Gli analisti britannici invitano a indagare sull’influenza dell’Arabia Saudita nel radicalismo islamico

Una informativa elaborata da un gruppo di lavoro formato da analisti britannici ha rivelato che l’Arabia Saudita si trova fra i paesi del mondo che maggiormente “appoggiano e promuovono il radicalismo islamico” ed ha invitato il Governo britannico ad iniziare una inchiesta ufficiale per determinare dove va a finire l’enorme quntità di denaro proveniente dall’Arabia Saudita.
“L’Arabia Saudita, fin dagli anni sessanta, si è sforzata di patrocinare ed esportare l’ideologia islamista wahabita nel mondo islamico con finanziamenti di milioni di dollari, incluso alle comunità mussulmane in Occidente”, si sostiene nell’informativa elaborata dall’organismo di investigazione Henry Jackson Society.

L’Europa si è dimostrata compiacente ed impotente di fronte alla diffusione del radicalismo islamico, fonte primaria del terrorismo e del fanatismo intollerante, in quanto i governi europei (Francia ed Italia incluse) hanno stretto saldi rapporti di cooperazione e di affari con l’Arabia Saudita ed hanno chiuso gli occhi di fronte a questo fenomeno.

La richiesta fatta dall’organismo autore dell’indagine al Governo britannico è quella di obbligare le istituzioni religiose del paese, incluse le moschee, a rivelare l’origine dei finanziamenti stranieri ed è motivata dal fatto che, dal 2007, “si stima che l’Arabia Saudita spenda come minimo 2.000 milioni di dollari annualmente per promuovere l’ideologia wahabita estemista in giro per il mondo”. Secondo il Guardian, questa cifra già enorme si sarebbe duplicata nel 2015, come conferma anche il rapporto dell’istituto Henry Jackson Society.
“Molti dei predicatori islamisti, quelli che diffondono l’odio più pericoloso per il Regno Unito, abbracciano l’ideologia salafita/wahabita e sono in relazione con un estremismo che che viene finanziato dall’estero, sia perchè hanno studiato nell’Arabia Saudita, come parte di un programma accademico, o perchè hanno avuto accesso alla letteratura estremista all’interno dello stesso Regno Unito”, avvisa l’informativa.

Tom Wilson, membro della società Henry Jackson Society ed autore dell’informativa, spiega che, “se si presuppone che siano molti i paesi del Golfo e l’Iran che si considerano colpevoli di fomentare l’estremismo, l’Arabia Saudita, senza dubbio, è il primo paese di questa lista”.

Terroristi dell’ISIS appoggiati dalla NATO

Ci si aspetta che al paese arabo non siano graditi i risultati dell’informativa, commenta The Guardian, e per lo meno in un momento tanto delicato com quello che sta vivendo la regione, nel centro di una disputa con il Qatar, a cui l’Arabia Saudita lancia accuse di finanziare il terrorismo all’estero e di sostenere i terroristi che appoggiano la setta dei Fratelli Mussulmani o Hamas.

I risultati dell’informativa vedono la luce quando il primo ministro britannico, Theresa May, si trova sotto pressione nel pubblicare una informativa del suo stesso governo anche questa sul finanziamento del terrorismo, realizzato circa sei mesi fa ma non ancora pubblicato, presumibilmente “per non danneggiare le relazioni ” con gli alleati del Golfo, come menziona il giornale.

Nota: I paesi europei ed in particolare i membri della NATO sono vincolati con una alleanza che vede la NATO affiancare l’Arabia Saudita nel sostegno ai gruppi terroristi salafiti/wahabiti che combattono in Siria e nel Libano, come dimostrato dai recenti avvenimenti. La NATO ed i paesi europei (Regno Unito e Francia in particolare) forniscono armamento ed appoggio logistico a questi gruppi che hanno come loro obiettivo quello di costituire un califfato islamico in Siria e nelle zone sotto il loro controllo.

Fonte: The Guardian

Traduzione, sintesi e nota: Luciano Lago

8 thoughts on “Gli analisti britannici invitano a indagare sull’influenza dell’Arabia Saudita nel radicalismo islamico

  1. Allora in Inghilterra hanno finora fatto i finti tonti mandando ingenti quantitativi di armi all’Arabia saudita, ed anche proprie milizie ed istruttori in Siria per formare i cosiddetti “ribelli moderati” sguinzagliati contro la Siria e la sua popolazione? L’Inghilterra quindi ora fa finta di svegliarsi nonostante sia stata nei fatti compartecipe del genocidio contro il popolo siriano?

  2. Sarebbe sufficiente non usare più il petrolio come fonte energetica e dell’Arabia Saudita non si sentirebbe più parlare.
    Si può fare? O meglio, lo vogliamo fare?

  3. Da quelle parti il sole deve picchiare forte forte e, si sà, quando picchia picchia le menti vanno in ciccia… Tra il fondamentalismo musulmano saudita ed il fondamentalismo ebreo israeliano io ci vedo impercettibili differenze …fondamentalmente entrambi omicidi sono! Suggerirei quindi di lasciare Israele ed Arabia a prendersi il loro sole, a tenersi il loro petrolio, a mangiare i loro pomodori ed a leggere le LORO sacre scritture. LONTANI…almeno fino alla prossima era glaciale!

  4. il jihadismo non e’ una guerra di religione ma un gioco geopolitico guidato dall’elite e dalle potenze occidentali.

    I tentacoli dell’impero occidentale sono enormi ed hanno disegnato i confini del Medio Oriente.

    Chi ha messo i wahabiti in Arabia Saudita? I britannici. La City of London e’ l’epicentro del terrorismo mondiale.I grandi gruppi terroristici hanno sede a Londra. MI6 non lo sa?
    La globalizzazione e’ la marcia finale al Nuovo Ordine Mondiale dominato da Wall Street, la City of London ed il complesso militare-industriale.

    USA, Regno Unito ed Arabia Saudita, superpotenze dell’elite, sono dietro al terrorismo.

    http://www.complottisti.com/la-city-of-london-dei-rothschild-e-lepicentro-del-terrorismo/

    1. Molto corretto il ricordarlo e sottolinearlo. Oltremodo il termine “jihadismo” è d’uso improprio, poiché il Corano e Muhammad indicavano nella piccola Jihad la difesa della religione e nella grande Jihad la lotta interiore che ogni credente compie nei confronti di se stesso, delle proprie imperfezioni e manchevolezze (ed è a questa anzitutto che il credente deve riporre attenzione); infatti il termine “muslim”, tradotto con l’italiano “musulmano”, significa letteralmente “devoto o sottomesso a Dio”: esprime dunque una condizione di fede religiosa che per nulla si addice a chi si fa latore di morte cieca e violenta, violando spesso i precetti medesimi della Sharia (abbiamo visto infatti come molti dei terroristi “islamici” facciano abuso di droghe, alcol, intossicanti vari, frequentino prostitute etc, con la ridicola scusante pseudo-teologica, elaborata artatamente, che questa sregolatezza sia tollerabile per il ruolo di pseudo-martiri che qualcuno ha attribuito loro in modo aberrante, per nobilitarne impropriamente la vera natura di volgari e brutali assassini).

  5. La capacità di manipolare i fanatici musulmani a distanza deriva da una catena di comando perfettamente organizzata.

    Tra la cupola (il direttivo del RIIA a Londra, il CFR a New York e i dipartimenti di Islamistica di Cambridge e Oxford) e le masse per le strade del Cairo, di Teheran, Tripoli, Bengasi, Baghdad e Kabul c’è un’intricata rete a più livelli. Subito sotto l’oligarchia angloeuropea e americana, che formula le politiche, c’è lo strato degli avvocati, orientalisti e altri professionisti con il compito di attuarle. Sotto di loro, e ben più numerosi, stanno gli intermediari diretti tra i leader arabi e i consiglieri della cupola: sono questi intermediari a patrocinare i seminari e a dirigere gli enti, sono loro a dispiegare sul campo gli agenti del livello inferiore.

    Ancora più in basso troviamo i comandanti sul campo dei Fratelli musulmani, i talebani, il ramo libico dell’ISIS, l’Esercito siriano libero, vale a dire il personale generale. Organizzati in cerchi concentrici, hanno la responsabilità diretta di organizzare le forze d’assalto e i capi religiosi secondo i principi metodologici che uniscono i Fratelli musulmani. Agiscono sempre con la protezione e il tacito appoggio di militari, governi e servizi segreti di ciascun Paese musulmano. Infine, per strada, ci sono i peones. La massa di povere anime manipolate, la carne da cannone del Grande Gioco.

    https://www.macrolibrarsi.it/speciali/intervista-a-daniel-estulin.php?items_view=list

  6. Sionismo ebraico e radici del Wahhabismo:
    Mister Hempher
    il sionismo
    e la missione per la nascita della setta wahhabita,
    il braccio estremista dell’Islam

    . . .

    Quasi nessuno (grazie ad una propaganda mediatica ben congegnata)
    è a conoscenza del fatto che i monarchi sauditi e
    la loro religione wahhabita abbiano origini ebraiche.

    – L’Arabia Saudita e i cripto-ebrei

    – Radici storiche del Wahhabismo

    – Chi è Mister Hempher?

    – The Memories of Mister Hempher

    – Evoluzione del Wahabismo e del sionismo nel mondo anglosassone

    – La nascita dell’integralismo islamico

    – Turchia 1888 – La prima comparsa delle “Memorie di Hempher”

    – Nascita del wahabismo – Hempher e l’arruolamento di Al-Wahhab

    – L’Emirato, il piano sionista e il patto col mondo anglofoco

    – Il rapporto dell’intelligence iracheno del 2002

    – Tjen Shulman – membro della comunità ebraica di Bassora

    – Il rapporto dell’intelligence iracheca

    – Verso un messianesimo terreno

    ( cfr. :
    ” Così il sionismo creò l’integralismo islamico ”
    di Sergio Basile
    – seconda e terza parte, segnatamente )

    . . .

    infine,
    Ci ricordo
    la magistrale sintesi espressa
    nella seconda parte dell’articolo di Cesare Corda :
    (riprodotto da Blondet )
    Bruxelles: Il terrore ha origini lontane | SakerItalia

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