BOLIVIA: 8 MORTI, DECINE DI FERITI MENTRE LA POLIZIA APRE IL FUOCO SUI SOSTENITORI DI EVO MORALES

Il governo post-colpo di stato non esita nell’usare la forza brutale dei militari contro i sostenitori del presidente espulso della Bolivia Evo Morales.
Il 16 novembre, i funzionari hanno riferito che almeno 8 civili sono stati uccisi e dozzine di altri sono rimasti feriti quando la polizia militare, fedele al governo post-colpo di stato della Bolivia, ha aperto il fuoco ad altezza d’uomo durante le manifestazioni pro-Morales. Gli incidenti più letali sono avvenuti a Sacaba, vicino alla città di Cochabamba.
Morales, che ha ottenuto l’asilo in Messico dopo le dimissioni del 10 novembre, ha descritto lo sviluppo dgli avvenimenti come un “massacro” e ha affermato che il governo ad interim guidato da Jeanine Áñez è una dittatura militare di fatto.
In un’intervista con al-Jazeera, Morales ha affermato che gli dovrebbe essere permesso di tornare in Bolivia e completare il suo ultimo mandato in carica.
“Non posso essere fuori dal paese. Sono abituato a stare con la gente come leader sindacale, come presidente, e lavorare con mi pueblo”, ha detto Morales.
“Mi manca molto (Bolivia). Sto cercando un modo legale per tornare indietro e stare con le persone mentre queste oppongono resistenza alla dittatura e al colpo di stato ”.
La violenza della nuova giunta sta aumentando in tutta la Bolivia. Alcuni media e attivisti locali hanno iniziato a descrivere gli sviluppi in corso come una sorta di “guerra civile”. Come in molte precedenti “guerre civili”, questa sta lentamente esplodendo a seguito del golpe illegale contro il governo eletto democraticamente.

Nel frattempo, il governo post colpo di stato ha avviato una rapida revisione delle politiche estere e interne del paese. Il 15 novembre, il regime post-colpo di stato ha annunciato che la Bolivia lascia l’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America (ALBA) e ha rimosso dai posti circa l’80% degli ambasciatori in altri paesi. Nella politica interna, il nuovo governo sostiene fortemente le multinazionali che hanno subito una serie di battute d’arresto nel paese durante il periodo di Morales.
Nota: Si prefigura una privatizzazione delle risorse minerarie del paese che erano state nazionalizzate dal governo Morales e non è difficile immaginare a chi saranno destinate le concessioni delle miniere di Litio e di altri preziosi minerali che si trovano nel sottosuolo. Naturalmente queste finiranno in mano alle grandi multinazionali USA che sono le stesse che hanno esercitato pressioni su Washington per pilotare un cambio di regime in Bolivia.
Tutti i media ed i governi occidentali sostengono che si è trattato di un “cambio di regime democratico” ma gli avvenimenti di questi giorni dimostrano esattamente il contrario.
Fonte: South Front
Traduzione e nota: Luciano Lago
Che infamia sparare sul proprio popolo per tutelare gli interessi dello straniero, almeno la polizia e l’esercito col passa parola potrebbero tutti rifiutarsi di sparare sulla loro stessa gente, se si rifiutano tutti nessuno potrà fargli nulla, devono essere impazziti per eseguire quegli ordini, ma cosa sperano dai sionisti, quella é gente che prende ma non da !
Il grande problema del mite Morales era quello di non aver attuato, in tempo, un’epurazione (anche spietata) nella polizia e nell’esercito, eliminando i corrotti e corruttibili dal dollaro usa ….
Per questo il golpe di matrice usa è stato facile da attuare e Morales ha dovuto scappare dal paese.
Se la posto del mite Evo Morales, uomo buono e veramente pacifista, ci fossi stato io, state pure certi che sarei ancora sladamente al potere e i traditori sotto terra, o nei lager!
Un nemico spietato e senza etica, disposto a qualsiasi bassezza e violenza, non può essere affrontato da un puro come Morales, ma richiede un duro, che lo combatta ripagandolo con la stessa moneta!
Morales era l’uomo giusto per governare il paese, ma non era l’uomo giusto per resistere alle manovre usa.
Meglio, allora, Maduro, ma soltanto sotto questo aspetto (infatti, Maduro è ancora saldamente alla presidenza del Venezuela).
Cari saluti