Gli USA portano avanti una nuova caccia delle streghe in Europa: il Front National della Le Pen e la Lega di Salvini nel mirino di Washington
di Luciano Lago
Secondo un articolo “sensazionale” del “The Telegraph”, il direttore del servizio di intelligence statunitense ha ricevuto ultimamente istruzioni dal Congresso per “realizzare una indagine di grande portata circa i contributi clandestini che sarebbero stati passati dalla Russia ad alcuni partiti europei negli ultimi anni”. L’indagine sarebbe stata affidata al numero uno dell’intelligence, James Clapper, direttamente dal Congresso.
Questa notizia – una classica notiza filtrata e controllata – cerca di mettere in guardia le entità politiche europee disobbedienti, per quanto popolari, perchè diminuiscano le loro ambizioni di riequilibrare il peso delle sovranità degli Stati nazione nell’ambito dell’Unione Europea.
La questione riguarda il partito Jobbik in Ungheria, Alba Dorata in Grecia, la Lega Nord in Italia ed il Front National della Le Pen in Francia , partiti che sono stati esplicitamente inseriti nella lista di “allerta” compilata dall’Intelligence USA, mentre altri partiti politici non menzionati, come quello nazionalista dell’Austria, quello della Repubblica Ceka e quello dell’Olanda, ricevono un avviso per cui si trovano soltanto “attenzionati” dai servizi di sicurezza degli USA , come verifica della loro conformità alla politica filo atlantica.
L’articolo del Telegraph riporta l’informazione secondo cui, il nuovo leader laburista britannico, Jeremy Corbyn, viene sospettato anche costui di “flirtare” con i russi. Secondo il Telegraph, qualsiasi politico europeo che si azzardi a mettere in discussione l‘espansione della NATO verso l’Est, la politica delle sanzioni verso la Russia, o l’attuale atteggiamento dell’Europa nei confronti del conflitto in Ucraina, viene considerato essenzialmente uno strumento volontario o involontario della “guerra ibrida russa”. Vedi: The Telegraph: Russia accused of clandestine funding of European parties ..
Questo sarebbe quasi un fatto comico se non fosse per il pericolo di “caccia alle streghe” che implica questa campagna svolta dagli USA.
In pù qualsiasi osservatore imparziale farebbe alcune semplici domande: Perchè le agenzie di intelligence statunitensi sono tanto interessate ai problemi di sicurezza interna in Europa? Non saranno proprio quelle stesse agenzie che finanziano, reclutano e controllano un elevato numero di organizzazioni politiche, di individui e media nel continente europeo? Perchè adesso gli USA tendono a dimostrare tanto chiaramente il loro dominio sull’Europa?
In realtà se guardiamo alla Storia del continente Europeo, dal 1945 in poi ,vediamo che l’ipoteca USA sugli Stati europei non è mai venuta meno dai tempi del Piano Marshall e prima ancora dal piano Morgenthau, quel piano fattto Rooswelt / Churchill per deindustrializzare e smembrare la Germania una volta finita la guerra.
La questione è quella che il dominio USA sull’Europa veniva allora giustificato, durante la guerra fredda e negli anni successivi, con la necessità di difendere l’Europa dalla “minaccia sovietica” costituita dall’URSS. Venuta meno tale minaccia, con il crollo del muro di Berlino e con lo sfaldamento dell’URSS, sono caduti gli alibi che consentivano agli USA di esercitare il loro stretto dominio militare e politico sull’Europa. Piuttosto le amministrazioni di Washington hanno approfittato per estendere questo controllo anche all’Europa dell’Est, ai paesi già appartenenti al Patto di Varsavia. Questo controllo si è concretizzato sia sul piano militare, con l’allargamento della NATO che ha incluso tutti questi paesi, sia sul piano economico tramite gli organismi finanziari internazionali come l’FMI e consimili ed i trattati con la UE.
Evidente che, come rilevato da molti analisti, la strategia degli USA è quella di creare una divisione netta fra Europa e Federazione Russa, nel timore che l’Europa (la Germania in primis) possano integrarsi in una alleanza con la Russia e diventare un formidabile concorrente economico per gli Stati Uniti.
La Lega Nord sotto l’esame di Washington
Interessante notare, per quanto riguarda l’Italia, l’inclusione nella “lista nera” di Washington della Lega Nord, questo per causa della linea politica del partito leghista, in base alla quale la Lega ha contestato le sanzioni alla Russia decise dall’Unione Europea e lo stesso Matteo Salvini si è recato più di una volta in Russia ed ha mostrato interesse per una più stretta collaborazione con il grande paese euroasiatico, criticando apertamente la politica di ostilità contro la Russia e di mobilitazione delle truppe NATO ai confini russi. Questo atteggiamento politico, in contrasto con l’assoluta subordinazione alla politica filo atlantista di tutti gli altri partiti, è stato determinante per considerare la Lega di Salvini una sospetta “quinta colonna” di Mosca in Italia. Vedi: Salvini:” la NATO vada a bombardare l’ISIS non a giocare alla guerra nucleare con la Russia”.
In realtà la linea politica si Salvini e della Lega Nord non è ancora del tutto inequivoca visto che, a parte la critica alle sanzioni alla Russia ed alle direttive di Bruxelles, Salvini non si è mai chiaramente espresso sulla questione fondamentale della NATO e dei vincoli condizionanti dell’Italia con questa organizzazzione, alla luce del fatto che la NATO è sempre più lo strumento militare delle politiche di egemonia dell’impero USA e sempre meno uno strumento di difesa dell’Europa, come emerso chiaramente nelle vicende belliche che hanno coinvolto la NATO nelle campagne in Libia ed in Medio Oriente negli ultimi anni.
Si è capito con tutta evidenza che la NATO non difende l’Europa dal terrorismo, al contrario, come alleanza che include la Turchia di Erdogan, un paese “canaglia”che sostiene il terrorismo salafita in Siria ed in Iraq, ne risulta oggettivamente complice. La NATO è la stessa organizzazione che ha utilizzato i terorristi di Al Qaeda in Libia per rovesciare il Governo ispirato da Gheddafi, ove l’Italia aveva forti interessi economici.
La stessa NATO ha poi organizzato il trasferimento delle brigate dei jihadisti libici dalla Libia in Siria per utilizzarli come prima forza d’urto per rovesciare il regime di Assad in Siria, regime ostile agli interessi anglo USA. La Nato sostiene militarmente l’alleanza con l’Arabia Saudita e Qatar, paesi palesemente ispiratori e finanziatori del terrorismo wahabita e salafita che sta sconvolgendo il Medio Oriente, che minaccia anche l’Europa e che sta provocando le migrazioni bibliche verso l’Europa.
Qualcuno quindi nel panorama politico italiano potrebbe prendere l’iniziativa e, come già ha fatto la Marine Le Pen in Francia, mettere in questione l’appartenenza dell’Italia alla NATO e richiedere un affrancamento del paese da tale alleanza.
Bisognerà vedere quale sarà il personaggio politico in Italia che avrà il coraggio di mettersi contro il possente ed ingombrante “alleato” e mettere la “questione NATO” all’ordine del giorno dell’agenda politica.
Ci si può domandare chi sarà a farlo, chi avrà il fegato di schierarsi contro la subordinazione italiana agli USA ed accettarne tutti i rischi. Sarà forse Matteo Salvini a farlo?
Certamente sarebbe per lui molto ma molto più comodo ritornare a “baloccarsi” sulla questione della “Padania” e sostenere la necessità di una autonomia o secessione dallo Stato italiano, con meno rischi e meno problemi, un elemento di folklore nella politica italiana che a suo tempo fu anche salutato come “una costola della sinistra” (Massimo D’Alema).
Salvini, nei vari talk show televisivi, si è pronunciato a favore di un intervento militare diretto dell’Italia contro il terrorismo in Libia, come anche in Siria, ma non ha mai chiarito “con chi” dovrebbe essere tale intervento: con la coalizione USA-Turchia-Sauditi o con la coalizione Russia-Siria-Hezbollah?
Arriva il tempo di manifestare scelte chiare e coerenti e quel momento arriva prima o poi per tutti: arriverà anche per Matteo Salvini.
Spiace tanta disattenzione su un passato per altro recente. Forse l’autore di questo articolo è giovane, oppure a suo tempo era
disattento, e non sa che a suo tempo Umberto Bossi si era pronunciato con estrema chiarezza e coraggio in ogni occasione contro la politica degli Stati Uniti
e per l’uscita dell’Italia dalla Nato. Purtroppo pochi leggevano i suoi documentati articoli sul giornale La Padania.
Al tempo dell’aggressione alla Serbia da parte della Nato Umberto Bossi è stato una voce nel deserto.
Lui ci spiegava come l’asservimento agli Stati Uniti e alle lobby finanziarie ci avrebbe portati a un crollo dei valori
e al trionfo del valore unico del denaro al quale anche la scienza si sarebbe assoggettata. Cosa che si sta puntualmente
verificando. Quello di Bossi non era folklore, ma il coraggioso tentativo di svegliare un popolo facendo leva sulle sue radici,
senza le quali ognuno diventa uno zombi e non trova nemmeno l’energia per difendere la propria dignità,
senza nulla togliere agli altri.
Conosciamo quali erano le posizioni di Bossi allora e gli rendiamo merito per essere stato, a suo tempo, l’unico esponente politico di rilievo che si era pronunciato contro l’aggressione della NATO alla Bosnia (si recò a Belgrado a visitare Milosevic). I tempi sono cambiati adesso. Alla guida della Lega c’è Salvini che ha rilanciato la Lega con una linea politica nuova, staccandosi dalle tematiche precedenti (quelle di Bossi) e si è pronunciato chiaramente contro la tecnocrazia di Bruxelles ma, sulla questione NATO, non ci risulta che vi sia una posizione chiara e precisa. Esattamente quella che ci aspettiamo adesso prima che l’Italia sia coinvolta in un conflitto grazie alla NATO. Occorre un pronunciamento chiaro e preciso come ha fatto la sua socia Marine Le Pen. Credo che sarebbe doveroso anche per distinguersi dai filo atlantisti “moderati” .
Luciano Lago
P.S. La giovane età l’abbiamo passata da un pezzo.
Anche qui apprezzo il suo equilibrio che, forse a causa dei miei limiti, non mi consente di capire con chi lei, stando così le cose, si schiererebbe dal punto di vista partitico, anche se ai tempi del liceo, così mi dicono, aveva posizioni molto, molto nette. Presumo che abbia superato da tempo quella fase. Le sarei grato se mi volesse contattare privatamente.
salve
ricordo perfettamente anche Pino Rauti e Fausto Bertinotti che prendere netta posizione contro l’aggressione Nato/UE alla Serbia, stato sovrano
saluti
Piero e famiglia