Dal Giornale del miliardario Berlusconi partito l’attacco contro Di Battista, “el gaucho” del movimento 5 Stelle

di Luciano Lago
la politica italiana è sempre inchiodata al suo ruolo meschino e provinciale, questo si sapeva, dati personaggi che popolano le scne politiche e mediatiche della Penisola. Tuttavia desta meraviglia che Il Giornale del miliardario Berlusconi lanci un attacco contro Di Battista per una situazione debitoria dell’azienda che deve o meglio “dovrebbe”dei soldi al fisco e retribuzioni arretrate ai dipendenti :
“Cinquantatremila e 370 euro di debiti verso i dipendenti; 151.578 euro di debiti verso le banche; 135.373 euro di debiti verso i fornitori; 60.177 euro di debiti tributari. È quanto emerge dalla visura camerale della Di.Bi Tec. S.r.l., società della famiglia di Alessandro Di Battista, che è uno dei due soci di maggioranza. I dati si riferiscono all’ultimo bilancio presentato e dunque consultabile attraverso un collegamento al registro delle imprese”….
Quindi il miliardario Berlusconi, quello che comprava deputati, pagava profumatamente il silenzio processuale delle sue escort e organizzava mega feste scollacciate ad Arcore (come da atti dei vari processi) e che passa milioni al mese alla ex moglie, si scandalizza attraverso il suo Giornale di famiglia perchè la ditta del padre del Di Battista (in cui figura quale socio anche il figlio) presenta un debito di circa 200.000 euro di pendenze nel complesso, come le migliaia di piccole imprese italiane in difficoltà che stentano a tenersi a galla sul mercato e sopravvivono grazie ad espedienti, con parte di lavoro in nero e ritardi nel pagamento dei contributi.
Come noto l’Italia è una Repubblica fondata sulla famiglia. La famiglia è l’unikco vero welfare della società italiana e in essa si nasce, si cresce, a volte si rimane a tempo indeterminato per vari motivi ma con essa si mantiene un legame indissolubile che, a volte ti giova, a volte ti porta dei guai, quando sei un politico o un personaggio pubblico.
Il Di Battista come politico può piacere o non piacere ma di sicuro è uno “tosto” che si è saputo creare un percorso e non ha profittato della sua popolarità (almeno fino a questo momento) per farsi rieleggere ed occupare poltrone di potere. tanto di cappello quindi per la sua coerenza a prescindeere quindi dalle sue idee politiche.
Quello che fa meraviglia è il fatto che il Giornale di Berlusconi abbia avuto la sfrontatezza di attaccare sul piano personale e familiare un competitor politico che non ha nulla in comune neppure da lontano con Berlusconi nè come patrimonio, nè come situazione di conflitto di interessi. Una mossa poco avveduta per una vecchia volpe della politica e forse studiata per mettere in difficoltà non tanto il Di Battista quanto l’alleato dei 5 Stelle Salvini che Berlusconi vorrebbe riprendere in coalizione per azzerarne il potenziale politico innovativo, riportandolo nel gregge del Centro Destra, altrimenti destinato ad una irrilevanza politca.
L’attacco contro Di Battista segue di pochi giorni quello fatto contro il padre di Luigi Di Maio, anche in questo caso prendendo a pretesto la situazione dell’azienda del padre accusato di aver pagato in nero alcuni suoi dipendenti e di avere irregolarità edilizie in immobili di famiglia.
Anche in quella circostanza avremmo suggerito a Di Maio, come oggi possiamo farlo con Di Battista, che sarebbe il caso di prendere la palla al balzo e denunciare la situazione precaria e di difficoltà in cui si trovano decine di migliaia di piccole aziende italiane, come quelle citate del Di Battista o del Di Maio padre, per causa della concorrenza impari effettuata dalle multinazionali e dalle grandi società di distribuzione il cui ingresso in Italia, favorito dai governi di centro sinistra, ha messo in crisi le aziende italiane.

Si tratta di multinazionali che, in buona parte dei casi, non pagano tasse al fisco italiano avendo costituito la sede della capogruppo in paesi che sono paradisi fiscali, come il Lussemburgo di Jean Claude Junker (attuale presidente della Commissione UE) dove le grandi società pagano l’1% di imposte, l’Irlanda e altre località dove vige un trattamento di elusione fiscale.
Questo sarebbe il vero problema che dovrebbe oggi sollevare il governo del cambiamento piuttosto che rintanarsi a difesa dagli attacchi scomposti di una vecchia volpe della politica che non ha più argomentazioni da offrire se non quella di mantenersi a galla comunque per garantire gli interessi del suo gruppo industriale e finanziario.
Berlusconi, con i suoi tanti interessi, i costi della sua dispendiosa attività politica non ha neppure bisogno di sborsarli di tasca propria, visto che ha spesso e volentieri ottenuto trattamenti di favore dai vari governi succedutisi a Roma, fin dai tempi di Craxi e successivi, vuoi per le frequenze di Mediaset, vuoi per i condoni e gli sgravi fiscali per le sue aziende e grazie alle leggi a favore delle privatizzazioni e deregolamentazioni di cui si sono giovate le sue aziende.
Vantaggi che sono stati pagati a caro prezzo dai cittadini italiani con la perdita delle garanzie dello Stato sociale e con la cancellazione di fatto del diritto universale alla salute, all’assistenza e alla previdenza pubbliche mentre i governi di centro sinistra e centro destra attuavano una politica privatizzatrice a vantaggio del grande capitale finanziario transnazionale.
Questi sono i temi reali su cui impostare una campagna politica contro i pescecani di destra e di sinistra che hanno governato l’Italia mandando in difficoltà le piccole e medie aziende nazionali che sono sul pelo dell’acqua grazie ai sacrifici dei loro titolari e lavoratori.
Berluscani e’ un massone lui risponde ai fratelli massoni punto , se il Gran maestro Della loggia acui appartiene Berluconi gli dice di attaccare di Battista o Salvini o chiunque altro berlusconi come tutti figli Della vedova (cosi si chiamano ) esegue , digitate :” rivelazioni di un ex massone” da questa gente ci so puo aspettare solo inganni calunnie e frodi difatti sono adoratori di lucifero ,vedere il video di casaleggio ” Prometheus” portatore di Luce Lucifero ma tanto non mi credete
la P2 atlantista di Licio Gelli e Silvio Berlusconi prevedeva che le notizie venissero veicolate da un’unica agenzia d’informazione
interessante articolo, riguarda BerLuxCohen e tutti i suinocrati come lui, emersi solo con la morte di Aldo Moro
https://www.altreinfo.org/manipolazione/21200/la-fittizia-dicotomia-tra-stato-e-capitalismo-comidad/?fbclid=IwAR3W627HCM2ejX64KpBN6vbG272jc3f5xB8ThPV-HeXdIN38nKmU50t6UFE
Partire all’attacco contro DiBattista è come dare un calcio ad uno che sta cagand# … Di Battista è la caricatura grottesca di un personaggio politico costruito in laboratorio, un pagliaccio che vive in vacanza, pagato dai suoi pupari e dalle vacanze manda cartoline come se fosse al fronte.
Di Battista figura socio nella ditta di suo padre, che è nella merd# fino al collo ed a 70 anni si fa un mazzo così per stare a galla, mentre il figlio se ne sta da mesi in vacanza, senza aver mai fatto più di tanto nell’azienda di famiglia.
Il Giornale ha il torto di prendersela con un burattino screditato, inutile, inetto… più che “tosto” troppo tostato, anzi: ormai bruciato… ma emana ancora il fetore del compagnista boldrinato e fico…
Che Berlusconi faccia schifo, non vuol dire che Di Battista non possa fare schifo.
Commento che faccio mio, tratto da Blondet: “….Purtroppo questo governo, ogni giorno più deludente, con Salvini che canta in programmi tv, stappa bottiglie o addenta panini dicendo banalità, non fa paura. Fa solo pena e sempre più rabbia. Mentre gli avversari hanno perfettamente capito come usarlo.
…..Un governo che sfida l’Europa e non sa prendere il potere dei mezzi di comunicazione, della magistratura e della banca centrale, finirà assai male”.