Inserito alle 23:10h in
Opinioni ed analisi da Redazione Da Counter Punch un’analisi spietata ed inquietante sull’eclissi delle capacità critiche della nostra civiltà. Dalle questioni geopolitiche (tra cui, spesso, massacri e guerre promosse dall’Occidente) ai fatti della nostra vita, si è realizzato nel modo più soffice il totalitarismo orwelliano: dietro l’illusione dell’”era dell’informazione” e del multiculturalismo s’impone in realtà un’unica possibile visione del mondo, un unico schema di interpretazione della realtà. Se pure non c’è nulla di nuovo sotto il sole, oggi sembrano però mancare figure capaci di esprimere efficacemente un’alternativa radicale (o sono sommerse dal frastuono).
L’altra sera ho visto “1984″ di George Orwell in un teatro di Londra. Sebbene venisse sbandierata l’interpretazione contemporanea, il monito di Orwell riguardo al futuro veniva presentato come un pezzo storico: remoto, innocuo, quasi rassicurante. Era come se Snowden non avesse rivelato niente, se il Grande Fratello non fosse ora una spia digitale, se lo stesso Orwell non avesse mai detto: “Per essere corrotti dal totalitarismo non occorre vivere in un paese totalitario.”