Hezbollah risponderà duramente se Israele risulterà il mandante dell’esplosione di Beirut : Nasrallah

Il leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah ha dichiarato venerdì che il suo gruppo aspetterà i risultati di un’indagine sull’esplosione del porto di Beirut, ma se si rivelasse questa un atto di sabotaggio da parte di Israele, allora “Israele pagherebbe lo stesso prezzo”.
Il leader del potente gruppo musulmano sciita sostenuto dall’Iran ha detto in un discorso televisivo che le due teorie derivanti dall’inchiesta erano che si sia trattato di un incidente dovuto a negligenza o se sia stato un sabotaggio quello che ha causato l’esplosione del nitrato di ammonio immagazzinato al porto.
Israele ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’esplosione del 4 agosto che ha ucciso 172 persone, ferito 6.000, danneggiato aree della città e lasciato 300.000 senzatetto.
Il presidente del Libano ha detto che gli investigatori stavano indagando sulle ipotesi di incidente dovuto a negligenza, o “interferenza esterna”.
Nasrallah ha detto che tra le possibilità di sabotaggio c’era un incendio deliberato o l’inserimento di una piccola bomba.“Chi potrebbe esserci dietro un atto di sabotaggio? Potrebbe essere questa parte o quella, e potrebbe essere Israele, cosa che nessuno può negare”, ha detto.
Hezbollah stava aspettando i risultati dell’indagine libanese e se dovesse scoprire che “si trattava di un’operazione di sabotaggio terroristico e che Israele ha avuto un ruolo, allora non solo Hezbollah risponderà. L’intero stato libanese … dovrà rispondere”, ha detto. “Israele pagherà un prezzo pari all’entità del crimine se lo ha commesso”.
Hezbollah, che esercita un’influenza sul governo in Libano, ha combattuto molte guerre con Israele.
Il procuratore generale del Libano ha sporto denuncia contro 25 persone, tra cui alti funzionari portuali e doganali, ha detto venerdì una fonte giudiziaria.
Nasrallah ha parlato poco dopo che il ministro degli Esteri iraniano Mohammed Javad Zarif ha detto a Beirut che la comunità internazionale dovrebbe aiutare il Libano piuttosto che imporre la sua volontà al Paese.
“Non è umano sfruttare il dolore e la sofferenza della gente per imporre i propri obiettivi politici”, ha detto Zarif, aggiungendo che il Libano dovrebbe decidere sul suo futuro.


Gli aiuti umanitari internazionali sono arrivati in parte, ma gli stati stranieri hanno collegato l’assistenza finanziaria alla riforma dello stato libanese, che è inadempiente sui suoi enormi debiti sovrani.
L’Iran è visto come uno dei principali attori in Libano grazie al sostegno, all’armamento e al finanziamento di Hezbollah, istituito dalle Guardie rivoluzionarie nel 1982. Il movimento è classificato dagli Stati Uniti come un gruppo terroristico nonostante sia stato in prima fila nel combattere i gruppi terroristici come l’ISIS e Al Nusra appoggiati da potenze esterne in Libano e in Siria.
Il ruolo dell’Iran ha portato gli Stati arabi del Golfo, alleati degli Stati Uniti, negli ultimi anni a evitare di dare sostegno finanziario al Libano e piuttosto a boicottare il paese dei cedri.
Zarif ha incontrato il presidente Michel Aoun, che venerdì ha incontrato anche funzionari statunitensi e francesi in una missione diplomatica che si è concentrata sull’esortazione fatta al Libano a combattere la corruzione e ad attuare riforme a lungo ritardate per sbloccare gli aiuti finanziari esteri per risolvere la peggiore crisi economica della sua storia.

Nel corso della visita del sottosegretario di Stato per gli affari politici David Hale, il presidente ha detto che il Libano ha bisogno di sradicare la corruzione, attuare riforme finanziarie, stabilire il controllo statale su porti e confini e rinnovare il settore energetico.
Il ministro della Difesa francese Florence Parly ha chiesto la formazione di un governo capace di prendere “decisioni coraggiose”.
I libanesi hanno organizzato proteste rabbiose contro i loro leader, che incolpano dei tanti guai del Libano anche prima dell’esplosione, che i funzionari ( nella versione ufficiale) hanno attribuito a più di 2.000 tonnellate di nitrato di ammonio immagazzinate per anni senza misure di sicurezza.
L’esplosione ha acuito la rabbia contro le autorità.
“Non possiamo vivere così. L’Occidente deve fare pressione sui nostri leader per salvarci”, ha detto Iyaam Ghanem, un farmacista di Beirut.
Le vittime e i loro rappresentanti hanno detto ai giornalisti che solo un’indagine indipendente avrebbe reso giustizia, facendo appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un’indagine internazionale.
“È accettabile che le persone trovino le loro case distrutte, le loro famiglie uccise, le loro speranze e i loro sogni uccisi, senza giustizia?” ha chiesto Paul Najjar, la cui figlia di tre anni Alexandra è morta nell’esplosione. Così anche gli altri parenti delle vittime.
Fonte: Al Masdar News
Nota: Israele ha dichiarato di non essere responsabile per l’esplosione nel porto di Beirut, tuttavia è innegabile che lo stesso Netanyahu abbia minacciato, pochi giorni prima, di dover infliggere una punizione al Libano con la distruzione delle sue infrastrutture per la connivenza del governo libanese con Hezbollah e con l’Iran.
Non è stata quella la sola volta ma le dichiarazioni di Netanyahu sono state ignorate dai media occidentali che si sono affrettati a dare per scontata l’ipotesi dell’incidente causato dall’incuria.
Nessuno si è posto la domanda del “cui prodest”, a chi conviene la destabilizzazione del Libano, un paese che ha subito tre volte l’invasione di Israele e che, con la sua resistenza, costituisce una spina nel fianco per Israele. I sospetti sulla “mano” israeliana nella mega esplosione di Beirut ci sono tutti e si sta indagando, mentre le potenze occidentali, per fornire aiuti, chiedono il cambiamento nella compagine governativa ed il disarmo di Hezbollah che da sempre è il primo obiettivo di Israele. Sarà questa una coincidenza?
Traduzione e nota: Luciano Lago