I “doppi standard” dei media britannici… Ecco come venivano promosse le menzogne ​​di Londra prima dell’invasione dell’Iraq

Il sito web britannico “Declassified” parla del ruolo dei media britannici nel promuovere le menzogne ​​del governo britannico prima dell’invasione dell’Iraq, e conferma di essere diventati parte della macchina di propaganda del governo.

Oggi, mercoledì, il sito web britannico “Declassified” ha parlato del ruolo dei media britannici nel promuovere le bugie del governo britannico prima dell’invasione dell’Iraq.

Il sito afferma che i media britannici hanno ripetuto le bugie e le invenzioni del governo senza controllo, e sono diventati parte della macchina di propaganda del governo, prima dell’invasione dell’Iraq nel 2003.

l fonte ha sottolineato che l’ex primo ministro britannico, Tony Blair, ha fornito al pubblico britannico false informazioni vent’anni fa sul possesso di armi di distruzione di massa da parte del defunto presidente iracheno Saddam Hussein, al fine di giustificare il caso dell’invasione illegale dell’Iraq.

Ha aggiunto che Blair non è stato ancora processato, ma è stato onorato e insignito della medaglia “Rabat”, che è la più alta onorificenza nel Regno britannico, sottolineando che anche i giornalisti che hanno ripetuto le sue bugie non sono stati processati, ma piuttosto hanno ottenuto il miglioramento professionale ai massimi livelli.

Truppe USA in Iraq

Coloro i quali invece hanno osato smascherare le menzogne ​​della guerra, come ad esempio il giornalista australiano Julian Assange, ora questi è in carcere.
Secondo il sito, ci sono state serie indagini su false notizie sull’Iraq negli Stati Uniti, mentre questo non è stato il caso in Gran Bretagna, dove la stampa e i mezzi di comunicazione sono diventati una parte avanzata della macchina di propaganda del governo.

Allo stesso modo, giornalisti britannici di alto livello hanno riportato bugie acritiche sul governo britannico, spesso aggiungendo nuove invenzioni, secondo il sito.

La fonte ha aggiunto inoltre che il quotidiano Guardian, ad esempio, ha “inghiottito” la falsa affermazione del governo Blair secondo cui gli agenti di Saddam Hussein stavano cercando uranio in Africa per acquistare una bomba nucleare.
Sotto il titolo: “Fascicolo Iraq: le bande africane offrono una via per l’uranio – il sospetto nucleare è del Congo e del Sud Africa”, il giornale affermava di aver visto documenti segreti che provavano i contatti tra le milizie africane e Baghdad.

The Observer è stato “più intelligente e creativo sul caso a favore della guerra”, cercando angoli più interessanti per dimostrare l’effettiva o presunta malevolenza di Saddam Hussein, come un’intervista di 1.560 parole con una donna che afferma di essere un’ex amante di Saddam Hussein, che lei sosteneva fosse con Osama bin Laden ospite in uno dei palazzi di Saddam e che Saddam finanziasse Osama.

A sua volta, il quotidiano “Sunday Telegraph” ha pompato un’enorme quantità di propaganda governativa, poiché ha pubblicato rapporti sensazionali che hanno alimentato l’ansia pubblica alla vigilia della guerra, secondo il sito.

Il 19 gennaio 2003, il giornale ha affermato che gli ispettori delle Nazioni Unite “hanno scoperto prove che Saddam Hussein stava cercando di sviluppare un arsenale di armi nucleari”. In effetti, quando gli ispettori delle armi hanno emesso il loro verdetto pochi giorni dopo, non hanno concluso nulla del genere.

Nel frattempo, i critici della guerra sono stati emarginati o denigrati. Il sito ha sottolineato che Scott Ritter, l’ispettore delle armi delle Nazioni Unite, ha ripetutamente messo in discussione le accuse di Gran Bretagna e Stati Uniti sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, sottolineando che l’importanza delle sue parole è stata minimizzata, mentre le narrazioni dell’attacco sono state rinforzati.

Fonte: Al Mayadeen

Traduzione: Fadi haddad

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