Euronazismo, atlantismo e dominio della finanza nel futuro dell’Italia

di Eugenio Orso

Nonostante la chiara vittoria del No al recente referendum costituzionale, che ha bocciato in primo luogo Renzi, il suo governicchio e il piddì collaborazionista delle banche d’affari, non posso in alcun modo essere ottimista sulle sorti del paese e della sua popolazione.

Per comprendere il mio scetticismo, teniamo conto del fatto che per l’Italia le élite hanno stabilito un percorso simile a quello greco (anche se non identico, considerate le particolarità nazionali e le dimensioni economiche) e da questo percorso i collaborazionisti al governo e in parlamento, essendo sostanzialmente dei servi obbedienti, non possono deviare di un millimetro … con o senza Renzi.

Teniamo altresì conto della sorte del referendum consultivo greco del luglio 2015, sulle “proposte” di salvataggio della troika (e, in definitiva, sulla sua caricatura maligna d’Europa). Pensiamo alla mancata elezione, in questo dicembre, di Norbert Hofer presidente in Austria, grazie ai brogli e alla campagna elettorale di diffamazione e paura. Riflettiamo sul fatto che la “Palude” liberaldemocratica (usando una felice espressione del filosofo tradizionalista russo Alexander Dugin), quando compare un candidato vicino agli interessi popolari, come la Le Pen in Francia (in Italia non se ne vede l’ombra), si coalizza immediatamente per non farlo passare, oltre la destra e la sinistra posticce, con una reazione da cane pavloviano. Così sarà al ballottaggio del 7 maggio 2017, per le presidenziali francesi, e Fillon, candidato elitista mascherato con qualche tratto falsamente “populista”, assorbirà i voti socialistoidi, rubando consensi alla stessa Le Pen.

Consideriamo il fatto, estremamente grave, che in questo paese domina una passività sociale senza precedenti, che ha fatto passare senza scossoni e rivolte di piazza la legge Fornero, lo Jobs Act, l’invasione dei voucher estesa a tutti i settori. Vi è, inoltre, un distacco altrettanto serio delle masse dalla politica – che in Italia è solo quella conformista e liberaldemocratica – ad arte suscitato, per mettere fuori gioco i dominati.

Lega per il voto

Lega per il voto

L’unico segnale di vitalità apparentemente dato dagli italiani, si è avuto in occasione del citato referendum, con una partecipazione elevata, a sfiorare il settanta per cento, e la vittoria inequivocabile del No. Si tratta, però, di un “Istinto di autoconservazione di massa”, più che di una scelta razionale, ponderata, in piena coscienza, e dell’espressione attraverso le urne di una chiara volontà di opporsi al sistema, a ciò che rappresenta veramente Renzi, al massacro sociale in atto. Basti pensare che per il No ha votato anche una (piccola) parte degli idiotizzati piddini, che non usciranno mai dal ferale schema euronazista (il “sogno europeo”), atlantista (la Nato occidentale) e dominante finanziario (il mercato onnipotente). Quello del No è soltanto un calderone in cui ci può essere tutto e il contrario di tutto, non l’espressione di una vera e propria scelta politica di massa.

Il Sì, invece, è la dimostrazione di un servaggio vile, addirittura incosciente e autolesionistico, nei confronti delle entità finanziarie (come J.P. Morgan) che voglio cambiare la costituzione degli stati, per aprirla al mercato e ai suoi soverchianti interessi privati. E’ anche un grimaldello per scardinare il rapporto fra stato e regioni, di cui al Titolo V, e accentrare le decisioni riguardanti la sanità pubblica, riducendone gli standard e forzatamente i costi, senza tener conto del diritto alla salute. Si può affermare che chi ha votato Sì, nonostante lo specchietto delle allodole rappresentato dal taglio dei posti al senato, dall’eliminazione del Cnel, con conseguenze riduzione dei costi (quasi insignificante rispetto alle dimensioni del dissesto italiano), ha dato una mano alla distruzione dello stato sociale, ne fosse consapevole o meno.

I segnali che giungono non sono incoraggianti e non fanno presumere un chiaro cambiamento politico (e di politica economica) dopo la sconfitta del Sì e di Renzi. L’affaire MPS (banca del piddì in dissesto) è indicativo di come l’”Europa” metta i bastoni fra le ruote, negando la proroga dei termini per l’aumento di capitale (soli venti giorni, per arrivare a gennaio) come ha fatto la Bce, tenendo l’Italia sugli scudi. Girano voci che l’Italia dovrà ricorrere al fondo salva stati europeo (ESM) per fronteggiare le sue difficoltà, soccombendo alle condizioni elitiste onde ottenere l’agognato prestito. Inoltre, i candidati per sostituire Renzi alla presidenza del consiglio, con il miraggio di tornare, un dì, alle elezioni, non promettono nulla di buono, dal piddino filo-atlantista Gentiloni (attuale ministro degli esteri), che al momento pare molto quotato (nomina avvenuta oggi ) , mentre nessuno può escludere la sorpresa di un Renzi bis.

Come se non bastasse, sulla legge elettorale Italicum, la corte costituzionale se l’è presa stranamente comoda, rinviando la decisione al 24 gennaio 2017 (dal 24 in poi, non necessariamente nello stesso giorno). Si cercherà, come appare già chiaro, di rinviare il più possibile le urne per nuove elezioni politiche, approssimando la “scadenza naturale” della legislatura.

E se la troika approfittasse della sconfitta del suo “beniamino” Matteo Renzi al referendum per arrivare a un governo commissariale, tale da cancellare anche la stessa idea di sovranità nazionale? Ritengo la cosa possibile, perché il giudizio dell’Ue sulla manovra finanziaria italiana è stato solo sospeso, causa referendum, ma non sarà positivo e ciò potrà comportare l’imposizione di una patrimoniale di quindici miliardi e/o aumenti dell’Iva, in piena crisi ed esplosione della povertà nel paese. Niente di meglio di un governo della troika (richiesta la partecipazione del FMI!), con i commissari stranieri nei ministeri chiave, che rispondono solo all’élite finanziaria, per fare in modo che l’Italia non devii dall’impervio sentiero del rigore.

Con un governo-troika commissariale, sostenuto in parlamento dai collaborazionisti – siano essi del vecchio piddì o del futuro “partito della nazione” – sarà più agevole e rapido scardinare completamente la costituzione repubblicana, naturalmente senza passare per un insidioso referendum confermativo …

Ben sapendo che in Italia la vera opposizione politica non esiste, nel futuro del paese vedo ancora euronazismo, atlantismo e dominio incontrastato della finanza, in barba al variegato “popolo” del No e agli italiani tutti.

Fonte: Pauper Class

 

19 thoughts on “Euronazismo, atlantismo e dominio della finanza nel futuro dell’Italia

  1. Purtroppo la falsa narrativa della guerra mondiale, con il corollario di condanne morali e l’ impossibilita’ di una obbiettiva analisi sui motivi della stessa, inquina il giudizio sugli eventi in corso. Il nazionalsocialismo fu in realta’ un partito che definendosi partito dei lavoratori tedeschi, rigetto’ completamente le teorie economiche e monetaristiche della grande finanza internazionale e si adopero’ per la sovranita’ economica del popolo tedesco. Colui che e’ alla storia come un pazzo criminale , ebbe l’ ardire di ripudiare il gold standard e creare una moneta nazionale basata sulla forza lavoro, e per farlo non esito a servirsi di un ebreo, il banchiere Schact. La politica economica della Germania di allora, fu molto diversa da quella odierna . La Germania di oggi serve i potentati che la distrussero, e lo fa molto bene, con l’ efficienza che contraddistingue i tedeschi. E’ una sindrome da studiare con cura, una forma di autocastrazione ,di spersonalizzazione collettiva. La si nota anche nei giapponesi, ridotti a scimmiottare i dominatori, e in misura minore negli italiani, piu” indivualisti e con piu’ acuto senso del ridicolo. E la sindrome di Stoccolma dell’ Asse.
    Euronazismo e’ quindi un termine improprio. Resta la sostanza di un totale disfacimento dell’ Italia a causa del suo imprigionamento in un sistema economico che in effetti favorisce la Germania, ma l’ ideologia alla base di questa costruzione elitista non e’ il pangermanismo. I tedeschi, cosi’ come gli italiani e gli altri europei, sono vittime di un progetto di ingegnieria sociale non dissimile da quella che fu l’ unione sovietica.
    Una grande prigione dei popoli, amministrata da una soffocante burocrazia e governata da una casta di non eletti autoreferenziati leaders fedeli esecutori del potere supremo: i creatori del denaro.

    1. Se non sbaglio sono i soliti che lo definiscono un “pazzo criminale”, cioè quelli che lo hanno occultamente finanziato e che successivamente hanno dichiarato di essere allunati?
      O che hanno visto crollare le loro torri di mascarpone credendo che fossero di acciaio ed attribuendone la responsabilità ai beduini?
      Giulio Verne al confronto era un dilettante.

  2. Fumata bianca! Abbiamo la nomination del quarto oscar woodyalleniano dopo Silvio: Gentiloni !! Con più o meno gli stessi tirapiedi di Renzi! Una bella presa del pòppolo per i fondelli. Grazie Napolitano, pardon… Mattarella.
    PS.: E’ la verifica immediata del mio mantra di vox clamantis in deserto:
    “ALTRO CHE IL MINCHIONENDUM CI VUOLE”!
    Ma tu esulta lo stesso, pòppolo !!

    1. Per Giannetto

      Il Duca-Conte Minchion degl’Esteri Paolo Gentiloni Silveri (come direbbe un Fattozzi-Villaggio) ha ricevuto il mandato esplorativo per diventare Grand Farabutt President del Consiglio pro troika e pro tempore.
      Iniziate le consultazioni. Verdini con Ala in pole position per un ministero (si parla del fossile Pera) gentilmente concesso dal piddì. La Boschi resterà cambiando casacca, Alfano e Lorenzin non servirà neppure che cambino casacca …
      La risposta al No sarà un governo che continuerà le “schiforme” (ma probabilmente senza Brunetta e Berlusconi) e un Verdini che potrà entrare ufficialmente in maggioranza (vedremo …)
      Il senso del mio articolo troverà conferma nei futuri eventi.

      Cari saluti

      Eugenio orso

      1. Niente di nuovo sotto il sole… e chi pensava che sarebbe cambiato
        qualcosa votando NO si è preso una bella cantonata, certamente ha
        fermato la deriva dittatoriale.
        Oh, certo andremo a votare un giorno o l’altro ma solo quando lo
        decideranno loro che tradotto vuole dire appena trovato il sistema che
        anche votando rimanga tutto quale e tale, non ci sono speranze per
        questo martoriato popolo, ma non è giusto che per colpa di un manipolo
        di incapaci e voltagabbana un intero popolo debba soffrire in questo modo…..

        1. Sarebbe anche ora che sto pòpppolo trovasse qualche modo di reagire, sennò continua a non far altro che “chiàgnere” in “sceneggiate” napoletane, la sua specialità. Basterebbe anche poco, per cominciare, visto che partirebbe dal sotto-zero della dignità politica. Non ha neppure capito che già solo la proposta di un governo del genere è stata una vera e propria PROVOCAZIONE, pianificata da tecnocrazie sovranazionali. Sicché il referendum ha rivelato la sua vera natura di minchionendum. Le cosiddette élites, come già avevo supposto, non avrebbero avuto alcuna vergogna di un’operazioni simile. La preda Italia è troppo succulenta per lasciarsela scappar dai denti.
          – Vedremo se la Lega riuscirà a mettere in piazza qualche sparuto drappello di gente che non ne può più. Ma credo che la mia sia una vana speranza.
          – Considerate poi che Renzi ha blindato per il PD (Peto Democratico) 4 voti su 10. Gli altri 6, contrari a lui, sono la somma di un volgo disperso. Si andasse alle elezioni il PD vincerebbe alla grande. E gli anti-PD non hanno un’alternativa credibile, molti non han neppure un programma, come il 5 Stalle insegna.
          Buon obitorio a tutti gli italiotelli…. ma se lo voglion loro… chi “chiagne” in poltrona non va da nessuna parte. Ma… pòpppolo, sta sereno!!

        2. Ti avevo già risposto ma per strani disguidi dell’informatica la risposta non è comparsa.
          – Sospettavo che le cosiddette élites ci avrebbero chiarito in tempi brevissimi che il referendum è stato un minchionendum- Infatti non han sentito la minima vergogna nel riproporre un governo Renzi-clone. Una vera e propria provocazione.
          – Quel che ci vorrebbe è una reazione della gggente, perché, finché “chiagne” nei salotti di casa sua, continua solo le “sceneggiate” napoletane, nelle quali è senz’altro insuperabile. Chissà se Salvini riesce a mettere in piazza qualche centinaio di persone dignitose. Ma non ci credo.
          – D’altronde in eventuali elezioni trionferebbe il PD (Peto Democratico) con il 40% che ha votato per Renzi, e che gli darebbe, se non sbaglio, la maggioranza assoluta, grazie al premio di maggioranza. L’altro 60% è un volgo disperso che nome non ha.
          -Per cui non dico più soltanto “Ben altro che il minchionendum ci vuole!”, ma aggiungo pure: “Ben altro che le elezioni ci vogliono!”.
          – Ci pensi? 4 italioti su 10 sono ancora piddioti!! Come ci riescano, lo sa solo il padreterno.
          – Malgrado tutto il mio disincanto, sto paese riesce ancora a stupirmi.

          1. Anonimo & Giannetto sono in attesa di vedervi scendere in piazza ed affrontare i manganelli della celere, chissà che non ne usciate vittoriosi!

  3. Vedo che non mancate mai di deligittimare la Lega di Salvini.
    Insomma tutti hanno un serio movimento populista, tranne noi italiani.
    Mi rendo conto delle differenze tra una Le Pen centralista o Alternativa per Germania
    e Salvini (anche se lui si sta ponendo in un nuovo modo data la situazione di emergenza che viviamo),
    ma non è non riconoscendo l’identità padana che salvate quella italiana.
    Chi di spada colpisce, di spada perisce.
    In altre parole chi non riconosce gli altri, non ha le energie per essere a sua volta riconosciuto.
    A meno che siate orientati a inserire notizie di un certo tipo.

    1. Salvini si delegittima da solo, non ha bisogno d’aiuto, Lory.
      Sta snaturando la Lega, eventualmente doveva fondarsi un altro partito e lasciare la creatura di Bossi al proprio nefasto destino.
      Le minestre riscaldate non hanno mai incontrato successo.

  4. @ Giorgio. – Se Salvini, o perfino Grillo, convocano una manifestazione di piazza contro l’indecenza del N.4- in-fila-indiana-NominatoPremier-SenzaElezioni), io ci vado nonostante la mia veneranda età. Ci vado per DIGNITA’ di cittadino.
    – Se la manifestazione rimane asettica da provocazioni, non vedo perché i poliziotti, per brachicefali che siano, dovrebbero randellare un vecchio. Oppure pensi che in Italia oramai fanno così in ogni caso, sempre e per forza? Non esageriamo!
    – Fatto è piuttosto che non me li vedo, né Salvini né Grillo, convocare un bel tubo, perché non raccoglierebbero più di quattro gatti, me compreso… Insomma, si sputtanerebbero.
    – Ah sì, ultima risorsa!… potrei scendere in piazza da solo, agitando un mini-striscione. Ma farei ridere sto pòpppolo di imbecilli. E non ne val proprio la pena di sollazzarlo con altre comiche, oltre quelle che ha già in abbondanza.
    – Che si fotta, perché, in quanto popolo, in quanto “entità collettiva”, non ha DIGNITA’ alcuna.

    1. Salvini e Grillo chi? Non mi faccia ridere giannetto. Però vedrei bene lei in piazza con uno striscione, sono certo che otterrebbe molto di più.
      Ricevo la sua indignazione sull'”entità collettiva” monda da ogni dignità, infatti l’evoluzione fa cardine nell’individualismo.
      Il muro è composto da tanti singoli mattoni e se ne mancasse uno ci sarebbe un foro, quindi non ci sarebbe la compattezza.

      1. – Dicevo Salvini e Grillo solo per nominare qualcuno che maneggia la strumentazione materiale minima per organizzare un’azione politica. Non per altro.
        – L'”entità collettiva” cui alludevo è proprio specificamente quella italiota.
        – Le “masse” sono un genere di muro totalmente elastico, dunque indifferente al venir meno, occasionale e scontato, qua e là, di qualche isolato mattone. – Il problema è vedere se il muro sociale in questione è, nella sua compagine, un conglomerato di macigni, oppure di fango con un po’ di paglia.

  5. L’ importante è che facciano ciò che devono fare sapendo che il popolo non approva. Il recente NO è il respingimento del “lavoro” del Governo e delle Camere, nonché della Presidenza. Era ovvio che si fosse ridato incarico alla stessa banda, nessuno ne è sorpreso e coloro i quali affermavano che non sarebbe cambiato alcunché, però, adesso si sbagliano a credere che sia finita tutta lì. Quel NO crea il precedente e rappresenta la perfetta giustificazione preventiva a ciò che avverrà dopo. Quindi, infine, che si succedano ancora un paio di esecutivi uguali ai precedenti, non farà altro che legittimare a maggior ragione la loro fine violenta.

    1. E speriamo nella loro fine violenta ! il popolo italiano che numericamente non è nè lo spagnolo,nè il francese e nemmeno il portoghese od il greco, potrebbe farsi sentire eccome, se non fosse l’imbecillimento decennale delle tv del berlusca e rai ed accozzaglie varie ! C’è un movimento popolare italiano e reazionario, ma è talmente piccolo e incentrato su nostalgie mussoliniane che non assorbe alcuna simpatia e non può quindi garantire una reazione doverosa e giustificata alle schifezze che i popò-litici ci propinano con assoluto menefreghismo.

  6. Le lobby finanziarie che decidono le politiche europee non si arrendono. Ora hanno in mente di giocare la carta del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, vogliono che il “nuovo” governo chieda al Fondo un prestito che, inevitabilmente, porterà l’Italia al commissariamento, il ché renderà il governo delle suddette lobby, invece che nascosto negli articoli e nei codicilli della riforma costituzionale, esplicito e alla luce del sole e imposto alla gente con tracotante spudoratezza. Il piano che può trovare nel ministro Padoan un ottimo esecutore essendo tra quelli che, su ordine della Troika, ha dato corso al piano che ha messo in ginocchio la Grecia. Nel MES siedono tutti i ministri dell’economia dei paesi dell’Unione, la BCE, il FMI, i grandi fondi di investimento e quindi i gruppi bancari strettamente collegati alla finanza speculativa. Accettare un prestito da questo organismo significa sottoscrivere un piano di privatizzazione e dismissione a tappeto del pubblico. Ci chiederanno di attenerci scrupolosamente alle politiche di austerità, quindi riduzione della spesa pubblica con tagli alla sanità, alla scuola, alle pensioni; con blocco del turnover nel pubblico impiego e politiche di deflazione salariale che chiuderanno definitivamente la porta alla crescita economica, unica via di uscita per un paese che vive sotto la spada di Damocle del debito. Un giro di vite che ci renderà più poveri e ci costringerà a chiedere altri prestiti, il che immetterà il paese in un circolo vizioso da cui non ne uscirà più, come è successo alla Grecia. A suo tempo tentarono di costringere Tremonti ad accettare, dal Fondo di Stabilità, un tale prestito, ma il rifiuto di quest’ultimo portò le autorità europee a scrivere la famosa lettera che fece cadere il governo allora in carica, ultimo governo legittimo, ancorché di centrodestra.bf8

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