di Enrico Galoppini
Adesso lo so che mi beccherò i latrati di quelli che vorranno leggere in quel che ho scritto ciò che assolutamente non penso, eppure qualche parola va spesa per definire che cosa è “il nostro modo di vita” quando dopo ciascun episodio di “terrorismo islamico” è tutto un susseguirsi di dichiarazioni del seguente tenore: “Continueremo a vivere secondo i nostri valori!”; “non ci faremo impaurire!”, “non ci rinchiuderanno in casa!”. Secondo me, se non si è messo il cervello in stand by, si possono tranquillamente tenere distinte queste due cose:
1) la condanna e l’orrore senza riserve per una bomba fatta esplodere su un autobus, in un mercatino, in mezzo alla folla di un concerto eccetera;
2) il giudizio su che cosa – secondo i suoi apologeti – s
ta alle basi della “nostra civiltà” (“occidentale”, “europea”, “moderna”, per taluni “cristiana” eccetera).