Gli Stati Uniti incapaci di impedire l’arrivo delle petroliere iraniane in Venezuela

Gli USA non possono impedire l’arrivo di petroliere iraniane in Venezuela poichè il diritto internazionale consente questa attività, secondo una esperta analista.
Fortune, è stata la prima delle cinque petroliere iraniane che, in totale, trasportano più di 1,5 milioni di barili di benzina raffinata al Venezuela nel momento in cui il paese soffre di scarsezza di combustibile per causa delle sanzioni degli Stati Uniti. Questa petroliera ha attracato la omenica nel porto raffineria di El Palito, ubicata nei pressi di Puerto Cabello sulle coste dello Stato Caraboibo, nonostante le minacce di Washington che ha imposto un assedio navale contro il Venezuela nel contesto di una presunta operazione antinarcotici.
La seconda petroliera del gruppo navale iraniano, denominata Forest, è entrata questo Lunedì nella Zona Economica Esclusiva (ZEE) del Venezuela e naviga scortata dall’Armata del paese caraibico per evitare qualsiasi provocazione di provenienza dalle navi statunitense presenti nella regione.
Tanto l’Iran com il Venezuela avevano avvisato Washington circa le conseguenze delle sue eventuali misure contro le petroliere in acque internazinali. Le due nazioni hanno messo in chiaro che un tale passo sarebbe considerato come una violazione del diritto internazionale, della sovranità e della autodeterminazione di entrambi i paesi, le cui popolazioni sono sottoposte a sanzioni draconiane imposte dall’Amminisrrazione di Donald Trump.
In tale contesto, Shirin Tahmaseb Hunter, docente universitaria di Georgetown ed esperta nelle questioni dell’Asia Occidentale, sostiene in un articolo pubblicato questo lunedì dall’agenzia di informazione iraniana Mehr News che “legalmente gli Stati Uniti non possono impedire alle navi iraniane di arrivare in Venezuela. Secondo il principio di libertà di navigazione in alto mare, l’Iran ha tutto il diritto di inviare le sue navi a solcare qualsiasi via marittima che consideri opportuno”.
Nonostante tutte le debolezze e i problemi, assicura la docente, il Venezuela continua ad essere uno Stato indipendente che può soddisfare le sue necessità come meglio vuole nell’ambito delle norme internazionali.
Secondo l’opinione di Tahmaseb Hunter, i motivi che hanno impedito agli USA di concretizzare le loro minacce per evitare l’arrivo delle prime navi cisterna iraniane alle coste del Venezuela sono da ricercare nel fatto che Trump sta affrontando molti problemi interni, dato che la sua gestione della crisi del coronavirus è stata talmente pessima che ha causato loa crescita di uno scontento generalizzato tra la popolazione nordamericana che non vedrebbe di buon occhio una nuova operazione militare nelle acque del Mar dei Caraibi in piena emergenza sanitaria.
D’altra parte, aggiunge, molti paesi latinoamericani, tra i quali Colombia e Brasile, anche loro si oppongono a misure che potrebbero condurre ad una maggiore escalation di tensioni con il Venezuela, nonostante che le autorità di governo della nazione bolivariana, elette democraticamente, non sono oggetto di devozione.
Ed è esattamente per quello che la docente del prestigioso campus universitario avverte che non si puo’ considerare scomparsa la possibilità che gli Stati Uniti possano tramare qualche altra operazione ostile contro le petroliere iraniane.
Tuttavia aggiunge la docente, che Trump, pur di non metter in pericolo la sua rielezione per il prossimo novembre, cercherà una escalation di tensioni con Teheran e Caracas nella misura in cui le sue pressioni non debbano danneggiare la sua reputazione nell’opinione pubblica statunitense, visto che in questo momento la gente americana è sottoposta ad una forte pressione economica per causa della letale pandemia e non è interessata ad essere coinvolta in un nuovo conflitto che sembra interessare solo l’elite di potere di Washington.
Fonte: Hispan Tv
Traduzione: Luciano Lago
Bell’articolo. Con una nota a margine esprimo però tutto il mio stupore e scoramento constatando come il Venezuela con tutto il petrolio che posside non sia ancora riuscito dopo anni a modificare gli impianti di raffinazione per produrre benzina. Rammento che i tedeschi la producevano con un cracking rudimentale privi dei moderni elementi di catalisi fin dagli anni 30 e addirittura partendo dal carbone, neppure dagli idrocarburi. Possibile che Caracas sia rimasta così arretrata, sono trascorsi circa novantanni dalla Fischer-Tropsch.
se seguisse il blog di Blondet saprebbe che la dittatura comunista in Venezuela ha distrutto l’industria petrolifera, sostituendo il capace personale con altro vicino alla nomenklatura ma inadatto a ricoprire la carica affidatagli.
Caro Maurizio, il tuo commento è più che pertinente. Mi piacerebbe sapere che cosa potrebbe risponderti il governo venezuelano o chi per esso. Veramente incredibile.
come da altro commento c’è qualche cosina che non torna…..e comunque se gli usa volevano fermare le petroliere queste sarebbero ferme…..diritto internazionale o meno…..lo hanno dimostrato molte volte negli anni che hanno la forza e il potere per fare quello che gli aggrada.
articolo poco credibile…………..
Gli USA non possono impedire l’arrivo di petroliere iraniane in Venezuela non perché il diritto internazionale lo consente, ma perché non hanno più la forza per impedirlo. Un’ulteriore conferma che anche per loro l’intervallo è finito.
L’avevo detto qualche giorno fa
Gli ameri-CANI NON POSSONO fare nulla per impedire alle petroliere iraniane di arrivare in Venezuela
Ormai hanno le mani legate
Russia Cina e Iran sono troppo forti militarmente
Possono solo abbaiare…..e io godo come un riccio
concordo sul fatto che vista l’attuale situazione economica USA oggi gli americani non sono per niente attratti da una nuova guerra in nome di chissà quale difesa delle libertà,
e Trump sa bene che oggi per guadagnare consensi deve prima di tutto affrontare le pesanti emergenze interne,
però nessuna illusione,
Washington s’inventerà qualcos’altro per continuare a cuocere a “bagnomaria” Iran e Venezuela.
teoclimeno hanno la forza, e funziona a pieno regime……se vogliono spianare spianano,se si vuole sognare è altra storia.
Egregio Signor MICHELE, è proprio dei rapporti di forza che stiamo parlando. Alla risposta che le ha già dato qui sotto il nostro Amico EUSEBIO, aggiungerei che le navi da guerra americane che incrociano nel Golfo Persico, sarebbero un facile bersaglio per i missili persiani. Io sogno la liberazione dell’Italia dagli anglo-sionisti. Molti cordiali saluti. TEOCLIMENO
Probabilmente gli americani se si fosse trattato solo di iraniani le petroliere le avrebbero abbordate, ma dato che la copertura militare era fornita anche da batterie missilistiche russe e radar cinesi, piazzati sulle isole davanti alle coste venezuelane, se fossero arrivati confetti su aerei e navi USA poteva venire coinvolto personale russo-cinese, e questo prova che ormai le operazioni militari congiunte tra Venezuela, Iran, Cina e Russia sono inestricabili, che gli armamenti sofisticati forniti alle due potenze petrolifere dalle due potenze maggiori non possono funzionare senza personale specializzato del fornitore e che Russia e Cina hanno investito risorse tali nelle economie dei loro alleati che non si tirerebbero indietro di fronte ad un conflitto aperto con gli USA.
Il mondo unipolare è finito de facto e gli USA sono obbligati ad accettarlo.