DAESH POTREBBE ESEGUIRE ATTACCHI IN GERMANIA IN QUALSIASI MOMENTO – RESPONSABILE DELL’AGENZIA DI SICUREZZA


Nonostante la sconfitta di Daesh * in Siria e in Iraq, l’Ufficio federale tedesco per la protezione della Costituzione ha dichiarato che la battaglia contro i terroristi è tutt’altro che finita. Gli jihadisti europei ed i loro familiari (fra cui molti bambini ) che rientrano nei loro paesi d’origine rappresentano una minaccia che i servizi di sicurezza stanno preparandosi ad affrontare.
Il presidente dell’Ufficio federale tedesco per la protezione della Costituzione (BfV), Thomas Haldenwang, ha messo in guardia contro la sottovalutazione della minaccia rappresentata da Deash * dopo la sua sconfitta militare in Siria ed in Iraq, osservando che il pericolo è “ormai significativo”.
Thomas Haldenwang, capo dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV), ha dichiarato al quotidiano tedesco Welt am Sonntag che il numero di islamisti radicali in Germania è salito a 2.240 nel 2018, nonostante la scomparsa del califfato islamico autoproclamato.
“Non posso dare una risposta chiara sull’ ISIS”, ha affermato Haldenwang. “Potrebbero lanciare un attacco in Germania (e in altri paesi europei) in qualsiasi momento.”
Il “cyber-califfato virtuale” può ancora attrarre reclute disposte a condurre attacchi sul suolo domestico, ha detto il capo dell’intelligence, aggiungendo che le autorità non possono monitorare tutti coloro che sono sospettati di essere radicalizzati online.
Haldenwang ha detto che sono necessari quattro agenti per monitorare una tale persona e che attualmente vengono stanziate risorse per controllare quelle considerate estremamente pericolose.
Gli estremisti sono anche spesso esperti di tecnologia e sono consapevoli di quali app utilizzare se vogliono inviare informazioni crittografate, ha detto il capo dell’agenzia.

Sulla questione del rimpatrio dei bambini ISIS, il capo del BfV ha detto che questi bambini sono vittime di ISIS e dovrebbero essere trattati come tali.
Lo stesso Haldenwang ha chiesto una riforma legale per consentire alla sua agenzia di raccogliere i propri dati e trasmetterli all’ufficio per il benessere dei giovani.
All’inizio di questo mese, il ministero degli Esteri tedesco ha riportato diversi bambini di militanti dell’ISIS in Iraq dall’Iraq. I ritorni sono stati effettuati con il consenso dei genitori, secondo il ministero, e sono stati finora meno di dieci.
Smpre nello stesso periodo, il parlamento tedesco ha approvato una legislazione per spogliare alcuni cittadini della loro cittadinanza tedesca se si uniscono a gruppi terroristici stranieri. La legge, tuttavia, non ha un effetto retroattivo.

Terroristi in ritirata

Si stima che circa 1.000 persone abbiano lasciato la Germania per unirsi a gruppi terroristici in Siria e in Iraq dal 2013. Circa un terzo di questi individui sono già tornati in Germania e sono stati perseguiti o inseriti in programmi di riabilitazione.
Un “piccolo numero” di bambini è stato rimpatriato nel Regno Unito nell’ultimo anno, ha detto un ministro britannico.
Le domande sui rimpatriati dell’ISIS e sui loro figli sono aumentate da quando Shamima Begum, la moglie britannica di un combattente dell’ISIS, è stata privata della sua cittadinanza.
I gruppi per i diritti hanno anche chiesto alla Svezia di restituire i bambini , parlando di circa 80 bambini svedesi che hanno viaggiato all’estero con i genitori per combattere per conto del gruppo terroristico. Save the Children ha sostenuto che, ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, i paesi europei hanno il dovere di rimpatriare queste persone.
Nota: I paesi europei hanno di fatto apppoggiato e sostenuto i gruppi terroristi che hanno combattuito in Siria, in alcuni casi arrivando a sostenere che “Al Nusra (il gruppo della Al Qaeda siriana) stava facendo un buon lavoro” (Laurent Fabius ex ministro degli esteri del governo Hollande). Questo nella speranza che questi gruppi riuscissero ad eseguire il piano di rovesciare il governo di Bashar al-Assad contro cui si sono schierati i governi europei.
Il lavoro sporco, affidato a questi gruppi, non è riuscito ed adesso, lo stesso presidente Donald Trump, ha invitato l’Europa a riprendersi i propri “foreign fighters”.
I governi europei, che tuttora hanno decretato sanzioni contro la Siria, devono oggi rispondere di quanto hanno fatto per distruggere la Siria, così come dovrebbero rendere conto dei danni e delle distruzioni causate con il sostegno da loro fornito all’operazione effettuata dalla NATO in Libia. In particolare la Francia e la Gran Bretagna, oltre alla stessa Italia del presidente Napolitano.
Troppo comodo causare i disastri ed ignorarne poi le conseguenze, fingendo di non sapere chi siano gli elementi inviati in Siria che dall’Occidente venivano definiti : “ribelli moderati”.

Fonte: The National

Traduzione e nota: Luciano Lago

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