La sconfitta di Theresa May, l'ingresso di Pakistan e India nella SCO in un Oriente che si riorganizza rapidamente con i 'triangoli del possibile' e la 'Mezzaluna degli improbabili'. [P. Fagan]
Una cosa è certa, chi segue la politica internazionale, si diverte molto di più di chi segue la politica nazionale.
di Pierluigi Fagan.
Brutto colpo l'altro ieri per l’élite anglosassone. Forse i tories riusciranno a fare un governo di coalizione (con i conservatori nord-irlandesi), con risicatissima maggioranza, ma è chiaro che i britannici vanno politicamente in stallo, sia sulla trattativa per Brexit, sia in termini di politica estera. Ricordiamo che Theresa May ha anticipato Trump nella visita a Riad, con tanto di vendita d’armi (il rilancio della produzione armiera era un punto fondante della politica della May) e che sicuramente c’era l’avallo di Londra per l’ostracismo dei petromonarchi del Golfo nei confronti del Qatar. Chissà se i recenti attentati in UK facevano parte della dialettica sotterranea agli eventi.
May rappresentava l’alleato più organico agli USA di Trump, il quale - messosi in urto coi tedeschi (quindi l’UE) - ora si trova un po’ più solo.