Il capo della più grande banca russa predice la catastrofe geopolitica se l’Occidente accrescerà le sanzioni

di  Herman Gref Sberbank

“Il risultato sarebbe uno scontro che” renderebbe la Guerra fredda un gioco da ragazzi “.
In questo periodo di vacanza tra Natale e Capodanno, un momento in cui tendiamo a mettere da parte le preoccupazioni della vita quotidiana, il Financial Times ha pubblicato un’intervista con Herman Gref, presidente della più grande banca russa, Sberbank, che contiene un chiaro avvertimento di terribili sviluppi nel nuovo anno se gli Stati Uniti spingessero al limite le proprie sanzioni economiche, come potrebbe accadere con altri articoli molto preoccupanti sulle novità riguardanti l’Ucraina.

Bisogna ricordare che Herman Gref è un uomo di stato e un leader d’affari russo molto intelligente, capace e ampiamente rispettato. È un esponente chiave dell’economia liberale e della democratizzazione del governo dello Stato all’interno della cerchia ristretta di Vladimir Putin. Gref è per sua natura riservato, per nulla allarmista.

Il detonatore dei disastrosi sviluppi a cui ha alluso Gref è la minaccia di alcuni politici a Capitol Hill di estendere le sanzioni economiche contro la Russia fino ad un taglio dell’ accesso al sistema SWIFT, che è una componente vitale dell’infrastruttura finanziaria globale per gli insediamenti interbancari. Questa minaccia è rimasta in sospeso fin dall’introduzione iniziale delle sanzioni contro la Russia nel 2014 in seguito all’annessione della Crimea e all’intervento nell’insurrezione ucraina di Donbas.

Ha detto Gref, che la chiusura dell’accesso allo SWIFT avrebbe suscitato forti contromisure russe contro gli Stati Uniti. Mentre fino ad ora solo l’Europa ha pagato un prezzo per le sanzioni e gli Stati Uniti sono riusciti a evitarne gli effetti, in ogni nuova risposta russa gli Stati Uniti sentiranno le coseguenze negative. Il risultato sarebbe uno scontro che “renderebbe la Guerra fredda un gioco da ragazzi”.

Hernan Gref

Questo avvertimento arriva sulla scia di segnali molto preoccupanti che il conflitto ucraino, che è la causa o il pretesto per le sanzioni a guida Usa contro la Russia, stia sfuggendo al controllo. Il reportage televisivo russo nelle ultime settimane parla di una intensificazione dei bombardamenti da parte delle forze ucraine dirette contro i civili nelle province di Donetsk e Lugansk, raggiungendo un livello mai visto da oltre un anno. La Russia sta nel frattempo ritirando i suoi ufficiali-osservatori dal Donbas, e questo è osservato con allarme dalla Polonia e da altri paesi che partecipano alle forze dell’OSCE.

Gli osservatori ritengono che il ritiro russo comprometta la sicurezza del proprio personale sul terreno nella regione. Potrebbe anche essere un preludio a un più ampio intervento russo nel conflitto. Ed avviene anche nel frattempo, che gli Stati Uniti e il Canada hanno autorizzato la spedizione di armi letali in Ucraina, fatto questo che varca le “linee rosse” chiaramente definite dalla Russia.

Il nuovo e provocatorio sostegno militare degli Stati Uniti per il regime di Kiev potrebbe far parte di un piano più ampio da parte del Deep State di Washington per neutralizzare completamente le iniziative di politica estera di Donald Trump in favore di un compromesso con Mosca. Se si verifica un’escalation di combattimenti nel sud-est dell’Ucraina e la Russia va a intensificare la sua assistenza agli insorti, gli argomenti saranno messi in atto per attuare le misure economiche più drastiche contro la Russia ed espellerla dal sistema finanziario globale, portando allo scenario citato da Gref.

Per coloro che non hanno familiarità con i dettagli del mondo bancario, SWIFT è una società privata con sede a Bruxelles, in Belgio. Qualsiasi ordine di negare l’accesso della Russia alla sua infrastruttura dovrebbe provenire dal governo federale belga, che altrimenti è molto impegnato in questi giorni a pianificare la visita a Mosca alla fine di gennaio del primo ministro Charles Michel.

In un discorso della scorsa settimana ai 130 più ambasciatori belgi inviati in tutto il mondo, il primo ministro Michel ha chiesto un nuovo e più ampio dialogo con la Russia, anche se abbiamo delle divergenze sull’Ucraina e su altre questioni e anche se le sanzioni restano in vigore. La sua missione a Mosca avrà sicuramente all’ordine del giorno la costruzione in corso di un terminale GNL nel porto fiammingo di Zeebrugge, in attuazione di accordi tra l’esportatore russo di gas Novatek e il distributore belga di gas Fluxys.

terminal gas lng-zeebrugge plant

Questo enorme progetto posizionerebbe il Belgio come un importante hub per la distribuzione del gas naturale liquefatto proveniente dal nuovo campo russo operativo a Yamal, a nord della Siberia, un hub di importanza paneuropea. Rappresenterebbe anche il Belgio come un importante concorrente della Polonia, che non molto tempo fa ha aperto il proprio terminale GNL per ricevere gas di scisto americano, anche con l’aspirazione di raggiungere una scala paneuropea.

Qualsiasi intensificazione delle sanzioni a carico degli Stati Uniti contro la Russia, e in particolare qualsiasi interruzione dell’accesso della Russia a SWIFT, ucciderà necessariamente il progetto del gas belga e causerà gravi danni all’economia locale nelle Fiandre. A questo proposito, si deve affermare che il potere effettivo dietro il governo di coalizione del signor Michel è precisamente quello del partito nazionalista fiammingo NV-A. Tutto questo significa che qui in Belgio probabilmente seguirà una crisi costituzionale.

Per tutti questi motivi, il 2018 sarà un anno di vigilanza e attenzione ai dettagli in un mondo che si presenta molto turbato e in movimento verso il disordine.

Fonte: Une Parole Franche

Traduzione: Sergei Leonov

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