Bashar al-Assad in Cina: quando l’ombra degli Stati Uniti si allontana, la luce della pace si diffonde…

di Bassam Abou Abdallah

L’attuale visita del presidente Bashar al-Assad e di sua moglie in Cina non è né una visita di protocollo né una visita di cortesia. Va letto nelle sue diverse angolazioni e nelle sue molteplici dimensioni, nonostante l’interesse economico che sembra essere il più importante per molti commentatori. Pertanto, discuterò altri aspetti delle relazioni siro-cinesi la cui importanza potrebbe non attirare la necessaria attenzione da parte degli studiosi.

È vero che la Cina dà priorità agli interessi economici e al cosiddetto principio “win-win”, come lo descrivono gli analisti occidentali, ma ignorano gli aspetti politici, intellettuali e ideologici della politica estera cinese.

Per quanto riguarda la Siria, la Cina non ha nascosto la sua posizione ferma e unita dall’inizio della guerra internazionale contro la Siria nel 2011. Si è opposta a otto veti nel Consiglio di Sicurezza per sostenere la Siria, cosa storicamente rara dato che fino ad ora si era riservata diritto di veto sulle questioni riguardanti Taiwan e Hong Kong. Tra le tante ragioni di tale comportamento, notiamo:

La consapevolezza della Cina che la guerra contro la Siria è una guerra per procura volta a rovesciare il suo regime politico e sostituirlo con un regime ” fantoccio “, come è accaduto in molti paesi, tra cui Libia e Iraq, al fine di consolidare il regime egemonico americano-anglosassone e bloccare la strada a qualsiasi ascesa e ritorno della Cina sulla scena mondiale.
La Cina non ha nascosto il timore per la diffusione dell’estremismo religioso islamico alimentato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati attraverso organizzazioni come l’ISIL/Daesh e il Fronte Nusra, così come il timore del suo impatto sui musulmani in Cina, in particolare in Cina, nella regione dello Xinjiang. Una regione in cui la Turchia ha utilizzato la carta dei musulmani uiguri, li ha sostenuti e ha creato per loro un emirato a Idlib, nel nord-ovest della Siria. Inoltre, la Cina è esposta ogni anno a campagne di diffamazione lanciate dai Fratelli Musulmani, sostenuti dagli anglo-americani in occasione dell’avvento del mese del Ramadan, con l’obiettivo di minacciare la sua sicurezza nazionale e frenare il suo sviluppo.

Riunione governo Cinese con Siriani

La Cina ha quindi preso coscienza del fatto che la lotta del popolo siriano e del regime politico contro l’estremismo e il terrorismo è per lei una questione essenziale e fondamentale; soprattutto perché la situazione in Siria, se si deteriora, i suoi effetti negativi si diffonderanno ovunque, comprese le regioni cinesi.
Il Partito Comunista Cinese e il Partito Socialista siriano Baath (la parola Baath significa “Rinascimento”) si incontrano su molte questioni intellettuali, politiche e ideologiche, il che è un fattore importante per le relazioni bilaterali e la politica estera dei due paesi. In effetti, i due partiti hanno visioni comuni riguardo alle politiche egemoniche globali; attenersi al rispetto della diversità culturale e di civiltà; rifiutare i valori del neoliberismo come ha più volte sottolineato il presidente Al-Assad; insistono sulla sovranità, l’indipendenza e la non ingerenza negli affari interni degli Stati, la storia dei loro due popoli testimonia le loro lotte contro il colonialismo nelle sue forme antiche e moderne.
Da lì è quindi possibile trarre vantaggio dall’esperienza cinese tenendo conto delle realtà e delle specificità siriane. Del resto, i cinesi hanno sempre sottolineato che la loro esperienza non è finalizzata all’esportazione, ma a trarne insegnamenti consistenti nel non mescolare ideologia ed economia, per evitare che il capitale controlli lo Stato e non riproduca il modello americano in cui sono le imprese a gestire lo Stato , per fermare e combattere la corruzione, da loro considerata un pericolo in grado di devastare l’organismo dello Stato e la società. Per riassumere, dirò che la lunga esperienza del Partito Comunista Cinese si riduce a due idee generali: rivedere e correggere, agire più che dire.

I cinesi non hanno mai nascosto la loro ammirazione per la diversità culturale e religiosa della Siria né per la capacità dei siriani di mantenere grande tolleranza e solidarietà sociale, pur rifiutando ogni progetto estremista settario o etnico, compreso quello su cui lavorano gli Stati Uniti d’America e i loro paesi Alleati occidentali. Un progetto che mirava e mira tuttora alla distruzione della struttura e del modello della società siriana, smembrandola e creando entità belligeranti razziste e settarie, contrarie allo spirito siriano.

A questa diversità, che costituisce un importante fattore comune alle due nazioni, bisogna aggiungere il fattore della lingua araba, dato che la Cina e le sue università stanno cercando di aumentare il numero degli studenti di lingua araba. Il che implica che la Siria faccia lo stesso per l’insegnamento della lingua cinese, al fine di rafforzare gli scambi culturali tra i due popoli.

Assad con Xi Jinping

Gli analisti dicono spesso che la Siria non è importante per l’economia cinese perché il mercato siriano è piccolo e poco ambito dalle aziende cinesi. È vero. Ma l’importanza della Siria per la Cina risiede piuttosto nel suo ruolo geopolitico e nella sua posizione geografica. Un’importanza confermata dalla visita ufficiale del ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, il 17 luglio 2021 per congratularsi con il presidente Bashar al-Assad per la sua rielezione (che ha prestato giuramento quello stesso giorno; ndr), seguita da un messaggio di congratulazioni del presidente cinese Xi Jinping, in cui ha affermato il forte sostegno della Cina alla Siria nella sua lotta contro le interferenze straniere, nonché la sua disponibilità a fornire tutta l’assistenza possibile al riguardo.

Un approccio cinese che si manifesta con la sua continua insistenza sulla necessità di revocare le sanzioni contro il popolo siriano, con il suo sostegno alla lotta della Siria contro il terrorismo, con la sua iniziativa a favore di una soluzione politica che garantisca sovranità, indipendenza, integrità territoriale, autodeterminazione e dialogo tra siriani.

Non c’è dubbio che il ruolo crescente della Cina nella regione del Medio Oriente sia stato notevole in termini di riconciliazione iraniano-saudita, ritorno della Siria nella Lega Araba, avanzamento del processo di pace, riconciliazione siro-saudita e riconciliazione arabo-siriana, che è però contrastata da un’evidente escalation americana basata sul caos, sulla continuazione dell’occupazione e sul saccheggio delle ricchezze. Una scena che testimonia due tendenze opposte: una americano-occidentale che proibisce la calma e la stabilità ovunque possibile, l’altra cinese che lavora instancabilmente per spingere verso la pace, la stabilità e lo sviluppo; tendenza di cui i paesi e le popolazioni della regione hanno bisogno.

Dato il deterioramento della sua situazione economica a causa del blocco e delle sanzioni, la Siria fa molto affidamento sull’assistenza della Cina in due aree: l’area umanitaria che richiede maggiore sostegno; il campo economico che richiede la conferma dei progetti strategici concordati durante la visita del signor Wang Yi a Damasco nel 2021, progetti la cui attuazione è stata impedita dal blocco e dalle sanzioni americane.

Questo è il motivo per cui credo che le esitazioni cinesi siano finite e che la visita del presidente Al-Assad porterà a un maggiore coinvolgimento cinese nel sostegno all’economia siriana come parte della sua visione del progetto “Belt & Road”, soprattutto perché questa visita arriva una settimana dopo l’annuncio americano del Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC) poiché, come dicono alcuni esperti, i porti siriani sono di grande importanza rispetto al porto di Haifa nella Palestina occupata.

In ogni caso, la visita del presidente Al-Assad in Cina è molto importante. Getterà le basi per le future relazioni tra i due paesi e dissiperà le esitazioni dei cinesi, perché la partita che si gioca contro la Cina e il suo progetto globale è ormai allo scoperto e i leader siriani e cinesi conoscono il proverbio cinese che dice: “ Se vuoi giocare, devi conoscere le regole del gioco e i suoi tempi .”

Resta l’altra dimensione, quella dell’ombra oscura degli Stati Uniti d’America che vogliono continuare ad occupare la Siria e sulla quale il portavoce del Ministero degli Esteri cinese è stato molto eloquente quando ha citato il pensiero cinese riguardo al ritorno della Siria alla Lega Araba: “ Quando l’ombra degli Stati Uniti si allontana, la luce della pace si diffonde ”.

Siamo ottimisti riguardo alla visita del presidente Al-Assad a Pechino poiché contribuirà a eliminare l’ombra oscura sotto un sole che contribuirà a stabilire la pace e la stabilità in Siria e nella regione.

Dottor Bassam Abou Abdallah

Traduzione di Mouna Alno-Nakhal

Fonte: Al-watan (Siria)

5 commenti su “Bashar al-Assad in Cina: quando l’ombra degli Stati Uniti si allontana, la luce della pace si diffonde…

  1. Ricordiamo tutti la frase fatta: “Assad se ne deve andare”, ripetuta tutti i giorni dai media occidentali e dai loro governi, con l’aggiunta delle varie messe in scena delle armi chimiche come alibi per invadere la Siria, come avvenne con la famosa fialetta di Powell all’ONU, usata per assassinare Saddam e soggiogare l’IRAQ, impedendo una saldatura anti occidentale tra questi paesi e l’IRAN … Ora nessuno dice più che Assad se ne deve andare, e anzi dopo l’eroica resistenza del popolo siriano, con l’aiuto russo, iraniano e ora anche cinese, a Washington, Londra e Tel Aviv si mordono le mani di rabbia … ma pagheranno per i milioni di morti e di profughi che hanno provocato sia in medio oriente che nel resto del mondo !

    1. Il Siriano Assad è un presidente intelligente che ha saputo affrontare l” impero del MALE USA e i paesi canaglia UK-UE-Israele che vogliono conquistare il MONDO LIBERO ! Tutti i paesi Occidentali compreso Israele non contenti di aver inviato terroristi-mercenari-soldati e armi in Siria per provocare una falsa guerra civile cercavano anche una scusa qualsiasi per dichiarargli guerra ! Provocando una falsa guerra civile USA -UK-UE-NATO-ISRAELE avrebbero potuto invadere la Siria per creare un regime fantoccio FILO-USA che avrebbe costretto la Russia ad abbandonare la sua Base Aerea e Navale in Siria ! La Russia sicuramente è certamente non avrebbe MAI rinunciato ad avere una base militare navale ed aerea che controlla da vicino i paesi canaglia Filo-USA della UE -NATO !
      La Russia aiutata pure da Cina ed Iran politicamente è militarmente si è opposta ad una AGGRESSIONE MILITARE ED INVASIONE USA-UK-UE-NATO-ISRAELIANA della Siria e hanno bloccato un intervento militare diretto USA-NATO contro la Siria !
      La finta guerra civile in Siria provocata dai paesi “democratici” USA-UK-.UE -NATO ed Israele è fallita grazie anche grazie ad Assad che è stato molto bravo nel manovrare e a gestire a livello politico-militare tutta la Finta guerra CIVILE USA-NATO fino a farla cessare quasi del tutto .
      Gli errori dei paesi Occidentali fatti in Siria nel Armare e appoggiare gruppi terroristici diversi in competizione e guerra tra di loro ha fatto il resto !
      Se al posto di Assad ci fosse stato un politico stolto focoso ed irresponsabile avrebbe risposto alle provocazioni militari USA-UK-UE-NATO ISRAELIANE e forse sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale !

  2. I deindustrializzatissimi USA tra non molti giorni andranno in shutdown, ovvero il governo federale bloccherà tutte le sue attività a causa della mancanza di fondi, ecco cosa vuol dire uno stato dove le consorterie speculative controllano la politica, distruggendo le aziende sane con “l’estrazione di valore”, ovvero licenziando e tagliando gli investimenti, negli USA questa pratica era già avviata dagli anni Sessanta, e di conseguenza tutto il tessuto industriale americano è andato perduto.
    Con un debito pubblico di 33,1 trilioni di dollari ed un deficit di bilancio di circa 2 all’anno, entrate fiscali per poco più di 4 ed uno sperpero di fondi per la difesa e l’intelligence di 1000 miliardi, meraviglia che il governo federale, emanazione del governo dell’entità sionista, sia ancora in piedi.
    Probabilmente gli USA moriranno lentamente, nel senso di governo centrale, se avessero un forte settore economico pubblico come tanti paesi potrebbero usarlo come leva per la ripresa economica, ma dato che l’economia è tutta in mani private, perfino le carceri, e che i politici federali si limitano a smistare fondi sempre più scarsi facendo creste sempre più elevate, ecco che per gli USA si prospetta la fine dell’URSS, con un potere centrale sempre più debole e spinte locali sempre più forti.
    Dato che solo pochi stati USA hanno consistenti comunità ebraiche egemoni, come la California, New York e la Florida, visto che gli ebrei sono meno dell’1% della popolazione e quasi tutti con solo un genitore od un nonno ebrei, con la scomparsa del governo federale USA si delinea la scomparsa dell’ebraismo nordamericano e di conseguenza pure dell’entità sionista.
    In Europa l’ebraismo è già tecnicamente scomparso, da Lisbona a Vladivostok ci sono solo un milione di ebrei, perlopiù anziani….

  3. Per come si è comportata l’UE nei confronti della Siria in questi ultimi 12 anni vorrei dire al popolo siriano che mi vergogno di appartenere a questa organizzazione. Cara UE e care istituzioni italiane che aderite…FATE SCHIFO!

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