Chiunque abbia perso il Pakistan attraverso le elezioni non può vincere in Venezuela attraverso l’omicidio

di  Nasser Kandil

Descrivere il comportamento del governo degli Stati Uniti potrebbe essere riassunto nel parlare di uno stato di “confusione e nervosismo” ancora più notevole per come si manifesta uno stato d’animo fluttuante, con l’incoerenza o la confusione che caratterizzano il comportamento di Donald Trump, il quale, nonostante tutto, ha finito anche per apparire come “il più equilibrato” decisore politico all’interno dell’attuale gruppo dirigente a Washington.

Infatti, durante la sua campagna elettorale, Trump aveva suonato la campana a morto degli Stati Uniti d’America come superpotere e poliziotto del mondo, per chiedere la ricostruzione degli Stati Uniti fatiscenti, secondo la sua descrizione, e la risurrezione della “Grande America” ​​come l’aveva concepita. Tuttavia, una volta in carica,  si è rapidamente corretto sotto la pressione delle istituzioni militari e dell’apparato di sicurezza.

Così, gli è stato impedito di concludere l’accordo globale con Mosca, per il quale aveva fatto valere, e anche quando è andato a Helsinki con l’idea di cambiare gli equilibri internazionali dopo diversi tentativi infruttuosi, anzi ha dovuto subire tutti i tipi di attacchi sospetti che hanno portato al congelamento degli effetti del suo incontro con il presidente Vladimir Putin.

E nel complesso, Washington non ha ottenuto alcun serio progresso in nessuno dei principali problemi del momento:

Contrariamente a quanto suggerito da Donald Trump, la questione delle armi nucleari in Corea del Nord è irrisolta, come ammette lo stesso Mike Pompeo, il suo ministro degli Esteri incaricato di negoziarlo.
Nel confronto con l’Iran risulta che Donald Trump ha perso la sua bussola con l’aumento dell’escalation e con le sanzioni più gravi che possono necessariamente condurre ad una guerra improvvisa, nl Golfo Persico e sulle vie del petrolio, come è stato chiarito in questi ultimi giorni; una tale guerra che potrà infiammare il mercato del gas-petrolio e trascinare il mondo verso l’ignoto con sconvolgimenti sociali e della sicurezza che non risparmieranno le grandi potenze.

Per quanto riguarda la Palestina, la “questione del secolo” è appena nata e subito affossata. Un taglio cesareo è impossibile in assenza di un partner palestinese che sarebbe stato condannato a morte dal popolo palestinese e dalla resistenza palestinese, mentre gli sforzi di rianimazione devono affrontare l’incapacità del partner arabi di Washington e Tel Aviv nel dichiarare apertamente la loro adesione a un tale compromesso che avrebbe lasciato Gerusalemme a Israele,senza il diritto al ritorno per i palestinesi e che avrebbe limitato lo stato palestinese al territorio di Gaza. Inaccettabile per qualunque negoziatore palestinese.

I record della questione siriana, irachena, libanese e yemenita registrano fallimenti cumulativi per gli Stati Uniti e, nonostante le difficoltà, l’asse della Resistenza detiene nelle sue mani le carte del gioco; l’ultimo fallimento è stato registrato al Vertice di Helsinki, in cui il grado di attaccamento della Russia alle sue relazioni con l’Iran è diventato chiaro ed evidente.
In altre parole, gli americani e gli israeliani hanno perso la loro Parigi, mentre i due più importanti alleati regionali di Washington devono affrontare due sfide non invidiabili, com Israele che ha dovuto affrontare la rivolta a Gaza, l’Arabia Saudita di fronte alla resistenza dello Yemen.
Questo clima di insuccesso genera i propri effetti in aree tese e politicamente esitanti. Un empasse che spinge i paesi a girare nella direzione di correnti contrarie a Washington, mentre le correnti già opposte a Washington passano dalla difesa all’attacco. Questo è quello che, nel caso del Pakistan, si è dimostrato come risultato di tutti i conflitti scatenati da Washington nella regione:

Le elezioni sono state vinte da colui che ha rifiutato l’invito saudita-americano di partecipare alla guerra contro lo Yemen, non da quella parte che ha fatto una campagna favorevole a questa partecipazione.
Le elezioni sono state vinte da colui che aveva sollecitato molto presto per una cooperazione regionale pakistana-sino-russa-iraniana, non da quello che voleva seguire le strade tracciate da Washington.
Questo è significativo perché il Pakistan è uno dei più importanti stati musulmani, si tratta di uno stato nucleare, e che la sua perdita è un ulteriore colpo per l’amministrazione statunitense già colpita da successivi colpi di stato fino a quando non viene perso l’equilibrio generale.

Imram Khan, Pakistan leader

Per quanto riguarda il tentato assassinio del presidente del Venezuela, non c’è bisogno di impronte digitali penali per puntare il dito accusatore verso Washington, notando di sfuggita che, se gli americani avessero previsto di vincere nel Venezuela attraverso le urne, non avrebbero avuto necessità di ricorrere all’assassinio; quella degli assassini politici e presidenziali che risulta una tecnica americana ben nota e ampiamente documentata.

Ma il successo e il fallimento di questo tentativo apriranno le porte a un grande scontro in America Latina. Coloro che escludono la possibilità di una debacle del domino in cui i governi sono coinvolti in questo tentativo, a nome del protettore degli Stati Uniti, sarebbero in errore.

Tutto questo ci porta a confermare quello che aveva detto il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, nel descrivere il crollo dell’impero sovietico, “Quando negli imperi si accumulano i segnali di una prossima caduta, non si avvertono i segnali che essi stessi cadranno, crolleranno senza preavviso, come i terremoti e le inondazioni! “. Questo è il caso degli Stati Uniti oggi.

Fonte: Mondialization.ca

Traduzione: Luciano Lago

5 thoughts on “Chiunque abbia perso il Pakistan attraverso le elezioni non può vincere in Venezuela attraverso l’omicidio

  1. Sul Tiggì di radio 24, ore 13:00, nei titoli di testa la seguente notizia : gli USA hanno ufficialmente dichiarato di stare armandosi con armi spaziali per combattere Russia e Cina. Ci siamo fatti attenti per sentire la notizia più completa. Scomparsa.
    Messa nei titoli di apertura, poi qualcuno avrà detto ma siete scemi a dire questa notizia?
    Eccoli gli USA (ebrei), creano il nemico ancora prima di averlo… Schifosi, aberranti esseri violenti e cattivi, ecco chi sono. insomma, capacità di convivenza uguale a zero. O ti sottometti con le buone o succederà con le cattive, decidi.
    Ma ti devi sottomettere.
    Eccoli i campioni di democrazia da esportare nel pianeta, i maestri che danno il voto agli altri su come si deve convivere…
    Ci vomito addosso.
    Non voglio padroni, voglio la democrazia che mi è stata promessa. Punto. Voglio il mio Paese libero, come lo avevano voluto i miei zii e nonni partigiani, che sono morti per ottenerlo, non sono mai scappati in luoghi sicuri…

    1. Voglio che siano i nostri politici a sbagliare, non politici servi di qualcuno, che poi sbagliano su ordini precisi di UE=USA=Israele.
      Mi si dirà, cosa cambia? Cambia eccome. Eccola la speranza! Succubi non potremo mai avere qualcosa di buono, liberi forse si. Non è poco.

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