi è stato all’estero anche solo qualche anno per lavoro, sa bene cosa pensano di noi italiani.

        Inoltre, a proposito di comunisti, Solgenitsin ha raccontato bene come è nata l’unione sovietica.
        Ecco, in questo si può essere concordi…il comunismo che ha creato l’ Urss non era comunismo, ed i bolscevichi
        non erano nemmeno russi.

    2. concordo in pieno nei commenti di Piero Valleregia. La signora Tania, che sta aprendo gli occhi, finalmente sulle tresche sioniste, non li ha ancora aperti sull’ideologia comunista per un suo personale rapporto viscerale con questa ideologia sionista-luciferina !
      Forse un giorno li aprirà…

  10. La cosa che più mi preoccupa è il genero ebreo ortodosso. Spero che Trump non si fa influenzare a tal punto da seguire una linea troppo rigida a difesa degli interessi di Israele e così buttate all’aria gli interessi di pace del medio-Oriente e del mondo intero. L’ ortodossia a volte rende ciechi, vedi cosa hanno fatto circa 2000 anni fa i Farisei!

  11. So che Putin non sarebbe d’accordo ma io spero in una seconda guerra civile americana (con questo presidente ci sono le premesse),
    così imparano cosa hanno provato i popoli dove loro le hanno provocate (ci sarebbero dei casini anche in Europa…ma tantè)

    Da non comunista però sono d’accordo con Putin quando disse che la scomparsa subitanea dell’Unione Sovietica fu una tragedia di
    immani proporzioni!

  12. In effetti ha ragione Lago. TRump per quanto innovativo su alcune tematiche (diritti farlocchi LGBT, la sacrosanta diffidenza verso i maomettani, la bufala del riscaldamento globale) non si discosta più di tanto dal pensiero prettamente statunitense, ossia lo sviscerato protezionismo nei confronti dello stato di Israele, il perpetuarsi dell’odio per l’Iran e la poca chiarezza sul da farsi in Siria. Peraltro nonostante le buone intenzioni preannunciate nei confronti della Russia in campagna elettorale delle presidenziali, tutto il concerto rimane allo stato attuale molto nebuloso.Staremo a vedere.

    1. Per le élite americane ora è funzionale un’ideologia di “destra” così come, in precedenza lo era una di “sinistra”. Con la discesa in campo della Russia sembra che siano stati costretti a cambiare il “piano”, in corsa d’opera, di creare quel governo mondiale sotto l’egida delle banche d’affari, dei grandi fondi d’investimento e delle multinazionali, con la copertura del braccio armato degli Stati Uniti. E’ chiaro che tutto l’armamentario socio culturale usato per accompagnare la globalizzazione liberista, in questo quadro non serve più. Anzi, per ricostruire il senso della nazione e l’amor patrio, necessari alla rifondazione della “grande America”, la politica di distruzione dell’identità storica, culturale, biologica utile a far si che fosse abbandonata la sovranità in tutti i campi, ora diventa, per quest’ultima, controproducente, da qui il recupero dell’orientamento di destra nelle politiche sociali. Quello di Trump, quindi, è un discorso di “destra” ma solo perché funzionale a ricreare una nazione forte militarmente. La stessa funzione hanno le politiche neokeynesiane e quindi di “sinistra”, che hanno lo scopo di ricreare la grande industria americana. Il ceto medio così bistrattato dalla globalizzazione torna ad acquisire un ruolo fondamentale perché è quello che dovrà sostenere la ricostruzione della grande Nazione Americana”. byj

  13. Se Trump è solo un bluff ben architettato, l’intento sbandierato di combattere il Daesh avrebbe lo scopo di spingere Putin e al Assad ad accettare truppe americane sul suolo siriano, il ché potrebbe permettere loro di imporre uno stato curdo. Ma tutto dipenderà dalla capacità di Putin di vedere dietro alle intenzioni dichiarate. E, soprattutto, di resistere alle proposte americane di spartizione delle aree d’influenza. Finora però Putin non ha mai deluso!

  14. Trump non vale nemmeno le unghie che si taglia Putin. La mia idea e’ : sapete perche’ Cesare Lombroso fu preso da scemo? Perchè attraverso la sua codifica somatica non ci sarebbe stato futuro per i criminali che oggi governano, ma guardate le loro facce e i loro comportamenti, non lasciano niente all’immaginazione.

  15. Putin dovrebbe sin da subito dire su quali strategie americane non è d’accordo con Trump, Azione e Reazione diplomatica, se attende troppo alla fine ci sarà una Reazione militare russa all’Azione militare americana in Siria con rischio incidente militare e diolomatico.
    Perciò Putin potrebbe applicare il proverbio…Patti Chiari e amicizia lunga, applicando questo semplice proverbio potrebbe raccogliere frutti diplomatici superiori a qualsiasi strategia militare, a costi molto più bassi, la strategia militare ha costi più alti. L’unico costo sarebbe il coraggio di contraddire Trump su alcuni punti in Siria, ed costruire il rapporto di “amicizia” sulla trasparenza emotiva, ed su questo Putin è capace. La “sincerità” ha un potere superiore del cinismo. Il debole ed la Russia è più debole dovrebbe rispondere in modo chiaro al cinismo, è l’unica strada.

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