I talebani prendono il controllo della televisione di stato a Kabul

Secondo i media locali, il gruppo armato talebano ha preso il controllo della televisione di stato afghana (RTA) a Kabul, la capitale.
Nel suo primo messaggio al popolo afghano, trasmesso questa domenica dalla televisione di stato, la banda che già controlla il palazzo presidenziale, sempre a Kabul, ha invitato la nazione a “mantenere la calma”.
Ore prima, gli insorti avevano occupato il palazzo presidenziale dell’Afghanistan, avendo preso il controllo della capitale senza alcuna resistenza da parte delle forze militari afgane. È successo dopo il volo del presidente Ashraf Qani fuggito in Tagikistan e poi in Oman, secondo alcuni rapporti.
Decine di membri del gruppo armato talebano sono entrati nel palazzo presidenziale tra grida di “vittoria”, come si vede dalle immagini televisive.
I talebani hanno condiviso inquadrature dell’interno del complesso presidenziale che mostrano lo spazio vuoto, confermando che le autorità afgane lo avevano precedentemente abbandonato.
Questa avanzata dei talebani arriva mentre il presidente Qani è fuggito dal paese e non c’è ancora alcun rapporto ufficiale sulla sua attuale posizione.

Di fronte al vuoto di potere, è stato costituito un Consiglio di coordinamento, composto dall’ex presidente afghano Hamid Karzai; il leader dell’Afghanistan Peace Council, Abdullah Abdullah; e il leader del partito politico Hezb-e-Islami, Gulbudin Hekmatyar, “per prevenire il caos e ridurre le sofferenze della popolazione e gestire meglio le questioni legate alla pace e al trasferimento pacifico” del potere.
Nota: Nel frattempo prosegue l’esodo del personale occidentale, diplomatici, giornalisti e altre persone dall’aeroporto di Kabul mentre migliaia di persone si accalcano in prossimità dell’aeroporto per ottenere un visto ed un lasciapassare per salire sugli elicotteri o sugli aerei che trasferiscono il personale occidentale. Il caos e la paura regnano nella capitale malgrado le assicurazioni delle nuove autorità.
Fonte: Hispan Tv
Traduzione e nota: Luciano Lago