Inserito alle 22:37h in
Economia da Redazione di Benedetta Scotti
Con questa reazione i lavoratori di quel ferro vecchio che è Air France hanno anche sbottonato la camicia al ministro dell'Economia Emmanuel Macron che di recente ha spiegato perché "il liberalismo è di sinistra". La Francia politicamente corretta che si indigna. Il premier Valls: "violenze inaccettabili". La Francia è una contraddizione estenuante e meravigliosa. Predicatrice d’uguaglianza, ma visceralmente classista. Paladina del progresso, ma profondamente conservatrice. Partigiana del multiculturalismo, ma intrinsecamente campanilista. Difficilmente, però, riuscirà a coniugare la rivoluzione liberale, i cui venti hanno preso a soffiare insistentemente a Parigi, col suo consolidato modello socialista e corporativo. Vada come vada, saranno scintille. La veemente protesta dei tassisti, che nel luglio scorso hanno messo a ferro e fuoco la capitale invocando il bando di UberPop, è stato un antipasto nel pieno rispetto della tradizione transalpina. La tragicomica fuga a torso nudo di Xavier Broseta, direttore del personale di Air France, costretto a scavalcare un’inferriata con la camicia ridotta a brandelli per evitare il linciaggio dei dipendenti a rischio licenziamento, fa sempre parte del menu.