Gli USA e la CIA preparano la “trappola Ucraina” per Putin

di Luciano Lago
Nonostante le provocazioni dell’Esercito ucraino sulla linea di demarcazione del Donbass e, pur proseguendo il massiccio afflusso di armamenti occidentali in direzione di Kiev, la Russia non ancora ha deciso di intervenire in Ucraina e prendere il controllo della situazione. Putin prende tempo e non lascia intravedere le sue prossime mosse.
Alcuni commentatori statunitensi sono arrivati a dichiarare che “era stato più facile convincere Saddam Hussein ad invadere il Kuwait a suo tempo”, per avere poi il pretesto per scatenare la prima guerra in Iraq, piuttosto che convincere Putin a invadere l’Ucraina.
Rimane chiaro che è Washington che si avvantaggerebbe di una invasione russa dell’Ucraina visto questo consentirebbe agli Stati Uniti di far impantanare la Russia nella gestione di uno stato fallito come l’Ucraina con tutti gli oneri e le difficoltà che da questo deriverebbero, ottenendo un logoramento della Russia e del suo assetto militare ed economico. Senza parlare del secondo obiettivo che è quello di interrompere ogni cooperazione fra la Russia e l’Europa, incluso il gasdotto “Nord Stream 2” e avviare una nuova massiccia campagna di sanzioni paralizzanti contro Mosca.
Questo spiega la massiccia propaganda dei media atlantisti e dei governi di Washington e Londra per sostenere il pericolo della “minaccia russa” e della prossima invasione dell’Ucraina data per imminente.
La NATO viene mobilitata e il presidente Biden ha annunciato l’invio di migliaia di truppe USA e di mezzi militari, aerei da guerra e unità navali che vengono trasferiti non soltanto in Ucraina ma anche nelle Repubbliche baltiche (anche loro in allarme per una supposta invasione russa) e in Polonia.
Tutta l’orchestrazione della minaccia russa si basa su un movimento di accumulo delle forze russe che avviene all’interno del territorio russo e che, peraltro, si era già verificato in aprile dell’anno passato senza conseguenze di sorta. Tuttavia questo stato di allarme è importantissimo per giustificare la mobilitazione della NATO, per compattare gli alleati europei ( anche quelli recalcitranti), e per indurre la Russia ad intervenire militarmente in Ucraina.
Gli strateghi statunitensi e britannici non avevano però calcolato che Putin non è Saddam Hussein ed è un giocatore di scacchi, di conseguenza ha subodorato il gioco sporco degli anglosassoni e si riserva di fare le sue mosse, a meno che la situazione non appaia irrimediabile, come per esempio se avviene un qualche fatto che metta a repentaglio la sicurezza della Russia e l’incolumità dei tanti russi che risiedono nelle repubbliche del Donbass.
Questo esattamente è il motivo per cui gli Stati Uniti, tramite la CIA e l’M-16, stanno predisponendo una “trappola” per costringere la Russia, volente o nolente, ad intervenire.
Agenti provocatori della CIA sono già in azione nell’Ucraina orientale (nel Donbass) notizia riportata anche da fonte britannica, per preparare una provocazione, ovvero un attacco sanguinoso contro la popolazione russa di Donetsk o di Lugansk in modo da attribuire la colpa di questo agli Ucraini e costringere le Forze russe ad entrare nel territorio dell’Ucraina.
Non per niente c’era stato in dicembre l’avvertimento del ministro degli esteri russo Lavrov il quale aveva dato notizia di questa possibile provocazione di cui i servizi di intelligence russi avevano avuto sentore. Tale provocazione o “false flag” sarebbe in preparazione in questi giorni e in parallelo si è saputo che la CIA sta addestrando personale militare ucraino ad operazioni di insurrezione e di guerriglia contro le forze russe una volta che queste avranno preso il controllo del territorio ucraino.
Anche questa una notizia ufficiale che avevamo anticipato nei nostri precedenti articoli.

Tutto quindi torna nel quadro della crisi ucraina e con questa il vero principale obiettivo di Washington: trascinare la Russia in una guerra regionale e con questa creare una situazione tipo Afghanistan in piena Europa con tutte le conseguenze dirette ed indirette. La vecchia strategia del caos applicata dagli strateghi USA in Medio Oriente ed in Asia ritorna alla grande come metodo di guerra ma questa volta in Europa.
Da un giorno all’altro questo episodio potrebbe verificarsi e sarebbe la scintilla che porterebbe alla guerra che sarebbe però (a quanto pare fino ad oggi) limitata fra la Russia e l’Ucraina che riceverebbe sostegno esterno dagli USA e dalla NATO ma da cui gli Stati Uniti e la NATO si terrebbero fuori. L’Ucraina non è formalmente un paese membro dell’Alleanza e non ci sarebbe obbligo di intervenire. Il classico utilizzo della “carne da cannone” per le proprie finalità geopolitiche. Tale il ruolo degli ucraini.
L’Italia coinvolta nel conflitto
Se Putin non cade nella trappola è superfluo rilevare come in tale trappola degli Stati Uniti stanno invece cadendo come pere alcuni paesi europei e fra questi l’Italia che, con il suo ministro degli Esteri Gigino Di Maio (sic!) si è recato ad ispezionare il contingente italiano di truppe scelte che si trova posizionato in Lituania, alle frontiere della Federazione Russa, guarda caso per dare il suo contributo alla “difesa dalla minaccia Russa”, come recita il comunicato del Ministero. Nella stessa zona sono posizionati anche gli aerei da guerra F-35 dell’Aviazione italiana che sono lì a “difendere” le formazioni della NATO dagli “aggressori” russi.
Di sicuro i reparti italiani sono stati inviati su disposizione dell’ineffabile premier Mario Draghi il quale è sempre desideroso di compiacere i suoi referenti di Washington e Bruxelles e dimostrare così che l’Italia è sempre la “prima della classe” nel difendere gli interessi della potenza egemone, gli Stati Uniti, trascurando il proprio interesse nazionale e le elementari cautele.
L’esperienza della Libia non ha insegnato nulla ai governanti italiani, tutti presi dalla loro abituale “libidine di servilismo” verso il grande alleato d’oltre Atlantico.