“Caro amico ti scrivo… Arriva la solita “letterina” dalla UE per l’Italia…

di  Luciano Lago

Puntuale come un orologio arriva la lettera di richiamo dalla Commissione Europea destinata all’Italia: era stata fra l’altro anticipata dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, in un’intervista rilasciata all’Ansa alla vigilia della pubblicazione dei giudizi sulle leggi di Bilancio dei Paesi membri. La lettera rispecchia l’opinione dei commissari sulla manovra 2018, ove si sottolinea il rischio per l’Italia di non rispettare le regole del Patto di stabilità, stabilite dalla Commissione di Bruxelles.

A conferma di quanto anticipato è arrivata ieri, nella posta privata del ministro dell’Economia Padoan, la “letterina” di richiamo sul debito pubblico, giudicato troppo alto, come anche sul deficit strutturale.

La soluzione ventilata dalla Commissione (ma non pubblicizzata sotto elezioni) è quella di tagliare la spesa pubblica, quindi tagliare i servizi pubblici, privatizzare e aumentare il prelievo fiscale sul risparmio e sulle piccole imprese.

L’oligarchia europea (non eletta da nessuno) non poteva mancare l’occasione per sottolineare chi comanda e chi dispone, per un paese senza più uno straccio di sovranità, senza una propria moneta, privo di una politica economica che non sia quella suggerita ed imposta da Bruxelles, ad onta di ogni esigenza di favorire occupazione e ripresa economica, ci si preoccupa della stabilità dei mercati e dello “spread” che suona come minaccia ventilata o ricatto: ” attenti, se non fate la manovra che diciamo noi, risale lo “spread” e le agenzie di rating sono già pronte a declassificare il vostro rating, il vostro debito aumenta e i tassi volano alle stelle, “cazzi vostri”, sarete poi commissariati come la Grecia”.

Il fatto che in Italia ci siano 5 milioni di poveri assoluti che non dispongono di mezzi di sussistenza non è cosa che riguardi la Commissione e che ogni anno ci sia una emigrazione di oltre 250.000 giovani che vanno a cercarsi fuori dal paese occasioni di lavoro, che in Italia sono riservate soltanto a parenti e clienti della classe politica e delle burocrazie pubbliche, questo non interessa alla Commissione. Per la UE è prioritario che l’Italia adempia alla direttiva di accogliere integrare e mantenere 300/400.000 migranti ogni anno, spendendo decine di miliardi per l’accoglienza di tali masse ed è molto meglio se molti italiani emigrano perchè questo favorisce il piano di sostituzione della popolazione e della nuova società multiculturale che risulta l’obiettivo occulto (ma non tanto) delle centrali di potere transnazionale. Vedi: Migrazioni ed invasione: caos e destabilizzazione, i “nodi vengono al pettine”

Sono questi gli argomenti cui si riferiscono le parole di Dombrovskis e quelle dell’altro vicepresidente dell’esecutivo Ue, il “falco”Jyrki Katainen, finlandese, sulla necessità di «dire la verità» sui conti pubblici ai cittadini. «Il debito italiano è un grande costo per l’economia. Viviamo in un ambiente di tassi bassi, ma se c’è un cambio nella politica monetaria, se l’inflazione risale, questo si somma ai costi e può essere fonte di instabilità. Perciò è importante usare questa congiuntura economica per far scendere il debito», ha sottolineato Dombrovskis. Vedi: la UE sbugiarda il Governo

Chiaro no ? Far scendere il debito non certo favorire l’occupazione e la ripresa, ridurre la povertà e creare sviluppo. Il debito e i mercati, occorre aggiungere, visto che siete nella gabbia dell’Euro, non avete altra scelta.

Draghi con il ministro Padoan

Rilevante la risposta di Salvini della Lega : “La letterina della Ue? Carta straccia se danneggia gli italiani”

Nella sue ultime dichiarazioni, il leader della Lega si è pronunciato sulla richiesta contenuta nella lettera ricevuta da parte della UE: “Se saremo al Governo la letterina in cui Bruxelles ci chiederà di fare altri tagli ai danni dei cittadini italiani finirà nella raccolta differenziata della carta”.
Una buona risposta, non c’è dubbio ma ci chiediamo: come farà un domani Matteo Salvini, probabilmente al governo con il partito di Berlusconi, associato al Partito Popolare Europeo (quello della Merkel) ad imporre una scelta in contrasto con le politiche pro UE di Forza Italia ? Due sono le cose: o Salvini sta barando per accattivarsi i voti prima delle elezioni o dovrà rompere con il Berlusca una volta al Governo su questi temi. Tenere il piede in due scarpe non è più possibile.

La coerenza alla lunga paga ma un eventuale voltafaccia non risparmierebbe a Salvini la fine riservata ai personaggi che si sono distinti per tradire le promesse e schierarsi con l’altra parte. La triste fine di Gianfranco Fini dovrebbe essere di monito a tutti i cambia casacca della politica italiana.

Quello che gli altri non dicono

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