di G. Cirillo
La scorsa domenica abbiamo assistito al rito delle elezioni greche che ha portato alla vittoria del partito di estrema sinistra Syriza ed alla formazione di un governo nazional-socialista, a dimostrazione del fatto che nei periodi di crisi, il nazional-socialismo va forte. Ovviamente non vogliamo dire che siano saliti al potere dei nazisti, ma che il governo è definibile nazional-socialista perché unisce il socialismo del partito Syriza, con il nazionalismo del suo alleato di governo Anel. Questa alleanza ha sorpreso tutti, ma i due partiti hanno limato le differenze ideologiche in nome della lotta all’Europa dell’austerità.
Ora il governo sembra tenere una linea molto forte e non sembra voler cedere e si prepara allo scontro con Bruxelles e a non rispettare nessuna delle richieste della Troika che di fatto aveva commissariato i governi precedenti; ed infatti Tsipras si prepara al alzare il salario minimo ed a fermare le privatizzazioni.
L’Europa, però, non sembra intenzionata a cedere più di tanto e per ora ha promesso soltanto di allungare un po’ le scadenze ma
non ha nessuna intenzione di fare sconti ad Atene sull’entità dei debiti da pagare, anche perché un precedente del genere si allargherebbe velocemente agli altri paesi indebitati come Irlanda, Portogallo, Spagna e anche Italia, iniziando una spirale che per essere risolta necessiterebbe di una stampa di denaro da parte della Banca Centrale Europa decisamente superiore a quella decisa la scorsa settimana, che porterebbe ad una svalutazione pericolosa dell’Euro che Berlino e gli altri paesi suoi alleati sicuramente non accetterebbero mai. A nostro avviso, quindi, si va al muro contro muro e sembra che anche il governo greco non sia disposto a trattare più di tanto.